lunedì 29 agosto 2022

Le rovine di Belazor - Capitolo 4: Libertà


Capitolo 4: Libertà

13.       28 del Raccolto (fine del giorno 37) - Ricongiungimenti

Tornato da Elurin i due si organizzano per andare a prendere di notte il corpo di Piuma Bianca e portarlo dall’alchimista Alnitak perché possa guarirlo come ha fatto con Nival. Alnitak ha una camera al di sopra del bordello del Mozzo Urlante, con un portale di sola andata che conduce poco fuori la baia, dove c’è una barca per la fuga. Finito il torneo Raider e Elurin portano i compagni da Alnitak. Vash e Paco possono riabbracciare il corpo di Piuma Bianca, che però si rivela non avere più l’anima.

14.   1 della Bruma (Giorno 38) - I nani

Ritirata la vincita Paco e Primo passano la notte spassandosela al bordello (dove Paco si innamora e sperpera i soldi vinti scommettendo al torneo). Raider decide allora di rimanere a vegliare su Piuma Bianca mentre gli altri cercano di raggiungere i nani sulle montagne a nord, nella speranza di trovare un chierico capace di ridare l’anima a Piuma Bianca. Decidono di fare il giro lungo passando anche dai goblin per scambiare la pelliccia del lupo metallico, dai tumuli (dove non notano nuove tracce), fino alle gole dei nani, dove si scontrano con un wurm corazzato all’interno del canyon.

Nella mattinata Raider decide di andare a cercare uno dei chierici della lingua del diavolo e conosce Amon, uno dei Timorati di Auron, il quale conosceva personalmente Piuma Bianca. Questo gli aveva confidato di aver scoperto il tradimento di uno dei tre comandanti (confermando l’ipotesi che il sacrificio di Zorak fosse una farsa o che comunque fosse stato raggirato da Al-Meket), e di avere evocato una creatura a difesa della sua tomba. Per riprendere l’anima bisogna immergerla di nuovo nel sangue al centro dell’evocazione, ma comparirà l’aberrazione in sua difesa. Decide quindi di dirigersi verso i nani per avvisare il gruppo.

Arrivati all’ingrasso della forra, decidono però di proseguire fino ai nani (Baern, il capo, un paladino, il bardo Enkil, il chierico Delg, il ranger Flint, Kildrak Oki e Fargrim Task, due gemelli barbari muti specializzati nel combattimento di coppia, e la guerriera Rurik, detta “Barbalorda” per la sua grezzura…), che vivono in una grotta barricati dentro ad una baracca di legno a causa della presenza di una banda di orchi che ha occupato la caverna. Il bardo Enkil infatti è stato rapito e gli eroi provano a salvarlo in cambio dell’aiuto dei nani. Il nano però è tenuto prigioniero in una caverna adiacente protetta da un cucciolo di drago rosso, che però viene sconfitto.

Di nuovo in marcia verso Molo Corrotto si fermano incrociano due carovane del Sud ferme, in cui Elurin va ad indagare invisibile notando una mappa con Keltas e Coralia barrate da una X. Arrivati di nuovo da Alnitak, discutono su come riportare Piuma Bianca all’interno della sua cripta.

15.   2 della Bruma - Paco, Elurin e Zaira (Giorno 39)

Non fidandosi ancora completamente di Hubbe, inviano un ladro per depistarlo. Intanto il gruppo si divide in due: Paco con indosso il mantello per apparire uguale a Piuma Bianca viene portato da Primo e Raider verso il Quartiere degli Spettri a piedi, mentre il vero Piuma Bianca è trasportato da Vash e Elurin attraverso la baia. Mentre il secondo gruppo non trova problemi sul suo cammino, il secondo deve prima pagare il pizzo alle guardie del sud sul ponte per poter passare, e poi deve scontrarsi nei sotterranei con dei topi zombi a cui notano mancare la calotta cranica.

I due gruppi si ritrovano presso la statua e riescono ad aprire il passaggio segreto verso la cripta: immergono il corpo di Piuma Bianca nella pozza di sangue ma immediatamente viene evocata l’aberrazione a protezione del corpo: un Dracthulhu. Sconfittolo l’anima di Piuma Bianca torna nel corpo: sebbene deperito a causa del troppo tempo passato nello stato catatonico provocato dai funghi, Piuma Bianca è vivo anche se ancora incosciente.

Le guardie di Molo Corrotto però sono sulle loro tracce e, trovata la cripta, stanno per scendere nei sotterranei. Il gruppo si lancia quindi in una fuga disperata e Paco decide di usare la bomba dei goblin. Il gruppo imbocca il passaggio segreto protetto dalla frase dei pirati, ma l’esplosione è così potente che anche il gruppo rimane sommerso dalle macerie. Vash, il primo a riprendersi, cerca di rianimare velocemente gli altri, ma Elurin è morto… Ancora scossi, nei sotterranei si ritrovano di nuovo di fronte i topi col cervello scoperto, ma riescono a sconfiggerli. Ormai giunta l’alba si dirigono quindi verso l’uscita segreta.

Nello stagno notano delle statuette sommerse che sono state gettate lì, e Raider ne prende una. Decidono di proseguire lungo il ruscello per nascondere il loro passaggio lungo gli argini e seppelliscono il corpo di Elurin sotto il ponte della strada verso est (Raider scrive la canzone funebre per Elurin). Arrivati dai nani Piuma Bianca prende coscienza e rivela che:

·         il traditore era Zorak;

·         Sir Ducker Longerback era un pericoloso componente dei Velo Scarlatto, e difficilmente si sarebbe fatto raggirare da Aramanthis, per quanto questo potesse essere abile;

·         Re Heckbert gli aveva chiesto di uccidere gli altri 4 capi dei pirati (Treccia d’Ossa, Scalpo Mastro, Occhio di Rubino, La Sanguinaria) ma Piuma Bianca li aveva avvisati e questi hanno assunto i funghi per fingere la loro morte ed assicurargli credibilità agli occhi del Re.

Aspettando che il loro capo si riprendesse, decidono di andare a sgominare la banda di banditi che avevano scoperto avere la base proprio nei pressi del lago a sud del canyon dei nani. In contrano Zaira, una attraente e misteriosa stregonessa figlio di uno stupro: ormai vendicatasi del padre decide di unirsi al gruppo. Dopo uno scontro col loro capo mago, il gruppo torna dai nani per decidere il da farsi.

16.   3 della Bruma (Giorno 40) - L'idra a cinque teste

Piuma Bianca chiede di ricreare una ciurma reclutando nuove persone, ma prima bisognerà trovare un altro luogo che possa fungere da base. Il gruppo decide che, dopo aver lasciato il loro capo e i nani dai superstiti al monastero di Collevento, si sarebbero diretti verso la costa in direzione dei goblin. Mille Facce invece sarebbe stato mandato con la maggior parte del tesoro ritrovato dal gruppo a comprare a Lotharin una galea, piccola ma veloce, per poter spostare tutti i superstiti. Il luogo designato per la nuova base è Baia dei Crostacei, in un’isola a nord, ritenuta sicura e con le caratteristiche migliori (acqua dolce, materie prime, cibo, …) per poter fondare un nuovo insediamento. Il gruppo sceglie come simbolo non più la piuma e il calice di Piuma Bianca, ma un’idra nera con 5 teste in campo bianco.

17.   4 della Bruma (Giorno 41) - Devastazione

Il gruppo parte in direzione dei goblin. Le strade ed i campi continuano ad essere deserti, tanto che il gruppo abbandona l’idea di muoversi nascondendosi. Arrivando all’imbrunire però vedono tutto devastato: le mine a protezione della torre sono state fatte esplodere e le carrucole verso la vicina foresta devastate.

5 della Bruma (Giorno 42)

Per provare a scoprire cosa possa essere successo, seguono le piste delle varie carrucole caratterizzate dalla mancanza di alberi sul terreno sotto di esse. Trovano il corpo esanime del druido di cui avevano parlato i goblin e poco più in là una grotta tutta bruciata con incisioni sulla parte, che però non riescono a comprendere. Esplorano tutte gli altri luoghi in cui i goblin si spostavano ed anche la tana del lupo dalla pelliccia metallica, in cui trovano una spada magica (+1).

6 della Bruma (Giorno 43)

Tornati al monastero, Piuma Bianca li nomina Comandanti e dà loro la mappa della biblioteca di Molo Corrotto, il luogo in cui veniva custodita la ricchezza più grande del pirata: la conoscenza.

18.   13 della Bruma (Giorno 50) - Verso la costa

E’ ora di raggiungere la costa per incontrarsi con Mille Facce. I superstiti della ciurma partono verso la costa in piccoli gruppetti distanziati un’ora l’uno dall’altro, per evitare di dare nell’occhio.

14 della Bruma (Giorno 51)

Mille Facce torna con la galea che riparte verso Lotharin, dove avrebbero lasciato l’equipaggio che aveva accompagnato il vice di Piuma Bianca lì. In seguito ripartono in direzione di Baia dei Crostacei seguendo le costellazioni dello Scorpione prima, e poi verso Cigno e Gran Dragone. Raider si fa spiegare come governare una nave e la sera intrattiene la ciurma insegnando le canzoni scritte nelle fogne e raccontando le avventure del gruppo.

19.   18 della Bruma (Giorno 55) - Baia dei crostacei

Arrivati a Baia dei Crostacei incominciano le operazioni di sbarco. Piuma Bianca suggerisce di iniziare il reclutamento di un nuovo equipaggio dalle Terre Selvagge a nord. Arrivare non sarebbe stato difficile con la cartina con le rotte segrete del pirata.

(La stagione si potrebbe chiudere con l’immagine dall’alto dell’isola dove si intuisce la presenza di un antico tempio a gradoni e con l’immagine sfumata di un diavolo dentro un libro e una risata diabolica i sottofondo)

lunedì 22 agosto 2022

Le rovine di Belazor - Capitolo 3: Pirati


Capitolo 3: Pirati

  1. 17 del mese del Raccolto (Giorno 26) – Pirati

Da 3 settimane i superstiti tra i pirati sono costretti a trovare riparo nelle fogne, per evitare le crudeli rappresaglie delle guardie che scagliano frecce da sopra le alte mura che circondano il Vicolo Cloaca, in cui sono stati rinchiusi.

Guidati da Millefacce, figlioccio di Piuma Bianca e suo luogotenente, si adoperano per cercare una via di fuga attraverso l’intricata rete sotterranea di cunicoli, che si dipana sotto il vecchio quartiere residenziale dei pirati. Per proteggersi da eventuali attacchi esterni però, il vecchio pirata aveva disseminato le fogne di trappole e creature esotiche.

Uno dei gruppi di ricerca è formato da Paco, giovane halfling ladro, e Vash, enorme goliath barbaro, entrambi salvati e cresciuti con Piuma Bianca, assieme a Primo, guerriero con capacità magiche, e Raider Flynn, bardo guascone. A loro viene affidato anche lo sconosciuto ritrovato senza memoria 3 settimane prima, a cui affibbiano il nome di Nessuno.

La loro ricerca si snoda tra i dedali labirintici delle fogne. La prima scoperta è subito sorprendente: grazie all’abilità di Paco, nascosto da un passaggio segreto, trovano una stanza piena di acido con un altare che Raider riconosce appartenere ad una entità extraplanare. Si insinua il dubbio che Piuma Bianca sia impazzito e si sia abbandonato a questo culto per evocare qualcosa di fuori dall’umana comprensione per radere al suolo Molo Corrotto. Decidono quindi di non rischiare e di proseguire per un’altra direzione.

