mercoledì 8 gennaio 2025

Le rovine di Belazor - Capitolo 11: Ra's Khael

Capitolo 11: Ra’s Khael

  1. 10 – 27 dei Venti (Giorni 187 – 206, 45 giorni dalla separazione di Raider) – Karmath

Partiti di sera da Lotharèn, ottengono dai ulteriori informazioni: il leggendario kraken è apparso in passato in corrispondenza di alcune calamità, come per esempio l’attacco che distrusse Winterdome; Treccia d’Ossa ha ricevuto la sua porzione del continente del Sud di recente, in seguito ad un accordo con gli altri quattro Signori.

Intanto Paco ha fabbricato delle muffole per rendere gli zoccoli di Thelios più silenziosi, ed il minotauro si allena sotto la sua competente supervisione nell’arte di muoversi in silenzio.

Mentre l’imbarcazione gira al largo dell’isola di Hilua, Torden, contattando Cenarius, viene a sapere che Vash si sta risvegliando e che nel mentre ha mandato Wendy, una sua fidata spia, da Caladyn.

Dopo qualche giorno incontrano un relitto sul fondo del mare con alcune casse e barili galleggianti, recanti i segni di Hangor e di Zakaros: la casse contengono gabbie per piccoli animali (forse per topi?), mentre i barili teste e corpi umani tagliati a pezzi e messi in salamoia. Ipotizzano potessero servire per diffondere la peste.

Entrati nella Baia d’Ossa, dopo essersi fermati al porticciolo dal pescatore che aveva ospitato Paco e Ben in fuga dal portale di Belazor, l’imbarcazione deve passare di fianco ad una nave appartenente alla flotta di Treccia d’Ossa (riconoscibile dalla bandiera rossa col simbolo di uno scheletro di balena) che vigila sugli accessi. Occhio di Rubino, il comandante della nave con un pappagallo tassodermizzato che muove però gli occhi, manda quattro della sua ciurma sull’imbarcazione per controllare e bonariamente il pirata mezzo squalo sfida Thelios a braccio di ferro ma perde (per la gioia del compagno mezzorco), facendo ottenere al minotauro una proposta di lavoro da Occhio di Rubino, impressionato dalla forza del guerriero.

A bordo di un grifone, mandato dagli elfi, arriva Vash ed il gruppo scopre che si è reincarnato nel corpo di un drow! Torden fatica ad accettare la nuova condizione del compagno…

La sera prima di arrivare a Karmath, il vacello passa accanto ad un’enorme nave rovesciata con sopra un grosso uomo che sta cantando mentre in un’altra nave altrettanto enorme a fianco, centinaia di uomini di equipaggio gli fanno il coro. 

Il 27 dei Venti finalmente il gruppo sbarca a Karmath, famosa città della perdizione, dove addirittura le puttane hanno statue (tra cui la più famosa era Amberyl).

