lunedì 29 giugno 2020

The Joker presents...XXXVIII: 48 Storm

Uno skirmish italiano con regolamento da 2 pagine!

Da miniables.com


Le partite al vostro wargame preferito sono diventate interminabili? Siete stufi di incomprensibili regolamenti da 1000 pagine? E di portarvi dietro costantemente borsoni pieni di soldatini e scenici? Se la risposta ad almeno una di queste domande è sì, allora 48Storm, prodotto e pubblicato interamente dal suo creatore Stefano Cavanè,  è quello che fa per voi!

IL GIOCO
La meccanica del gioco è molto semplice e si basa su poche regole di immediata comprensione e sui gettoni azione, detti AT (Attack Token), assegnati ad ogni giocatore in base al valore della propria squadra: ogni giocatore può, nel proprio turno, “spendere” da un AT fino ad un massimo di 6 per far compiere le azioni ai propri personaggi. Quando gli AT sono finiti, il round ha termine e si ricomincia. L’obbiettivo finale? Ci sono due possibilità di vittoria: la modalità Skirmish, nella quale bisogna eliminare personaggi avversari fino a raggiungere la metà del valore totale della squadra avversaria, e la modalità Mission nella quale ogni giocatore sceglie un elemento scenico presente sul tavolo da conquistare.

LE CARTE
Ogni personaggio del gioco è dotato di una carta personale; personale perché i personaggi hanno tutti un nome, il che rende più “vivo” il gioco rispetto all’ anonimo soldatino che siamo soliti schierare. Sulle carte è indicato tutto ciò che serve sapere al giocatore: il valore del personaggio, che si somma con quello degli altri personaggi per determinare il valore totale della squadra, e di conseguenza il numero di AT disponibili; il numero di AT spendibili da quel dato personaggio in un round, le azioni possibili ed eventuali bonus.

IL MOVIMENTO
Come già detto, le azioni che ogni personaggio può fare sono indicate sulle singole carte, e tra queste appunto il movimento. In generale, rispecchia la caratteristica peculiare del personaggio (ufficiale, mitragliere, fuciliere, cecchino…) e dall’arma che porta, andando a contribuire alla caratterizzazione del personaggio stesso. Sul tavolo da gioco, il movimento vero e proprio è affidato ad un righello da 5” in cartone fornito con la scatola.

IL FUOCO E LE GITTATE
Ancora una volta si fa riferimento alle carte dei personaggi, sulla quale sono indicati il numero di dadi D6 da tirare in base all’ arma e alla distanza dall’ obbiettivo, che può essere di tre tipi: Lunga, ovvero oltre 10”, Corta, entro 10”, e Ravvicinata, entro 5”; ovviamente, come per tutti gli altri wargame, le coperture, le ferite ed eventuali bonus del personaggio influiscono sulla qualità del tiro.

IL TAVOLO
A differenza della gran parte degli altri giochi in cui servono tavoloni enormi e una moltitudine di elementi scenici, 48Storm si distingue ancora una volta: rispetto ai soliti 120×180 infatti, 48Storm utilizza quella che è forse più corretto definire una plancia di gioco, più piccola ma non meno significativa, che va da un minimo 60x50cm ad un massimo di 90x90cm. Gli elementi scenici, già forniti nella scatola base, anche se in cartone, non richiedono uno specifico numero o settaggio sul campo, ma bisogna ricordare che il campo è piccolo, quindi a meno che non vogliate giocare in un campo volutamente denso (come una battaglia urbana) non utilizzatene troppi!

