mercoledì 29 settembre 2010

Le cucine della villa

Dietro le grate si apriva un tunnel basso e lungo molto simile a quello da cui erano partiti, e sempre simile era il suo sboccare in un camino verticale che Manion scoprì dare su di una stanza che aveva tutta l'aria di essere una cucina. Erano circa le 18, e dai mozziconi di discorsi che sentì il barbaro la zona sarebbe stata trafficata fino a sera.
Decisero così di aspettare fino a quando, potevano essere circa le 22, la stanza risultò buia e silenziosa. In circa un'ora anche queste sbarre vennero segate. I cinque compagni si intrufolarono nella cucina e iniziarono ad ispezionare tutte le porte. solo quella al centro del corridoio era chiusa a chiave, ma Lijn (finalmente lo scrivo bene! n.d.M.) riuscì a scassinare il lucchetto.
Dietro la porta delle ripide scale a chiocciola scendevano buie. Decisero di scendere lasciando Tiff di guardia dietro la porta di nuovo chiusa. Alla fine delle scale un'altra porta chiusa, del tutto simile a quella in cima. Non appena l'elfo provò ad aprirlà scoprì però che l'unica differenza stava nella sostanza viscosa sopra la maniglia che sentì a contatto con le mani sprovviste di guanti. Subitò sentì venir meno le proprie forze (-12 al punteggio di For) e appoggiandosi al muro dovette affidare lo zaino a Manion per poter proseguire. La porta era inoltre chiusa a chiave ma il barbaro, aiutato da Khoril, riuscì a forzarla rapidamente.
Si trovarono all'interno di una stanza quadrata con una porta di fronte a loro ed una a metà del lato alla loro destra. Tutto sembrava silenzioso. Decisero di aprire entrambe le porte per farsi un'idea di dove andare. La porta di destra dava su di un corridoio largo 3 metri e lungo almeno 15 con aveva una porta in fondo e due corridoi sulla sinistra; in sottofondo un rumore cupo e costante. L'altra porta dava anch'essa su di un corridoio largo ma molto più corto, che terminava in una intersezione a T. Decisero di iniziare ad esplorare il dungeon dalla porta laterale.
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Lijn guidava il gruppo, essendo - con le sue abilità furtive - il più indicato. Peccato che non si curò di cercare le trappole sul pavimento e cadde dentro ad una botola larga quanto il corridoio stesso.
Si stava appena riprendendo dai danni subiti quando sentì uno strano sfrigoliò e subito dopo il pavimento sotto di lui venne meno; Echoes, che stava sorvegliando la porta che si erano appena lasciati alle spalle, si vide cadere dal soffitto della stanza lo sfortunato elfo. Cosa ancor più strana, l'arco che teneva in mano era sparito ed ora si ritrovava addosso solo i vestiti.
Nel mentre Manion e Khoril stavano esplorando il secondo corridoio sulla sinistra che sbucava in un vicolo cieco. Il barbaro provò a cercare qualche traccia di trappole o passaggi e ne trovò uno proprio al centro del muro. Si concentrarono poi sulla porta in fondo e qui trovò nella porta una possibile trappola.
Il gruppo decise di aprire il passaggio segreto: era uno stretto cunicolo che dava su di una grande stanza vuota e buia. Avanzando con la torcia Manion intravide nell'angolo un mucchio di stracci che in realtà ad un attento esame si rivelarono essere il corpo privo di sensi di Sahbit! Khoril constatò che non era morto ma era denutrito e disidratato oltre che confuso. 3 dosi di Amras non bastarono a farlo riprendere, e così decisero di portarlo nel tunnel lasciandolo in custodia a Tiff.
Decisero poi di esplorare il primo corridoio sulla sinistra. Il rumore si intensificava. Manion ebbe modo di vedere che in maniera ripetitiva il passaggio davanti a loro si apriva, lasciando intravedere una stanza più grande. Osservando attentamente il muro ruotava velocemente. Ci voleva qualcuno che provasse a passare dall'altra parte. Echoes si offrì volontario, ma sottovalutò l'impresa. Il muro infatti lo colpì di striscio provocandogli 17 danni, ma ora era all'interno della stanza circolare. Un'apertura si apriva in corrispondenza di quella da cui erano venuti, bisognava attraversare anche quella. Echoes non si perse d'animo e ci riprovò. Il tentativo non andò meglio del precedente, ma anche stavolta riuscì ad attraversare il varco. Dall'altra parte una leva bloccava il meccanismo.
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Il corridoio sbucava in una grande stanza irregolare con un altare in pietra nella parete di fronte alla porta che Khoril aveva scoperto avvelenata. Ad una prima ispezione le due alcove laterali avevano rivelato altrettanti passaggi segreti. Sull'altare 11 dischi di pietra dorata del diametro di 10 cm numerati da 1 a 11 ed uno scasso che presentava un disco al centro - dello stesso diametro di quelli di pietra - e 10 attorno, ed una scritta: "10 e 8, 8 e 10. Sistema le monete o muori di nuovo". Mentre Echoes, Lijn e Khoril stavano pensando alla soluzione, Manion aveva deciso di avventurarsi nel passaggio segreto di destra. Si infilò nel tunnel cercando eventuali trappole, ma già al primo angolo uno scatto del pavimento gli fece scivolare addosso una strana melma che iniziò ad avvolgerlo provocandogli danni da acido. Subito il barbaro decise di tornare indietro e di chiudersi il passaggio alle spalle, aggiungendosi al resto del gruppo nella ricerca della soluzione dell'indovinello.
Finalmente trovarono una risposta (l'8 al centro e tutti gli altri numeri in ordine attorno) e Khoril "il coraggioso" posizionò i dischi al proprio posto, mentre Lijn "il debole", Echoes "lo stritolato" e Manion "lo sciolto" si mettevano al riparo lontano dall'altare. Solo Echoes - che era uscito dalla stanza - evitò le fiamme che divamparono dall'altare. Evidentemente la soluzione era sbagliata.
Solo dopo circa una mezz'ora provarono una nuova risposta: il 6 al centro e ai lati opposti i dischi che la cui somma dava 18. Fu ancora Khoril a provare, mentre questa volta uscirono tutti dalla stanza. Posizionato l'ultimo disco un'incavo si aprì sulla superficie dell'altare, rivelando all'interno una chiave giallo ambra. Khoril la prese ignaro della sua funzione.

