mercoledì 8 agosto 2018

Nargrundi & i new trolls



Avevano finalmente deciso di esplorare la zona a sud-est, alla ricerca della torre nanica indicata sulla vecchia mappa. Dopo diversi giorni in giro per le colline dapprima boscose, e poi brulle, Walker notò un passaggio nascosto che si inerpicava  sul fianco di una regina rocciosa. Un esile sentiero in salita si snodava lungo la collina, formata da un’erta rupe da un lato e da un ripido pendio dall’altro. Giunto in cima alla collina, il sentiero correva lungo un ampio costone fino al punto in cui l’angolo di un consunto edificio di pietra sporgeva a fianco della collina.
Sul fianco della struttura perfettamente integrata nell’altura, alcune feritoie lunghe e strette vigilavano sull’ingresso, costituito da una porta di pietra bloccata semidistrutta sui cardini. L’urlo di una vedetta dall’alto e l’arrivo di grossi massi sullo stretto passaggio li convinsero velocemente ad entrare. All’ingresso due troll stavano di guardia e quando i quattro eroi entrarono, un terzo troll con un segugio troll – degli orrendi mastini bitorzoluti a metà tra un troll e un cane immondo – arrivarono a dare man forte, così come un quarto troll di vedetta. Nonostante i giganti menassero possenti fendenti, il gruppo riuscì ad avere la meglio, sebbene fu costretto ad utilizzare subito diverse risorse per guarirsi.
Equipaggiatisi con le luci magiche, decisero di esplorare la torre che sembrava addentrarsi nelle viscere della collina. Ad ovest e a sud due scalinate conducevano verso stanze buie e misteriose. Da entrambe i varchi usciva un fetore nauseabondo, ma se da sud l’odore era quello di latrina, da ovest si sentiva odore di morte e putrefazione. Walker e Uriel andarono ad esplorare la torre che saliva per 30 metri, lungo ripidi scalini addossati alla parete. Nella sommità una botola conduceva al piano di guardia, che sporgeva di soli 9 metri dalla sommità della collina. Nel frattempo Kastaghir si era avventurato sulla scale ad ovest. Nessun rumore sembrava provenire nemmeno da lì.

Salendo notarono subito il grosso tavolo di pietra al centro della stanza con una figura umanoide smembrata distesa sopra. Fu Kastaghir a riconoscere le fatture di un halfling, in quello che ad un primo sguardo era apparso come il corpo di un bambino, decapitato e terribilmente sventrato. Le pareti erano decorate con antichi bassorilievi rovinati e vandalizzati da rozzi graffiti in vari linguaggi, evidente opera dei troll e forse di precedenti abitanti abusivi. La torre infatti era apparsa da subito al ranger di chiara fattura nanica per la precisione e l’uniformità delle pareti, dei pavimenti e dei soffitti alti 4 metri e mezzo, in pietra lavorata. Un brusio proveniva dal passaggio che si apriva a nord, come uno strano grugnito, mentre dall’apertura a sud nessun rumore.
Grimlock incominciò ad ispezionare il primo, seguito da Uriel, ma appena notarono tre grossi mastini troll si allontanarono per bersagliarli con le frecce, desistendo appena si accorsero che erano attaccati alla parete di fondo della piccola stanza con tre grosse catene, e lasciando il nano – appena sopraggiunto – in corpo a corpo a finire le bestie. Intanto il chierico si era spinto ad esplorare la stanza a sud, scoprendo un piccolo magazzino pieno del materiale più disparato. Sulla parete di fronte a lui, però, si apriva un passaggio scavato direttamente nella roccia, e quindi presumibilmente successivo all’epoca della costruzione del presidio nanico. Spinto da una curiosità quasi innaturale e fin troppo sicuro di sé, decise di proseguire nonostante Uriel e Grimlock fossero ancora nella stanza centrale, e Walker stesse ancora combattendo da solo i mastini.

Subito davanti a lui si apriva un altro bivio. Sia a sud che a nord il corridoio sembrava sfociare in spazi più ampi. Aspettati i due compagni più vicini, decisero di esplorare il passaggio nord, scoprendo una stanza usata come dormitorio. La stanza era disseminata di una mezza dozzina di cumuli fatti di rami, foglie e puzzolenti pelli non conciate, segno della natura animalesca dei troll. Tre esemplari stavano dormendo e non fecero in tempo ad accorgersi degli intrusi, che si ritrovarono addosso il guerriero ed il barbaro che, con l’aiuto del nano sopraggiunto alla fine, riuscirono ad avere facilmente la meglio. Avevano notato che i troll non erano particolarmente abili nel combattimento, ma restavano comunque nemici molto pericolosi: bastava un artigliata o un morso per infliggere diverse ferite. Kastaghir nel mentre era tornato sui suoi passi per esplorare il passaggio a sud, ma arrivato sulla soglia di quella che sembrava una stanza molto ampia dal cui soffitto pendevano diverse stalagmiti, rimase sorpreso di vedere quello che gli appariva come un enorme troll ma con due teste, che gli si rivolsero grugnendo minacce in un misto di stupore e ira, parlandosi l’un l’altra in terza persona col nome di Nargrundi. Se fosse entrato qualche secondo prima il gruppo sarebbe stato preso in mezzo a due fuochi!