Proseguendo le ricerche sono costretti a scontrarsi con un basilisco, dalla cui sconfitta Paco ricava 4 uova preziosissime sul mercato nero, dei cumuli striscianti, un mimic con le sembianze di uno scrigno, ed un enorme elementale dell’acqua da cui si salvano solo grazie all’intuizione di Raider che utilizza un fischietto ad ultrasuoni ritrovato precedentemente da Vash.

Dai ladri in contatto con Mille Facce, con cui Piuma Bianca aveva una collaborazione segreta, vengono a sapere che il giorno prima le guardie hanno fatto irruzione nel Promontorio dei Dimenticati, in cui si è verificato uno scontro con una creatura immonda, e hanno portato via un corpo. Il 21 del mese si terrà un gran ballo in onore dei nuovi regnanti, mentre per il 28 è confermato il torneo che vede i migliori combattenti scontrarsi nell’arena per cercare di vincere una vita agiata nel Quartiere delle Sete.

2.       18 del Raccolto (Giorno 27) – La canzone dell’Idra golosa

Esplorando l’apertura scoperta da un’altra squadra per indagare su tre compagni tornati in stato confusionale e in condizioni critiche, i personaggi scoprono un passaggio protetto da temibili quaggoth, mastini mostruosi e voraci.

Decidono quindi di tornare sui loro passi e riprendere l’esplorazione dei passaggi lasciati in precedenza, scoprendo una sega capace di tagliare qualsiasi metallo nascosta in una stanza piena di trappole, ma devono vedersela con un’idra, sconfitta solo grazie al lavoro di squadra.

Raider intanto inizia a mappare le fogne (oltre che a scrivere la Canzone dell’Idra Golosa), mentre Paco costruisce degli oggetti per i compagni con materiali di recupero trovati smontando diverse trappole individuate: uno spara triboli per Vash, una scatola con trappola per Raider, una rete da lancio indistruttibile per Primo, dei bracciali con delle lame per Nessuno e una balestra incendiaria per sé.

Sapendo che la sera ci sarebbe stato il contatto prestabilito coi ladri attraverso il muro del vicolo, scelgono cosa farsi portare per proseguire al meglio le ricerche. Decidono poi di tornare ad esplorare la stanza del misterioso altare e, superato il fiume di acido e le trappole presenti, notano tracce ripetute di creature nel passaggio successivo. Decidono allora prudentemente di tornare indietro.

A mezzanotte si presentano all’incontro coi ladri: Primo evoca uno dei suoi famigli per superare il muro e consegnare il messaggio con le richieste ai ladri, ma perde misteriosamente il contatto. Contemporaneamente dall’esterno giungono nuove notizie: Ragher sta accumulando barili dal contenuto segreto; le prostitute del nord sono state tutte rimpiazzate da ragazze del sud; sullo scheletro di una scimmia (quella di Piuma Bianca?) è stato ritrovato un biglietto: “Il mio corpo può bruciare ma la mia anima continuerà ad ardere”.

Nelle fogne non ci sono giorno e notte: decidono così di provar a superare i quaggoth, che scoprono avere paura della luce. Saliti sulla botola in fondo al tunnel dopo la stanza dei mastini, scoprono un sotterraneo con strani esperimenti su cadaveri umani e delle enormi arterie pulsanti, che deducono essere la causa della pazzia dei compagni. Trovano anche 7 pergamene vuote di evocazione. Capiscono che le arterie son legate all’altare e devono essere state evocate da Piuma Bianca, a loro detta per difendere la città dagli usurpatori.

Paco prova a superare le arterie, rischiando di essere contaminato, ma riesce nell’intento e scopre una cripta con un sarcofago; sopra una mazza magica, la Mazza del Terrore. Ma il sarcofago è troppo pesante per essere aperto e Paco torna indietro.

Trovano anche un passaggio segreto con un’incisione “Solo i fedeli potranno passare” e capiscono che devono pronunciare la formula della legge pirata: “Mai mentire ad un pirata. Mai vendere un pirata. Mai uccidere un pirata.” Si apre così un corridoio segreto sopra al livello delle fogne, che collega il laboratorio con la cripta a delle prigioni sotterranee, in cui trovano una strega con la lingua tagliata. Raider, temendo potesse suggestionarli, la uccide e addosso le trovano un anello con un sigillo a forma di rosa, che riconoscono essere l’anello personale di Piuma Bianca.

3.       flashback Giorno 5 – Antefatto (24 del mese del Sole)

All'osteria del Calamaro Bianco dei fedeli di Piuma Bianca stanno sorseggiando una birra e mangiando del manzi stufato offerto dal corpulento e unto oste Ben. Non si sono mai parlati molto prima ma si conoscono di vista, essendosi incrociati spesso all'interno dell'osteria tanto amata. Dopo ogni missione ognuno di loro si concedeva musica e un buon pasto da Ben. Parlando fra di loro, scoprono che, in diversi gruppi, erano stati mandati a recuperare delle casse rubate dalla nave di Piuma Bianca. Gli era stato chiesto di recuperare le casse senza aprirle e guardare il contenuto e, anche se spinta dalla curiosità, il contenuto delle casse è rimasto ignoto.

Decidono di passare il tempo facendo a braccio di ferro e ricordando il loro condottiero.

Piuma Bianca è un collezionista di opere d'arte, un uomo di cultura, che ha voluto radunare tutti i libri di Hangor e portarli a Molo Corrotto. Un ex Pirata ribelle, che ha tradito gli altri comandanti pirati uccidendoli tutti assieme mentre erano raggruppati per il "Connubio Pirata", infrangendo così la regola centenaria che impediva ad ogni capitano pirata di uccidere un altro durante questo incontro, tenuto ogni cambio stagione.

I suoi fedeli ne ricordano costantemente la generosità, una persona talmente stimata da essere idolatrata.

La sua originalità è sottolineata anche dal suo gusto per il buon vino rosso, al contrario del classico rum bevuto dagli altri capitani. Un uomo sempre sorridente e esuberante, capace solo di rattristarsi al pensiero di essere ormai giunto alla vecchiaia... Un amante della vita come lui non potrebbe far altro che rammaricarsi!

Mentre si continua a chiacchierare, entra in locanda Amir, uno dei "ratti" di Piuma Bianca, cioè suoi abili ed elusivi messaggeri. "Ci sono gatti affamati?" chiede Ben prima di aprire. "Ci sono topi impauriti?" risponde Amir. Nessun pericolo dunque, la risposta c'è stata e Ben può aprire la porta. Amir, magro e ma ben delineato, chiede aiuto perché è hanno trovato sugli scogli un uomo vivo, praticamente nudo, che dice di essere giunto dal mare. Il gruppo si muove e scopre questo strano personaggio, con le orecchie mozzate in alto e un braccio ricoperto da scaglie. Lo riportano all'osteria: l'uomo ha perso la memoria, non ricorda neppure il suo nome.

Ma non fanno in tempo ad indagare che 12 cannonate li fanno alzare dalla sedia. Escono velocemente con Ben e vedono davanti a sé, all'ingresso del Porto, le navi di Piuma Bianca in fiamme. Corrono in quella direzione quando una luce abbagliante lì acceca alle loro spalle.. Subito dopo, il Quartiere della Libertà, inizia a divampare fra le fiamme... La Magione di Piuma Bianca!

Ben corre verso il suo capo mentre il resto del gruppo si vede arrivare addosso centianaia di persone in fuga. Un attacco coordinato da mare e terra. Il tempo di decidere cosa fare ed arrivano gli assaltatori: mantello e corazza nera, non si può sbagliare. È l'esercito di Sir Ragher, il più violento a dispozione del Primo Capitano Lord Hiperion, mandato in giro a massacrare disertori. Il gruppo appena formato riesce a uccidere i primi soldati e mastini da guerra, oltre che un anziano stregone... Ma i nemici sono troppi, catturano Vash e chiedono agli altri di arrendersi o verrà ucciso. Paco finge di essere un infante ma viene bloccato dai soldati.. Il gruppo è stato catturato... Il loro destino è più incerto che mai.

Dopo la cattura I fedeli di Piuma Bianca che avevano provato a ribellarsi furono catturati. Degli altri fuggitivi, che hanno preferito nascondersi, non c'è traccia. Il gruppo viene scortato con i cani alle calcagna verso il Quartiere delle Sete, la zona residenziale. Ad aspettarli la sagoma minacciosa di Sir Ragher con decine di guardie al suo fianco.

"Legateli, la morte non è contemplata per loro... Raggiungeranno l'oltretomba solo quando lo deciderò io".

Circa 70 fedeli di Piuma Bianca vennero condotti alle prigioni,gli altri tutti uccisi. Vennero lasciati 3 giorni senza cibo e acqua per poi essere nutriti a stento. Dopo una settimana furono presi e trasportati nuovamente all'esterno. Ai loro occhi, una città del tutto cambiata. Un nuovo quartiere costruito a fianco delle ceneri del Quartiere della Libertà. "Vi presento il Quartiere Fantasma" esclamò Ragher. "è bene che prima di morire vediate la fine che ha fatto il vostro capo". Dopodiché furono condotti oltre una grande cancellata, eretta nei giorni dopo l'attacco, e portati all'interno dellalveo dei fiume che scorre verso il Molo. "Benvenuti alla vostra nuova dimora, degna di ratti di fogna come voi: il vicolo cloaca!". Dentro al vicolo ad aspettarli donne e bambini... "Ora vediamo chi è il più veloce a raggiungerli!" i cancelli si chiusero alle loro spalle e dall'alto delle mura piovvero frecce incendiarie... Meno della della metà dei prigionieri arrivò ad abbracciare i suoi familiare, gli altri rimasero a marcire per giorni, esposti al sole e mangiati dai corvi... Ma la disperazione del momento divenne un'arma a doppio taglio...chi era sopravvissuto ora avrebbe fatto di tutto per non arrendersi e vendicare i suoi compagni. Nascosto fra i sopravvissuti, emerse MilleFacce..."Siamo come ratti nelle fogne... E questo sarà il nostro punto di partenza... i ratti amano le fogne!"

4.       19 del mese del Raccolto (Giorno 28) - Traditori

Mentre Raider e Primo decidono di riposarsi dopo la notte passata ad esplorare, Nessuno e Paco tornano al passaggio dopo la stanza con l’altare ed il fiume di acido, scoprendo delle celle con segni della presenza di ghoul apribili da leve e delle scale che conducono verso il cimitero, ma percependo la presenza di non morti decidono di tornare indietro.

Nel primo pomeriggio ripartono verso i tunnel che portano sotto la Magione ma - finalmente riemersi in superficie dentro all’edificio – scoprono che è infestato da wraith, poco attivi però di giorno. Dietro ad un quadro Primo scopre un passaggio segreto che conduce ad una grotta piena di funghi che capiscono avere la proprietà di rendere chiunque li ingerisse apparentemente morto (forse usati da Piuma Bianca?) e – soprattutto – il corridoio di uscita all’esterno delle mura che si apre in un giardino curato con uno stagno con in mezzo una statua. Finalmente usciti sotto il cielo plumbeo, le lacrime di gioia si mescolano alla sottile pioggia.

