giovedì 13 aprile 2017

Zuppa di tartaruga e brodetto di rane

L'indomani decisero di risalire la costa orientale con la barca: non erano esperti marinai, ma con un po' di fatica e di buona volontà riuscirono a coordinarsi per remare vicino alla costa. Il paesaggio proseguiva tranquillo e monotono, fino a quando la dolce costa incominciò ad inerpicarsi trasformandosi in una ripida scogliera alta una dozzina di metri. Sotto alla scogliera, i detriti caduti dall'alto e le correnti formavano delle insenature ghiaiose, nelle quali si erano formate delle pozze di acqua stagnante, punteggiate qua e là da qualche basso arbusto e qualche roccia più grande.
Il nuovo paesaggio proseguiva per qualche chilometro, ma decisero di fermarsi a metà giornata, quando il nano intravide sulla scogliera i segni di un sentiero che si inerpicava verso la sommità del dirupo roccioso.
Tirarono la barca in secca e la lasciarono dietro una roccia, quindi decisero di iniziare a controllare la zona. Notarono sulla ghiaia diversi piccoli pezzi di legno, appartenuti a qualche imbarcazione, ma nessuna traccia, tranne quelle di un qualche rettile trovate da Walker tra la pozza centrale e il lago o le pozze laterali. Nessun altro segno della presenza di animali. Decisero di arrampicarsi lungo lo stretto sentiero per partire ad esplorare l'area. La risalita non era così semplice a causa dei detriti e della ripidità del passaggio, ma in breve tempo (tranne Levian, a cui dovettero montare una di quelle sedie per disabili con la rotaia a parete...) furono in cima. Una distesa di ortiche aveva ricoperto il sentiero che portava verso l'interno, ma la visuale del lago era decisamente migliore dalla cima, e il ranger notò la testa di una grossa tartaruga emergere dalla pozza più grande. Kastaghir tirò nello specchio d'acqua una razione per vedere la reazione dell'animale, che – mangiato il pasto – si mosse lento verso la barca in secca e una volta vicino l'addentò. Kastaghir riconobbe nell'animale un esemplare di tartaruga azzannatrice, tipicamente carnivora e territoriale, e subito cercò di ridiscendere la scogliera per salvare il loro unico mezzo di locomozione, seguito da Uriel. La fretta però (e la sfiga coi dadi, ndM) tradì entrambi, facendoli scivolare dal dirupo. Nel frattempo Walker e Levian avevano estratto le loro armi da tiro per bersagliare il predatore che, sentito odore di carne fresca, diresse la sua attenzione verso il chierico ancora stordito per il rovinoso impatto, costretto a curarsi. Non appena Uriel si riprese attaccò l'animale dalle spalle, finendo il lavoro portato avanti dalle frecce anatema degli animali scagliate da Walker.
Il nano decise di preparare una bella cenetta a base di zuppa di tartaruga, assicurandosi di conservare il carapace acuminato come trofeo. Poi si accamparono in cima alla scogliera, non dopo però essersi assicurati dell'eventuale presenza di altre tartarughe nelle pozze vicine e aver issato la barca sopra la roccia più sporgente per timore della marea.

