Oggi pomeriggio avevo proprio iniziato a scrivere un post su alcune riflessioni fatte tornando a casa dall'ultima sessione quando - BAM! -Teo se ne esce su WhatsApp con la bomba: "mollo il mastering"!
Non è la prima volta che siamo ad un punto di svolta nella nostra storia di party (vedi qui, oppure qui, o ancora qui...), ma forse quelli che prima erano solo sentori - forse espressi più per trovare nuovi stimoli che come fredde constatazioni - sono diventati ora più evidenti, oppure semplicemente noi siamo più pronti ad affrontare la cosa serenamente e oggettivamente (o almeno, io - strenuo difensore del gioco di ruolo e di questa campagna di Pathfinder - mi sento così).
In macchina ho avuto il tempo di ripensare alle sensazioni provate nella serata, e sebbene abbia apprezzato la sessione (bello il nuovo modo per gestire agilmente l'assalto e molto bello e realistico il timing dato dal master per organizzare le difese del villaggio), c'era qualcosa che non mi aveva lasciato pienamente soddisfatto, e ho scoperto che questa cosa era stata la mancanza di entusiasmo con cui avevamo giocato. (Qui, lo ammetto, non sono riuscito a non fare paragoni con l'esperienza - seppur diversissima per scopo e stile - che sto facendo conl gruppo di D&D di Bagno, in cui ogni sessione finisce al cardiopalma, con tanto di sogni notturni dedicati - da veri nerd, lo ammetto - e colpi di scena degni della migliore serie tv, anche se anche qui ci sarebbero da fare tante considerazioni...).
Certo, come al solito vanno fatte tutte le premesse del caso: prima sessione dopo 2 mesi di pausa, a loro volta dopo 2 mesi d'estate, a loro volta dopo 2 mesi di lockdown; "solita" missione nella "solita" ambientazione ormai da 6 anni; soliti problemi col giocare ad un gioco che richiede un minimo di sforzo mnemonico per storia e regole in corpi sempre più vecchi e stanchi e con sempre più impegni e pensieri; soliti problemi "tecnici" di orari che non coincidono e anche quando coincidono sono ridotti all'osso; insomma, le solite cose. Però...però...però mi è sembrato che avessimo meno gas, che fossimo meno carichi. Ovviamente mi lascio sempre il beneficio del dubbio, perché magari questo aspetto l'ho percepito solo io, ma mi è tornata a galla - con rinnovata forza e consapevolezza - la "solita" (il primo link sopra risale al 2007!) domanda:
Vale ancora la pena giocare al gioco di ruolo? Per noi, per il nostro gruppo, dato che ci siamo sempre detti che il gdr è un mezzo, uno strumento per consolidare la nostra amicizia? Non sarebbe "finalmente" giunta l'ora di passare a qualcos'altro, dato che questa perdita di entusiasmo generalizzata è diventata evidente?
Tutte domande che mi sono posto e che vi pongo senza la minima vena polemica, ma solo per cercare di non perdere tempo a trascinarci in qualcosa che - come ha onestamente espresso Teo - rischia di essere ingombrante per i nostri ritmi oggi.
Come andare avanti? Come continuare a trovarsi cercando di bypassare tutto ciò che sta rendendo meno entusiasmante Pathfinder?
Penso si aprano principalmente 4 scenari (forse anche qui i "soliti") a cui guardare con rinnovata serenità, frutto sicuramente di una certa maturità personale e "giocatoriale":
1) Continuare con Pathfinder, sistema che conosciamo già da tanto tempo (anche perché è fondamentalmente la terza edizione di D&D), ma con un cambio di Master. Campagna già iniziata, personaggi e ambientazione conosciuti...insomma, un lavoro di mantenimento con un minimo sforzo (se vogliamo considerare “minimo” lo sforzo di trovare un Master, vero problema di oggi).
Mi pare però che - proprio guardando alle premesse - questa strada non sia percorribile, perché - sempre my two cents - sebbene finora abbia visto momenti esaltanti, questa campagna non credo mancherà a nessuno (anche se ricordo di avere avuto la stessa sensazione, ma da Master, quando abbandonammo la campagna della 3.5, che però ora guardo con nostalgia...), oltre al fatto che forse non ci sarebbe nessuno disposto a masterizzare con PG al 10° livello.
Anche per questa opzione però -
che mi solletica non poco, soprattutto perché sto imparando a sganciarmi dal modo in cui ho sempre visto la conduzione del gioco da parte del Master - intravedo alcuni possibili “bug”. Un gioco di ruolo
richiede comunque una certa frequenza, costanza e impegno, e - a meno che non
faccia tornare a tutti l'entusiamo per la costruzione di un nuovo alter ego - ci vedrei
gli stessi rischi del caso sopra: poca convinzione alla partenza che presto si
trasformerebbe in poco entusiasmo, per finire in un’altra cosa “da tirare avanti” (mi viene l’esempio di
Cthulhu: bellissima ambientazione, bellissimo sistema, ma tirato per le lunghe
- dai nostri tempi eh, non dalla masterizzazione - perde moltissimo del suo
appeal).
