mercoledì 5 giugno 2024

Il Tomo della Vita e della Morte - pt. 2 e 3


Tornati a Tailglove, Columbus Hawktail sembrò soddisfatto di ciò che avevano riferito gli avventurieri e decise di ricompensarli comunque con i 50 pezzi d'oro. Direttisi in taverna pensarono di indagare anche sulla causa sparizione degli animali. Decisero però di reclutare Clint, un giovane uomo che di mestiere faceva il guardiacaccia e che poteva guidarli nelle zone più selvagge. Gianpaciugo invece era rimasto troppo scosso dalla vista dei non morti e decise di fermarsi un po' per recuperare energie fisiche e mentali.
Patirono quindi verso l'agglomerato di case chiamato Deadwood, popolato quasi esclusivamente da cacciatori e taglialegna, dove le dicerie vennero confermate: gli animali si stavano spostando in massa verso sud-est e le foreste nei dintorni si stavano spopolando. Il sentiero che partiva dal piccolo paesino si dirigeva verso il vecchio bosco, le cui voci della tradizione dicevano maledetto.
Partirono seguendo il cavallo di Darius, che sembrava attirato nella stessa direzione; nessun animale lungo il tragitto...
Arrivati al limitare del bosco vollero prima circumnavigarlo per rendersi conto dell'estensione: non c'era dubbio, tutte le tracce di animali convergevano verso il centro. Tornati alla fine del sentiero per Deadwood, vennero però attaccati da due goblin in agguato dietro ad un cespuglio, ma la tattica a tenaglia messa in atto da Segaossa e dal suo braccio meccanico li misero fuori combattimento in poco tempo. Interrogato il sopravvissuto, questi confermò che si erano spinti così a sud dalle foreste ai piedi della montagna a nord proprio perché non c'era più cacciagione nemmeno per la loro piccola tribù. Lasciatolo andare (mi pare. ndM) decisero di addentrarsi nella foresta che sembrava foltissima, ma non appena fece qualche metro all'interno Darius cadde sprofondando in un sonno profondo. Cercarono di recuperarlo e poi provarono ad addentrarsi di nuovo con qualche precauzione, ma non successe nulla. Camminarono spediti verso il centro fino ad quando raggiunsero una zona interna dove la foresta era meno fitta. La luce qui filtrava ed il bosco era immerso nella quiete, ma questo non li rendeva più tranquilli, finché non arrivarono ad una grande radura che doveva corrispondere al centro del bosco. Qui un'antica quercia torreggiava al centro. Una voce però, che sembrava diffusa nell'aria, li intimò di allontanarsi e di fronte al tentennamento del gruppo prima Ljundberg venne ammaliato magicamente tanto da essere convinto ad abbandonare il bosco, e poi Darius venne colpito da un bastone nodoso armeggiato sapientemente da un vecchio druido elfo. Gli avventurieri non ci pensarono due volte e tornarono indietro per la loro strada: la vita valeva più di 50 monete (e forse quello che avevano scoperto ne sarebbe comunque valsa qualcuna...)!