Stava per spuntare l'alba, quando Uriel – di guardia – sentì dei rumori provenire dalle rive sottostanti. Affacciatosi notò quattro figure umanoidi che si stavano dirigendo verso l'inizio del sentiero; subito svegliò il resto del gruppo e si misero in allerta. Le quattro figure ricurve iniziarono ad inerpicarsi lungo lo stretto sentiero fino a che, illuminate dalla luce della luna, mostrarono la loro natura: uomini dalle larghe facce da rospo, con mani e piedi palmati, con indosso una grezza armatura di cuoio ed in mano una rudimentale mazza appuntita. Levian rilevò la malvagità della loro natura, ma Walker e Uriel, che stavano aspettando l'arrivo dello strano gruppo, non erano così convinti di colpire per primi; stranamente erano proprio il paladino ed il chierico a voler iniziare il combattimento, ma il guerriero ed il ranger non volevano iniziare un combattimento senza essere stati a loro volta attaccati per primi: le creature erano malvagie, è vero, ma quante persone malvagie giravano liberamente per le Terre Selvagge, senza per questo doverle imprigionare o attaccare per il solo fatto di essere di indole malvagia? Le creature non andavano forse giudicate dai loro atti? Ed il paladino non doveva essere il primo a difendere questi princìpi? Uriel si fece però convincere dai compagni, e sferrò il primo colpo sull'uomo con la faccia da rospo davanti a lui. Subito i tre compagni - nel frattempo identificati come boggard da Kastaghir - con un salto raggiunsero la sommità del sentiero schierandosi di fronte agli eroi. Uno emise un gracidio acustissimo che lasciò il chierico scosso, ma gli altri non fecero in tempo ad attaccare che vennero abbattuti. L'ultimo sopravvissuto, vistosi spacciato, saltò giù dalla rupe per darsi alla fuga, inseguito da Kastaghir, ma venne raggiunto da una freccia del ranger che lo freddò. Il chierico si premurò di stabilizzarlo: l'indomani avrebbero provato a sapere qualcosa di più su questi nuovi esseri.
Un'altra notte con uno strano incontro era passata, ed il gruppo aveva la chiara impressione che le sorprese nella Cintura Verde non erano finite...

martedì 11 aprile 2017

La barca abbandonata


Usciti dalla gola in cui avevano affrontato il tendriculous, decisero di accamparsi per la notte. Dovettero però svegliarsi di soprassalto perché attaccati ancora dai lucertoloidi, che però questa volta erano più numerosi e con chiare intenzioni aggressive. Tra loro riconobbero anche quello che avevano imprigionato e costretto a cercare i funghi, ma che era riuscito a scappare. Era andato a chiamare i compagni! I rettiloidi accerchiarono l'accampamento, ma soccombettero presto sotto i colpi degli eroi. Decisero però di rianimarne un paio per interrogarli, ma non ottennero nessuna risposta utile. Non volendo ucciderli, decisero di lasciarli liberi intimandogli di non disturbarli più, sperando di averli convinti delle loro intenzioni non bellicose. I lucertoloidi scapparono verso sud e non si fecero più vedere.

Il gruppo proseguì verso nord ovest, lungo la lingua di terra che si avvicinava di più alla sponda dell'Acquazanna da cui erano venuti. Al tramonto il paesaggio sul lago era incantevole. Il cielo e le colline boscose si specchiavano sull'acqua tersa e calma del lago, di un intenso colore blu. Ma il barcaiolo che avrebbe dovuto aspettarli non c'era: erano arrivati in ritardo e probabilmente l'uomo aveva preferito non rimanere da solo in un luogo selvaggio e sconosciuto. 
La punta dell'istmo distava qualche centinaio di metri dall'altra sponda, ma senza un'imbarcazione non se la sentivano di tentare la traversata: nessuno di loro – tranne forse Uriel – erano dei buoni nuotatori. Si accamparono quindi a diversi metri dalla riva, per non rischiare spiacevoli incontri con qualche strana bestia acquatica, lasciando all'indomani la decisione su dove e come proseguire.
Mentre scendeva la notte però, l'atmosfera del luogo iniziò a cambiare. Un sottile strato di nebbia cominciò ad alzarsi sul pelo dell'acqua, infondendo al luogo paradisiaco un “che” di inquietante. Walker, durante il suo turno, intravide degli strani bagliori sull'isolotto al centro del lago più piccolo, dando consistenza alle voci riguardanti le strane luci  che avevano sentito dagli abitanti della zona. Poi sullo specchio d'acqua velato di nebbia comparve una piccola imbarcazione, del tutto simile a quella usata i giorni precedenti per arrivare fin là. Sembrava abbandonata, con i remi abbandonati alla corrente ancora negli scalmi. Walker svegliò i compagni e decisero di tirarla a riva; poi la ispezionò per cercare qualche segno di lotta o comunque qualche indizio che potesse far capire da dove provenisse, ma non trovò nulla tranne l'ancora agganciata alla fune ben arrotolata. Forse il pescatore era stato attaccato da qualche bestia e trascinato in acqua, ma non c'erano segni di lotta, né di sangue. Solo un sottile strato d'acqua ricopriva il fondo, ma al ranger sembrava tutto normale. Anche la comparsa della barca non sembrava poi così misteriosa: Walker aveva notato infatti che la lenta corrente del lago scorreva verso sud, e qualsiasi barca abbandonata più a nord prima o poi sarebbe arrivata allo stretto passaggio che congiungeva i due laghi.