Tornati da Mille Facce decidono insieme il da farsi basandosi sulla cartina dei territori circostanti di quest’ultimo: per il gruppo il luogo probabilmente più sicuro per i 70 superstiti dovrebbe essere il monastero a nord, ma avrebbero prima controllato se fattibile.

Passano il resto della giornata a completare la mappa delle fogne. Dentro la magione scovano Ilvan, il fedele servitore deforme di Piuma Bianca, che afferma di aver visto un ombra aggirarsi i giorni passati sopra la Magione. Inoltre all’esterno della Magione altri wraith sorvegliano un portale misterioso di sola andata verso una destinazione ignota…

Durante la notte avviene il tanto atteso incontro con la ladra Spica, che dà loro altre importanti informazioni: il capo del gruppo di pirati rimasti fuori dalle fogne e rinchiusi nel Quartiere del Pulviscolo si chiama Hubbe, pari grado di Mille Facce; un gruppo di avventurieri esterni [il vecchio party, ndr] era giunto in città per conto di un vampiro, ma durante uno scontro sono morti tutti, tranne uno; nel quartiere della Lingua del Diavolo i Timorati di Auron, devoti non legati ad un culto particolare, hanno paura di un fantomatico “demone” sulle mura (che capiscono essere Ilvan, che incredibilmente abile, di notte scavalcava le mura per uccidere le guardie e darle in pasto ai ghoul a protezione delle fogne); in città sono state commissionate delle macchine d’assedio (forse per muovere guerra verso il Sud?); i bambini sono spariti ma non se ne conosce il motivo. Spica fa anche notare loro che  all’interno delle fogne potrebbe esserci una spia, insinuando il dubbio sul motivo per il quale non siano ancora stati uccisi, ed il gruppo incomincia a dubitare perfino di Mille Facce.

Decidono quindi di tornare indietro e tendere una trappola alla spia: tornati nei sotterranei con le vene mostruose, Raider, d’accordo con Paco, mente (infrangendo la regola dei pirati) a Vash raccontandogli di aver scoperto un bassorilievo con le indicazioni per trovare Piuma Bianca; Vash doveva avvisare subito Mille Facce (ed essendo sincero non avrebbe potuto essere scoperto come bugiardo) ed il gruppo avrebbe guardato invece le reazioni di tutti i prigionieri una volta annunciato il ritrovamento. Sebbene Mille Facce paia sinceramente felice della cosa, Ernest, uno dei pirati incaricati delle ronde notturne, incomincia a tremare. Decidono quindi di seguirlo di nascosto durante il turno di guardia e Raider lo suggestiona facendogli rivelare la verità: la famiglia di Ernest sarebbe rimasta in vita se avesse fatto segno alle guardie della ronda notturna, non appena il corpo di Piuma Bianca fosse stato ritrovato. Con la stessa magia il bardo lo convince a fare il segnale per indicare nessuna novità. Vash vorrebbe uccidere a mani nude il traditore, ma il gruppo è diviso sulla questione e decidono di lasciarlo in vita per ora, per non allarmarlo.

Coperti dalle tenebre escono dalle mura in direzione del monastero per perlustrare la zona. Tutto sembra tranquillo all’esterno, tranne per un curioso incontro all’altezza del Bosco della Primavera Perenne, dove si fanno quasi scoprire da uno strano individuo che sta passando la notte lì in compagnia della sua cavalla Fremebonda (che ispirerà Raider per l’omonima canzone…).

5.       20 del mese del Raccolto (Giorno 29) – Il monastero di Collevento

Riposatisi lungo il ruscello, entrano nella foresta ai piedi della montagna sulla quale si trova il monastero, ma subiscono un’imboscata da una banda di banditi che usa uno Spriggan come arma segreta. Sconfitti i banditi (che capiamo non essere gli unici…) e preso lo spriggan con loro (che essendo uno spirito della foresta non ha colpe), arrivano al monastero di Collevento, dove incontrano il monaco Jotra e le sue tre mogli, unici superstiti della strage operata dal fratello minore Korothra, monaco anch’esso, perché erano nel bosco a fare provviste. Jotra racconta della rivalità fra i due e della brama di potere del fratello, e dice che la foresta è “viva” e che tratta bene chi la tratta bene. Di notte si svolge la cerimonia funebre per le 30 vittime della strage e lo sfrigga viene liberato ai piedi del picco sui quali si abbarbica il monastero. Indagando nella stanza di Korothra si scopre una grande mappa disegnata col sangue sul muro con segnati gli altri monasteri della zona. Jotra decide di partire l’indomani per cercare di avvisare i restanti monasteri sulla minaccia omicida del fratello.

6.       21 del mese del Raccolto (Giorno 30) - Banditi

Dopo la partenza di Jotra anche il gruppo si rimette in cammino per tornare a Molo Corrotto e preparare l’esodo dei rifugiati. Ma il bosco , cambiando la direzione del sentiero, li dirige verso un accampamento di altri briganti. Il gruppo prova ad organizzare un’imboscata, ma il famiglio del mago a capo dei banditi la sventa. Lo scontro è duro ma alla fine il gruppo ha la meglio.

7.       22 del mese del Raccolto (Giorno 31) – Sir Palliotto

Ritornando per il ruscello incontrano lo strambo Sir Palliotto, mercante e cantore che stava dirigendosi verso Molo Corrotto per mostrare un oggetto che aveva ritrovato a Piuma Bianca, che era noto anche come collezionista di oggetti esotici. L’oggetto è un medaglione con una strana incisione. Palliotto riporta alcune notizie interessanti:

·         A Nord, a Zakaros, il ponte di ghiaccio che d’inverno collega il continente col Nord non si è sciolto;

·         Nella capitale Re Ekbert non esce di casa da 3 settimane;

·         Lord Hyperion è partito 3 settimane fa in barca verso est;

·         Fuori Hangor si è stanziato un circo famoso per le sue stranezze;

·         Ad Hangor lui conosce bene l’osteria “La stalla del guerriero”;

·         Nel casato Gronkat è in corso una rivolta popolare per l’innalzamento delle tasse;

·         Sono comparsi dei fuochi sulle Colline della Memoria (ad est dal Bosco della Primavera Perenne).

Durane il ritorno a Molo Corroto, Nessuno si ricorda di chiamarsi Elurin. Palliotto viene invitato a rimanere fuori città mentre il gruppo rientra dal passaggio segreto e dopo aver informato Mille Facce per preparare i rifugiati, incontrano Hubbe, che fornisce le seguenti informazioni sul Gran Ballo :

·         Erano presenti 100 nobili da tutti e 5 i casati del Regno;

·         I bambini che erano “scomparsi” in realtà sono stati addestrati per fare i paggetti durante il ricevimento;

·         Uno dei consiglieri di Sir Ducker è cambiato;

·         Sir Ragher non avrebbe partecipato agli imminenti giochi perché in procinto di partire.

Intanto i superstiti si radunano nelle fogne per fuggire coperti dalla notte.

23 del mese di Raccolto (Giorno 32)

Il viaggio verso nord si svolge senza problemi. I territori attorno a Molo Corrotto sembrano deserti…

8.       24 del mese del Raccolto (Giorno 33) - Le Colline della Memoria

Il gruppo riparte per perlustrare le Colline della Memoria, sede di un’antica battaglia persa nelle leggende. Nelle colline si aprono dei buchi che capiscono essere opera di tombaroli dato che le colline sono in realtà dei tumuli. Le colline infatti sono più calde rispetto al terreno circostante, per la presenza di zolfo. Scoprono l’ingresso di una cripta con un secchio all’ingresso contenente un rubino prezioso; per terra tracce fresche.

Paco, Vash e Primo entrano bramosi di scoprirne i tesori, ma rimangono chiusi nella cripta principale dove si animano degli scheletri col loro Signore. Si salvano solo grazie ad un incantesimo di fuoco lanciato da Primo, che non si accorge che l’aria è satura di zolfo: tutto all’interno esplode e così Elurin e Raider possono entrare finendo così il Signore degli scheletri e curando i compagni rimasti coinvolti nell’esplosione.

Mentre i 3 coinvolti direttamente si riprendono, Raider e Elurin continuano l’esplorazione dei tumuli e della cripta, che ha altre 2 entrate con impronte in entrata e in uscita che portano a due cripte laterali, al cui interno scheletri accatastati e altri due secchi contenenti 43 braccialetti gialli l’una, e 26 rossi l’altra. Le impronte della prima provengono da sud, della seconda da nord. Di notte notano la presenza di una persona che seguono di nascosto dirigersi verso la cripta dei braccialetti gialli. Fermato e interrogato da Raider, il contadino rivela di essere stato mandato lì da un viandante di cui si vedevano solo gli occhi che gli ha promesso ricchezze e la vita sua e della sua famiglia salva.

9.       25 del mese del Raccolto (Giorno 34) - Dinwold

In attesa che i compagni si riprendano, Elurin e Raider si avvicinano a Dinwold. La guardia all’ingresso li allontana malamente dicendo di non ficcare il naso, ma da un’esplorazione di Elurin invisibile le case sembrano tutte vuote. Tornati nella cripta raccontano tutto ai compagni. Di notte incontrano un altro contadino, questa volta con un braccialetto rosso da consegnare; anche lui è stato fermato da un viandante incappucciato arrivato via nave, con una “s” sibilante, che gli ha promesso ricchezze.

10.   26 del mese del Raccolto (Giorno 35) - Acquisti

Ripartono in direzione dei goblin inventori, che abitano in una torre semovente piazzata in mezzo ad un campo di mine e collegata alla foresta adiacente attraverso diverse carrucole. Flavur e Naldur (il fratello un po’ tocco…) offrono loro la loro mercanzia (dei razzi, un bastone dei vegetali, una catena che immobilizza chi avvolge, una bomba, una cintura con 10 pozioni dagli effetti stravaganti, un mantello fa assumere la forma di chi l’ha indossato l’ultima volta) e scambiano gli ultimi tre per le uova di basilisco trovate nelle fogne e qualche pietra preziosa. Riescono anche ad avere l’informazione che Piuma Bianca si era recato da loro un mese prima per ritirare la mongolfiera che aveva ordinato.

Ritornati al monastero scoprono da Ilvan di aver visto Piuma Bianca partire in mongolfiera la notte dell’invasione da parte dei soldati di Sir Ragher. Dopo averlo salutato e avergli dato istruzioni per nutrire i ghoul, Ilvan ha visto la sagoma della mongolfiera passare nel cielo.

Palliotto invece mostra loro l’amuleto: un insetto con le ali aperte e con una mezzaluna sopra. L’oggetto è magico e presenta delle scalanature; deducono che possa servire ad aprire qualcosa.

Da Molo Corrotto arriva un animale messaggero da parte di Spica: “Il Lupo Nero è salpato, lo Scorpione è uscito dal bozzolo”. Ripartono quindi subito verso la costa, dove aspetteranno la notte che Elurin, con la sua capacità di respirare sott’acqua, raggiunga Hubbe a nuoto per reperire informazioni. Nel viaggio però si scontrano col lupo dalla pelliccia metallica che infestava la foresta dei goblin. Dopo un durissimo scontro riescono ad avere la meglio e si dirigono verso l’Attracco di Mir, che però scoprono essere stata rasa al suolo da cannonate (una prova da parte di Sir Ragher per il funzionamento della nuova tecnologia elaborata dal sud?).

