lunedì 6 novembre 2017

Stranger Things vs. La stanza profonda






                    vs.












Inauguriamo un nuovo Tag sperando di ampliare ancora di più il nostro pool di passioni condivise!

Cosa accomuna e cosa separare queste due opere entrate prepotentemente nel nostro immaginario comune dell'ultimo periodo?
Iniziamo da alcuni dati:

  • Entrambi mi sono piaciuti, anche se in maniera e in misura diversa.
  • Entrambi fanno del gioco di ruolo uno dei punti cardine della storia, anche se nel primo è utilizzato come "linguaggio" per interpretare la realtà da parte dei protagonisti, mentre il secondo ne è l'indiscusso protagonista.
  • Entrambi parlano dell'adolescenza, anche se il primo della primissima adolescenza, mentre il secondo di quella che già si affaccia all'età adulta.
  • Entrambi si svolgono in un contesto provinciale, anche se americano il primo, toscano il secondo.
Volendo continuare il giochino, si potrebbero trovare molte altre similitudini e differenze immagino, ma per me i punti di "collisione" (cioè di incontro/scontro) sono principalmente due:

  1. Entrambi mi riportano a quel tempo spensierato della giovinezza: tutte le citazioni (musicali, iconografiche, modaiole) di Strangers Things sulla vita negli anni '80 mi riporta a galla sempre ricordi nuovi su quel bellissimo periodo che è stata la mia infanzia (festa di Halloween mascherati da ghostbusters come alle elementari!); la descrizione precisa che fa Santoni del pre-, durante e post- sessioni di gioco ha rievocato invece tutte le serate passate a giocare assieme in quel periodo bello ma complicato della tarda adolescenza che abbiamo trascorso nella seconda metà dei '90.
  2. Ho notato però una grande differenza, che l'articolo che vi metto in calce mi ha aiutato a chiarire (sebbene sia un po' troppo disfattista nei confronti del libro). Se nella fiction di Netflix infatti potremmo dire la vera protagonista di tutta la serie è l'amicizia, nel libro di Santoni non ne ho trovata una degna espressione. Oh, magari ha raccontato la sua esperienza che è stata sostanzialmente quella, ma alla fine del libro ho sentito come se fosse mancato qualcosa (stessa sensazione che ho provato alla fine di "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", anche se questo mi ha fatto proprio cagare, alla faccia del libro "generazionale"). Non so, forse non mi ci sono semplicemente riconosciuto in pieno, ma mi pare che il libro sarebbe stato molto più completo e profondo se avesse sviscerato alcuni punti fondamentali: possibile che il rapporto tra quei ragazzi si riducesse solo al giocare assieme? Possibile che al ritorno dopo tanti anni nel proprio paese l'incontro con una persona che è stata uno dei tuoi migliori amici - a detta del romanzo stesso - si riduca a dei goffi convenevoli? Che ne è stato del rapporto tra loro e come è evoluto nel tempo? Mi sarebbe piaciuta molto una riflessione su queste tematiche, anche semplicemente come una presa di coscienza che quei rapporti probabilmente non erano rimasti così solidi proprio perché erano uniti solo da un luogo ed un'ora.

Questa riflessione mi è venuta proprio alla luce di quello che ci siamo detti in questi ultimi anni, E cioè che magari anche per noi gli inizi sono stati così, ma poi ci siamo resi conto che giocare assieme era uno strumento per far crescere l'amicizia, e non il contenuto della stessa.
Ecco, è proprio questo che invece riconosco in Strangers Things, sebbene il romanzo mi sia comunque piaciuto; vedo in questo telefilm una maggiore corrispondenza con la mia storia, che in fondo è la nostra storia.

Che dire, viva i revival, viva D&D!!!

Dalla pagina Facebook di Matteo “Curte” Cortini

Finito! Considerazioni finali? Non mi è piaciuto per nulla!
So che questo libro sta piacendo molto nell'ambiente del gdr, leggo apprezzamenti e recensioni entusiasmanti, le stesse che mi hanno spinto a entrare in libreria per uscirne col libro stretto in mano e un groppo alla gola "finalmente un libro che parla di gdr da dentro, finalmente qualcuno che sa scrivere e che spiegherà la magia del nostro incompreso mondo anche a chi -da fuori- ci ha sempre visti come -quelli strani-" ero pronto a unirmi al coro dei fan e l'ho fatto con i miei primi post sull'argomento ma ... scusate, non mi lego a questa schiera: morrò pecora nera...

S P O I L E R
Santoni racconta la sua vita, forse, più o meno, dipingendo cose normali solo nelle primissime pagine (le elementari)... poi bo... parte il delirio di un "Master che come un calamita non può che respingere gli altri Master fin quando non riconoscono la sua Autorità", gente immersa in una solitudine profondissima che non gioca per anni e anni nei quali non ha alternative, non crea legami e continua a progettare regolamenti e campagne a vuoto, che gioca saltuariamente con persone sconosciute pur di stare al tavolo, che ammette di non conoscere nessuno dei suoi giocatori... mai una pizza insieme, mai un discorso "extra gdr". 
Mai un amico. Solo gente fissata col giocare a tutti i costi.