domenica 2 aprile 2017

Play 2017!

Report
La giornata comincia con la sveglia alle 6.00 (era puntata alle 6.20 ma i miei figli maschi hanno deciso di “regalarmi” 20 minuti di anticipo…). Alle 7.00 puntuale come un orologio svizzero il doc Tesei è davanti a casa mia coi suoi tre figli e Riccardo, per la prima volta a Modena, che passa sull’ammiraglia Franzo. Si passa a prendere Manuel e poi al casello di Cesena Nord, Dade e Dinho: direzione uscita 8 della tangenziale di Bologna per prendere Teo, l’ultimo della carovana.
Arriviamo alle 9.00 alla fiera, ed nel tempo necessario a parcheggiare davanti al Decathlon e di percorrere i 5 minuti che ci separano dai cancelli, la fila agli ingressi è già smaltita (merito dei biglietti online che consentono l’accesso direttamente ai tornelli).

Ci fiondiamo subito nel padiglione A, sulla sinistra, allo stand della Da Vinci Games: mi ero fatto il mio solito bel piano di battaglia per provare i giochi più interessanti, ma poi è saltato tutto per stare in compagnia… Un gioco comunque volevo assolutamente provare dall’anno scorso – Above & Below, gestionale di piazzamento lavoratori con un sistema di esplorazione sotterranei con prove da superare a mo’ di lirbo game – e gli ho fatto la posta provando qualche filler con le dimostratrici (i veloci Splah! e Grabolo), mentre gli altri si sono lanciati in un veloce 13 indizi (un Cluedo più bellino). Il tempo di una mezza partita (4 turni su 7, durata comunque 40 minuti con spiegazione), e via a rincontrarmi con gli altri per provare qualche altro gioco.
Passiamo alla Cranio Creations e ci buttiamo su Insoliti Sospetti, party game che ricorda vagamente Indovina chi (molto vagamente), ma caciarone e coinvolgente al punto giusto per farci 4 risate con una famiglia capitata lì per caso, e proseguiamo fino alla Uplay, dove chiedo alle dimostratrici (quasi tutte ragazze, chissà perché?) un gioco per sei e ci consigliano Isle of Skye, gioco di piazzamento tessere alla Carcassonne che si rivelerà la sorpresa della giornata!

Si è fatta già l’una e mezza (cosa?!?) e mangiamo al volo sulle classiche scalette appena fuori dai padiglioni, per riprendere il giro. Ci dividiamo: i ragazzi di Mercato vogliono provare qualche gioco che hanno visto, io – con Dade e Dinho – mi concedo un giro per vedere il resto della fiera (mancavano ancora i padiglioni B, C, F…) e fare commissioni: colori GW per Mauro e Teo (molti erano finiti perché c’era solo uno stand che li vendeva a 3€ anziché 3,3/3,8€) e poi al Magic Store a vendere per Mauro (alla fine 37€ + 6€ da un altro negozio) e provare a piazzare la mia collezione completa di Future Sight (su internet valutata 280€, ma che ero disposto a dare per 200€ cash), prontamente rifiutata perché “non interessano collezioni complete”… sigh!
Nell’ultimo giro – nel quale siamo andati a trovare le amiche dell’Ale, morosa di Dade, i cui rispettivi ragazzi stanno per lanciare un gioco su Kickstarter: Elo Darkness (!) – ci scappa una partita a Karuba, giochino semplice e veloce della Haba basato su piazzamento tessere per formare un percorso e spostare i propri avventurieri alla base.
Sono le 16.30 e ci raduniamo per i soliti acquisti finali prima della partenza (alla fine solo Manuel porterà a casa Isle of Skye), mentre noialtri, in tempo di austerity, abbiamo gloriosamente tutti resistito! Partenza alle 17.30, passaggio di nuovo a Bologna, e alle 19 siamo a Cesena, dove lasciamo Dade e Dinho. Ritorno a casa precisi per le 19.30, in tempo per fare la doccia ai figli e cenare, prima di metterli a letto e riordinare le idee sulla bella giornata scrivendo una recensione “catartica”.