11.   27 del mese del Raccolto (Giorno 36) - Il ritorno

Di notte torna Elurin e viene elaborato un piano per entrare in città dalla baia, dato che la loro fuga dovrebbe essere stata scoperta: Elurin li avrebbe guidati sotto un tronco cavo all’interno della baia fino al quartiere dei Tagliagole, dove li avrebbe accolti Hubbe. Usciti sui moli e aggirate alcune guardie, si infiltrano tra la folla del primo mattino e raggiungono Hubbe, dove li aspettano anche Schedir, una ladra della costellazione di Cassiopea, e un misterioso personaggio con alcune importanti informazioni, che si rivela essere Nival (!), il quale racconta al gruppo tutto quello che è successo a Molo Corrotto dal suo arrivo e anche i collegamenti con la storia precedente (Raider appunta tutto sul suo diario). Anche Aramanthis è stato resuscitato da Sir Ragher e ora è diventato consigliere di Al-Meket.

Elurin decide di andare ad esplorare il relitto del galeone di Piuma Bianca affondato in mezzo alla baia e scopre un porta pergamena, ma la pergamena è troppo consumata, ed un forziere con un’altra pergamena dentro: “Se credete in me non abbiate paura, fatevi abbracciare e la via troverete”. Raider ipotizza che si riferisca ad una statua di Piuma Bianca ora distrutta vicino alla Magione, ma il gruppo non la pensa alla stessa maniera e decidono di concentrarsi su cose più urgenti.

12.   28 del mese del Raccolto (Giorno 37) - Il torneo

E’ il giorno del torneo al Quartiere delle Sete. Le porte tra quartieri sono stranamente aperte e le guardie del sud vigilano bonarie in città. L’atmosfera è decisamente cambiata rispetto al governo di Sir Ragher. L’anfiteatro è gremito. Primo, fingendosi un nobile, si dirige verso gli spalti dei ricchi con Vash come servo. Paco si mimetizza da bambino mentre Elurin, Raider, Hubbe e gli altri pirati di Piuma Bianca si separano mischiandosi alla folla, ma rimangono in vista gli uni degli altri.

Al-Meket introduce il torneo con un discorso in cui dichiara finiti i giorni bui di Molo Corrotto, ora che farà parte del sud. Al suo fianco una figura che deducono essere Aramanthis. Vengono poi presentati i 40 contendenti ma, indecisi su chi scommettere, Paco punta tutti i soldi del gruppo su quello che sembra essere un monaco, sperando possa trattarsi di Korothra.

Parte il torneo ed il monaco si presenta fortissimo. Hubbe però rimane stupito quando scende in campo Zorak, il terzo luogotenente di Piuma Bianca rimasto a Molo Corrotto (assieme a lui e a Mille Facce) di cui però non si avevano più tracce. Zorak, prima di finire il combattimento, scaglia una lancia verso Al-Meket ma Sir Ducker si frappone rimanendo ucciso. Zorak poi viene atterrato e ucciso, anche se ipotizzano possa essere tutta una messa in scena orchestrata da Al-Meket ed il suo nuovo consigliere.

Intanto, approfittando della calma in città, tutta concentrata sul torneo, Raider si lancia invisibilità e va a verificare la sua ipotesi sulla statua di Piuma Bianca. Scopre che la statua deve trovarsi sopra all’altare circondato da tentacoli nei sotterranei e ripercorre la strada lungo le fogne fino alla stanza coi tentacoli; non appena questi cercano di abbracciarlo ripete la Legge Pirata e con la stessa il sarcofago su cui Paco aveva trovato la Mazza del Terrore si apre mostrando il corpo di Piuma Bianca, fortemente deperito ma ancora vivo!

Intanto si sta concludendo il torneo; il monaco vince la finale e Al-Meket annuncia il nome del vincitore: Korothra!

lunedì 15 agosto 2022

Le rovine di Belazor - Capitolo 2: La missione

Capitolo 2: La missione


Giorno 10 [1 del Raccolto]

Mentre Aramanthis si prende gioco della nuova condizione di Nival, cercando di provocarlo confidando di aver stuprato e ucciso Evelyn alla fortezza, il vampiro, compiaciuto che tutti abbiano accettato, spiega la missione: a Molo Corrotto avrebbero dovuto incontrare il loro contatto, un vongolaro di nome Krell alloggiato nel quartiere dei pescatori, e si sarebbero dovuti muovere in assoluto incognito cercando informazioni sulla situazione politica attuale.

Le cose a Molo Corrotto sembrano infatti essere cambiate, in particolare l’interesse del re nei confronti delle terre oltre mare.

Il vampiro ha controllato Lord Banor dall’inizio, usando i prigionieri come cibo per gli spiriti dei bambini e gli spettri come deterrente per poter essere lasciato in pace. Ora è giunto il momento di rimandare indietro il gruppo con la nave di Lord Banor, ufficialmente come missione diplomatica, per scoprire di più su tutta la faccenda.

Il vampiro ripete più volte l’importanza della segretezza della sua esistenza, e chiede ai componenti del gruppo di controllarsi a vicenda, e di essere disposti anche al sacrificio. Avrebbe pensato lui poi a riportarli in vita.

Affida in particolar modo le sorti della missione ad Aramanthis, l’unico ad aver scelto volontariamente di aiutarlo, e a Nival, ora un non morto sotto il suo potere, consentendo loro di portarsi dietro la Verga delle Meraviglie, il cubo metallico trovato nella palude, che in realtà - una volta scagliato per terra - libera un potentissimo demone e donando a ciascuno 400 monete d’oro.

In realtà Nival, forse protetto dalla sua fede, ha mantenuto la sua coscienza e trama segretamente vendetta contro Aramanthis e Ravetor.

(Retroscena dei legami tra Ravetor e Lord Banor - flashback di come sono andate le cose con l’arrivo della spedizione dal continente?).

Giorno 10 di Aramanthis

(Cosa ha fatto Aramanthis dopo essere fuggito invisibile dal circolo del druido).

Giorno 11

Il gruppo salpa verso il continente, a ovest. Sulla nave insieme a loro il chierico e lo stregone che li avevano catturati il giorno prima, insieme ad un numero esiguo di equipaggio. Solo il chierico di nome Artanis però è a conoscenza del legame tra il vampiro e Lord Banor, e chiede riservatezza con lo stregone.

Nival, sentendo il richiamo del sangue umano, è costretto ad uccidere un componente della ciurma.

Aramanthis

Flashback sul passato di Aramanthis e sull’esperimento magico che ha provocato la fusione tra Aramanthis ed il suo apprendista Gerard.

Giorno 18

L’imbarcazione arriva in prossimità dell’isola dei pirati, ma il gruppo decide di girarle al largo e proseguire senza fermarsi per i rifornimenti, per evitare guai.

Nival Dorn:

Flashback sul passato di Nival.

“Mi chiamo Mival Dorn.

Sono cresciuto nel villaggio di Kenbeth, nel territorio di Hongar, ai piedi della catena montuosa a fianco del Massiccio di Kraton.

All’età di 10 anni i miei genitori, per salvarmi dalla povertà, mi affidarono al monastero di Tyr, ubicato nelle vicine colline, dove fui cresciuto ed educato nel culto del dio della giustizia.

I miei genitori morirono di stenti a pochi anni di distanza l’uno dall’altro, senza poter vedere il loro ragazzo diventare uomo. Le mie due sorelle più piccole continuarono a lavorare nei campi, senza una vera prospettiva per il loro futuro. Chi avrebbe mai preso in moglie una ragazza orfana, senza dote, e per di più logorata dalla fame e dalla fatica?

Questo mi fece aprire gli occhi sulle condizioni in cui versava il nostro popolo, e fu in quel momento che decisi di prendere i voti come paladino per aiutare il prossimo e combattere l’ingiustizia che stava opprimendo la nazione.

Ma quando l’ingiustizia prese il volto dei Seguaci del Terrore, che con la scusa di esigere le tasse per conto di quello sciagurato di re Hecbert, trucidarono i pochi abitanti del villaggio da cui provenivo, comprese le mie due sorelle, feci una promessa solenne alla mia chiesa: avrei cercato e punito i responsabili di quel massacro, uno per uno, e non avrei fatto ritorno finche non ci fossi riuscito.

Tre anni sono passati, e ancora vago in cerca di qualche indizio che mi possa condurre ai nomi di quei soldati, senza dover venire accusato di tradimento.

Ma poco tempo fa ho saputo che da queste parti vive un losco individuo che dovrebbe conoscere il nome di chi quel giorno era a capo di quel manipolo omicida, e così sono arrivato fin qui sulle sue tracce.

Mi chiamo Mival Dorn, paladino di Tyr, e sono venuto a smascherare l’ingiustizia con la lama affilata della vendetta”.

Giorno 24

Deducendo che se la situazione politica fosse veramente cambiata, non sarebbe convenuto entrare in porto con la nave ufficale di Lord Banor, decidono di accostarsi ad un peschereccio uscito insolitamente al tramonto con la scusa di comprare del pesce fresco per far salire a bordo di esso i 5 compagni, resisi invisibili grazie allo stregone.

Al crepuscolo arrivano nel porto di Molo Corrotto e - sempre invisibili - si dirigono verso la casa del loro contatto, nel quartiere dei pescatori, che però trovano vuota. Nival rimane fuori perché, essendo ora un Figlio della Notte (mezzo vampiro), non può entrare nelle abitazioni se non invitato.

A tarda notte arriva Krell, un uomo sfigurato, con la lingua e le labbra tagliate, che parla nella mente. Gli racconta cosa è cambiato da una ventina di giorni (17 per la precisione, ndr) e di come dovranno muoversi. Dopo la presa di potere di Sir Ragher, tutti i pirati fedeli a Piuma Bianca sono stati uccisi; solo un esiguo numero è stato risparmiato - apparentemente senza motivo - e rinchiuso nel Vicolo Cloaca, la fogna a cielo aperto della città. Questa è poi stata divisa in 6 quartieri isolati gli uni dagli altri tranne che se muniti di permesso; gli abitanti di ciascuno sono stati marchiati a fuoco col numero del rispettivo quartiere di appartenenza, ed essere trovati in un altro quartiere senza permesso comporta la morte. Il governo è stato preso da un triumvirato: Sir Ragher, del regno di Gronkat, sanguinario comandante dei Seguaci del Terrore e braccio destro di Lord Hiperion; Sir Ducker Longerback, zio del giovane Bojar, zar del Regno di Zackaros; e Al Meket, del Regno di Enkhabet e fratello minore del Raja del Regno del Sud.

Il gruppo può nascondersi nel piano interrato segreto. Le cose principali da ricordare, muovendosi in città, rimangono però 2: non tradire la loro copertura e la loro missione, e fare rapporto a lui per ogni cosa scoperta, dato che è in contatto giornaliero con Ravetor.

Giorno 25 - mattina

Il gruppo visita il quartiere. Aramanthis, Linkler e Mlali cercano il datteraro, contrabbandiere del quartiere, per ottenere attrezzature e materiali, per ottenere i quali, però, dovranno aspettare qualche giorno. L’idea sarebbe anche quella di riuscire ad infiltrarsi tra la malavita locale ed intanto cercare di carpire più informazioni possibili.

Scoprono anche che nel quartiere ha appena aperto un negozio di maschere in vista del ballo che si sarebbe tenuto 9 giorni dopo. L’attività risulta però sospetta, in un quartiere e in un periodo così fuori luogo dopo gli ultimi eventi.