Gente... la gente del gdr descritta in questo libro è degna del freak show: emarginati, sudaticci, vestiti da idioti, drogati, spacciatori... ma davvero per lui era necessario frequentare certa gente per giocare? O semplicemente si é adagiato sul facile luogo comune che il gdr é x "spostati"?
Alla carrellata di "tutto il peggio del gdr" (operazione che l'autore compie, colpevolizzando i media di un tempo di compiere lo stesso) dedica anche una parte alla storia del ragazzo suicidatosi per "la morte del suo Personaggio" ... che se prima della lettura ho sempre creduto non dipendesse dall'ambiente del gdr... ora... bah... ma è possibile che un gruppo di persone che gioca allo stesso tavolo sappia della morte di uno che giocava con loro e si preoccupi quasi unicamente DI DIFENDERE IL LORO SANCTA SANCTORUM? Ma quanta freddezza c'era nei rapporti stretti attorno a quel tavolo? Ovvio che nessuno si toglie la vita per un brutto voto, un pg ucciso, una partita persa o un 2 di picche... ma le reazioni dei compagni di gioco sono allucinanti... persino divise tra chi gioca di più, che può prendere parola, e chi gioca di meno, che deve stare zitto e basta perchè non è "del Circolo Interno"? bo, va beh.

Una spolveratina di satanismo ce la mettiamo? 

Ma certo, infatti andiamo avanti e arriviamo alla partita col fantasma di Gary Gigax, che ovviamente gioca peggio di loro... perché è un Master di cui Santoni non riconosce l'autorità, evidentemente.
Finiamo i luoghi comuni che hanno sempre voluto dipingere i giocatori come una setta, con l'irruzione dei Carabinieri a casa del Master per una retata in cui sfondano le porte e trascinano tutti in commissariato... ma davvero?!?
Boh, un libro scritto in una faticosissima e inutile seconda persona, che riporta in auge tutto il peggio del mondo del gdr per ridarlo in pasto ai babbani che non devono neppure fare lo sforzo di capirlo: sapevano già tutto. Ogni stereotipo è confermato, ogni distorsione è portata a esempio di normalità (come il gdr perfetto dell'autore che ha schede del Personaggio di 7 o 8 pagine spillate insieme).
Salvo le ultime 2 pagine sulla storia del gdr, carine, non capisco perché unirci poi quella di Ultima on-line... per i numeri? Bah!
Sinceramente... se non sapessi cosa sono i gdr e leggessi questo libro, impedirei ai miei figli di venirci a contatto.
Questo è il libro di un aviatore che invece di raccontare l'estasi del volo, o l'impegno che serve a pilotare, indugia solo sui morti che causa lo schianto di un veicolo. E innalza l'incidente a condizione normale del viaggio aereo.
Grazie al cielo il mondo dei gdr che ho conosciuto io è diverso, nonostante sia praticamente coetaneo dell'autore e abitassi anch'io la terribile provincia di Firenze.. oooohoooh! Terribile! Cita anche amici comuni eh! Quindi ero a un passo dal baratro? O quel baratro è un tantino esagerato? 
Frequentavamo gli stessi negozi e la stessa periferia, e ho fatto scuole peggiori, agraria, in cui gente indurita sfoderava coltelli per stabilire chi avrebbe avuto il banco nascosto al compito in classe... eppure il gdr mi ha permesso di incontrare persone fantastiche, di stringere e consolidare amicizie e vivere grandi avventure nel sogno condiviso e fuori, nel mondo reale, che non è mai stato un ostacolo alla nostra passione.
E per fortuna le persone che incontro alle fiere, alle giornate demo o virtualmente su questa e altre piattaforme, sono diverse e vivono l'amore, e non l'orrore, del giocare di ruolo!

Che ne pensate?

3 commenti:

mauro ha detto...

Beh, mi sembra che l'autore del commento non abbia neppure fatto lo sforzo di capire che è un libro di narrativa, non un report da fanzine. Santoni è uno scrittore, con enormi pregi riconosciuti da molti critici, il fatto che parli di gdr è puramente marginale, così come l'ambientazione di periferia; non è il senso di quello che vuole trasmettere.

Io credo, in due parole, che la stanza profonda sia simbolo dell'interiorità, di un volere creare un mondo proprio, inviolabile perchè di pura fantasia, rispetto ad un duro mondo fuori. Nessuno prima di Santoni aveva usato come scusa per raccontare questa interiorità il gdr.

Marco Franzo ha detto...

Infatti concordo, e mi pare che la metafora del rifugio interiore sia abbastanza esplicita. Peccato che non ne abbia approfondito le "conseguenze pratiche", cioè cosa comporta la (ri)scoperta di questa stanza in termini di crescita personale e di relazioni. Oh, si fa per parlare, ovvio che è già un gran bel libro di per sé, ma mi ha lasciato appunto un "che" di incompiuto...

Marco Franzo ha detto...

Intanto ho appena finito di vedere la seconda stagione, e scrivo subito qualche commento a caldo (NO SPOILER), giusto per bilanciare il giudizio del post principale.

Partita benissimo si è persa nella seconda metà (sono 9 episodi in tutto), tra personaggi secondari piatti (quando non improbabili), trame scontate e sottotrame ruffiane. La cosa che però è mancata più di tutte, e che per me è fondamentale nel genere fantascientifico, è stata la coerenza interna: cioè ci deve essere una giustificazione credibile all'agire dei personaggi. Non dico più per non spoilerare, ma mi piacerebbe sapere anche il vostro parere (ovviamente questo è anche un invito a guardarvelo!).