lunedì 27 settembre 2010

La migrazione del clan di Karak-A-Rhkaz

Thorfak Runa-Lucente era stato molto pensieroso nell'ultimo periodo, il destino del clan era nelle sue mani. Era ormai da molto tempo che nella zona non avvenivano scontri e le asce dei valorosi nani diventavano giorno dopo giorno sempre più impazienti e bramose di dimostrare il loro valore in battaglia. Ma il vecchio custode delle rune era giunto finalmente ad una conclusione: il clan si sarebbe spostato verso una zona con maggior presenza di nemici.
I nani iniziarono così i preparativi per la partenza. Assieme agli indomiti veterani di battaglia, tra le fila del clan c'erano anche numerosi giovani che non avevano ancora potuto dimostrare la loro abilità sul campo; forse questa migrazione gli avrebbe finalmente fornito l'occasione giusta.
Ora, per il clan di Karak-A-Rhkaz, rimaneva da scegliere solo la nuova meta.
Clan di Karak-A-Rhkaz:
Thorfak Runa-Lucente, Custode delle Rune (metallo);
Dwim Maglio-di-Ferro, nano Lord con pietra votiva (metallo);
Glondar Barba-Ruggente, Thane stendardiere dell'esercito (metallo);
3 Thane;
73 guerrieri;
40 archibugeri;
5 balestrieri;
15 minatori;
3 cannoni (con 12 serventi);
1 ballista con serventi (metallo);
5 sventradraghi (3 in metallo);
1 girocottero (metallo).
(In più nel corredo: 2 ripari per cannoni, 9 basette, 59 calamite, 6 lamine in metallo per calamite, e altro materiale vario).