Linkler rischia di far saltare la loro copertura quando, per sfuggire alle guardie, lancia un incantesimo di immagine speculare in mezzo ad una strada trafficatissima. Viene salvato da Aramanthis che convince le guardie che è il fratello scemo.

Nival e Manolo intanto studiano i movimenti delle guardie nel quartiere e cercano di carpire qualche informazione dai discorsi tra le bancarelle del mercato.

Giorno 25 - pomeriggio

Il gruppo continua a girare diviso. Aramanthis raggiunge il ladro e il paladino. Manolo trova una casa segnata in gergo ladresco come rifugio sicuro, ma - sorpreso da una trappola all’entrata - viene salvato da Nival. I tre entrano e vedono alle pareti dei quadri raffiguranti volti di ladri con sopra delle taglie; alcuni sono sbarrati con una grande croce sopra. Aramanthis torna a casa di Krell per avvisare Linkler e Mlali.

Questi intanto, direttisi all’osteria del Calamaro Bianco per cercare informazioni, suscitano i sospetti dell’oste che chiama le guardie. Per fuggire Linkler usa il cubo metallico contenente il demone. L’osteria esplode e si crea il putiferio nel quartiere. Arrivano le guardie che circondano l’osteria per fronteggiare la creatura demoniaca, accompagnate da maghi ed addirittura interviene Sir Ragher in persona. Mlali e Linkler riescono a fuggire e a rifugiarsi da Krell, dove raccontano l’accaduto ad Aramanthis, ed in seguito a ricongiungersi con Nival e Manolo nel rifugio sicuro dei ladri.

Giorno 25 – sera [13 del Raccolto]

La guardia cittadina parte con i rastrellamenti, che sono durissimi: il quartiere viene suddiviso in 4 quadranti e ad ognuno spetta una rappresaglia diversa. Dalla finestra del loro rifugio vedono che tutti i padri di famiglia vengono portati in strada e giustiziati davanti agli occhi disperati dei familiari.

Quando le guardie passano al quadrante successivo sentono bussare alla porta. Linkler, Aramanthis e Manolo si rendono invisibili grazie alla magia del mezzelfo. Quando Nival apre non vede nessuno, ma percepisce che è entrato qualcuno anch’esso invisibile, che si presenta come Betelgeuse, capo dei ladri del quartiere, che gli intima di seguirli. Nival e Mlali, per non tradire i compagni, li seguono e vengono portati sul Promontorio dei Dimenticati, l’isola in cui venivano segregati tutti i malati, e quindi unico luogo rimasto sicuro. Qui vengono interrogati singolarmente e Nival, fidandosi del suo intuito, rivela tutta la sua storia, compreso di essere stato trasformato in figlio della notte da Ravetor.

I tre rimasti invisibili si dirigono invece verso casa di Krell, ma il nascondiglio sotterraneo viene scoperto dalle guardie durante il rastrellamento del quadrante, e sono costretti ad ingaggiare battaglia. Linkler lancia un’oscurità mentre Manolo, ancora invisibile, e Aramanthis, provano a scappare usando la Verga delle Meraviglie. Il mezzelfo cade in battaglia nel sotterraneo, ma i due compagni riescono a scappare in strada. Anche Aramanthis, colpito da una palla di fuoco lanciata da un mago della guardia, cade, ma Manolo - sfruttando l’invisibilità - riesce a raccogliere la Verga e a fuggire.

Aramanthis si risveglia in prigione, ma viene prelevato dai ladri attraverso un’operazione di recupero e portato sul Promontorio.

Manolo si presenta con Krell, che chiede al gruppo di schierarsi: o con lui, o con i ladri!

Mlali e Nival decidono per i ladri, ma Aramanthis e Manolo rimangono fedeli al vampiro. Nel durissimo scontro, oltre a diversi ladri, muoiono tutti i componenti del gruppo.

Finale - I giorni seguenti [16-21 del Raccolto]

Alnitak: “resuscitare un non morto Righel? Ne sei proprio sicura?”

Righel: “purtroppo non abbiamo alternative amico mio, le notizie che mi stava raccontando prima dell’attacco del vongolaro erano inquietanti e preziose al tempo stesso. Credimi, lo faccio contro ogni mio principio...avrei preferito ridestare il suo amico ma a scapito parlava, non abbiamo alternative.”

Alnitak: “certo che è un bel paradosso...non sono molte le persone a cui si possa chiedere cosa si prova a morire per la seconda volta.”

Alnitak: “solitamente riaprono gli occhi dopo qualche minuto, ma ormai sono passati tre giorni. Sei sicura Righel che questo essere non sia maledetto?”

Righel: “sei tu l’esperto di alchimia...cosa supponi? “

Alnitak: “credo che il suo corpo stia lentamente cambiando, si stia modificando. Le pupille sono tornate del tutto circolari e il battito cardiaco si è fissato a 60 battiti al minuto. Senti la sua mano...”

Righel: “caspita....è calda! Alnitak, sei un mago, anzi, un chierico!”

Alnitak: “no no Righel, non chiamarmi così! Questa è alchimia, non magia, questa è applicazione, non dote innata. Ho passato 30 anni della mia vita con il capo chino sui libri della Grande Biblioteca, cercando e sviscerando ogni informazioni possibile nascosta fra i pochissimi libri di anatomia disponibili. Sono solo un umile vongolaro con un cervello che non dorme mai.”

Il convalescente ascoltava tutto, ma non era in grado di interagire, il suo corpo non rispondeva agli stimoli. La prima cosa che aveva iniziato a sentire, una volta ripresa conoscenza, erano gli odori. Un costante e continuo profumo di melissa lo aveva accompagnato durante la sua lenta ripresa di conoscenza. Ogni tanto percepiva altro ma non era in grado di riconoscerlo, il suo cervello non era sempre attivo. Poi, improvvisamente, aveva riguadagnato il gusto: un sapore terribile tormentava la sua gola. Il terzo fu l’udito: fu il più piacevole... perché capì di non essere solo. Sentiva un uomo parlare con lui, a bassa voce. “Chissà se mai funzionerà, lo spero proprio. Sono davvero curioso di conoscerti amico. Le tue informazioni sono state la tua salvezza, vedi di non lasciarle nella tomba. Sei forte però, lo percepisco. Se solo fossi credente, direi senza ombra di dubbio che la tua fede ti tiene aggrappato alla vita”.

Venne poi la cognizione del proprio corpo. Percepiva un comodo letto sotto la sua schiena, un telo sopra alle sue parti intime. La sua fronte era fresca e umida, spesso veniva bagnata. Avrebbe voluto parlare, chiedere dove fosse e chi lo stesse aiutando, ma la lingua ancora non rispondeva.

Passò diverso tempo in questo stato: una sorta di sogno costante, ricco di percezioni labili e a volte confuse. Non aveva idea di quanti giorni fossero passate: una settimana, un mese, un anno? Non si sà se fosse per forza di volontà, per il suo credo o altro, ma improvvisamente riaprì gli occhi.

Alnitak: “oh caspita caspita, ci siamo ci siamo ci siamo! Presto, andate a chiamare Righel, presto!”

Lo straniero riconosceva a malapena i colori, i suoi occhi bruciavano al contatto con l’aria, tanto da lacrimare. Gli oggetti non avevano una forma nota, vedeva delle macchie confuse, sfuocate. Quando Righel arrivò, una mezz’oretta dopo, l’unica cosa che aveva chiaramente capito è che vi erano delle piccole fiammelle, forse candele, attorno al suo letto. Cercò di alzarsi con la schiena ma una dolorosa fitta muscolare lo bloccò.

Alnitak: “piano piano campione, è più di una settimana che sei in questo stato. Riesci a parlare?” L’uomo alzò a fatica la mano, facendo cenno di no. L’unica cosa che usciva dalla sua bocca erano rantoli e respiri strozzati. “Non ti preoccupare, ora rilassati e bevi questo.” Si sentì allora una mano sulla nuca e subito dopo una bevanda calda, piuttosto insapore, gli scese giù per gola. Tossì, sputandone fuori la metà per poi svenire con forza sul letto.

Quando riaprì gli occhi sentiva la presenza di un’altra persona al suo fianco. Sbatté le palpebre più volte e guardò le pareti della stanza: la vista pian piano stava tornando, ora riusciva a capire che si trovava all’interno di una sorta di cripta, illuminata dalle candele, ma asciutta e ordinata. Vi erano tanti scaffali di legno, ricchi di ampolle di vetro di vario colore: gli parve feti di vari animali, artigli e denti di varia forma e dimensione, brodaglie più o meno dense e tantissime erbe e radici. Senza alzarsi, da steso, si portò le mani davanti agli occhi. Le guardò con stupore e vide che la sua carnagione era rosata, le vene cariche di sangue pulsante e le unghie avevano ripreso la classica trasparenza, non più violacee come prima. Si alzò nuovamente sul busto e si trovò di fronte una donna che sorreggeva un vecchio specchio: sgranò gli occhi, l’istinto fu quello di portarsi le mani sul petto e toccarsi più volte spalle e addome.

Righel: “bentornato fra i viventi, in tutti i sensi.” Non poteva credere a quello che vedeva: era tornato in vita! “Il merito è del nostro alchimista Alnitak. Io ti ho resuscitato con l’unica pergamena della resurrezione a nostra disposizione, lui ha fatto il resto. Probabilmente la morte e le sue cure hanno dissolto il sangue infetto. Mi hanno detto che non riesci ancora a parlare, ma stai tranquillo. Ora riposati, mangia e ascolta; immagino sarai ansioso di sapere quanto è accaduto.”

Righel gli diede un vassoio ricco di frutta e carne secca. Lo straniero iniziò a mangiare con gusto, dimenticandosi quasi di tutto il resto.

Alnitak: “sei rimasto per 8 giorni steso, immobile. Lentamente la tua pelle da bianca è tornata rosata, il tuo respiro si è sempre fatto più forte e le tue pupille hanno ripreso nitidezza. Posso dire con certezza, ora, che sei tornato umano.

lunedì 8 agosto 2022

Le rovine di Belazor - Capitolo 1: L'isola

Capitolo 1: L'isola

Antefatto

Soldato: “Lord Primo Comandante, siamo tutti in posizione”

Lord Hiperion: “Avete ricevuto i corvi dalle altre città?”

Soldato: “Si signore! Pronti ad eseguire il suo ordine non appena tramonta il sole”

Lord Hiperion: “…finalmente… il giorno è giunto!

Suono di gabbiani in sottofondo.

Il collo bruciato dai raggi del sole battente, le labbra completamente secche, piene di tagli ed escoriazioni, il bruciore dovuto ai continui spruzzi di acqua salata,..e gli occhi, chiusi da troppi giorni sotto alle strette bende, come sigillati dal sudore. Le mani che stringono le sbarre della gabbia, grande quanto basta per starvi rannicchiato.

Mozzo: Signore, ne è morto un altro… siamo già a 21 in due settimane. Non so quanti ne arriveranno a destinazione, c’è chi ha deciso di rinunciare anche ai pasti signore.

Comandante di vascello Ecmund: Togliete quella feccia dal ponte… datelo in pasto al mare… e se non vogliono mangiare ficcateglielo in gola… e se non aprono la bocca, tagliateli un orecchio e poi ficcateglielo in gola! Ci servono in forze! Vedi di farli mangiare o getto anche te dal ponte!

Mozzo: Si si signore, certo signore!

