
Dopo aver fatto un giretto per Rauvincross e dintorni, giusto per gli ultimi acquisti e per rendersi conto della situazione, i cinque compagni tornarono in locanda per sentire le informazioni che Nelba doveva aver trovato riguardo Sahbit. Nelba però non era riuscito a sapere niente di preciso: l'unica certezza era che nessuno aveva più visto l'elfo in città da quando questi si era addentrato nelle fogne seguendo la stessa mappa che era loro in possesso.
Dopo pranzo decisero che era giunto il momento di seguirne le tracce.
Verso le 2 si appostarono vicino alla grata fuori le mura (tipo albanesi la mattina in piazza - ndM) che lo gnomo gli aveva indicato come punto di accesso per i sotterranei, cercando di capire ogni quanto tempo sarebbe passata la ronda di guardia. Le guardie cittadine erano puntualissime nei loro sopralluoghi, ma fortunatamente avevano circa un'ora tra una ronda e l'altra.
Cominciarono cercando di rompere le sbarre, che però si rivelarono subito più dure del previsto.
Mentre Manion cercava di forzare col piede di porco Echoes corse allora in ferramenta a comprare un seghetto. Solo alle 5 riuscirono a calarsi giù dallo stretto buco, riattaccando le sbarre tagliate con una melassa apposita (da 50 MO).
Il passaggio era lungo e stretto, come un canale di scolo secondario, ma dopo una trentina di metri arrivarono nel primo snodo: una grande sala quadrata con tre tunnel che partivano dai restanti lati. La mappa di Nelba parlava chiaro, sempre dritto, ma c'era da attraversare il liquame nauseabondo. Manion saltò per primo con una grazia ed una leggiadria da far invidia al più gay dei ballerini elfi; poi toccò a Echoes, ma il chierico - un po' appesantito dal pranzo a base di peperoni ripieni di strutto - finì nelle brune acque fino al collo e dovette raggiungere a piedi l'altra sponda; intanto Khoril, che si era caricato Tiff a mo' di zainetto invicta, aveva agilmente raggiunto l'altra sponda: nel poderoso salto le sue gambe svolazzarono come un mantello al vento; fu il turno di Lyin, che non ebbe problemi ad attraversare lil rivo.
Il tunnel proseguiva buio e silenzioso; in sottofondo il lento scorrere dell'acqua verso il centro del putrido dedalo. Nessun segno delle creature di cui aveva accennato Nelba, nessun coccodrillo, ratto, umber-hulk, solo qualche ragnatela all'ingresso di un tunnel secondario.
Dopo aver attraversato qualche altro tratto - puntualmente fatto a nuoto dal chierico - arrivarono finalmente nella zona dove la Trama non era soppressa, e si prepararono al probabile incontro col gauth.
Avevano appena fatto i primi metri il più velocemente possibile verso l'ingresso del palazzo di Bellerofonte, che subito la sfera di invisibilità lanciata da Tiff venne dissolta. Il gauth era alle loro spalle. La prima raffica di raggi oculari colpì in modo sparso senza procurare seri danni: solo Echoes, affaticato da uno dei raggi, rischiava di rimanere indietro rispetto al gruppo che ora stava scappando il più velocemente possibile verso il tunnel, ma riuscì a liberarsene il turno dopo con una dissoluzione mirata mentre Lyin, aspettandolo, aveva lanciato luci danzanti per facilitare la fuga. In breve tempo riuscirono a raggiungere l'estremità del condotto. Manion intanto, arrivato per primo, aveva già individuato il passaggio, che aveva scoperto essere chiuso con un indovinello: "Sono nel pericolo ma non nella luce. Abito nell'oscurità ma non nella malvagità. Cosa sono?". Mentre pensavano alla soluzione si prepararono ad affrontare il mostro che li stava raggiungendo.
Dopo uno scambio di raggi oculari e di salve di frecce e dardi magici il gauth sembrò ritirarsi e concesse agli eroi il tempo per riflettere. Intanto Tiff aveva evocato un servitore inosservato per iniziare a segare le sbarre (da qui soprannominato "segatore inosservato"), che presto venne però impiegato per premere le lettere dell'afabeto che sopra la grata bloccata. Iniziò a digitare le prime due lettere della parola "segreto" quando Tiff lo fermò. Il gauth stava tornando e non c'era tempo da perdere in tentativi inutili.
Ecco però che, proprio quando il gauth incominciò a guadagnare oscurità all'incantesimo di luce del chierico, a qualcuno venne l'idea: "E se la risposta fosse una lettera?".
Mentre l'imboccatura del tunnel stava tornando lentamente ma inesorabilmente buia, toccò al servitore inosservato digitare la lettera "R".
La grata si alzò facendo passare i cinque compagni in un tunnel molto simile a quello da cui erano partiti, lasciandosi il mostro aberrante alle spalle. Il servitore scomparì: la Trama era di nuovo svanita.