martedì 21 settembre 2010

Nelle Fogne di Rauvincross


Dopo aver fatto un giretto per Rauvincross e dintorni, giusto per gli ultimi acquisti e per rendersi conto della situazione, i cinque compagni tornarono in locanda per sentire le informazioni che Nelba doveva aver trovato riguardo Sahbit. Nelba però non era riuscito a sapere niente di preciso: l'unica certezza era che nessuno aveva più visto l'elfo in città da quando questi si era addentrato nelle fogne seguendo la stessa mappa che era loro in possesso.
Dopo pranzo decisero che era giunto il momento di seguirne le tracce.
Verso le 2 si appostarono vicino alla grata fuori le mura (tipo albanesi la mattina in piazza - ndM) che lo gnomo gli aveva indicato come punto di accesso per i sotterranei, cercando di capire ogni quanto tempo sarebbe passata la ronda di guardia. Le guardie cittadine erano puntualissime nei loro sopralluoghi, ma fortunatamente avevano circa un'ora tra una ronda e l'altra.
Cominciarono cercando di rompere le sbarre, che però si rivelarono subito più dure del previsto.
Mentre Manion cercava di forzare col piede di porco Echoes corse allora in ferramenta a comprare un seghetto. Solo alle 5 riuscirono a calarsi giù dallo stretto buco, riattaccando le sbarre tagliate con una melassa apposita (da 50 MO).
Il passaggio era lungo e stretto, come un canale di scolo secondario, ma dopo una trentina di metri arrivarono nel primo snodo: una grande sala quadrata con tre tunnel che partivano dai restanti lati. La mappa di Nelba parlava chiaro, sempre dritto, ma c'era da attraversare il liquame nauseabondo. Manion saltò per primo con una grazia ed una leggiadria da far invidia al più gay dei ballerini elfi; poi toccò a Echoes, ma il chierico - un po' appesantito dal pranzo a base di peperoni ripieni di strutto - finì nelle brune acque fino al collo e dovette raggiungere a piedi l'altra sponda; intanto Khoril, che si era caricato Tiff a mo' di zainetto invicta, aveva agilmente raggiunto l'altra sponda: nel poderoso salto le sue gambe svolazzarono come un mantello al vento; fu il turno di Lyin, che non ebbe problemi ad attraversare lil rivo.
Il tunnel proseguiva buio e silenzioso; in sottofondo il lento scorrere dell'acqua verso il centro del putrido dedalo. Nessun segno delle creature di cui aveva accennato Nelba, nessun coccodrillo, ratto, umber-hulk, solo qualche ragnatela all'ingresso di un tunnel secondario.
Dopo aver attraversato qualche altro tratto - puntualmente fatto a nuoto dal chierico - arrivarono finalmente nella zona dove la Trama non era soppressa, e si prepararono al probabile incontro col gauth.
Avevano appena fatto i primi metri il più velocemente possibile verso l'ingresso del palazzo di Bellerofonte, che subito la sfera di invisibilità lanciata da Tiff venne dissolta. Il gauth era alle loro spalle. La prima raffica di raggi oculari colpì in modo sparso senza procurare seri danni: solo Echoes, affaticato da uno dei raggi, rischiava di rimanere indietro rispetto al gruppo che ora stava scappando il più velocemente possibile verso il tunnel, ma riuscì a liberarsene il turno dopo con una dissoluzione mirata mentre Lyin, aspettandolo, aveva lanciato luci danzanti per facilitare la fuga. In breve tempo riuscirono a raggiungere l'estremità del condotto. Manion intanto, arrivato per primo, aveva già individuato il passaggio, che aveva scoperto essere chiuso con un indovinello: "Sono nel pericolo ma non nella luce. Abito nell'oscurità ma non nella malvagità. Cosa sono?". Mentre pensavano alla soluzione si prepararono ad affrontare il mostro che li stava raggiungendo.
Dopo uno scambio di raggi oculari e di salve di frecce e dardi magici il gauth sembrò ritirarsi e concesse agli eroi il tempo per riflettere. Intanto Tiff aveva evocato un servitore inosservato per iniziare a segare le sbarre (da qui soprannominato "segatore inosservato"), che presto venne però impiegato per premere le lettere dell'afabeto che sopra la grata bloccata. Iniziò a digitare le prime due lettere della parola "segreto" quando Tiff lo fermò. Il gauth stava tornando e non c'era tempo da perdere in tentativi inutili.
Ecco però che, proprio quando il gauth incominciò a guadagnare oscurità all'incantesimo di luce del chierico, a qualcuno venne l'idea: "E se la risposta fosse una lettera?".
Mentre l'imboccatura del tunnel stava tornando lentamente ma inesorabilmente buia, toccò al servitore inosservato digitare la lettera "R".
La grata si alzò facendo passare i cinque compagni in un tunnel molto simile a quello da cui erano partiti, lasciandosi il mostro aberrante alle spalle. Il servitore scomparì: la Trama era di nuovo svanita.