Comandante di vascello Ecmund (parlando agli schiavi): se i conti non sono sbagliati, siete rimasti 63. Bene, i deboli non ci servono, vogliamo solo braccia potenti… ah, di te mi ricordo… non è stato facile catturarti…bravo, è così che voglio i miei schiavi! Secondo voi perché non vi ho messo al coperto, assieme alle provviste e ai topi? Perché mi diverto a vedere i gabbiani che vi cagano in testa? Si, anche per quello hahahahah…..

Comandante di vascello Ecmund: ehi tu, bestia… mi dispiace ma ho finito i cadaveri per te… dovevi startene dal luogo indegno dal quale vieni (sputo e inizia a urinare in testa)… bevi su, non hai sete hahaha?

Mozzo: Signore, dall’albero maestro segnalano che fra meno di due ore saremo arrivati.

Comandante di vascello Ecmund: bene, non ne potevo più quella puttana, finalmente ne potrò scegliere un’altra. Vado a farmela per l’ultima volta… poi sapete cosa farne.

Il rumore dell’ancora gettata in mare.

Comandante di vascello Ecmund: “Prendete la corda e fissatela bene, oggi abbiamo carne fresca! Aprite le gabbie e fateli scendere. Legateli uno dietro l’altro. Coraggio, feccia, siamo quasi arrivati.”

Inizia a piovere lentamente… l’afa è alta e si percepisce sulla pelle.

1ª Parte - L’Isola

Giorno 1 [20 del mese del Sole]

Un carico di prigionieri arriva via mare su un isola. Sono seminudi, malnutriti, in ceppi. Fra questi Nival, un nerboruto paladino fiero, serio e silenzioso, Sasha, un’ambigua e attraente tiefling (mezzosangue demoniaca) bardo, Atreyus, un impulsivo paladino dragonide, e Manolo, un ladro opportunista.

Vengono condotti bendati a marce forzate verso una fortezza in mezzo all’isola. Nel tragitto sentono le guardie parlare sul numero di prigionieri in continua diminuzione, sull’arrivo del prossimo carico di prigionieri fra un mese, e sulla necessità di affrettarsi a raggiungere il forte prima di notte per la presenza di strani esseri pericolosi. L’isola sembra ricoperta da una foresta impervia in cui sono presenti solo i sentieri tracciati dai soldati.

Durante la marcia c’è chi piange, chi tenta la fuga e viene frustato. Il rumore di un altro flebile, ultimo respiro.

Guardia (in riferimento ad uno svenuto): “non toglietelo dalla fila, dovranno trascinarlo gli altri…poi gettatelo in pasto ai maiali!”

Improvvisamente un urlo. Proviene dal folto della foresta.

Guardia: “Questo sarà uno dei fuggitivi… stati stretti, non nutriamo le creature di questa foresta con questi schiavi!”

Passano diverse ore… poi, come ovattato, il suono di un grande cancello che si apre.

Capitano di plotone Bannor: “Mi avete portato i muscoli che mi servivano? Niente più poveracci, vero?

Guardia: “Capitano Bannor, scelti accuratamente per te. Questi non sono straccioni, ognuno di loro ha lottato con forza per non essere catturato. Sono tutti, a loro modo, guerrieri alle prime armi, privi di un nome o qualcuno di importante che li cerchi.

Capitano di plotone Bannor: “Bene, eccovi le tue 1000 monete oro, pirata. I tuoi servigi saranno sempre i benvenuti.

Guardia: “Porti i miei saluti a Lord Hiperion, se mai lo dovesse vedere. Ci rivediamo fra un mese con il prossimo carico!”

Capitano di plotone Bannor: “Ottimo… questi schifosi non durano solitamente più di una settimana… MI AUGURO CHE VOI (prende il mento del Paladino) duriate in po' di più.

All’arrivo al fortino del capitano Bannor, sentite il portone che si richiude dietro alle vostre spalle. Il terreno battuto sotto i vostri piedi. Mentre avanzate in silenzio, una voce sulla sinistra:

Boia: “Hai cercato di rubare cibo dalle cucine è…ora ci penserai due volte. Mettete la mano sul ceppo”.

Prigioniero: “No, vi prego, no, ho ubbidito da settimane a tutti i vostri ordini, avevo solo fame, noooooo!”

Boia: Avanti il prossimo! Questo è quello che ha parlato troppo vero?”

Sempre bendati vengono radunati nel piazzale interno della fortezza dove ascoltano il discorso di Lord Bannor, capo della fortezza, e destinati alla torre sud, dove sono rinchiusi i prigionieri destinati all’esplorazione dell’isola. Nelle altre torri i prigionieri destinati a svolgere altre mansioni.

Oltre alle guardie della fortezza - uomini del nord del continente - i compiti di routine sono affidati a guardie del sud, che non parlano la loro lingua.

Vengono portati lentamente e in silenzio nelle loro celle. Percorrono 2 rampe di scale in salita.

Una luce in fondo entra, assieme a gelida nebbia, da una minuscola finestra, grande quanto una sfera di cristallo, dalla quale entra un gran vento. Sono in celle separate da un muro a lato e visibili solo davanti. Le celle sono fatte di ferro. A lato hanno solo un buco dove fare gli escrementi ma senza scolo, rimane lì… ci sono mosche ovunque. In fondo a sinistra c’è una ragazza che non riesce a parlare, è terrorizzata e solo ricoperta di stracci. Di fronte alla ragazza c’è un uomo con un cappuccio: il suo nome è Gerard ma dopo poco si presenta come Sillavin, uno schizofrenico con doppia personalità; il primo cupo e cinico, il secondo gentile e allegro.

Gli spiega che in cambio di lavoro viene loro risparmiata la vita. L’indomani verranno assegnati ai loro lavori; miniere, disboscare, cercare cibo…e la carne da macello, gli esploratori!

Sta di fatto che tutti saranno nuovamente soggetti a scrematura: metà delle persone che escono tornano dopo la prima notte!

Nelle 6 celle del loro piano fanno conoscenza di altri 2 prigionieri: Evelyn, una ragazza, malnutrita e con la lingua tagliata, e Sillavin, che dice di essere un mago e che si rivela avere due personalità ignare l’una dell’altra: l’egocentrico e arrogante Aramanthis ed il remissivo Gerard. Li si conoscono e si presentano.

(Vengono a conoscenza che l’isola è abitata, oltre che dalle creature che escono di notte, anche da un druido).

Sentono un rumore di passi pesanti. Arriva un uomo mezzo deforme che inizia a stuprare la donna all’angolo, ormai prossima alla morte. Ha un moncherino al braccio destro ed è zoppo alla gamba sinistra. Emette solo suoni gutturali. Il tizio ha le chiavi della cella appoggiate sul petto. Le prende con cura e sogghignando si avvicina alla porta.

Stupra la donna in pochi minuti; Gerard dice che arriva ogni sera, per quell’ora.

Giorno 2

L’indomani vengono prelevati dalle celle. Dalle scale scendono le guardie, una per prigioniero. Li scortano giù per le scale: si rendono conto che si trovano al secondo piano. Escono assieme ad altri prigionieri e giungono alla piazza: il cielo è grigio, pieno di nuvole che si fondono con la nebbia che risale da oltre le mura. In fondo, sopra le mura difensive del fortino alte 12 metri, le cime di appuntiti alberi e, in lontananza, montagne nere dall’aspetto cupo ricoperte di foreste e nebbia. Vedono che ad ogni angolo del fortino ci sono torrioni, 4 in tutto, dai quali escono altri schiavi. I torrioni sono tutti collegati fra loro dalla cinta muraria e vi è una porta in ogni parete, per entrare e uscire dal torrione. Per scendere o salire sulle mura occorre salire dalle scale del torrione, non ci sono altre vie. Di fronte all’unico portone d’ingresso, orientato ad ovest, vi è la stalla a sinistra, mentre sulla destra gli alloggi delle guardie. Dalla parte opposta del patibolo, sul lato sud, vi sono le cucine e l’alloggio di Bannor. Ad est invece vi è la dispensa e i depositi minerali.

Vengono messi di fronte al Patibolo, nella piazza d’armi, attaccato alla parete nord: il boia sta pulendo il legno dal sangue, un dito viene portato via da un corvo.

Capitano di plotone Bannor: “Salve feccia, io sono il capitano di questo fortino. Benvenuti al mio cospetto. Voi avrete un compito fondamentale, quello di contribuire alla crescita del nostro Regno portando minerali e altro nelle casse di re Hecbert. Vedete di sopravvivere, più della metà dei vostri predecessori non sono durati oltre le tre settimane…rendetemi orgoglioso di voi! Chi lavora avrà acqua e cibo, chi non lavora dovrà vedersela con il nostro boia o la morte stesse. È chiaro? Ah, è non tentate di fuggire, non andreste da nessuna parte…e se proprio cercherete di farlo, vedete di non farvi trovare: i miei cani non mangiano da due giorni!

È giunto il momento, assegnamo i lavori ai vari gruppi!

Torrione est: miniera di ferro;

Torrione ovest: tagliare la legna nel bosco;

Torrione nord: ricercare erbe nel bosco;

Torrione sud, il loro: cercare nuovi sentieri e mappare il territorio.

Tutti i prigionieri della torre sud, divisi a squadre, vengono mandati ad esplorare l’isola con la promessa di poter avere ricompense e magari passare a mansioni più sicure se riportanti informazioni utili. Vengono equipaggiati con due strumenti/armi a testa e con una cartina delle zone esplorate finora, con l’ordine di tornare prima del tramonto, perché di notte nell’isola si risvegliano strane creature... Le voci dei soldati e dei sopravvissuti sembrano confermare i fatti.

Vicino ad uno stagno notano movimenti nell’acqua, come se degli occhi li seguissero appena sopra la superficie, ma subiscono l’imboscata di un gruppo di bugbear (umanoidi bestiali dotati di una forza incredibile) dal limitare della foresta. Il gruppo sopravvive e gettando nello stagno i cadaveri di alcuni bugbear vedono uscire dall’acqua dei panetti di alghe (forse una ricompensa dai misteriosi abitatori).

Si addentrano in una striscia di funghi colorati, ma Nival e Atreyus sono vittime di allucinazioni e qualcuno rischia di morire intossicato. Sasha scopre che le alghe proteggono dall’intossicazione e salva i compagni.

Nelle vicinanze scoprono un profondo baratro con un galeone adagiato in fondo e diverse aperture nelle pareti. Decidono di scalare il versante fino all’apertura più vicina, grazie alle corde; Gerard - timoroso di scendere ad esplorare la grotta - sarebbe rimasto a sorvegliare la corda assicurata ad un albero. Dentro la grotta notano alcune strane macchie sul soffitto e dei granchi morti o morenti che si dirigono verso l’apertura, ma la loro attenzione è per un mezzorco barbaro tramortito, che appena si riprende li attacca come in preda ad una follia. Appena lo sconfiggono notano che delle grosse sanguisughe si ritirano sulla parete dal corpo svenuto e deducono possano essere state la causa del comportamento del mezzorco. Risvegliatosi si presenta come Kitujo: faceva parte di un altro gruppo partito la mattina ma ucciso dai bugbear; era finito nella grotta attraverso delle sabbie mobili in superficie. Risalgono per tornare alla fortezza, ma Gerard non c’è più.