LE MINIATURE
Ed eccoci finalmente al clou del gioco: le miniature. Come avrete potuto già notare dalle foto che abbiamo allegato a questo articolo sono molte meno rispetto ai wargame che siete abituati a vedere. Le fazioni al momento sono cinque: Tedeschi, Americani, Russi, Italiani e Partigiani ed ognuna può contare su una base di tre miniature (contenute nella scatola base) più le espansioni che, per il momento, sono 2-3 miniature per fazione in confezione singola. La miniatura in sé è in metallo in scala 1:48, ognuna finemente dettagliata e scolpita dall’ autore stesso.
LE SCATOLE
Abbiamo nominato spesso le scatole del gioco in questo articolo, ma cosa contengono esattamente? La scatola base, o Battle Box, contiene ovviamente le tre miniature di base del vostro esercito preferito, il regolamento (in italiano o in inglese), le carte dei personaggi, 22 token, un righello e gli scenici in cartone (un muretto e due trincee); nelle espansioni invece, oltre alla miniatura, troverete la carta del personaggio e ulteriori token. I costi di entrambe sono davvero molto contenuti: 22 euro per la scatola base e 8 per le singole espansioni.

lunedì 22 giugno 2020

Spot Nike

Girovagando in internet (durante gli exxxxi online...) mi è capitato sotto gli occhi un vecchio spot della Nike: botta di nostalgia (anche perché la location cesenaticense per un verso o per l'altro è sempre rievocativa)! Ed ecco il doveroso post. 
E' vero che sono stati i nostri "anni d'oro" e quindi questi spot sono diventati parte della nostra memoria collettiva, ma mi pare che gli spot Nike della decade 90' -2000 siano stati, sia per la novità di come era trattato l'argomento (molto autoironico) che per l'accuratezza "tecnica", uno spartiacque della comunicazione.

dal sito zonacesarini.net
«Se hai un corpo, sei un atleta.»
Questa frase è stata pronunciata da Bill Bowerman, allenatore di atletica leggera dell’Oregon, e co-fondatore insieme a Phil Knight della Blue Ribbon Sport, un’azienda di calzature da running che qualche anno più tardi (1967), complice un sogno premonitore fatto dal loro designer Jeff Johnson, cambiò il nome “omaggiando” la Dea greca della vittoria.

L’impatto che Nike ebbe sul mondo sportivo, prima soltanto a stelle e strisce e poi a livello globale, fu devastante e nel giro di pochi anni, sempre più atleti di ogni disciplina ne divennero testimonial. Eppure, l’unico “pianeta” che la multinazionale di Beaverton non aveva interesse a colonizzare era quello del football. Anzi, del soccer.
È cosa nota: gli Americani, che dello sport fanno un vero e proprio culto, non sono attratti dal calcio e se ci pensate, è una cosa abbastanza assurda dato che non stiamo parlando di uno sport di nicchia. Ed è strano anche il fatto che a loro piace essere al centro dell’universo sempre e comunque.
Ho letto su internet le spiegazioni più variopinte come, ad esempio, il non gradire una pausa soltanto tra primo e secondo tempo e che quindici minuti non siano sufficienti per andare a fare il pieno di hot dog e di bibite formato super-size. Resta il fatto che con il calcio proprio non ce la fanno.


Ma l’occasione di avere un Mondiale in casa era troppo ghiotta per farsela scappare. Così, prima dell’inizio di USA ’94, la Nike calò un poker d’assi di tutto rispetto, ingaggiando Eric Cantona, Paolo Maldini e le due stelle della Seleção, Romario e Bebeto. Il resto è storia.

1994: Wall soccer
Un pallone sorvola la Senna e arriva ad un murales di Eric Cantona che lo stoppa e lo passa in Germania a Michael Schulz. Arriverà a Milano da Maldini, a Londra da Ian Wright fino alle mani del variopinto portiere Jorge Campos, passando dalla spiaggia di Copacabana tra un colpo di testa di Romario e una sforbiciata di Bebeto.
Precursore degli spot elaborati e fuori dagli schemi, è il capostipite della stagione d’oro della Nike. E come accade a tutte le opere cult, onorata con l’ennesimo rifacimento-parodia nostrana a firma Gialappa’s Band.

Per Euro ’96, la Nike realizza il suo capolavoro: Brolin, Campos, Maldini, Rui Costa, Cantona, Figo, Ronaldo, Kluivert, Davids e Wright contro una squadra di demoni che vuole conquistare il mondo. L’inizio, per i nostri eroi, tra l’arbitro fin troppo permissivo e falli da codice penale, non è dei migliori, ma è una scivolata di “acciaio e seta” a dare la carica e quando il pallone arriva a King Eric, beh… au revoir!
Indimenticabile la parodia di Mai Dire Gol. Il punto più alto mai raggiunto dalla televisione italiana negli ultimi trent’anni: Robertino in porta, la Ventura che libera l’aerea, il conte Uguccione che prolunga di testa, fino alla rovesciata di Tafazzi e all’assòreta con il bavero della giacca alzato di Claudio Lippi.