  1. I 45 giorni di Raider

Come da programma, la nave mercantile arrivò al porto. Prima ancora di attraccare Raider aveva già intuito cosa lo stava aspettando. Sfarzosi palazzi e torri d'osservazione agghindate di merletti, bassorilievi, fiori profumatissimi e preziosi drappi colorati. A terra, pronte ad aspettare i loro benefattori, donne stupende, di tutte le età, con veli di colore e forme diverse, ognuna a rappresentare il locale nel quale lavoravano. Ad attendere il ricco mercante con cui Raider aveva avuto iniziali screzi, due formose donne del sud, con il prosperoso seno appena coperto e con un ghepardo tenuto a guinzaglio. Scendendo il mercante le abbracciò, le palpeggiò a dovere e diede un bacio sul seno ad ognuna. Poi si girò verso Raider e gli disse "benvenuto a Karmath. Scaricate le casse!"...e così dicendo si allontanò tendono le mani sul sedere delle sue due compagne. Raider mise piede sulla terra ferma dopo una settimana di navigazione e iniziò a guardarsi attorno. La città più sfarzosa che avesse mai visto... In confronto il quartieri dei Ponti di Winterdome impallidiva: probabilmente solo i nobili del nord avrebbero potuto permettersi anche solo una delle dimore. Non c'erano case di piccole dimensioni, ma neppure case normali: ogni edificio era degno di essere un palazzo reale. Raider poteva spiarci tranquillamente dentro. La maggioranza degli edifici erano privi di finestre, visto il clima mite, ma avevano sfarzosi drappi a fare da eventuale protezione. Molti erano aperti e poteva vedere i ricconi del luogo osteggiare la loro ricchezza esponendo vicino alla finestra sculture, quadri o bellissime prostitute. Qualcuno addirittura stava copulando con il drappo aperto, senza alcun pudore. Fuori dalle case decine di mercenari assunti come guardie del corpo, ma non solo guerrieri ma anche warlock e stregoni, chi in piedi a fare la guardia, chi disteso a terra sotto allo sfarzoso porticato ricco di cuscini e triclini; molti di loro con seduta a fianco la loro personale puttana o qualche animale esotico. Lungo le strade, sempre seguiti dalle loro scorte, uomini e donne di ogni estrazione sociale ma tutti con un caratteristica in comune: l'incredibile cura e bellezza delle loro vesti. A sinistra e a destra negozi di ogni tipo e genere con in vendita oggetti magici, libri, animali, armi esotiche e accessori di ogni foggia. C'erano tantissimi negozi di stoffe dove molte prostitute compravano stoffe e abiti da portare nei loro locali. Osservandole Raider si rese conto che non parevano tristi, né incatenate e scoprì ben presto che ognuna era giunta a Karmath per sua scelta, ed erano tutte bellissime, sia che fossero ragazze sia che fossero anziane. Le prostitute più vecchie erano spesso seguite da qualcuna più giovane che faceva da apprendista. Le veniva detto come comportarsi, cosa comprare e soprattutto come approcciarsi ai clienti: Raider lo capì presto poiché dopo meno di 10 minuti diverse prostitute, prendendolo sottobraccio, lo invitarono a raggiungere il loro locale.

Passando di fronte al primo bordello, Raider si rese conto che l'economia della città si basava proprio sulla lussuria: non era un semplice bordello, era un grande complesso di stanze, alcune a cielo aperto, con piscine d'acqua calda, piante e fiori ovunque. Una sorta di giardino dell'Eden con le prostitute pronte ad accogliere i clienti in acqua, su cuscini o ovunque volessero. C'è chi si appartava nei piani superiori, chi invece amava farsi vedere in pubblico. Vi erano stanze senza veli, altre con solo un drappo che lasciava intravedere, altre chiuse del tutto. Frutti esotici in ogni tavolo e cibi caldi e freddi distribuiti su sfarzosi tavoli. Raider notò che le prostitute più anziane facevano anche da selezionatrici e con cura selezionavano o scartavano donne e uomini venuti da tutto il mondo per lavorare nei loro locali, ma la maggior parte veniva scartata: "Solo il meglio per Karmath" esclamò la prostituta rifiutando una giovane ragazza che, in qualsiasi altro bordello del mondo, sarebbe stata presa ad occhi chiusi. Raider comprese che vi era un forte campanilismo e che non si guardava solo al proprio locale. Tutta la città doveva mantenere standard alti perché in tutto il mondo si doveva sapere che Karmath non ha rivali!

Proseguendo, a volte vedeva lungo via e nei locali persone con maschere di animali sul volto poiché non tutti desideravano che la loro identità fosse nota. Notò che le maschere corrispondevano allo stesso tipo che Nival aveva notato a Molo Corrotto. Sotto quelle maschere potevano esserci guerrieri famosi, politici, etc... e i proprietari dei bordelli facevano di tutto per tenere segreta la loro identità, tenendo alla propria reputazione (e di conseguenza ai loro guadagni).