Tornati alla fortezza non rivelano di aver trovato la grotta e vengono rimproverati per non aver riportato tutte le attrezzature. All’ingresso del cortile vengono interrogati uno alla volta dal comandante affiancato da una figura incappucciata, di nuovo bendati e ricondotti alle loro celle.

Passano la notte in prigione dove assistono - allo scoccare della mezzanotte - allo stupro di Evelyn ad opera del custode delle prigioni, un pervertito deforme e scimunito.

Giorno 3

Ripartono verso Nord, per esplorare le zone più lontane. Nel tragitto incontrano una strana foresta dove gli alberi sono grigi, come pietrificati. Il paladino percepisce un’aura malvagia.

Superata la fascia di foresta maledetta (si estende da est ad ovest, senza che se ne vedano i confini), sbucano in un’ampia prateria dove si inoltrano sapendo di non avere riparo in caso di nemici. Incontrano una bestia feroce ma Sasha ha l’intuizione di gettare un boccone di funghi raccolti il giorno prima dentro ad un carapace di granchio. La bestia sviene ed il gruppo l’uccide facilmente.

Decidono di proseguire lungo un ruscello, al riparo del rivale. Notano una collinetta e scoprono una vena di rame, vicino ad un villaggio di quelli che sembrano dei trogloditi. Rimanendo nascosti proseguono verso nord fino ad una collina che mostra un netto confine con la prateria. Qui l’erba è tagliata e in ordine e la collina è piena di lapidi elfiche. In cima, quello che sembra essere l’ingresso di una cripta, chiusa da un oscuro sigillo magico che Nival percepisce essere malvagio, sebbene capisce servire per impedire a qualcuno all’interno di uscire...

Sasha copia il disegno sopra il sigillo e tornano alla fortezza e di nuovo interrogati; Nival scopre grazie ai suoi poteri che l’uomo incappucciato è un non morto.

Rivelano quindi di aver scoperto la collina col rame e vengono premiati con un pasto abbondante e la possibilità di passare la notte a turno con Evelyn. Scoprono che proviene della costa del continente, e che è tenuta prigioniera solo come premio per i prigionieri.

Nessuno la stupra e decidono di tendere un’imboscata al guardiano deforme: tenendolo occupato Sasha avrebbe usato i suoi trucchetti magici per infliggergli delle ferite psichiche. Il guardiano però, pur non capendo cosa gli sta succedendo, riesce ad uscire vivo dalla stanza.

Giorno 4

Il gruppo riparte in esplorazione questa volta verso Est (lo scopo è andare ogni giorno in una direzione diversa, tanto quanto il tempo lo consente, per cercare possibili vie di fuga, anche se Nival spinge da subito per cercare il druido, che potrebbe avere informazioni importanti ed essere esterno a tutto quello che è legato alla fortezza). Ripassando dalla zona degli alberi grigi notano una presenza che li sta osservando, ma che fugge non appena nota di essere stata scoperta. Pensano possa essere proprio il druido ma non riescono a seguirne le tracce.

Decidono di calarsi fino al fondo del baratro per esplorare il relitto della nave; il legno è decrepito ma notano all’interno un enorme portale magico sul fondo sfasciato della chiglia, da cui escono dei granchi che si dirigono verso la parete est del crepaccio. Il corpo di un pirata gonfio di acqua giace poco distante.

Decidono di esplorare il portale ed entrati si ritrovano su una spiaggia con a destra un alto massiccio montuoso e fumante. Delle creature umanoidi simili ad aragoste però li attaccano dal mare e decidono di tornare indietro.

Seguono quindi i granchi e scoprono che dietro ad una folta vegetazione che cadeva sul fianco del dirupo c’è l’ingresso di una grotta. All’ingresso si presentano subito due strade. Proseguono verso quella di sinistra, che sembra abitata vista la presenza di una passerella di legno e di mura picchettate. Qui incontrano alcuni tritoni ed in seguito allo scontro sono costretti a ritirarsi. Riposatisi decidono di prendere quella di destra ma scoprono una grotta piena di sanguisughe attaccate al soffitto, pronte a staccarsi e a far impazzire il primo malcapitato. Decidono di usare il soffio infuocato del dragonide per creare del fumo e attraversare velocemente la stanza indenni.

Trovano un passaggio che sale e arrivano ad un’altra zona che pare abitata. Un uomo in fin di vita è crocifisso ad una parete. Sasha uccide il prigioniero per alleviargli la sofferenza, ma Nival si arrabbia perché avrebbe potuto cercare di curarlo e soprattutto avrebbero potuto ottenere informazioni preziose.

Qui emergono le tensioni fra i componenti del gruppo, finora rimaste sopite.

Nessuno si fida ciecamente dell’altro, ma finora erano stati costretti a collaborare per sopravvivere e trovare un modo per scappare dall’isola.

Trovano un pezzo di un giocattolo da bambini e una bandiera pirata.

Avanzando si scontrano con i goblin proprietari del rifugio, che - sentitili arrivare - si erano nascosti per coglierli di sorpresa. Riesco o a vincere lo scontro, dovendo dar fondo a tutte le loro risorse, e proseguendo per il tunnel emergono nella grotta trovata il giorno prima.

Risaliti tornano alla fortezza, contenti di aver trovato un posto abbastanza sicuro in cui potersi rifugiare di notte in caso di diserzione.

Giorno 5

È la volta di partire verso Sud. Si inoltrano in una palude pur sapendo essere vicini ad un accampamento di bugbear. Sasha trova uno strano cubo metallico che si tiene, ma vengono attaccati dai bugbear. Si salvano solo grazie all’intervento di un orso che sbrana le creature e sparisce oltre la palude. Decidono di seguire le tracce e arrivano fino alla zona circondata dai funghi, in cui riescono ad entrare indenni grazie alle alghe ottenute il secondo giorno.

Al centro della radura protetto dal circolo di funghi vengono attaccati dall’orso, nonostante si mostrino disarmati e senza intenzioni bellicose. Sconfitti perdono tutti conoscenza.

Si svegliano di notte su un’isoletta che mostra al centro un altare. Cercando fra i detriti nascosti dalla sabbia scoprono che tutta l’isola è circondata da un circolo di pietra collegato attraverso dei tubi all’altare, i, quale presenta un foro al centro. Capiscono essere un altare sacrificale ma ne ignorano l’utilizzo.

Si addormentano per la prima volta fuori dalle loro celle, sull’isola solo un gufo che pensano possa essere il druido.

Di notte sentono 7 spettri urlanti che si dirigono in forma corporea verso l’isola. Di colpo una barriera invisibile si erge tutt’intorno ai confini del circolo magico, tenendo fuori gli spettri, che però si avvicinano fino al limite. Sono 7 bambini che si lamentano riguardo a cose perdute. Il gruppo prova ad interagire, ma non rispondono.

Passa la notte ma crescono le domande: chi sono i bambini e cosa stanno cercando? C’entrano con la cripta a nord? Come ha fatto ad attivarsi il circolo magico che li ha protetti? Passano il resto della notte facendo la guardia a turno.

Giorno 6

La mattina scoprono segni di sangue e una piuma di gufo al centro dell’altare.

Grazie ad alcuni tronchi usati come imbarcazioni Nival, sempre alla ricerca di informazioni, e Sasha si inoltrano ancora più ad est dove trovano un arcipelago di tante piccole isole, sulla principale delle quali trova delle capanne di fortuna costruite con il fasciame di una nave.

Ritornato con Atreyus, Nival scopre un forziere con 7 giocattoli mancanti di una parte e una misteriosa lettera in cui una parola è stata cancellata e riscritta, riguardante un rapimento e la seguente ricerca ad opera dell’autore. Nel frattempo sull’isola Sasha e Kitujo lasciano scappare uno gnoll in esplorazione che aveva identificato l’isoletta.

Ritornati trovano Sasha e Kitujo che hanno deciso di accendere un fuoco per la notte e Nival si scontra di nuovo con la tiefling, ritenendola una mossa stupida e imprudente perché potrebbe rivelare la loro posizione. Sasha lo sbeffeggia, ma da lì a poco 7 gnoll sbarcano sull’isola e nello scontro Sasha muore.

Vistisi ormai scoperti l’allerta è massima, ma sull’isola riesce ad arrivare non visto Aramanthis, attirato dal fumo.

Sulla costa però si incominciano a vedere tanti fuochi accendersi e diverse canoe staccarsi dalla riva: altri gnoll! E questa volta sono più di una trentina. Le condizioni meteo giocano a vantaggio del gruppo, per cui solo 15 riescono a sbarcare in diverse ondate mentre gli altri sono travolti dal mare in tempesta.

Il gruppo riesce a fatica a respingere gli invasori e usa i cadaveri per provare ad attivare il circolo di protezione, riuscendoci. All’arrivo dei fantasmi viene donato loro uno dei 7 giocattoli trovati nell’atollo la mattina, ricomposto col pezzo trovato nella grotta dei goblin. Il fantasma svanisce con un’espressione di sollievo. Capiscono che se vogliono sopravvivere di notte devono cercare e ricomporre anche gli altri 6 giocattoli.

La notte trascorre tranquilla riprendendosi dallo scontro.

Giorno 7

Aramanthis racconta di essere scappato perché li pensava morti, e di aver trovato un altro circolo simile a quello dell’isola, con un altare identico al centro, nelle vicinanze di una grotta che recava all’interno una scritta: “Qui giace colui che ha deciso di sfidare il fato”. Inoltre ha scoperto un possibile ingresso alla fortezza attraverso lo scarico delle latrine sul piazzale.

Con le imbarcazioni di fortuna decidono di salpare verso la costa nord, che sembra più protetta. Qui scoprono una canoa di perfetta fattura elfica e profumante di rosa, nascosta tra i tronchi di un bosco meraviglioso. In cima una castello di pietra nerissima.

Avanzano ma si accorgono che la bellezza del posto è solo un’illusione che nasconde una natura putrescente, finché si trovano di fronte lo spettro di una don a che si lamenta triste della sorte dei figli. Provano ad interagire ma lo donna si disinteressa di loro dirigendosi verso nord-ovest. La seguono e arrivano prima ai piedi del castello di pietra nera, che si erge al di là di un profondo crepaccio sul fondo del quale scorre un fiume, ma non se la sentono di avventurarsi sopra il traballante ponte sospeso, quindi si dirigono fino alla collina con le lapidi elfiche. Notano che lo spettro non supera la base della collina.

Decidono entrare nella cripta, anche se Nival e Atreyus temono di causare gravi conseguenze rompendo il sigillo all’entrata, col rischio di incontrare un nemico malvagio fuori dalla loro portata all’interno.

All’interno 7 sarcofagi tenuti puliti e ordinati, con sopra delle rose. Ciascun sarcofago presenta un nome elfico. Dentro, i corpi putrefatti di 7 bambini.

Una porta protetta da una trappola, innescata da Kitujo, protegge un corridoio col soffitto crollato.

Nella stanza attigua, protetta anch’essa da una trappola, un forziere con stampate le lettere S e H (che intuiscono essere le iniziali del galeone da cui proveniva) contiene i restanti pezzi mancanti dei giocattoli e una mappa con la posizione dei due santuari di protezione, il castello nero e la montagna fumante.

Dal muro sgorga una fonte di acqua sacrilega e una coppa con fini incisioni elfiche è appoggiata di lato. La cripta sembra ben tenuta e frequentata.

