lunedì 29 aprile 2019

Cap. 6 - Il ritrovamento



Nimrod si offrì per fare il primo turno di guardia; lui e Elion potevano sfruttare il loro retaggio elfico per riposare in trance rimanendo vigili, in questo modo Erkhelm e Halbarad si sarebbero potuti riposare. Il vagare a vuoto degli ultimi giorni li aveva fiaccati ed erano stati costretti ad attingere alle loro ultime risorse per rimanere in forze.
Nel bel mezzo della notte sentì il rintocco ovattato di una campana, come se provenisse da lontano. Per quanto fisse strano a quell’ora e in quel luogo, si sentiva come ammaliato da quel suono. Svegliò i compagni e si accorse che su di loro lo strano effetto era ancora più forte, tanto da rimanere irretiti dal suono della campana. Nonostante Nimrod provasse a scuoterli dalla malia che li aveva colti, i tre compagni si stavano dirigendo verso l’oscura fonte del suono, immergendosi nelle acque gelide della palude, finché scomparvero sott’acqua.
Preso dal panico anche l’elfo si immerse e notò a tastoni un angusto anfratto che creava un passaggio; lo seguì e scoprì con stupore che dopo pochi metri il tunnel sommerso conduceva in una stanza che doveva essere appartenuta ad una struttura più grande molto tempo prima. I tre compagni giacevano come svenuti sul pavimento umido ma una volta svegliati non ricordavano nulla. Ripresisi esaminarono la stanza, e Erkhelm notò chiazze di fango vicino all’unica porta presente. La piccola stanza conduceva ad un’altra molto più ampia, anch’essa umida ma stranamente intatta. Sulle pareti laterali si aprivano tre porte per lato ed in fondo era presente quello che doveva essere stato un camino.
Si divisero in due gruppi per velocizzare la ricerca dei nani ed incominciarono ad esplorare le porte. La prima sulla parete di sinistra si apriva su una galleria contorta scavata nella roccia: Halbarad e Nimrod avanzarono per diversi metri, ma dopo diverse curve decisero di rinunciare per andare a vedere le cosa si celasse dietro le altre porte.
Sulla parete di destra invece Elion ed Erkhelm trovarono un lungo corridoio caratterizzato da diverse ampie nicchie che non mostravano nessun segno né dei nani, né della loro funzione. Lo stesso tipo di corridoio venne ritrovato dietro alle altre quattro porte, ma prima di indagare sull’ultima porta a destra l’attenzione di tutti fu attirata dalla corda che penzolava in mezzo al camino. Elion infilò la testa nel comignolo ma non vide la fine della corda. Sentì in compenso una brezza gelida sul viso, segno che il comignolo usciva all’aperto, cosa confermata dagli escrementi e dalle piume nere alla base del camino.
Appurato che la corda era molto probabilmente legata alla campana che li aveva condotti lì, e che sarebbe stato meglio non toccarla, esaminarono l’ultima porta, diversa dalle altre. Sullo stipite la cornice era decorata, o almeno lo doveva essere in passato, e conduceva attraverso una corta scalinata ad una seconda porta. Erkhelm vide che questa porta era rinforzata da bande di spesso metallo ma mostrava sulla parte in legno diversi graffi fatti da grossi artigli.
Provò a bussare in maniera ritmica, sperando che qualche essere senziente potesse cogliere il segnale. Inaspettatamente una voce affaticata dall’altra parte chiese: “Chi siete?”. Dopo un primo momento di sorpresa, Erkhelm si presentò e sentì armeggiare dietro la porta. Quando si aprì la porta le figure dei due nani affamati ed esausti gli si pararono davanti. Erano riusciti finalmente a trovare Balin e Glòin, ma i nani li avvisarono di stare attenti alle Streghe di palude!
Velocemente si diressero verso la porta da cui erano entrati sorreggendo i nani che camminavano a stento, ma quando furono vicino all'uscita tre esseri ripugnanti dalla pelle viscida uscirono dalla porta che conduceva al tunnel scavato nella roccia e li attaccarono. Il combattimento fu rapido ma crudele, anche perché le streghe con i loro artigli afferravano le carni impedendo la fuga. I nani non potevano certo aiutare nel combattimento, ma nonostante la superiorità numerica Halbarad cadde in battaglia.
Sconfitte le tre creature si barricarono dietro la porta della prima stanza e cercarono di curare il compagno. Poi trattennero il fiato e si calarono in acqua riemergendo dopo pochi metri nel punto in cui erano entrati.
Decisero di allontanarsi dalla zona malsana e di ripartire per Esgaroth appena fosse spuntata l'alba.

Dopo otto giorni di viaggio la compagnia potè riattraccare nei porti sicuri della città sul lago, e venne accolta trionfalmente dalla popolazione (in particolare quella nanica) che aveva avuto notizie del loro ritorno dai passanti che li avevano intravisti già dal fiume. Ad aspettarli a bordo della grande nave dorata del Governatore (solitamente usata per gli incontri di rappresentanza) c'era Glòin che li salutò con un sorriso sfacciatamente felice, probabilmente mai così felice di vedere degli elfi. Non erano abituati a ricevere tanta attenzione e da personaggi così importanti, ma pregustavano già - più che la ricompensa promessa - un buon pasto caldo ed un morbido letto.

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