martedì 10 febbraio 2015

CAERID LOCK


Esaminando attentamente la mappa sapevano che quella era l'unica possibilità per entrare, quindi si fecero forza ed in formazione serrata sulla difensiva si fecero avanti verso l'ingresso ovest. Come si aspettavano, appena furono sull'entrata, sorsero dal terreno gli scheletri che li circondarono pronti ad attaccarli. La lotta fu aspra e sanguinosa. Gli scheletri sembravano quasi non sentire i colpi inflitti con le armi da taglio o appuntite e sembravano più coriacei del previsto, soprattutto i 2 "campioni" che combattevano con una corazza di piastre, uno scudo grande di metallo e una spada lunga. Dopo qualche esitazione su come utilizzare la propria energia incanalata, il chierico Kyras decise di curare gli amici piuttosto che infliggere danni ai non morti, così la battaglia si prolungò per qualche tempo e rischiava di volgere al peggio per gli avventurieri, soprattutto dopo che l'alchimista colpì le creature con una bomba infuocata: uno scheletro venne distrutto, mentre i 2 campioni si "infuocarono", quasi come se non bruciassero ma bensì producessero fuoco essi stessi! Ogni colpo che infliggevano causava danni da bruciatura, ed ogni essere a contatto con loro prendeva fuoco! Ma uno ad uno gli scheletri più piccoli caddero, e Kimson riuscì ad assestare qualche buon colpo anche sulla minaccia principale, supportato d Lupus. Così alla fine riuscirono a sconfiggere i temibili costrutti non morti. Oltrepassarono le porte scardinate e la saracinesca e laggiù trovarono Caerid Lock, sepolto dai cadaveri dei suoi sottoposti, che con un filo di voce rantolava aggrappato alla speranza. Era il capitano della Guardia. Snello e di carnagione scura, Caerid Lock aveva uno sguardo inquieto e la faccia segnata dalle preoccupazioni. I lineamenti del viso erano quelli caratteristici degli Elfi: sopracciglia che ai lati si inarcavano verso l’alto, orecchie a punta, faccia così stretta da sembrare scarna. Vestiva di grigio come gli altri soldati, ma la torcia ricamata sul suo petto era impugnata da una mano e sulle spalle aveva delle barre rosse. Portava i capelli e la barba molto corti, e in entrambi si scorgeva qualche filo grigio. Era uno dei pochi che fossero rimasti amici di Bremen quando era stato bandito dal Consiglio. Comandava la Guardia da più di quindici anni, e non c’era persona più adatta di lui per quell’incarico. Proveniva dal corpo dei Cacciatori degli Elfi, aveva passato l’intera vita sotto le armi ed era un soldato di grande competenza: i Druidi avevano scelto bene, nell’affidargli la propria difesa. E soprattutto, dal punto di vista di Bremen, era un uomo a cui avrebbero dato ascolto, se avesse rivolto loro una richiesta. Il Capitano elfico era appoggiato con la schiena contro la porta della torre di guardia, aveva la faccia sporca di sangue raggrumato e secco, il corpo trafitto e squarciato da una decina di ferite. Ma era ancora vivo. Aprì le palpebre e mosse le labbra. Appena Azael lo riconobbe gli si avvicinò, mentre Kyras cercava di curarlo. “Caerid dice che Paranor è stato tradito dall’interno, di notte, mentre tutti dormivano. I responsabili sono tre Druidi. Sono morti tutti, meno quei tre. Il Signore degli Inganni li ha lasciati qui perché si occupassero di noi. Sono nel castello, da qualche parte. Caerid è riuscito a trascinarsi fin qui, ma non è riuscito ad andare oltre.” Dopo questo sforzo Caerid svenne, e solo l'uso di una panacea da parte dell'alchimista lo fece rinvenire. Subito l'elfo si riprese bevendo una delle sue pozioni di guarigione (l'altra l'aveva presa il chierico) e con fare risoluto si preparò a condurre il gruppo all'interno della fortezza. Polvere e minuscoli frammenti gli colpirono la faccia quando una folata di vento s’insinuò nel passaggio. Tutti gli abitanti del castello erano morti: di questo erano certi. Tutti i Druidi, tutte le guardie, tutti coloro che avevano lavorato e studiato laggiù per tanti anni, tutti morti. La constatazione fu come un pugno allo stomaco; tolse loro il fiato e la forza, rimasero storditi e increduli. Tutti morti. Dappertutto si scorgevano cadaveri, contorti nell’agonia della morte. Alcuni erano morti di spada. Altri erano stati fatti a pezzi. Altri ancora, comprese, erano stati portati nei livelli più bassi della rocca e sepolti vivi laggiù. E nessuno era sopravvissuto. Nessun battito di cuore gli giunse all’orecchio. Nessuna voce lo chiamò. Nessuna creatura vivente si mosse. Paranor era un mattatoio. Paranor era una tomba.  
All’improvviso, mentre Lupus si stava dirigendo verso uno dei giardini a fianco all'entrata, sentì un latrato provenire da sopra d loro e videro un segugio urlatore che si librava sopra di loro. Il fastidioso suono mandò nel panico Kimson e Azael che scapparono andandosi a ranicchiare dietro ad un muro, mentre Lupus affrontava la bestia che lo stava incalzando. In suo aiuto vennero subito i 3 elfi, che guidati da un vendicativo Capitano, sfoderarono i loro lunghi archi trafiggendo più volte la bestia fino a sconfiggerla. "Da qui in poi non avrete più a che fare con semplici orchi o goblin: le creature responsabili di questa carneficina sono peggio di qualsiasi vostro spaventoso incubo e sembrano essere stati sputati fuori direttamente dai gironi dell'inferno!" disse Caerid Lock mentre si ricomponeva. Recuperarono i compagni fuggiti assieme ad una pozione curativa che trovarono tra i corpi delle guardie decedute, poi entrarono con Caerid Lock nel castello e sparirono nel buio dell’androne. Percorsero androni cavernosi e stretti corridoi tortuosi, immersi nel silenzio gelido e buio, accompagnati soltanto dall’eco dei loro passi sulle pesanti lastre di pietra del pavimento. Non incontrarono nessuno, come se Paranor fosse deserto. Incontrarono la prima di una lunga serie di rampe di scale che portavano alle parti più alte della rocca.  
SALA DEL CONSIGLIO DEI DRUIDI - CORPO DI ATHABASCA Si fecero strada in corridoi dove si udiva soltanto l’eco dei loro passi e raggiunsero la sala del Consiglio. Arrivati nella Sala del Consiglio vi trovarono i corpi decapitati dei Drudi che eranno stati riuniti nella sala, fatti inginocchiare e poi uccisi. Non era presente alcun segno di lotta e i poveri studiosi non indossavano le tuniche caratteristiche dell'ordine, bensì le vesti da notte: erano stati colti di sorpresa nel sonno e radunati lì brutalmente, senza avere il tempo di indossare i propri oggetti personali! Kyras fece una individuazione del magico mentre Lupus e Mereth controllavano che dal corridoio non venisse nessuno e gli altri si facevano avanti nella stanza. Il chierico sentì diverse aure magiche di diversa intensità, anche molto forte, mentre il ranger notò che qualcosa giaceva sotto la pila dei cadaveri.
   