“Fremebonda la giumenta calda”... Arrivato di fronte all'insegna notò che così come  gli altri bordelli, anche quello di Paliotto era molto sfarzoso. Nel pianoterra si trovavano cinque stanze di cui una, quella centrale, con piscina con vista cielo stellato. Nel primo piano superiore vi erano numerose stanze aperte senza tende, mentre nel secondo e ultimo piano vi erano poche stanze con porte massicce ben chiuse; era proprio in queste stanze che entravano gli individui mascherati. Rispetto agli altri bordelli quello di Paliotto era ricco di statue e opere d'arte provenienti dal nord. Dietro alla piscina, più rialzato vi era anche un grosso palco pieno di strumenti musicali di ogni genere e a Raider si illuminarono gli occhi. Nella parte posteriore del palco invece vi erano appesi diversi strumenti per uso sessuale… Inoltre, appesi alle pareti, vi erano anche numerosi quadri di gente famosa sia del nord che del sud, e sul soffitto erano affrescati numerosi paesaggi e vie di città. Sentendo parlare i clienti si rese conto che la maggior parte della sua clientela veniva proprio dal regno di Winterdome. Nelle stanze dell'ultimo piano vi erano incisi vari nomi di cavalle e addirittura le loro rappresentazioni scolpite su legno. Fuori dal locale c’erano meno guardie rispetto a quelle degli altri bordelli, ma erano evidentemente guardie con poteri magici. Notò anche che dietro al bancone dell'oste, oltre alla dispensa, c’erano tre porte chiuse, con quella centrale bloccata da un grossissimo lucchetto e delle incisioni magiche.

Si diresse al bancone dove ordinò da bere, ancora con la meraviglia negli occhi a causa di tutto quello sfarzo; ma la vera meraviglia lo sorprese quando il massiccio barista si girò rivelando la persona di Fato…! Finalmente un volto amico! Ora Raider si sentiva veramente a casa: avrebbe potuto chiedere un lavoro come bardo a Paliotto e divertirsi in mezzo a tutto quel lusso. Ma Fato gli disse subito che Paliotto era fuori città ma che, facendo lui le veci del capo nel locale, poteva fare qualche giorno di prova prima di essere assunto. Intanto Raider chiese qualche informazione, giusto per non perdere il vizio…

Il mercante di maschere di Molo Corrotto di cui gli aveva parlato Nival viveva a Karmath fino a poco tempo fa, e da quello che sapeva era stato un politico del nord a convincerlo ad aprire un negozio a Molo Corrotto.

Fato spiegò anche che nessuno sapeva la vera identità dietro le maschere, perché la privacy di chi non si voleva mostrare era uno dei principi dei bordelli di Karmath... però, facendogli l'occhiolino e accarezzando con un dito il dorso della mano del bardo, poteva dire quali maschere frequentano il locale: un toro, due arieti, tre cervi.

Raider capì che se voleva prendersi una pausa dagli intrighi e dai problemi politici del Nord, Karmath era il posto giusto. Si dedicò così a fare acquisti, in particolare una maschera da piovra (che non aveva mai visto in giro e che poteva tornargli utile se avesse notato una particolare reazione da parte di qualcuno, probabilmente legato ai mind flayer),  libri di araldica e di astronomia. Dal fabbricante di maschere venne a sapere anche che a Molo Corrotto era morto un nobile poco conosciuto e poco importante, e subito dopo il suo accompagnatore (forse legato al biglietto della festa che aveva ritrovato a Molo Corrotto).

Decise anche di ricopiare il suo diario, in modo da affidarne una copia a Fato, debitamente scremata di alcune informazioni importanti, nel caso fosse finita in mani sbagliate (in particolare omise le informazioni sulla piramide dei mind flayer e sul congegno che ne formava la chiave, sulla chiave tentacolare, e sulla sua avventura erotica con Leonore).

Quando provò a scrutare i compagni, Paco e Naldur erano in un bordello, mentre Torden se ne stava sulla nave. Provò anche a scrutare Millefacce, ma si stupì vedendolo vestito da donna e affacciato ad un balcone in cima ad una torre, intento a scrutare una città che riconobbe essere Ra’s Khael…

  1. 28 dei Venti (Giorno 208) – Vedute

Finalmente il gruppo si riunisce con Raider, ed il bardo fa da cicerone per i ricchi mercati della città, dove Ben convince il gruppo ad acquistare una tigre con un collare che la rendeva delle dimensioni di un gatto, subito ribattezzata Kitty. 

Informati da Raider della posizione di Millefacce, il gruppo decide di partire alla volta di Ra’s Khael, ma Paco dice agli altri di non volere più Raider in gruppo nelle azioni, perché non lo ritiene adatto per il combattimento. Avrebbe comunque potuto fare parte della Lama Bianca ricercando informazioni: in fondo era quello che sapeva fare meglio. Raider però era convinto di poter essere molto d’aiuto anche in combattimento, grazie alle sue magie di controllo e anche Torden e Vash erano della stessa idea. In fondo, nessuno poteva impedirgli di andare con loro. Sarebbe andato a Ra’s Khael col gruppo.