1997: Beach soccer
Incredibilmente non ho trovato nessuna notizia su questo spot (nemmeno l'anno, che ho messo a memoria) che ha avuto il grande pregio di far vedere i calciatori in abiti informali, aprendo la moda di toglierli dal campo da calcio, oltre che ad aver riportato in auge "Soul bossa nova", aprendo anche qui la stagione del revival bossa-lounge.

La Seleçao è all’aeroporto di Londra e si sta annoiando a morte dato che il volo che dovrebbero prendere è stato cancellato. Ronaldo il Fenomeno tira fuori da un borsone un pallone e comincia a palleggiare. Romario, da buon compagno di reparto, si unisce a lui mentre in sottofondo parte Mas Que Nada di Sergio Mendes.
Dopo una scivolata di Roberto Carlos e un poliziotto che vorrebbe riportare l’ordine nella sala d’attesa, la palla arriva ai piedi di un calciatore che ai tempi non conoscevo, che inizia a dribblare i suoi compagni di squadra con finte e doppi passi per poi palleggiare e scartare le persone sul rullo dell’aeroporto a ritmo di musica. Il mondo scopre Denilson.
La pubblicità va avanti. Romario buca il metal detector, Roberto Carlos calcia con le tre dita, Cantona annuisce e Ronaldo prende il palo a “porta” vuota.

Impossible? A giudicare dalla missione sembrerebbe di sì: il Nike Team guidato da Louis Van Gaal, deve recuperare un pallone sorvegliato da migliaia di robot. Tutto va per il verso giusto fino a quando Edgar Davids, inavvertitamente, attiva l’allarme che risveglia i robot. Sarà dura uscire dal palazzo, anche se il trick a velocità supersonica con cui il Pitbull olandese si libera del suo avversario, permettendo ad Oliver Bierhoff di “terminare” il capo dei robot, è diventato leggenda nel tempo.

2001: Freestyle
Sfondo nero, luci soffuse, un beat creato dal suono dei rimbalzi della palla e dalle scarpe che scivolano sul parquet e si sforna un autentico capolavoro (lo spot calcistico era stato preceduto da una versione cestistica forse più famosa).

2002: The secret tournament (aka "La gabbia")
Ventiquattro giocatori si sfidano ad un torneo segreto di tre contro tre dentro una gabbia metallica, all’interno di una nave cargo. King Eric non ha più gli scarpini ai piedi, ma è comunque il padrone di casa.
La musica che scandisce le giocate dei calciatori è A little less conversation di Elvis Presley nella versione remix di JXL, ed accompagna gli Os Tornados (Figo, Ronaldo e Roberto Carlos) e i Triple Espresso (Totti, Nakata e Henry) fino alla finale.
Particolarità: la Nike registrò i videoclip di ciascuna partita perdisponibili per il web, creando invece un videoclip con la sintesi di tutte le partite per la tv (nel link il video completo).

lunedì 15 giugno 2020

Post Scriptum - 8 maggio 2020


Epilogo strepitoso!
(La Fase 2 e la progressiva riapertura delle attvità era ripartita dal 4 maggio).

lunedì 8 giugno 2020

Endgame - 1 maggio 2020


Capolavoro. Per non dimenticare!
Ricordo che il 26 aprile era uscito il DPCM per cui, dal 4 maggio, si sarebbero potuti andare a trovare i congiunti e sarebbero potute riprendere le attività motorie e sportive (sempre secondo i criteri di sicurezza già in vigore).

giovedì 4 giugno 2020

LA FINE DELLA STORIA....