Quasi immediatamente emersero da sotto i corpi 6 diavoli lemuri, con le loro forme carnose scomposte e orripilanti, e subito iniziò un nuovo scontro. Questa volta però, aiutati da Caerid Lock, il combattimento fu meno impegnativo del previsto e presto la stanza tornò silenziosa. Là trovarono Athabasca, con i lineamenti bloccati dalla morte in un’orribile smorfia, il corpo un triste mucchio di carne lacerata, abbandonato sulle pietre del pavimento al centro. Era un uomo alto e robusto, dall’aria imperiosa, con una folta capigliatura bianca e fluente e gelidi occhi azzurri profondamente infossati in una faccia florida. Indossava la veste blu della sua carica, legata alla vita e priva di insegne. Athabasca era il Grande Druido, una persona autoritaria, di salde convinzioni e di opinioni incrollabili, che non aveva mai nutrito molta simpatia per Bremen. Allorché questi era stato espulso, Athabasca era membro del Consiglio, ma non ancora Grande Druido: la carica era giunta in seguito, e solo grazie ai complessi maneggi politici che caratterizzavano l’attuale Consiglio e che Bremen aveva sempre odiato. Trovarono segni di pressione sul collo e i suoi occhi erano stati bruciati con la magia. Athabasca venne lasciato sulle pietre del pavimento con il petto squarciato, come se gli fosse stato strappato il cuore. Trovarono su di lui un Anello dei Sigilli arcani (1000 mo), una pietra magica "Torcia magica" (75mo), e una pozione trasparente che emanava una forte aura ma di cui ignoravano la composizione. Kyras si rese conto che sul posto le percezioni magiche erano alterate da una sorta di incantesimo che non gli permetteva di individuare distintamente le auree. Del medaglione nessuna traccia.

5 commenti:

Tay Trefenwynd ha detto...

1100 px e passaggio ad un nuovo livello! Studiate bene che la prossima volta vi voglio pronti!

E bisognerà trovare sto benedetto medaglione!...E le Storie dei druidi! ... e dovete buttare la polverina nella fornace prima di andare via e prima che la "cosa" che ha fatto scappare i cattivoni non si desti contro di voi!!!!

Marco Franzo ha detto...

Ma queste ultime indiscrezioni dove le hanno trovate?

Tay Trefenwynd ha detto...

Sono i compiti che gli hanno affidato ad Arborlon:
recuperare l'Elit Druin, il medaglione che stava al collo del Capo dell'Ordine Athabasca, per poter forgiare la Spada;
sul COME forgiarla sta scritto nelle Storie dei Druidi che si trovano nella biblioteca;
la polverina è stata consegnata ad Azael che la deve buttare nel "pozzo" in modo da "sigillare" per sempre Paranor agli estranei.

AZAEL UNABOMBER ha detto...

3 LV
PIOGGIA DI BOMBE....

Tay Trefenwynd ha detto...

Cosa sei un DC-12? Un B-52 Stratofortress? B-24 Liberator? Oppure sei un Gotha tedesco?