Raider propone anche i compagni, in assenza sua e dell’halfling, decidano a chi affidare i pezzi della piramide e la chiave tentacolare, e la scelta ricade su Thelios per tre pezzi su quattro, mentre il quarto lo avrebbe tenuto Torden.

Sono stati mesi intensi. Gli eventi accaduti a Molo Corrotto e la sensazione di essere continuamente braccati e di non potersi fidare di nessuno mi avevano fatto diventare paranoico, fino a dubitare dei miei stessi compagni…

Ernest, Millefacce, Piuma Bianca, e poi la scoperta dei mind flayer e del diavolo Zeferu, la storia dei Grigori e del vampiro, la lotta fra i due Veli, fino all’assedio degli orchi a Winterdome; fino all’esplosione causata nella vecchia chiesa che ha provocato decine di morti innocenti. Tutto più grande di noi. Tutto più grande di me. E i miei compagni che continuavano a non capire, a non comprendere cosa c’era in ballo, con quali giochi di potere ci eravamo invischiati. Certo, tutti volevamo salvare il Nord a parole, ma per gli altri sembrava più un gioco, un’altra avventura da pirati da raccontarsi davanti ad un barile di rum. Ed invece c’erano in ballo delle vite, tante vite; soprattutto le nostre vite. Bisognava essere prudenti e scaltri; usare le informazioni per essere sempre un passo avanti ai nemici, per avere un asso nella manica da barattare in caso di necessità. Ma solo io vedevo queste cose e le connessioni tra le trame, tra le persone, e tutto ciò che ne conseguiva. 

Mi era sembrato potesse ricominciare tutto con la Lama Bianca, con la voglia di cambiare aria, con il Sud. Lasciarsi alle spalle la pesantezza degli intrighi del Nord. Non dover pensare a salvare il mondo. Nuovamente pirati, anche senza navi: ogni giorno nuove avventure, nuove scoperte, nuovi tesori. Fino al drago. Fino a Belazor. Fino allo squarcio sul velo illusorio di un possibile cambiamento di atteggiamento da parte dei miei compagni…

O forse ero io che mi preoccupavo troppo? Forse esagerata la pretesa di tenere tutto sotto controllo? Forse era il mio egocentrismo che mi portava ad essere così paranoico. Per questo Karmath è stata una benedizione. Una città in cui ricominciare da capo, in cui nessuno mi conosceva e potevo tornare a fare quello che sapevo fare meglio: cantare, essere un uomo di spettacolo. Nessun intrigo, nessuno da cui nascondersi. La città del peccato, perfetta per confondersi tra le migliaia di stranieri in cerca di piacere e per fare qualche soldo. E poi alla fine anche quell’imbecille di Palliotto aveva dimostrato di sapere il fatto suo in fatto di affari ed era tornato utile.

Un mese sotto il sole del sud, tra belle ragazze, musica ed il miglior vino, e sono tornato il Raider di prima. Anzi, meglio di prima! Più sicuro, più spregiudicato, forse anche più arrogante. Alla fine ho capito che non dovevo dimostrare niente a nessuno, nemmeno all’interno del gruppo. Avevano semplicemente bisogno di me, di qualcuno che li tenesse sul pezzo, capace di cogliere i collegamenti più raffinati tra agli eventi generali. Qualcuno capace di ottenere informazioni preziose senza l’uso della forza e che le sapesse usare come armi, meglio delle armi. Qualcuno sempre un passo avanti, che avesse sempre il piano giusto per tirarli fuori dai guai. Qualcuno che li guidasse senza forzarli, ma esaltando i talenti di ciascuno: la follia geniale di Paco, lo spirito di sacrificio di Vash, il coraggio fiero di Torden. E Naldur… chissà? Chissà quali sorprese ci riserverà il piccolo inventore…

Ecco perché sono tornato: ho fatto pace con me stesso e col mondo, ed ora sono pronto per guidare i compagni che il destino mi ha messo accanto contro il Velo Scarlatto, contro Zeferu, contro chiunque! Poco importa se questo ruolo non è apertamente riconosciuto; lo so io e questo mi basta.

