martedì 25 dicembre 2012

Buon Natale!


L'anno prossimo lo faccio così, lo prometto!

giovedì 20 dicembre 2012

La sala delle torture di Terilanyx


Appena si furono accertati di avere sconfitto tutti i nemici presenti nelle stanze, decisero di muoversi. Manion intanto era già corso all'inseguimento dell'hobgoblin sopravvissuto. Arrivato nel corridoio principale si accorse che la porta che conduceva agli alloggi delle progenie nere era socchiusa. Che prima nojn l'avesse notata? O forse l'hobgoblin era frettolosamente fuggito in quella direzione? Poteva essere una trappola, lo sapeva bene, maseguendo il suo spirito temerario di barbaro si infilò nel corto corridoio fino alla grande stanza. Tutto era rimasto come due settimane prima: la carcassa del grande drago di bronzo appesa al soffitto, e i tavoli ancora ribaltati in fondo. Possibile che nessuno dei sopravvissuti nel fano si fosse preso la briga di rimettere a posto? "Bestie immonde!" pensò, e si avvicinò alla porta alla sua destra. La volta precedente non avevano avuto il tempo di guardarla e poi se l'erano dimenticata alle spalle. Provò ad ascoltare: qualche mugugnìo indistinto. Almeno aveva la certezza che all'interno c'era qualcuno; forse proprio quel cane di un hobgoblin! Si costrinse ad aspettare; la tentazione di entrare e cogliere di sorpresa l'avversario era forte, ma il fano stava riservando loro diverse sorprese che nel blitz precedente non erano riusciti a cogliere. Si sarebbe nascosto dietro qualche vecchio mobile consumato vicino alla porta. 

Nel mentre il resto del gruppo era uscito dalla stanza facendosi strada tra l'oscurità magica ancora attiva e si era diretto verso il corridoio. Tiff continuava a tenere in mano la sua bacchetta di individuazione del magico: non si era dimenticato di Laryssa ancora viva in giro per le stanze. Forse li stava osservando anche adesso. Passarono dalla porta lasciata spalancata da Manion ed entrarono nella stanza. Il ranger uscì dal suo nascondiglio e decisero di entrare. Prima però Lyin esaminò la porta: nessuna trappola. Per precauzione Tiff evocò comunque un servitore inosservato; sarebbe toccato comunque a lui il compito di aprirla. Khoril strinse il pugno intorno all'arma pronto all'ennesima battaglia. Demetrio chiudeva la fila ma volle estrarre lo stesso dalla sua borsa dei trucchi un animale che stesse di guardia nella porta da cui erano entrati. La sorte beffarda materializzò un cinghiale nel dungeon. Liyn si era posizionato con l'arco teso alle spalle del servitore immateriale. Tutto era pronto, la porta poteva essere aperta.
 
Di fronte all'elfo un corridoio buio si apriva su quella che si poteva intuire una stanza più ampia, fortemente illuminata; all'interno qualche strano strumento  composto da catene sporgeva alla vista. Nessuno nella traiettoria di tiro. Manion si fiodò all'interno come se non ci fosse un domani (!), seguito da Khoril.
La grande stanzaera illuminata da sei torce brillanti appese a una ringhiera di ferro che cingev un ballatoio alto un metro e mezzo, lungo quanto il perimetro della stanza. Brevi rampe di scale salivano fino al ballatoio e le pareti del piano superiore erano in realtà costituita da celle larghe un metro e mezzo; le celle erano tutte chiuse da robuste porte di ferro. L'area centrale della stanza era una camera delle torture ben arredata: catene e corde pendevano da un ammasso di pulegge e di ganci appesi al soffitto, alcuni dei quali terminavano in manette, ganasce o vari tipi di crudeli uncini. Una cremagliera, una vergine di ferro e un serbatoio di metllo di qualche tipo completavano il morboso arredo della stanza.