giovedì 9 settembre 2010

Arcade Fire


Sono considerati da molti la nuova indie-band di culto.
Tre album all'attivo, osannati da Chris Martin dei Coldplay e dagli U2, portano in giro nei loro travolgenti live-show il loro rock visionario ma carico di ritmo e passione, fatto di tanti strumenti e poca elettronica.
E la loro originalità trasuda anche dai loro video, come quello di Black Mirror, tratto dall'album Neon Bible (2006): provate a trascinare il puntatore sul video durante la canzone e ne vedrete delle belle!

giovedì 2 settembre 2010

Rauvincross - pt.2

Si godettero lo spettacolo che era in netto contrasto con la cupa austerità che avevano percepito all'esterno. La clientela sembrava composta per lo più da mercanti borghesi annoiati dalla routine quotidiana.

Mentre Manion era al banco del bar gli si avvicinò un halfling: "Salve, io sono Nelba, avevate bisogno di me?". "Veramente no" rispose il barbaro "abbiamo trovato un biglietto nel collare di un leopardo che diceva di venire qui". Nelba lo guardò stranamente..."Eppure avete chiesto di me" proseguì il piccoletto di mezza età. A sbrogliare l'empasse arrivò Khoril: "Siamo stati mandati qui da Sahbit, cerchiamo delle informazioni".
"Allora forse è meglio che ci accomodiamo nel mio ufficio".
Si spostarono in una saletta defilata che sembrava arredata con cura e gusto. Nelba era vestito elegante, ma di un eleganza raffinata e non dozzinale. Era evidente che la sua doppia attività gli fruttava bene.
"Sahbit ci ha lasciato un biglietto che diceva di recarci qui, forse tu sai qualcosa" proseguì la discussione il paladino. "Io so tutto" si vantò l'halfling, ma ogni informazione ha un prezzo. 100 monete d'oro a domanda".
Sicuramente per il gruppo erano finiti i tempi di ristrettezze economiche in cui centellinare ogni spicciolo, ora si sarebbero potuti permettere praticamente quasi ogni cosa, ma -da buoni avventurieri - la richiesta gli fece storcere il naso. Era anche vero che di tempo ce n'era poco, e non era il caso di giocare al ribasso (sebbene Tiff ci provò lo stesso).
Le prime gemme (per un valore di circa 300 MO) andarono via per scoprire che Sahbit aveva chiesto una mappa delle fogne dove si era introdotto per cercare di entrare nel palazzo di Bellerofonte. Ci vollero altre 275 MO per poter ottenere la stessa mappa con sopra segnato il percorso meno pericoloso (in rosso nella cartina precedente. n.d.M.) e l'informazione dell'esistenza di un Gauth prima del passaggio per l'interno del palazzo. Infine, con altre 325 MO, si assicurarono anche che vi fosse segnata la via di fuga meno pericolosa verso il condotto principale che sfociava nel fiume Rauvin (in verde. n.d.M.) e chiesero a Nelba di provare a scoprire dove poteva essere tenuto prigioniero Sahbit, informazione che l'halfling aveva assicurato di poter dare solo a mezzogiorno del giorno seguente.
Nelba aveva anche chiaramente fatto capire che gli Zhentarim e le sue "attività" convivevano in una sorta di reciproca sopportazione: gli Zhentarim accettavano che la gilda di Nelba si arricchisse in maniera "discreta" coi mercanti di passaggio e gli abituè in cambio del mantenimento della buona fama di Rauvincross, benchè fosse praticamente l'unica cittadina ufficialmente governata da Zhentarim delle Marche d'Argento e la sua credibilità agli occhi della Lega delle Marche d'Argento fosse sempre a rischio.
Andarono a dormire nella stanza che Nelba offrì gentilmente loro, cercando di gustarsi le meritate ore di riposo prima di un'altra avventura.