Sempre un passo avanti. Più sicuro. Più spregiudicato. Più arrogante.

  1. 1 – 21 dei Banchetti (Giorni 209 – 229) – Ripartenza

Informati da Raider della posizione di Millefacce, il gruppo decide di ripartire verso Ra’s Khael. Durante il viaggio Raider ha così il tempo di studiare i libri acquistati a Karmath [e di scrivere Fuerte Karmath techno grow].

Dal libro di astronomia scopre che la costellazione dello Scorpione (di cui la stella principale è Antares) incisa più in grande nella piramide tocca la linea dell’orizzonte il 12° mese dell’anno. Forse avevano trovato il luogo in cui era nascosta la piramide rovesciata dei mind flayer! Alla luce della luna inoltre, gli ingranaggi della piramide si muovono formando una montagna che il capitano dell’imbarcazione, Russell, riconosce essere quella al centro del continente a Sud, chiamata infatti Montagna della Piovra!

Dal libro di araldica scopre invece che il simbolo del toro è legato allo stemma della famiglia Al-Meket, e questo poteva avere a che fare sia con le maschere frequentanti il bordello di Paliotto, sia con l’uccisione del braccio destro di Al-Meket al torneo, utilizzata da Aramantis per prendere il potere…

Scrutando ancora magicamente Millefacce, Raider vede che appunta cambi di guardia, orari, chi e cosa entra ed esce (o non esce) da un luogo non ben precisato. In un altro momento lo vede travestito da donna che si pavoneggia con dei mercanti per ottenere informazioni su Ra’s Khael.

Sulla nave cominciano però a succedere strani fatti: uno dei marinai incomincia ad avere una strana tosse che si scopre essere una maledizione, da quando l’orco di Occhio di Rubino è sceso sulla nave per controllarla e cercando trovano un teschio di topo sotto una stuoia usata per dormire; Paco fa un incubo che gli procura danni psichici; Torden viene trovato pietrificato e ritrasformato dice di aver sentito una voce di donna da sotto la nave… fino a che la nave si ferma per 5 minuti. Quella notte però passa tranquilla. Reincontrando Occhio di Rubino suggerisce possa essere un rito vudù (forse relativi alla sacerdotessa Shaka?). I giorni successivi gli attacchi proseguono fino a che Torden non uccide la megera responsabile, che morendo lascia cadere un osso di dito umano inciso con le iniziali L.T.O. che Rider deduce essere Luthor Treccia d’Ossa.

  1. 21 dei Banchetti (Giorno 230) – Ra’s Khael

Finalmente la nave arriva a Ra’s Khael: una scogliera con in cima una torre (una delle sette in città) alta 100 metri. Il gruppo viene scortato dal porto fino alla città da una delle migliaia di guardie che si possono vedere in giro. Nel percorso però vengono attorniati dalla altissima tribù Uashi (più di 3 metri), particolare per la caratteristica di avere un rapporto tra maschi e femmine pari a 1 a 100, in pieno periodo riproduttivo. Grazie alla guardia che le tiene lontane arrivano indenni alle porte della città dove non si può entrare se non si possiede una ricevuta. Non possedendola corrono il rischio di essere arrestati, quando arriva un uomo distinto (uno dei travestimenti di Millefacce) che li toglie dall’imbarazzo affermando di essere suoi soci, conducendoli al suo appartamento al diciottesimo piano di una delle torri. Ogni piano ha solo una porta, e davanti ad ogni porta c’è una guardia.

Da Millefacce, che ormai trattano non più da subordinati delle fogne, ma da pari grado, scoprono notizie interessanti sul Velo Oscuro: esso è nato per trovare un oggetto che consentisse ai mind flayer di riattivare la tecnologia utile per tornare sul loro pianeta natìo, ma alcuni hanno deciso di non tornare per abitare (e conquistare) il mondo, e per tornare è necessario uccidere il cervello centrale. Non sanno però dove trovare questo oggetto. In più vogliono recuperare l’oggetto custodito nel caveau con la carta d’ingresso numero 31, perché non vogliono possa cadere nelle mani di Balthazar.