E così, alla fine il gruppo è arrivato allo scontro finale con il temibile Vordakai, proprio lì, nella sua tomba! Dopo aver visitato il santuario delle divinità infernali con il simpatico piscodaemon (W12), dopo aver passato le cripte di sepoltura (W16), ed uno strano laghetto di pece (W20), gli avventurieri si sono ritrovati nella grande stanza dei banchetti funebri (W23), dove hanno potuto vedere una scena raccapricciante: tanti uomini erano accasciati lungo il tavolo, con il cervello asportato! E qui, nel buoi della tomba, è iniziato il combattimento finale con una legione di ciclopi zombie, uno spettro (forse del povero Gundarson, l'esploratore del villaggio), un elementale dell'acqua (MALVAGIO!!), e lo stesso Vordakai!

Gli avversari hanno circondato gli eroi, stringendoli in una morsa terribile. Tutti hanno dovuto dare fondo a tutte le loro risorse, prima all'ingresso della stanza del banchetto, dove l'elementale ha bloccato per un po' gli eroi fino all'arrivo risolutivo di Walker, e poi ripiegando, davanti alla porta della pozza di pece dove è apparso Vordekai in persona ad ostacolare la fuga. Il terribile necromante, arrogante ed incurante delle ferite, è rimasto davanti a tutti, subendo piano piano i colpi portati da Grimlock e Walker, mentre il povero Kastaghir curava tutti lottando lui stesso fra la vita e la morte e Davi'd dava fondo a tutti i suoi trucchi per rallentare la retroguardia ciclopica che spingeva da dietro. Purtroppo alla fine, con un incanalare ben riuscito, il necromante si è portato via la vita del glorioso curatore del gruppo, poco prima che un attacco vigoroso del barbaro riuscisse a troncare la non-vita di Vordekai.
Uno scontro epico, degno di essere ricordato per lunghi anni....

FUORI DAL GIOCO

Devo dire che mi son divertito tanto in questa missione, sebbene le ultime sessioni siano state rallentate e tirate per le lunghe dall'emergenza covid. 
Avevo cercato fin da subito una cosa soprattutto: massimizzare l'esperienza di gioco (visto che tendiamo ad essere molto dispersivi) e focalizzarla sulla storia. quindi ho tolto quasi tutte le varie sand-box di contorno, lasciando solo gli spunti interessanti che si trovavano per la strada (es. il fratello del commerciante morto o quella specie di rinoceronte-talpa).
I punti focali erano la battaglia al forte, che volevo gestire come una guerra, e ovviamente l'esplorazione della tomba che doveva essere un po' horror e veramente pericolosa. Poi ci sarebbe stata la parte politica, e la vera trama della scomparsa del villaggio, ma sapevo che si sarebbe persa o diluita nel tempo...Quindi ecco, ho massimizzato gli scontri e le scene.
Ho aggiunto qualche oggetto in sostituzione di altri, ho fatto qualche cambiamento agli spriggan (credo riuscito, visto che ci siamo divertiti a giocare quella parte).
Nella scena finale ho forzato l'entrata in scena di Vordakai e dell'elementale, perchè ci stava: primo perchè comunque il boss sapeva che eravate nella stanza a fianco, e poi eravamo giustamente ormai stanchi di fare dentro-fuori, bisognava finirla....che ne dite?

STANZE CHE MANCANO
Detto ciò vi lascio i miei ricordi top della missione:
- assalto al forte Varn sia il primo che il secondo tentativo, davvero adrenalinico, non vedevo l'ora di giocare tutte le volte!
- la costruzione del carro da assedio...genialata o vaccata a seconda di dove la osservi :)))
- la battaglia con lo piscodaemon, perchè è stato credo il primo mostro che vi ha messo in vera difficoltà
- la battaglia finale, perchè un paio di voi hanno rischiato di brutto, e vedevo concentrazione nei vostri sguardi!!




lunedì 1 giugno 2020

Ancora un anno?


Copincollo da un post di Tom's hardware di qualche mese fa sulla serie Amazon sul Signore degli Anelli.

