martedì 25 marzo 2014

PROLOGO: IL SIGNORE DEGLI INGANNI

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Un grosso esercito ha ormai conquistato tutta la regione al nord delle Pianure dello Streleheim. Orchi, Gnoll, Hobgoblin, Troll, Ogre… tutti riuniti sotto il Signore degli Inganni e i suoi oscuri messaggeri.
La storia del Signore degli Inganni è ben nota.
Egli era Brona, un Druido del Primo Consiglio degli Stregoni riunito da Galaphile a Paranor,  per cercare di elevare tutte le razze dallo stato di barbarie in cui erano cadute dopo le Grandi Guerre.
Brona aveva cominciato ad usare la magia in maniera improvvida, sordo agli avvertimenti degli altri incantatori.
Ben presto il più antico libro di magia, l’Ildatch, aveva preso il controllo dell’ambizioso druido e aveva portato alla Prima Guerra delle Razze.
Nonostante la sconfitta causata dall'alleanza di elfi e nani con i druidi di Paranor, Brona (divenuto ormai Signore degli Inganni) era sopravvissuto, ricorrendo pressochè totalmente all’uso della magia e mantenuto in vita dalla malvagità dell’Ildatch, mirando a sottomettere tutte le Quattro Terre alla propria dominazione.
Ora Brona è tornato più potente che mai ed ora che la fortezza di Paranor è caduta niente si oppone all’avanzata del suo terrificante esercito.
Gli stregoni di Paranor sono stati sterminati tutti e la Biblioteca dei Druidi scomparsa. Solo alcuni si sono salvati: il nano Risca, il vecchio umano Bremen e l’elfo Tay Trefenwyd.
Il primo si è diretto ad est, per avvisare il re dei nani Raybur a Culhaven, visto che i primi ad essere attaccati saranno proprio gli abitanti dell’Anar, mentre Bremen viaggia nelle Terre del Sud fra gli insediamenti degli uomini accompagnato dal ranger Kimson Ravenlock  in cerca di tutto l’aiuto possibile.
A Tay Trefenwyd il compito di avvisare gli elfi e quello di ritrovare un antico talismano dal potere magico incommensurabile, nascosto da qualche parte nelle Terre dell’Ovest ("Nella vasta distesa delle Terre dell'Ovest, al dilà di una rigogliosa valle e più oltre l'azzurra distesa immobile, una catena di monti. Fra i loro massicci, due cime gemelle simili a due dita della stessa mano tese nel segno di una V. Il passo tra loro porta a un vasto ammasso di altre dita di roccia, schiacciate insieme e ridotte a un'unica massa. Entro l'ammasso attende la fortezza, invisibile dall'esterno, antica al di là di qualsiasi immaginazione, e al suo interno ad aspettare la Morte, senza poterla spiare nè guardarla in volto e, tra le sue spire, la Pietra Nera degli Elfi").
Si tratta di trovarlo prima che ci riesca il Signore degli Inganni poiché in mano sua gli garantirebbe potere senza fine.
Ma durante il suo viaggio verso la Capitale degli elfi, la citta di Arborlon, Tay incrocia una pattuglia di cacciatori Hobgoblin, troppo vicina alle terre dell’Ovest per non essere una circostanza preoccupante, e dopo averla seguita per un po’ scopre che non è l’unica.
Tay si convince che è necessario parlare al Re degli Elfi Courtann Ballindarroch e al Gran Consiglio il prima possibile per organizzare una spedizione alla ricerca della Pietra Nera perduta e mandare l’esercito in soccorso dei nani contro le armate del Signore degli Inganni.
Ma giunto ad Arborlon la situazione precipita improvvisamente.
Un gruppo di assassini, aiutati dalla magia nera e dai servitori del Signore degli Inganni, è riuscito ad entrare ad Arborlon, ha eliminato la Guardia Reale e ferito gravemente il Re Courtann Ballindarroch dopo aver sterminato tutta la famiglia reale.
La situazione è desolante. La Guardia reale distrutta, il re tra la vita e la morte e il Gran Consiglio incerto sulle decisioni da prendere: senza ordini precisi del re l’esercito non sarebbe mai stato mobilitato e neppure intrapresa alcuna spedizione di ricerca.
A Tay Trefenwyd non resta che rivolgersi altrove.

4 commenti:

Tay Trefenwynd ha detto...

Teo, Viso e Marco A.
Allora volete giocare lunedì sera?
Me lo fate sapere?
Direi solito orario (21:45/22:00)

Naturalmente in caso affermativo aspetto che mi facciate sapere quali sono i vostri PG (mi riferisco a Viso e Teo visto che Marco A. fa un chierico mezzelfo) e non disdegnerei nemmeno ALMENO i nomi anche degli assenti (l'alchimista di Mauro e l'umano guerriero/paladino/inquisitore/cavaliere di Marco F.).

Che Saga!

mauro ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
mauro ha detto...

Il mio si chiama Azael, alchimista umano, bombarolo per vocazione

Marco Franzo ha detto...

un anarco-insurrezionalista!
Dovevi chiamarlo Saccoevanzetti...