Hyperion ha macchinato tutto per poter ottenere potere su Zakaros, rendendola indipendente. Treccia d’Ossa invece finge di essere un alleato del Sud e detiene l’Araldo degli orchi sulla sua nave. Balthazar ha creato tanti Krell per ottenere un esercito di non morti, e forse ha orchestrato tutto di nascosto usando Aramantis. Zeferu inevece, il distruttore di Belazor, non sappiamo cosa cerchi…

Raider e Millefacce vanno in avanscoperta nella cella n° 21 (un altro biglietto ottenuto da pirata mind flayer), trovando diversi oggetti magici e una gabbia priva di porte che può contenere una creatura rendendola invisibile. Giunto il momento di scendere tutti nella cella numero 31, si trovano dentro ad un labirinto con innumerevoli portali. Capiscono quindi che la chiave di lettura in cima al biglietto rivela le indicazioni da seguire per varcare quello giusto, e dopo un confronto serrato su come interpretarla il gruppo si fida di Raider. La scelta si rivela esatta ed il gruppo si ritrova in una grande stanza con due porte chiuse ai lati estremi e cento bare ai allineate in verticale alle pareti: 53 con rose bianche e 47 con rose rosse (ricordando i fiori sulle bare sull’isola!). Al centro della stanza quattro colonne con incisi quattro bassorilievi dei quattro fratelli Grigori. Ben pronuncia “Zeferu, signore del massacro” e si aprono due bare da cui escono Eva e Hector! Il combattimento è durissimo, perché Eva richiama da una bara il corpo di Nival (!) ma soprattutto a causa della nebbia formatasi che continua ad infliggere danni necrotici e a rigenerare i vampiri, tanto da costringere Paco ad usare la Verga, ottenendo l’invulnerabilità, e Ben ad usare la dinamite, cadendo però in battaglia. Paco è costretto a liberare Kitty e Raider e Torden devono trasformarsi in gorilla giganti per non soccombere, fino a che Paco tira una dinamite nella bara di Eva, che accusa il colpo, e Raider capisce che deve concentrare le sue palle di fuoco contro quella di Hector. La Verga viene usata a numerosissime volte, senza essere mai decisiva, e addirittura viene impugnata anche da Hector, che però alla fine muore colpito dall’ennesima palla di fuoco lanciata dal bardo. Sul suo corpo scoprono la custodia del pugnale di Zeferu… Il corpo di Nival, non più controllato, sembra invece privo di ogni spirito vitale, come il corpo di Piuma Bianca trovato a Molo Corrotto…

Dopo un breve riposo il gruppo indaga nella stanza senza però trovare nessun altro indizio, se non gli incantesimi posti sulle due porte laterali: una con un’aura di abiurazione e l’altra con un incantesimo per evocare un alleato planare. Temendo l’effetto posto sulla seconda porta, Torden dissolve l’abiurazione e la porta viene aperta da Paco, che però viene sopraffatto da un puzzo nauseabondo, proveniente da cadaveri in decomposizione appesi; dieci di questi appartengono a mind flayer, mentre altri dieci a ladri di Molo Corrotto, tra cui Hubbe… In un angolo, menomato in fin di vita e con una carrozzina per disabili, preparato per essere agganciato ad un uncino per essere appeso come gli altri, trovano un goblin che Vash riconosce essere Naldur, il fratello più scemo della coppia di goblin artefici sopra Molo Corrotto, che inizia a raccontare la sua storia.

La notte dell’esplosione della cripta in cui era nascosto il corpo di Piuma Bianca, il Velo Scarlatto era andato dai goblin per ottenere informazioni, ma lui – dopo essersi difesi anche grazie alle loro trappole – alla fine era scappato attraverso gli scivoli sospesi nella foresta. Pensatosi al sicuro, stava festeggiando la prima notte del mese dei Banchetti, quando il Velo Scarlatto l’ha catturato e portato qui.

Dopo aver provato a dissolvere anche l’incantesimo sull’altra porta, Paco entra in contatto con una voce che lo chiama “padrone”…a quel punto compare un beholder e si scatena un combattimento durissimo a causa dei numerosi raggi oculari e del cono di anti-magia emanato del mostro. Paco tira una dinamite, ma non basta, allora decide di usare la verga, ma rivolta verso di sé, sapendo che non avrebbe funzionato contro il beholder e ottiene un effetto incredibile (1 clamoroso!!!): il beholder esplode e Paco, dopo aver sentito Valery avergli dichiarato il suo amore, riporta anche a piene forze Thelios e Naldur.