Certo che - se per qualche congiunzione astrale - questo potesse riportare Viso al tavolo, beh...non ci penserei nemmeno due volte (e questo pallino non me lo toglie nemmeno il re del gomblottismo)!
3) Passare al gioco da tavolo. Si eviterebbe il problema del poco tempo (in 2-3 orette una partita andrebbe via tranquilla, chiacchiere comprese), della poca continuità (se dovesse mancare qualcuno una volta, si gioca senza il suo PG e via), del doversi imparare e ricordare trame, sottotrame, regole e sottoregole. In questo caso si aprirebbero diverse sotto-opzioni, ne illustro giusto tre:
a. Dungeon crawler: possediamo
Descent 2 e Sword & Sorcery, senza contare Heroquest customizzabile come
vogliamo e Rinnegati Adventures (che prenderò sicuramente) in arrivo l'anno prossimo. Manterrebbero l’appeal del gioco di ruolo (ambientazione, storia, progresso dei personaggi e
campagna comprese) unito ai vantaggi del gioco da tavolo. Riduttivo?
Probabilmente. Deludente (rispetto alle aspettative)? Forse. Ma si può sempre
cambiare dopo un paio di partite senza aver sprecato un centesimo. L’unica vera controindicazione che
vedo sarebbe la maggiore discrezionalità rispetto ai gusti personali, e quindi questi giochi potrebbero prestare il fianco a stufare qualcuno più degli altri prima del dovuto.
b. Giochi da tavolo fortemente
tematici e con uno sviluppo simile ad una “campagna”. Cito a titolo
esemplificativo 4 esempi: Pandemic Legacy, TIME Stories, King’s dilemma, Roll Player Adventures.
Giochi con sessioni one-shot il cui risultato incide però sulle partite
successive. Più slegati dalla componente fantasy e dal movimento di miniature su mappa, offrono però un’esperienza
diversa da quella provata finora e potrebbero essere una ventata di novità (in
particolare il terzo simula la gestione di un regno col trono vacante da parte
di famiglie con scopi diversi; essere primi in una partita non significa
diventare re alla fine!).
c. Giochi da tavolo vari. Abbiamo
l’imbarazzo della scelta e, dico la verità, le ultime volte in cui abbiamo
giocato ad un “semplice” gioco da tavolo ritagliandoci anche lo spazio per
cazzeggiare è stato molto più piacevole (per me che sono sempre stato un
sostenitore del gioco di ruolo duro e puro) di quello che mi potessi aspettare. Il punto debole sarebbe la "motivazione". Magari inizierebbe a mancare qualcuno perché ha qualche impegno più importante, poi due, e alla fine non ci si troverebbe più...(tutte ipotesi eh, però da prendere in considerazione se vogliamo riiniziare col piede giusto).
4) Serata di pure chiacchiere, birra, schifezze, magari un whyskino ogni tanto. Se alla fine il motivo è stare assieme, allora
il mezzo potrebbe essere anche superfluo. Purtroppo questa scelta sarebbe
legata anche ad una minore motivazione, ma “piutòst che gnint”...
Dopo questa piccola analisi lascio voi la palla (e se riuscissimo a scrivere sul blog sarebbe bello perché ne rimarrebbe traccia, dato che il 17 sarebbe anche il 14° compleanno)!
1 commento:
Riporto qui per non perderle le opzioni proposte in chat: gli Altini Bros. proverebbero la 5 edizione, Lele si adegua. Come dicevo io sarei per aspettare ad iniziare con la 5ed perché mi piacerebbe creare una nuova esperienza condivisa quando ci sarà anche Teo, mentre proverei Descent 2 oppure - ispirazione di ieri sera - una campagna a Star Quest (mai fatta in vita mia)!
In alternativa proponevo a Teo che volendo si potrebbero coinvolgere i figli grandi per giochi con i babbi; mi venivano in mente Le Leggende di Andor (fino a 7 giocatori ed è piaciuto molto sia a Giacomo che a Enrico ed è facile da gestire essendo un collborativo puro), Heroquest (con la modific di giocarci in più di 4), oppure qualche Gioco di Ruolo pensato apposta per bambini (ce ne sono diversi carini in giro, veramente basic).
Finché la regione non cambia colore teniamoci buoni intanto i venerdì pomeriggio, magari decidendo se trovarsi ogni settimana oppure alternate.
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