La notte passò tranquilla, ma sul fare del giorno sia Grimlock, di guardia all’interno, sia Dev’yid, udirono avvicinarsi un lupo. Guardando da dietro una finestra il barbaro vide che era tenuto al guinzaglio da uno spriggan. Subito i tre compagni all’interno dell’abitazione si misero in allerta, mentre lo gnomo, castatosi nascondersi agli animali, decise di scendere dall’albero per riunirsi ai compagni.
Poi le cose precipitarono... il cane aveva fiutato Grimlock di guardia e lo spriggan divenne istantaneamente enorme, aumentando le sue dimensioni fino a 3 metri d’altezza! Da dentro pensarono di ripiegare, ma il lupo sfondò la finestra socchiusa attaccando Grimlock. Il suono di un corno risuonò nell’aria. Quando lo gnomo si affacciò alla finestra i tre compagni erano ormai sulla porta sul retro della casa, pronti a fuggire; si trasformò quindi in gufo e decise di precederli ai cavalli.
I tre erano invece braccati dal lupo e dallo spriggan, che aveva iniziato a bersagliarli con la balestra. Anche Walker e Grimlock avevano estratto i loro archi per coprirsi la fuga a vicenda e riuscirono ad abbattere lo spriggan, ma il lupo li raggiunse costringendoli al corpo a corpo. Intanto un altro spriggan si avvicinava dal lato impugnando una balestra...
Riuscirono a disfarsi anche della bestia e raggiungere i cavalli. La loro copertura era saltata ma avevano almeno saggiato le loro forze. Bisognava però capire quanti fossero nel forte e soprattutto che fine avessero fatto gli abitanti di Forte Varn e Varn stesso.
Kastaghir si prese un po’ di tempo per radunare le idee e le sue conoscenze. Gli spriggan erano una razza fatata come gli gnomi, ma si erano corrotti nella venuta sul Piano materiale, e avevano questa capacità innata di aumentare le loro dimensioni a volontà.
Decise di esplorare alcuni punti chiave. Volando verso il paese vide che due spriggan stavano recuperando il corpo. Desistette dall’idea di accompagnare Walker a recuperarlo per poterlo poi interrogare.
Nella locanda, ritrovò l’enorme essere immobile. Si trattava di uno spriggan e teneva un libro aperto fra le mani, ma quando fu sul punto di entrare il rumore di alcune guardie lo fece desistere per la paura di rimanere intrappolato all’interno. Volò via notando due spriggan con al guinzaglio due lupi, ma uno dei due era un esemplare più grosso, e anche lo spriggan che lo teneva sembrava più grosso e meglio equipaggiato.
La chiesa era spoglia e solo il mobilio attorno all’altare mostrava segni di veloci ricerche. Avvicinatosi all’altare notò però uno scomparto segreto. Decise di non indagare oltre. Sarebbero potuti tornare in seguito tutti assieme.
La casa difesa dai corvi era una vecchia stalla con un fienile. I corpi marcescenti degli animali di cui i corvi si cibavano non era un bello spettacolo e così si diresse subito verso il forte.
Altri due spriggan stavano uscendo dal portone in legno, mentre all’interno del cortile 2-3 guardie si stavano avvicendando. Questa volta sulla cima della torre sul tetto era presente una vedetta. Lo gnomo cercò di affacciarsi alle feritoie, ma non riuscì a vedere nulla di particolare. La sua attenzione venne però attirata dallo spriggan in cima al tetto: era vestito con un equipaggiamento particolare, che sembrava migliore di quello degli altri, in particolare la strana arma che portava: una specie di martello da guerra con un lingo manico e una punta simile ad una lancia. Pur sapendo che avrebbe rischiato di attirare l’attenzione, decise di volare in cerchio lanciando un individuazione del magico. Sentì due auree deboli, ma notando che lo spriggan si era accorto di lui e che aveva estratto una balestra, volò in direzione della stalla per confondersi tra gli altri corvi, prima di tornare indietro.
L’ultima occhiata volle darla al gruppo di case al di là del fiume. Appena si trovò sul corso d’acqua però, il suo sguardo fu attratto da un’ombra che guizzò sotto il pelo dell’acqua. Un brivido gli corse lungo la schiena...attraversare il guado non sarebbe stata una buona idea. Ancora scosso da quel pensiero, notò nella prima casa delle pelli conciate stese ad asciugare, forse erano lì da settimane. Si abbassò per vedere meglio e il pensiero di prima venne immediatamente scacciato da una scoperta ancor più agghiacciante: le pelli, che all’inizio gli erano sembrate di cavallo, sembravano appartenere a centauri!
Tornò a riferire le scoperte ai compagni. La giornata era ancora lunga ma dovevano decidere in fretta.
1 commento:
Io andrei ad indagare il nascondiglio in Chiesa e a vedere a quanto risalgono le pelli di centauro (@Master: in quanto druido non riesco a capire almeno se sono vecchie - dei cittadini - o nuove? O dovrei averla come Abilità-Professione?).
Se sono recenti andrei a provare a chiedere man forte ai centauri!
"Il nemico del mio nemico è un mio amico" (cit.)
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