Entrati nella seconda stanza trovano un teschio di un Lich ed un cofanetto con dentro un anello rifletti-incantesimo. Esaminata la stanza notano altri teschi con numeri romani incisi sul palato, corrispondenti alle targhe sulle bare della stanza principale. Mancano però i nomi sulle bare numero 21, 26, 33 (quella di Nival), 51, 62. Scaldando il metallo dietro alla bara numero 62, Naldur e Paco riescono ad aprirla, trovando all’interno il cadavere di un uomo sulla settantina, basso, vestito elegantemente con abiti nord-occidentali. Nella bara numero 51 invece trovano il cadavere di Heiren, anch’esso come se completamente svuotato di anima. Ipotizzano quindi che i morti decapitati erano infettati da larve di mind flayer, mentre gli altri cadaveri erano privi di larve e quindi possibili alleati. La bara numero 37 custodisce il corpo di Spica, la 26 quello di Alnitak, mentre la numero 21 quella Jothra con inciso sul petto la scritta “casa dolce casa” ed una chiave inserita sotto la pelle. La chiave è a forma di trifoglio, con incastonati all’interno tre pezzi di osso con delle incisioni: una fenice che stringe in mano un libro (che riconoscono essere il simbolo del casato di Sir Arald, il capo dei cavalieri d’oro, il cui nonno scomparve misteriosamente, così come il suo figlio neonato), tre soli affiancati (simbolo di Esamnor, fondatore dell’Ordine dei Paladini della Luce, che pertì e non fece mai più ritorno), ed un albero elfico con le radici intrecciate che arrivano alle foglie (che Torden riconosce essere il simbolo di Hibil-Tis, l’elfo dei boschi famoso per le sue battaglie contro i non-morti). Naldur riconosce che la fattura è tipica della regione di Hangor, ed effettivamente al gruppo viene in mente che Aramathis stesso proveniva da quella città. La bara numero 1 appartiene ad un corpo decapitato, morto molto tempo addietro, mentre la numero 100 ad un corpo fresco, appartenente ad un adolescente che li porta a pensare subito al nipote di Piuma Bianca, ma la carnagione non corrisponde; potrebbero però essere alla sua ricerca!

Raider si premura di prendere un capello da ogni corpo non decapitato mentre Torden, esaminando le colonne al centro, nota quattro leve in corrispondenza delle finte torce, e tirandole in ordine dell’età dei Grigori raffigurati sui bassorilievi corrispondenti, tutti coloro che si trovano compresi nell’area all’interno delle colonne si ritrovano al portale d’ingresso, dove Millefacce sta ancora salutando le guardie e li guarda stupito (perché per lui erano appena entrati).

Tornati nell’appartamento di Millefacce poco dopo mezzogiorno gli raccontano tutto e lo sollecitano a fornire a sua volta alcune informazioni, dato che ormai sono “soci”: i dieci mind flayer uccisi erano spie della zona di Molo Corrotto con cui avevano perso i contatti; la custodia del coltello posseduta da Paco serve per evocare il coltello stesso, attraverso cui è possibile stringere il patto; la chiave di Hangor è quella di una torre; la piramide dei mind flayer si è rovesciata nel momento in cui è stato portato via l’oggetto più importante, una sfera. Con Piuma Bianca avevano assoldato tre avventurieri per riportare la sfera (probabilmente quelli del diario di Kalsifar), ma non avevano fatto più ritorno. Del nipote di Piuma Bianca invece i mind flayer non sanno nulla e Raider chiede che venga cercato e protetto.

Il piano è quello di andare ad Hangor e di rincontrare Millefacce a Lotharèn (dove chiedono di essere aspettati travestito come una vecchietta bavosa con belle gambe…). Durante la notte Naldur costruisce un difensore meccanico a forma di cinghiale [mentre Raider compone Valery].

  1. 22 dei Banchetti (Giorno 231) – Verso Hangor 

Il gruppo si dirige verso il porto per la ripartenza, e Thelios saluta i compagni deciso ad intraprendere la ricerca del Martello di Talis. Usciti però dalle mura vengono inseguiti dalla tribù di donne e l’ultimo sguardo dei compagni è per il minotauro che si allontana di corsa.

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