Invece i tre combattenti, avvertiti dal chierico, si stavano riorganizzando nel dormitorio aspettando l’ingresso del grosso troll, che dapprima esitò, ma poi, spinto dall’ira per l’intrusione immotivata,  si spinse  al centro della stanza cercando di bloccare il passaggio al gruppo. Non pago delle sue scorribande, Kastaghir intanto stava pensando di curiosare nel corridoio che si apriva nella parete nord, ma il gruppo, vista la mole del nemico e considerate le forze a disposizione, decise di scappare verso l’uscita passando a fianco del mostro prima che fosse troppo tardi. Grimlock, Walker e kastaghir riuscirono a schivare gli attacchi possenti del troll, ma Uriel fu colpito riuscendo comunque a sorpassare l’enorme figura. Inspiegabilmente però – o forse per coprire eroicamente la fuga dei compagni – rimase l’ultimo ed il troll non ci pensò due volte a sfogare tutta la sua ira sull’unico bersaglio rimasto, riducendo il mezzelfo in fin di vita. Vistosi quasi morire, anche Uriel si dette alla fuga, prestando il fianco all’ultimo terribile colpo del mostro; un colpo del genere avrebbe buttato a terra anche il più resistente dei guerrieri, ma il mezzelfo poteva confidare nel suo vigore naturale appreso in tanti anni di dure battaglie. Rimase per ultimo Kastaghir che provò a rallentare l’inseguimento con una foschia occultante. Non bastò però per far sopraggiungere alle sue spalle il troll, che ora proiettava la sua temibile ombra sul corpo del chierico, che tentò di trovare rifugio nella grande stanza centrale.

Mostrando un’arguzia particolare per i troll, Nargrundi superò il chierico e si piazzo proprio in cima alle scale dietro Grimlock e Uriel, bloccando così anche il passaggio a Kastaghir. Uriel provò a fuggire, e venne ancora una volta colpito, mentre Grimlock rimase coraggiosamente indietro per aspettare il compagno bloccato nella stanza. Tentando il tutto per tutto, Kastaghir lanciò sul grosso troll l’incantesimo di comando: fuga, ed il bestione, in maniera del tutto inaspettata, si allontanò dal chierico il più possibile. Purtroppo però – nella concitazione della fuga – il chierico non aveva calcolato che la direzione opposta alla sua conduceva direttamente all’uscita della torre, dove avevano trovato già riparo Walker e Uriel! Il primo si appiattì dietro l’angolo della struttura e poi provò a scalare la roccia, mentre il secondo provò a calarsi giù dal dirupo, ma venne raggiunto dall’ennesimo colpo del troll, che però fu fatale, facendo cadere il corpo esanime del mezzelfo nella scarpata ai piedi dell’ingresso.
Nel frattempo Kastaghir e Grimlock avevano deciso di nascondersi nella torre, dapprima sotto lo tserco delle latrine, poi – più intelligentemente – salendo le scale, sebbene nessuno dei due sapeva dove portassero. Il troll, rientrato, impiegò alcuni secondi per cercare di capire dove si fossero nascosti gli intrusi, ma poi un movimento brusco del barbaro, lo attirò nella torre. Walker, che stava seguendo la scena da una feritoia sul fianco della prima stanza, nel disperato tentativo di aiutare gli amici, urlo loro di salire e di calarsi giù dalla cima. Le scale, molto strette per la mole del troll, gli impedivano di salire velocemente, e così i due compagni riuscirono a raggiungere la botola che dava sul tetto: mentre il barbaro legava una corda per calarsi, il chierico – in un ultimo tentativo di rallentare il mostruoso inseguitore – sparse una fiasca d’olio sugli ultimi gradini e gli diede fuoco. Poi si calarono sulla cima della collina e Grimlock riuscì a trovare un possibile percorso per scendere il fianco roccioso.
Ora erano divisi e di Uriel non sapevano cosa ne fosse stato, sebbene tutti ne intuissero il triste fato. La torre non era stata espugnata.