Con loro grande sorpresa però, appena varcarono la soglia della stanza, si trovarono davanti una decina di lemuri, strani diavoli dalle sembianze umane fino alla vita, e poi masse informi dall'aspetto disgustoso. Le avevano già incontrate nell'atrio del fano, evocate dai due Abishai blu. Qui però nessun'altra presenza all'apparenza. Un colpo infuocato lanciato da Demetrio ne lasciò in vita solo tre; un facile lavoro per i due guerrieri. Poi un evento inaspettato.
Mentre Khoril stava finendo l'ultimo diavolo sulla balaustra e Tiff stava analizzando i muri della stanza con la sua bacchetta di individuazione delle porte segrete, un muro di ghiaccio che attraversava tutta la stanza nella sua largheza li separò dai compagni che erano rimasti nei pressi dell'ingresso. Una voce era sibilata da dietro una delle celle dalla parte opposta al paladino che, dopo aver issato lo gnomo al suo livello, si diresse in quella direzione pronto alla battaglia. Che nemico mai poteva essere per evocare un muro di ghiaccio così esteso? Khoril si tava guardando in giro cercando qualche traccia di un nemico invisibile, ma nulla. Intanto Demetrio aveva modellato magicamente il pavimento al centro della stanza in maniera da creare un passaggio fino all'altra parte. All'improvviso però sul corridoio d'ingresso sbucarono altre progenie nere che scagliarono il loro soffio letale verso i tre compagni. Manion coprì la fuga agli amici, poi si infilò anche lui nel corto tunnel. Dall'altra parte Khoril continuava ad avanzare verso il lato opposto della stanza ma sembrava non esserci nessuno. Forse un incantesimo ad attivazione a protezione della stanza? Visto lo stallo, per evitare di rimanere intrappolati in un vicolo cieco, Manion decise di tornare al di là del muro di ghiaccio per affrontare le progenie. Schivando gli attacchi di opportunità delle bestie draconiche incominciò a contrastarle sperando che i compagni riuscissero a scoprire al più presto l'origine dell'incantesimo. Non si accorse del secondo muro di ghiaccio che crebbe dall'altra parte,  tra il buco scolpito nel pavimento e la zona in cui si trovavanoi compagni. Questa volta il sibilìo uscì dall'angolo alle spalle di Khoril, nella direzione da cui era venuto. Decisero allora di icominciare ad ispezionare le celle che, benchè chiuse a chiave, erano dotate di uno spioncino all'altezza degli occhi. La tensione cresceva all'interno della fazzoletto di terra: chi li stava osservando prendendosi gioco di loro?

Il mistero si svelò a Manion il quale, sconfitte le tre progenie, si vide comparire davanti uno scheletro carnificato simile all'involucro di un umanoide, alto più di due metri e mezzo! La pelle mummificata era così aderente da mettere in evidenza ogni osso. Un teschio orribile gli faceva da testa, mentre aveva una coda uncinata come quella d uno socprione. L'aria sembrò improvvisamente appestarsi di un putrido odore di morte.
Il ranger urlò a perdifiato sperando che gli amici riuscissero a raggiungerlo presto. Aveva riconosciuto nel mostro un Osyluth, un diavolo d'ossa! La creatura era enorme. Decise di riattraversare il buco non ancora a conoscenza del secondo muro; almeno lì avrebbe avuto un po' di tempo per ragionare. Avevano già affrontato dei diavoli d'ossa alla Cattedrale di Brindingford, durante il tentativo di prendere il potere di un mind flyernei confronti del Barone Euphemes II, zio dell'attuale Barone Lord Jarmaath. Il diavoloperò gli si parò di nuovo davanti: "Dove vai bel boconcino?" sibilò. Le grida di Manion si fecero più forti: era in trappola! I quattro smisero di cercare all'interno delle celle e si buttarono contro le pareti ghiacciate cercando di infrangerle. Poi Khoril e Tiff riuscirono a rompere un'intera parte di muro sufficientemente grande da poterci passare. Una nuova battaglia sarebbe cominciata.