Il percorso di crescita avviato da Amazon nella produzione di serie TV l’ha portata a mette in cantiere un progetto dedicato a “Il Signore degli Anelli”. La serie, annunciata già da un anno abbondante andrà ad inserirsi nei progetti di rilievo dedicati alla produzione on demand del colosso dell’e-commerce. Con Fleabag e Marvelous Mrs. Maisel, Amazon si è già aggiudicata numerosi Emmy raccontando storie incentrate su un personaggio in particolare. Con Il Signore degli Anelli la formula dovrà essere diversa, perché non c’è più spazio né tempo per raccontare le vicende di Bilbo o di Frodo, sapientemente raccontate da Peter Jackson, ma sarà il momento di raccontare la genesi dell’universo di J. R. R. Tolkien.


Il Signore degli Anelli di Amazon si baserà sull’opera magna dell’autore inglese, glottoteta e riconosciuto come uno dei più grandi scrittori del genere fantasy, al quale in molti si ispirano e che altrettanti ritengono il capostipite del genere stesso. Tolkien aveva realizzato dapprima Lo Hobbit, nel 1937, per poi realizzare negli anni dopo un sequel intitolato Il Signore degli Anelli, composto da tre romanzi: La compagnia dell’anello, pubblicato nel luglio 1954, Le due torri, pubblicato nel novembre 1954, e Il ritorno del re, pubblicato nell’ottobre 1955. Un trittico pedissequamente riprodotto nella sua declinazione cinematografica da Peter Jackson negli anni 2000.

La genesi dei romanzi di Tolkien
Se il primo romanzo raccontava la storia di Bilbo Baggins, un hobbit coinvolto in una grande avventura dallo stregone Gandalf, il suo sequel metteva al centro della storia il nipote dello hobbit, Frodo Baggins, chiamato a distruggere quell’anello che Bilbo trovava sul finale delle sue avventure, strappandolo dalle mani di Gollum, un “essere corrotto e decaduto” la cui esistenza è stata completamente ridotta all’osso dal potere dell’oggetto del desiderio. Un’epopea che seguiva due linee narrative parallele, con da un lato l’hobbit che intraprende un viaggio suicida verso il Monte Fato, dove alloggia il possessore dell’anello, Sauron, e dall’altro lato le forze della Terra di Mezzo, tra elfi, umani e nani, chiamati ad annientare le forze del male, tra orchi e Uruk-hai.

Quando la serie di Amazon è stata originariamente annunciata, si temeva che avrebbe nuovamente raccontato la medesima storia della trilogia, così come avvenuto nei libri, ma in un modo più dettagliato, andando a raccontare anche quelle vicende che invece Jackson aveva eliso dalla formula, come ad esempio il personaggio di Tom Bombadill. A marzo dello scorso anno, però, è stato confermato che la serie sarebbe stata a tutti gli effetti un prequel, con i primi rumor che hanno messo sotto i riflettori la storia di Aragorn. Nei film interpretato da Viggo Mortensen, il personaggio di Granpasso – il nome col quale Frodo lo conosce all’inizio della sua avventura – è protagonista di una delle più affascinanti sotto-trame de Il Signore degli Anelli, concentrandosi su un ramingo senza padroni, innamorato di un amore impossibile, con un’elfa, e destinato a diventare il re degli umani della Terra di Mezzo.


Nùmenor e la Seconda Era
Nelle settimane successive, Amazon Prime Video ha anche pubblicato tramite il proprio account Twitter dedicato alla serie una mappa della Terra di Mezzo, lo scenario che fa da palcoscenico a tutte le vicende raccontate da Tolkien, mostrando però delle terre che sarebbero esistite solo molto tempo prima della nascita del personaggio di Aragorn: tra queste l’isola di Nùmenor, la casa degli antenati di Aragorn. Questo ha quindi confermato che tutta la serie di Amazon sarà ambientata durante la Seconda Era della Terra di Mezzo, precedente a quella che vede la Guerra dell’Anello al centro di tutte le vicende. Lo Hobbit, che precede Il Signore degli Anelli, è ambientato migliaia di anni dopo la Seconda Era, che è caratterizzata dall’ascesa al potere da parte di Sauron, creando l’Unico Anello con il supporto di Celebrimbor. Essendo composta da 3441 anni, bisognerà capire meglio in che periodo Amazon vorrà ambientare la propria serie.

