venerdì 21 gennaio 2022

Cercando orchi...


Scappati fortunosamente dal drago a Thundertree, il gruppo tornò a Phandalin. Dato che i marchi rossi sembravano troppo forti da sconfiggere per ora, non rimaneva che andare alla ricerca dei nani e di Iarno dagli orchi, lungo la pista Triboar a nord-est. I due giorni di cammino lungo la pista scorsero tranquilli; da quando la zona aveva ripreso una certa vitalità non era raro incontrare mercanti da Yartar o tracce di cacciatori e minatori che si inoltravano in piste verso la foresta o verso le colline, nonostante la zona fosse pericolosa per via dei pelleverde ancora presenti. Rael sarebbe però rimasto in paese, colto da un lieve malore (ogni riferimento a fatti o nomi accaduti è puramente casuale. ndM).

Arrivati a Baccalauro, un minuscolo paese abbandonato lungo la pista principale che sembrava aver avuto un passato florido come stazione di posta prima delle montagne a est, videro i segni evidenti di due sentieri che si inoltravano uno a nord e l’altro a sud. Da questa parte, a circa una trentina di chilometri, spiccava una collina più alta, dalle pareti ripide. Dalle descrizioni ricevute da Harbin Wester si trattava chiaramente di Tor della Viverna, un tempo nido e luogo di caccia di un gruppo di viverne che erano però state sconfitte da eroi in un passato non del tutto dimenticato. Di tracce di orchi però, neanche l’ombra...

Si diressero verso sud, decidendo di accamparsi a lato della pista che lentamente risaliva il fondovalle tra le colline. L’aria risultava inaspettatamente fredda per una notte di primavera, ma decisero di non accendere fuochi per non attirare l’attenzione di eventuali abitanti della zona. Sul fare dell’alba però, durante il turno di guardia di Oban Kai, Ashur, appena sveglio per fare compagnia al guerriero, venne colpito da uno di due giavellotti scagliati dalla boscaglia. I due non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto dell’accaduto che due orchi furono su di loro. Anche Oxyouranus si era svegliato per il trambusto e preso lo scudo si era diretto verso l’orco su Ashur, scagliandogli un dardo infuocato. Ashur, ferito, colse l’occasione per allontanarsi dal combattimento, e così fece anche Oban Kai, che con due fendenti ben assestati aveva eliminato l’orco su di lui e si era allontanato per studiare la situazione. Oxyouranus, rimasto solo con l’orco rimasto vivo, cadde sotto un colpo ben assestato della sua ascia bipenne, il quale rivolse la sua ira verso Ashur. Una serie di colpi ben assestati del monaco però lo mandò a terra, ma non c’era tempo da perdere: il compagno draconide era svenuto e andava guarito. L’elfo decise allora di utilizzare l’ultima pozione di guarigione in loro possesso per il compagno, prima di concedersi un’altra ora per riprendersi dalle ferite. Decisero poi di ripartire verso sud, costeggiando la pista; Oban Kai aveva notato che anche gli orchi si erano sapientemente mossi in questa maniera e pateva il modo migliore per evitare di lasciare tracce.

Poco prima di mezzogiorno incrociarono da lontano le rovine di quella che doveva essere stata una torre di avvistamento. Decisero di avvicinarsi con cautela nascosti nella vegetazione, temendo la presenza degli orchi e mentre l’elfo li guidava tra la boscaglia il chierico ebbe modo di guardare la struttura con più attenzione. Le mura che un tempo dovevano aver circondato il cortile all’interno della quale sorgeva la torre erano praticamente sbriciolate, lasciando intravedere una tenda da campo di un rosso sgargiante piantata all’interno; della torre era rimasto solo un rudere.


Oban Kai avrebbe voluto proseguire, ma il chierico ed il monaco avevano paura di chiudersi la via di fuga e così Ashur propose di andare a dare un'occhiata travestito da orco, grazie alla sua borsa dei trucchi. Si cosparse la faccia di un colore verde-brunastro e indossò l'armatura di pelle che aveva preso dai corpi degli orchi, prima di nasconderli alla vista. Con Oxyouranus avevano poi escogitato un piano: il draconide avrebbe fatto finta di essere un suo prigioniero ed il monaco l'avrebbe inseguito strattonandolo; nessuno dei due comprendeva l'orchesco, ma almeno sarebbero potuti arrivare in prossimità della tenda per capire come era fatto l'avamposto. L'elfo intanto li avrebbe seguiti con lo sguardo rimanendo nascosto nella boscaglia, fino a che non avessero raggiunto la sommità della lenta salita che portava alla torre. Man mano che i due salivano notarono che il luogo era tranquillo. Le rovine erano deserte, e in mezzo al cortile si trovava un pozzo tenuto in buono stato a qualche metro dalla tenda. La torre invece si trovava sulla destra, a una dozzina di metri ed versava chiaramente in pessimo stato. Si diressero verso la tenda, ma appena si avvicinarono un gruppo di nove zombie sbucò dalle rovine della torre avanzando lentamente verso di loro. Ashur ebbe il tempo di raggiungere la tenda per affacciarsi dentro, dove vide un umano corpulento di spalle, vestito con un lungo abito color porpora e un tatuaggio nella testa rasata, mentre il chierico aveva già sfoderato il suo simbolo sacro scacciando sette zombie. Intanto Oban Kai aveva deciso di seguire furtivamente i compagni giunti alla sommità della salita, cercando di rimanere coperto dalle rocce lungo le pareti laterali, ma quando arrivò in cima l'uomo era già uscito dalla tenda e si stava rivolgendo ai due intrusi: "Ma...che succede? Chi siete e cosa volete da me?". I due compagni dichiararono le loro intenzioni e l'uomo, vestito molto elegantemente, bloccò gli zombie pronunciando una formula in un linguaggio incomprensibile. Poi si presentò come Hamun Kost, un ricercatore che proveniva da lontano e si era stanziato in quel luogo per esplorare la zona. Oxyouranus intuì dal suo tagliare corto che l'uomo non voleva rivelare di più sul suo conto, ma anche lui conosceva il pericolo degli orchi stanziati a Tor della Viverna, e disse che sarebbe stato disposto a ricompensare il gruppo se avessero debellato l'area dai razziatori pelleverde. Purtroppo non aveva altre informazioni, perché la presenza degli zombie li aveva sempre tenuti alla larga da lì, ma si ricordava di aver sentito una volta alcuni orchi parlare di un ogre presente tra le loro fila.

In realtà aveva anche un altro lavoretto da far sbrigare loro se avessero voluto, aveva bisogno di un'informazione da chiedere a qualcuno nel bosco al di là di Baccalauro, ma si trattava di un compito meno urgente (anche se questo gli avrebbe effettivamente consentito di andarsene da quel luogo).

Non rimaneva che proseguire verso sud. Verso le 17-18 sarebbero riusciti ad arrivare alle pendici di Tor della Viverna.

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