mercoledì 1 settembre 2010

Rauvincross - pt.1


Era giunta l'ora di salutare i Grugach della Palude di Rhest e dirigersi verso Rauvincross, la città senza magia, alla ricerca della lancia di Huma contenente il globo bianco.
Il gruppo partì subito dopo pranzo e si diresse spedito verso Nord-Est; il viaggio non era lungo ma nel freddo inverno del Nord poteva essere comunque insidioso, viste anche le tristi circostanze.
A notte inoltrata giunsero in vista della città. La strada collinare costeggiava per diversi tratti ampi boschi verdi, anche nell'ultimo tratto. D'improvviso un rumore attirò l'attenzione dei viandanti: sembrava un grosso felino, che però non si volle mostrare. Il gruppo procedette in direzione della città e della zona di magia morta che la ammantava. Prima che potessero raggiungere il cartello che ne indicava l'inizio, i cinque si trovarono un leopardo a sbarrargli la strada. Il gruppo rimase perplesso. "E' Macchia" - urlò Khoril - "il compagno di Sahbit!". Nel collare la bestia poratava un messaggio:
La situazione a Rauvincross sta precipitando. La mia copertura è a rischio, non andate da Woland. Andate invece alla taverna del Vecchio Beholder e chiedete "la peggior stanza al miglior prezzo". Sto cercando un oggetto importante.
Appena consegnato il biglietto, il leopardo sparì nelle tenebre.
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Si diressero verso l'entrata della città, dove dovettero pagare alle due guardie Zhentarim 100 MO a testa per il lasciapassare che gli consentiva di tenere le armi in città. I soldati sottolinearono come fosse comunque vietato brandirne alcuna in pubblico. Si fermarono a chiedere a qualche tiratardi le indicazioni verso la locanda e proseguirono. Si trovava poco distante, ma nel breve tragitto avevano già incontrato un paio di pattuglie di miliziani Zhentarim.
LA locanda sembrava piccola e poco affollata, per lo più cittadini stanchi o ubriachi. Ordinarono prima da bere e poi un bel pasto caldo. Nell'oretta che si presero per ambientarsi Tiff notò passare per ben 3 volte le torce delle guardie da fuori il locale, ma nessuna si era ancora affacciata.
Chiesero all'oste "la peggior stanza al miglior prezzo". Dopo un'occhiata sospetta, l'oste chiese di seguirlo e lì portò in fondo ad uno sgabuzzo dove un energumeno alto più di 2 metri presidiava una porta. Questi chiese di lasciare le armi e poi di poterli perquisire. Ormai erano in ballo e lasciarono le loro armi. La porta si aprì e un turbinìo di colori e di rumore eruppe verso l'esterno.
Prima che la porta si chiudesse dietro di loro l'oste aggiunse: "Nelba sarà da voi fra pochi minuti".