Un corridoio protetto da un’illusione nasconde una trappola a botola con i cadaveri di due pirati. Addosso a loro Manolo trova una cartina sbriciolata delle rotte che dalla città costiera di Molo Corrotto portavano al largo.

Il corridoio scende fino ad una stanza con un segno magico a 7 punte inciso per terra; 6 luci brillano sulle punte. Il gruppo prova a ricostruire i giocattoli con i pezzi mancanti e a posizionarli in corrispondenza delle punte. Le 6 luci smettono di brillare. Usciti notano che anche il sigillo magico all’entrata della cripta è svanito.

Nel pomeriggio si dirigono verso il santuario indicatogli da Sillavin, ma nel tragitto incontrano una driade braccata da tre doppelganger, fameliche creature mutaforma. Salvata la driade stremata, Atreyus, che la porta in braccio riceve delle visioni: un druido che in 3 età diverse visita l’albero da cui è nata; un non morto che entra nella grotta vista da Sillavin con in braccio un corpo ed una verga sostenuta magicamente a mezz’aria.

Dormono all’interno del circolo magico, ma gli spettri dei bambini non si fanno vedere, segno che li hanno liberati dalla maledizione che li affliggeva, dandogli un degno riposo.

Giorno 8

Partenza in direzione della misteriosa grotta ai piedi della montagna. Sul percorso scosceso tracce fresche di lotta e di corpi di coboldi squartati, oltre ad impronte enormi. Per aggirare la zona ritenuta pericolosa deviano verso sud dove trovano un villaggio coboldo abbandonato con tre driadi eviscerate, come se fossero esplose dall’interno, appese a dei pali al centro di un simbolo tracciato col sangue. Un’evocazione?

Arrivati all’ingresso della caverna trovano l’albero della driade dove la posano affinché possa guarire.

Entrati nella grotta che reca effettivamente la scritta riportata da Sillavin, li accolgono fitte ragnatele, sintomo di nulla di buono. Nival avverte di stare in guardia, ma viene ignorato. Si scontrano con le creature che vivono all’interno, degli ettercap, umanoidi dai tratti ragneschi, e vedendo che lo scontro si sta mettendo male Nival ripiega, subendo l’onta dei compagni. Atreyus muore nello scontro. Gli ettercap vengono sconfitti, ma a caro prezzo.

Nival, scioccato dalla perdita dell’unico compagno degno di fiducia e preso dai rimorsi per aver ripiegato prima della fine dello scontro, si prende il pomeriggio per seppellire il dragonide a fianco dell’albero della driade, sotto una pioggia battente.

Il resto del gruppo decide di esplorare il complesso delle grotte. Dentro ad un bozzolo di ragnatela, stremato dalle forze e ormai cibo per ragni, trovano un mezzelfo warlock, un essere che ha fatto un patto con un’entità demoniaca in cambio di poteri ultraterreni, di nome Linkler. Anche lui faceva parte dell’ultimo carico di prigionieri ed era stato destinato alla torre sud e decide di unirsi al gruppo.

Esplorando il complesso di grotte trovano lo scheletro di cavallo sepolto ritualmente e con ancora indosso i finimenti da battaglia sotto ad un affresco raffigurante un enorme esercito che assedia un manipolo di guerrieri in armatura nera, il condottiero dei quali, come in un gesto estremo di salvezza, brandisce una verga da cui escono fulmini che sbaragliano gli avversari; ai piedi dell’affresco una scritta: “Vita o morte, gloria o disonore, tutto questo posso concederti mio signore”.

Nell’ultima stanza un essere fluttuante dotato di tanti peduncoli oculari, uno spectator, protegge proprio una verga. Linkler si offre per attirare l’attenzione della creatura, mentre gli altri, da tre direzioni diverse per avere più possibilità di sfuggire ai raggi oculari indipendenti dello spectator, si avventano sulla verga. Una volta presa lo spectator fugge, ormai libero dal vincolo magico che lo costringeva a custodire l’oggetto.

Nival intanto sente delle guardie avvicinarsi, che però nota essere mercenari del sud e non guardie del nord; si nasconde così nell’albero ma viene scoperto e scappa nella grotta, ripercorrendo il tragitto dei compagni, che intanto sono usciti sul fianco della montagna attraverso un’apertura sul soffitto della grotta.

Riunitisi si acquattano per sorprendere gli inseguitori e riescono ad avere la meglio. Nival chiede di tenere viva una guardia per interrogarla, ma Linkler la uccide. Nival, contrariato e ormai in rotta col gruppo, si ritira dentro al circolo magico.

Gli altri esplorano ancora i dintorni e scoperto un villaggio di bullywug, umanoidi anfibi dalla forma di rana, unici esseri non ostili incontrati finora nell’isola, li raggirano offrendo una pietra preziosa trovata in precedenza in cambio di cibo e alghe: la pietra però è solo un’illusione.

Giorno 9

Il gruppo si dirige di nuovo verso il druido per chiedere spiegazioni delle visioni avute a contatto con la driade, attraversando le linee di guardie che ci cercano muniti di torce. Arrivati dal druido ci racconta la sua storia sull’isola, anche se non sembra voler dire tutto: si chiama Orso Errante, è un elfo, e si trova sull’isola da molto tempo.

Decidono quindi di dirigersi verso le paludi a nord della cripta, per indagare sulle navi elfiche da cui sono stati sempre tenuti lontano. Volendo rimanere nascosti, riparano nella cripta, dove Gerard aiuta Kitujo a liberare il passaggio crollato. Scoprono un tunnel che prosegue fino nord e sbuca sul fianco del crepaccio che li separa dal castello nero. Dall’altra parte altri fori a diverse altezze, dai quali sgorga dell’acqua che Nival percepisce essere malvagia.

Nival è suo malgrado costretto a seguire i restanti membri del gruppo che vogliono andare ad esplorare il castello. Scoprono così una coorte che circonda il castello piena di lapidi, ordinate cronologicamente in senso orario. Inoltre delle sorgenti naturali sgorgano dal terreno, ma sono circondate da sigilli magici malvagi. Solo una rampa di scale porta all’ingresso della struttura che sembra scolpita in un unico blocco di pietra. Sopra di essa impronte enormi sporche di fango...

Nival propone di tornare indietro ora che non sono ancora stati scoperti, ma Aramanthis convince Manolo, Kitujo e Linkler a mutilare tutti i cadaveri per evitare possano diventare un esercito di non morti. [liv. 3]

Per non dormire all’aperto essendo ricercati, pensano sia più sicuro passare la notte nel tunnel, ma vengono svegliati da un rumore di passi imponenti provenienti dalla parte del castello. Scappando dall’ingresso principale della cripta si trovano di fronte lo spettro della donna, che pur non attaccandoli, viene scacciata dai poteri divini di Nival.

Fuggitivi nella notte, cercano rifugio allora dall’unico possibile alleato, il druido, che confessa la storia dei due fratelli elfi arrivati centinaia di anni prima, dopo la battaglia raffigurata nell’affresco della caverna, il sopravvissuto dei quali si era trasformato in vampiro, e - arrivato sull’isola e risvegliato dalle ricerche degli uomini del continente - aveva costretto il druido ad aiutarlo a tenere lontano gli stranieri dalla sua dimora, in cambio della vita sua e delle 4 driadi.

Venuto però a sapere della morte di queste e dell’invasione della fortezza, si adira e - trasformatosi in orso - attacca il gruppo. Linkler però riesce a convincerlo che è possibile riportare in vita l’ultima driade se li avesse aiutati, ma è solo una scusa per distrarlo mentre il resto del gruppo lo attacca. Solo Nival prova a trattenere Kitujo dall’uccidere il druido, convinto che potesse essere la loro unica possibilità di salvezza, ma l’orso cade sotto i colpi dei 4 avversari.

Si accampano nella notte tarda dentro al boschetto del druido, protetti dal circolo di funghi, ma non riescono a dormire. Nival prova a prendere la verga dalla zaino di Aramamthis, ma questo se ne accorge e lo accusa di volerla rubare: ormai tra i due è scontro aperto, e sebbene Nival continui a mostrare che le scelte di Aramanthis si erano sempre dimostrate scellerate, gli altri continuano ad appoggiare lo stregone.

Giorno 10

Ripresisi dal breve riposo, Linkler bagna con leggerezza Aramanthis con l’acqua raccolta dalla fonte sacrilega della cripta. Lo stregone, con uno sguardo folle, lancia su di sé invisibilità e scappa via. Convinto che sia diretto alla fortezza o al castello del vampiro per tradirli, Nival guida il gruppo fino al crepaccio col galeone col portale sul fondo. Il tempo diventa vitale.

Scendendo fino alla base del crepaccio attraverso il tunnel conosciuto, si scontrano ancora coi tritoni, facendogli perdere tempo prezioso. Escono difatti dalla grotta alla base del crepaccio inseguiti dalle guardie, e Kitujo cade in combattimento per proteggere la fuga dei compagni fino al portale magico.

Stremati, riescono ad entrarci, ma emergono in un luogo sconosciuto: una scogliera ai piedi della montagna fumante.

L’unica strada tra l’acqua e la parete rocciosa conduce verso una caverna, controllata da guardie, in cui all’interno è ormeggiata niente popò di meno che la nave di Lord Banor.

Decidono di recuperare energie ed incantesimi con un breve riposo, ma si ritrovano circondati dalle guardie della fortezza accompagnate da un chierico e da uno stregone, che li scortano fino al castello nero.

Fanno conoscenza del Vampiro, che si presenta come Ravetor. Affianco a lui un umano che si presenta come un guerriero di nome Mlali, e un compiaciuto Aramanthis. Ravetor propone loro un patto in cambio della loro vita: diventare sue spie a Molo Corrotto, sulla costa del continente, per capire il motivo dell’interesse nei confronti dell’isola.

Aramanthis ha già scelto, Manolo non ha nulla da perdere, Linkler e Mlali vogliono aver salva la vita e magari trovare in futuro un modo per sciogliere il patto, che il vampiro suggella con un rituale che prevede il bere il loro sangue.

Nival è preso da un dubbio atroce: non può accettare, perché significherebbe rinunciare a tutto ciò in cui crede, ma potrebbe temporeggiare e sfruttare l’occasione a suo favore. Propone quindi al vampiro uno scambio: avrebbe accettato il patto se Ravetor avesse ucciso Aramanthis!

Così Ravetor organizza un duello nella sala principale, tra i due sfidanti, che danno vita ad una sfida molto tattica. Alla fine però Aramanthis ha la meglio e Nival cade svenuto. Quando si risveglia sente il vampiro sussurrargli qualcosa nell’orecchio e poi quattro canini affondargli nel collo. Cade di nuovo privo si sensi.

Quando si risveglia capisce che in lui qualcosa è cambiato…

Finale

“Buio. I pensieri si susseguono al ritmo di un battito di ciglia. Buio. Non c’è segno di affanno nel mio respiro. Buio. Semplicemente perché il mio respiro non c’è più. Buio. Provo a ricordare, anche se mi sembra tutto così lontano e sfocato. Buio. Il combattimento con le salamandre, la fuga dai soldati fino al portale, e poi la cattura all’attracco della nave. Buio. E poi il Vampiro e il duello con Aramanthis. E poi il buio.

Mi risveglio ed è notte. Una lunga notte. Lunga quanto una vita. Anzi, una non-vita. Ora sono un Figlio della Notte. Ora sono Nival, il Maledetto due Volte.”

Il vampiro l’ha trasformato in un non morto!