Impressioni
Organizzazione logistica: Modena si rinnova, alla luce delle 33.000 (!!) presenze dell’anno scorso, dedicando tutto il padiglione A alle case editrici, con tavoli dimostrativi e negozio; il pad. B – storicamente relegato ai giochi in legno, spazio famiglie, warhammer 3D e pittura – viene adibito totalmente all’area prestito gestita dalla Tana dei Goblin e Tre Emme (l’associazione “madre” della manifestazione) e ai negozi privati, mantenendo gli spazi per i 3D, con tanto di pittori, e per i GDR. Ridimensionatissimi invece gli altri aspetti “storici” della manifestazione: giochi in legno relegati in un tendone adibito ad area babysitteraggio (squallido…); videogiochi (finalmente) limitati; cosplayer (e manifestazioni e negozi annessi e connessi) praticamente assenti (ne avrò contati una decina, e pure scrausi…); Star Wars ridotto ad uno stand piccolino (in realtà il grosso era nella sfilata delle 15 per le vie centrali di Modena); wargames storici sempre più ristretti nel budello di passaggio tra A e C. Peccato per l’area autoproduzione, legata più strettamente ai giochi da tavolo, ma ghettizzata in quest’ultimo padiglione: un po’ pesce fuor d’acqua…
Sono convinto poi che con questi numeri arriveranno ad aprire la fiera dal venerdì (anche perché bagni  e bar non riescono a gestire una congestione del genere), anche se non saprei dire se l'eliminazione di tutta quella fascia "nerd" di contorno al mondo dei giochi (cosplayers in primis) ne abbia giovato in termini di numeri (e gnoccaggine...); sicuramente in termini di vivibilità (anche se a detta dei miei amici sabato era molto affollato).

Acquisti
Pago degli acquisti fatti tramite mandante sabato – Descent 2 (inglese ma totalmente italianizzato) a 30€ e Heroscape scambiato per 3 manuali lozzi di D&D (Manuale del Giocatore 3.0, Manuale delle Miniature e Trappole & Tranelli) – e complici gli sconti inesistenti se non ridicoli dei negozi (2x1 su titoli minori alla Uplay e alla Da Vinci, 3x2 alla Cranio, 15-20% nei negozi privati ma con prezzi di partenza maggiorati…), sono riuscito a trattenermi benissimo dal non acquistare nulla!
Considerazioni finali

Sempre bella la Play! Avevo pensato a spostamenti tattici per provare quei 6-7 giochi che mi interessavano, ottimizzando i tempi e soprattutto sfruttando i momenti meno intasati per sedersi ai tavoli (dopo i primi anni in cui prima giravo la fiera e poi provavo a vedere se c’era qualche gioco che avrebbe potuto interessarmi, ovviamente partendo totalmente ignaro da casa…), ma poi è stato bello lasciare spazio all’improvvisazione del gruppo, seguendo le varie esigenze e i vari umori. Per 11€ direi che è tanta roba (noi ci siamo stati 8 ore!!!), e dividendo metano e autostrada si sta comunque sotto i 20€ totali. M’è venuta voglia di venirci in camper da sabato pomeriggio… peccato che dovrò fare i conti col 4° figlio, in attesa che crescano anche loro (anche se poi i prezzi aumenteranno…)!