Tornati a Tailglove raccontarono nuovamente le loro scoperte al sindaco, che - in maniera inaspettata - li volle comunque ricompensare. A Segaossa parve anche che la notizia della presenza del druido non sembrasse una novità per l'uomo, tanto che alla richiesta di poter reclutare qualche paesano per andare a stanare l'elfo il sindaco acconsentì immediatamente andando lui a bandire la ricerca di volontari. Clint confermò in seguito che le leggende sul bosco infestato si tramandavano da decenni e che in fondo Columbus appariva un po' borioso, ma non era una cattiva persona. Lasciato questa volta Darius a riposare, recuperarono Gianpaciugo e partirono con quattro volontari di nuovo verso sud-est. Arrivati al limitare del bosco prima del crepuscolo mandarono avanti due uomini, i quali però caddero addormentati. Recuperati grazie al braccio meccanico di Segaossa, assicurato ad una corda, provarono ad entrare, finché Gianpaciugo non capì che probabilmente l'effetto soporifero era causato dalle spore dei numerosissimi funghi marroni presenti nel terreno. Munitisi di bavagli per coprirsi il naso, procedettero fino alla radura, dove la solita voce intimò loro di andarsene. Ljundberg intanto aveva utilizzato il suo occhio arcano, notando un aura magica attorno alla quercia che si diffondeva poi in tutta l'area. Clint provò però a parlamentare, accusando il sindaco Columbus Tailglove di stare complottando contro di lui ed il druido sembrò placarsi per un istante.
Fatti uscire i quattro paesani raccontò loro di essere sull'isola da molto prima che arrivassero gli umani,  ma gli esploratori uccisero suo fratello e si stabilirono sull'isola. La migrazione improvvisa degli animali era dovuta all'attivazione di un rituale scritto sul Libro della Vita e della Morte: la Voce della Vita era la quercia, e una volta attivata attirava a sé tutte le creature viventi (le creature dotate di intelligenza ne erano immuni), mentre la Voce della Morte era una pietra situata presso i tumuli che avrebbe attirato a sé i cadaveri ritornati in vita come non-morti. Probabilmente la pietra era il sarcofago in cui era stato tumulato Lucius Tailglove e qualcuno stava cercando di compiere il rituale, che per essere completato si sarebbe dovuto concludere in una notte di luna piena (proprio come quella sera!).
Tafgliaron per la brughiera sotto il chiaro di luna per raggiungere al più presto i tumuli, fortunatamente senza incontrare nessun ostacolo, ma arrivarono troppo tardi.
Entrati nel tumulo degli Hawktail, che avevale massicce porte di pietra spalancate, trovarono Columbus davanti alla porta aperta della cripta di Lucius con in mano il Tomo. Non fecero in tempo però ad entrare che il cadavere dell'antico cavaliere si animò e tagliò di netto la testa al discendente che cadde disteso. Ora la sua attenzione era tutta rivolta verso gli avventurieri. Gianpaciugo - dopo averci provato in ogni occasione- provò di nuovo ad entrare camuffato da cinghiale ma venne ferito gravemente dal non-morto; intanto Segaossa aveva mandato il suo braccio a recuperare il Tomo caduto, ma dovevano tenere Lucius occupato. Fu Ljundberg a sacrificarsi scagliandosi impavidamente contro l'avversario e resistendo ai suoi attacchi mentre Clint, sopraggiunto dal suo posto di guardia all'ingresso, aiutò Gianpaciugo ad allontanarsi. Segaossa allora propose di ritirarsi chiudendo il cavaliere non-morto all'interno, per portare poi il Tomo al druido affinché compisse il controrituale per far terminare la maledizione, che altrimenti si sarebbe riproposta ogni mese, durante i giorni di luna piena.

Finale non raccontato: Columbus, stufo di doversi alternare con i Greenglove, voleva riportare in vita il suo avo grazie al Tomo sperando che questi avrebbe tolto di mezzo gli avversari, ma nemmeno lui aspettava di essere attaccato - e ucciso - dal suo avo!

1 commento:

Marco Franzo ha detto...

Innanzitutto scusate se l'ultima sessione è stata un po' tirata via...il mio stile di masterizzazione risente moltissimo sia della stanchezza che della voglia di finire.
Cosa ho imparato da questa mini-avventura inventata da me (che tra poco metterò sul blog):
1) le storie "aperte" e poco definite mi mettono in crisi: bellissimo lasciare tutto vago in fase di ideazione, perché non si è costretti a perdere ore in un lavoro di fino che chissà se i giocatori percorreranno completamente, ma dover improvvisare non è nel mio stile; noto che alla fine cado nei 4 cliché che ho in testa da sempre...
2) bello il sistema ultraleggero di Cairn (che proverei volentieri con un'avventura più strutturata), ma anche qui pago la formazione da "D&D", dove molto viene lasciato alle prove dei personaggi (e quindi al tiro di dado) - qui però solo con tre statistiche e abbastanza piatte - e poco alla creatività dei giocatori.

Alla fine ho capito che faccio fatica a condurre il gioco cercando di "vedere come i giocatori affrontano una situazione", e magari lasciandoli liberi di co-creare con le loro azioni o intuizioni la storia, modellando il canovaccio su come agiscono i personaggi, ma mi trovo meglio ad avere una pista su cui condurre la storia, divertendomi a vedere come reagiscono a certe situazioni (che però non si possono allontanare più di tanto dalla trama).
Ecco, esco da questa piccola esperienza con la rafforzata consapevolezza di avere un stile di masterizzazione più centrato sullo sviluppo della storia/trama che sulle azioni dei giocatori/personaggi (non so se questo contrasta però con lo stile OSR che mi sta piacendo approfondire...).