La Seconda Era, nota anche come Era di Nùmenor, dal nome della terra che diede i natali agli antenati di Aragorn, vide anche l’intervento più unico che raro del dio Eru Ilùvatar: la divinità intervenne in maniera solenne distruggendo il regno degli umani su richiesta dei Valar, facendo sprofondare Nùmenor come una novella Atlantide. L’evento segnò un momento storico all’interno della Seconda Era, che approfondiremo in un altro articolo, e che potrebbe sicuramente essere al centro della vicenda raccontata da Amazon: in quanto a coefficiente di epica, d’altronde, l’intervento di Eru Ilùvatar è paragonabile soltanto all’importante ultima formazione dell’Alleanza tra elfi e uomini, che portò alla prima sconfitta di Sauron e alla conclusione della Seconda Era. Iniziata, tra l’altro, con la caduta di Morgoth, maestro di Sauron e originario detentore del male.

Tra gli altri avvenimenti importanti della Seconda Era che potrebbero essere presi in considerazione dalla serie di Amazon troviamo la nascita di Gran Burrone, la casa di Elrond e luogo nel quale, moltissimi anni dopo, sarebbe nata la Compagnia dell’Anello. Non meno importante anche il raggiungimento del periodo più prospero per la città dei Nani, conosciuta anche con il nome di Moria. In questo stesso periodo, come già accennato prima, avviene la forgiatura degli Anelli.


Il cast della serie fino a ora
Intanto Amazon ha annunciato chi ci sarà nel cast della serie TV: l’attrice australiana Markella Kavenagh è stata la prima ad approdare nel roster degli attori selezionati: secondo i primi rumor vestirà i panni di Tyra, un personaggio del quale non sappiamo ancora nulla. Accanto all’attrice ci sarà anche Robert Aramayo, nei panni di Beldor, co-protagonista della storia: l’attore ha recitato per quattro episodi in Game of Thrones nei panni di un giovane Ned Stark. Joseph Mawle, il Benjen Stark di Game of Thrones, sarà Oren, il principale villain della storia. Accanto a loro altri nomi provenienti da altre serie TV, come per esempio Nazanin Boniadi, Nora di How I Met Your Mother, Charlie Vickers, il Guglielmo de’ Pazzi de I Medici, o anche Megan Richards, la Mimi Brookes in Wanderlust.

Nei panni di una giovane Galadriel ci sarà Morfydd Clark, la Clara di Queste Oscure Materie e Mina Harker di Dracula: nobile elfa della Terra di Mezzo, regnò sui reami di Eregion e Lorien con il suo sposo Celeborn. Chiamata come Dama dei Boschi durante Il Signore degli Anelli, fu la custode dell’Anello dell’Acqua, Nenya, finendo quasi per bramarne tutti gli altri, diventando un personaggio molto ambiguo nell’epica di Tolkien. In tanti si sono domandati se ci sarà Gandalf nella serie: il più noto degli Istari, nonché tra i personaggi più amati della trilogia di Peter Jackson, arrivò nella Terra di Mezzo soltanto all’inizio dell’XI secolo della Terza Era, in qualità di ultimo tra gli Istari, spiriti paragonabili ai Valar che si sono incarnati in corpi di uomini, inviati sulla terra per contrastare il male. Sarà insomma difficile vedere lo Stregone nella serie di Amazon, essendo ambientata nella Seconda Era, molto prima dell’arrivo di Gandalf nel regno che conosciamo.

La serie TV de Il Signore degli Anelli sarà chiaramente disponibile su Amazon Prime Video e dovrebbe durare tra gli otto e i dieci episodi, da circa 50 minuti l’uno. Una seconda stagione è già stata annunciata, così da portare la produzione a realizzare almeno venti episodi per raccontare tutta la vicenda centrale. Per adesso manca una data d’uscita ufficiale, ma le riprese sono state iniziate nell’autunno del 2019 in Nuova Zelanda, la stessa terra che Peter Jackson aveva utilizzato per il suo film: il debutto su Amazon potrebbe avvenire quindi tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, esattamente al ventesimo anniversario dal debutto al cinema de La Compagnia dell’Anello.