Sebbene il tempo passato insieme a Borgo dei Boscaioli risultasse insufficiente a conoscersi, decisero di partire assieme alla volta di Esgaroth; avere dei compagni durante il viaggio, ed in particolare nelle Terre Selvagge, era sicuramente un lusso, anche per questi tempi.
Halbarad avrebbe fatto da guida: la sua conoscenza della regione - in particolare la parte più a Nord - e le sue abilità affinate negli anni, gli garantivano una certa sicurezza nel tracciare il percorso, i tempi di percorrenza e la possibilità di reperire provviste.
L'elfo Nimrod si offrì come esploratore per andare in avanscoperta, nel caso avessero incontrato qualche creatura del Nemico, e per cercare i luoghi più sicuri per accamparsi, mentre l'altro elfo, Elion, decise invece di rimanere nelle retrovie come vedetta.
Erkhelm decise invece di mettere a disposizione del gruppo le sue abilità di cacciatore per non sprecare preziose razioni da viaggio.
Decisero di non costeggiare il limite di Bosco Atro, preferendo tagliare verso le vie che costeggiavano l'Anduin; in qualche giorno avrebbero raggiunto il grande fiume e anche la possibilità di reperire acqua potabile sarebbe stata più semplice. La strada attraversava folti boschi di antichi alberi dai tronchi intrecciati tra loro, separati da radure rigogliose di felci.
A mano a mano che si dirigevano verso ovest le macchie boschive diventavano sempre meno frequenti lasciando il posto ad ampie radure e paesaggi fratsagliati. Camminarono per qualche giorno senza problemi e incontrando in lontanaza sparuti gruppi di uomini: probabilmente cacciatori e girovaghi alla ricerca di qualche occupazione ora che Smaug e gli orchi facevano meno paura.
Al quinto giorno il sentiero cambiò. Se di mattina era poco più di una pista usata da capre, cervi e pecore selvatiche, a mezzogiorno si era mutato in una strada di grandi lastre grigie di pietra lavorata, oramai sconnesse e spezzate in vari punti, ma posate molto tempo fa con grande cura da mani capaci e sconosciute.
Dopo qualche giorno lungo l'antica via, mentre attraversavano un boschetto di ontani, scorsero alcune antiche pietre coperte di muschio e radici. Solo avvicinandosi si accorsero che appartenevano ad una enorme statua raffigurante un volto umano, appartenente forse a qualche antico re degli Uomini...
Ma a fianco dell'enorme capo venne scorta anche una gigantesca zampa, presto individuata come quella di un Warg! La giornata stava volgendo al termine, e la scelta del luogo dove accamparsi era a questo punto fondamentale.
Poi dal fitto degli alberi risuonarono improvvisamente una serie di grida stridule in una lingua a loro sconosciuta: "Baruk Khazad! Khazad ai-menu!". Nimrod decise subito di avvicinarsi di soppiatto per capire cosa stava succedendo a poche decine di metri da loro, seguito da Halbarad e Elion, mentre Erkhelm si attardò per legare il cavallo ad un albero a fianco del sentiero.
Avanti a loro si apriva una radura e attraverso il fogliamo intravidero tre nani intenti a combattere con un gruppo di Goblin. Nonostante le cautele, il loro arrivo però non era passato inosservato e non appena arrivarono al limitare degli alberi si trovarono due goblin parati davanti pronti ad attaccarli!
Le immonde creature erano armate con lance e scudi di legno, ma cingevano al fianco le tipiche spade curve. Per fortuna non riuscirono a colpire Nimrod, che era il più esposto, e i compagni si liberarono dei goblin senza troppi problemi.
I tre nani intanto si stavano difendendo dagli attacchi dei due goblin rimanenti senza riuscire a metterli fuori gioco. Le frecce di Halbarad abbatterono il primo, mentre l'ascia di Erkhelm pose fine alla fuga del secondo. I corpi non avevano nulla di particolare, se non l'aspetto lurido dei Goblin; forse un'altra banda di dispersi dopo la rotta dell'esercito degli Orchi nella Battaglia dei Cinque Eserciti. Oppure c'entravano con l'impronta del Warg?
Intanto i nani si stavano ripulendo dal fango della battaglia e quello che sembrava il più anziano presentò il gruppo: "Salve amici - perché chi è nemico dei Goblin è nostro amico - io sono Snorri e questi sono Borri e Har". Portava una benda sull'occhio sinistro e sebbene la voce sembrasse un raschiare gracchiante, l'occhio buono luccicava come un sassolino levigato, denotando un certo acume. Aveva indosso un mantello grigio scuro di ottima fattura e portava alle spalle uno zaino che sembrava piuttosto pesante. Si diresse verso Halbarad e gli strinse la mano con gratitudine ringraziandolo e invitando il gruppo nel loro accampamento.
Intanto una pioggia leggera di primavera iniziò a cadere rendendo ancora più invitante la prospettiva di un luogo asciutto in cui passare la notte, perdipiù se in compagnia. Quello indicato come Borri, che pareva il più giovane dei tre per via dei lineamenti, e della barba e dei capelli corti e rossi come il fuoco, corse in avanti precedendoli per ravvivare la brace sotto un succulento maialino allo spiedo. Il terzo nano, Har, non disse nulla e chiuse le fila del gruppo voltandosi di tanto in tanto. Dai capelli grigio ferro e dalla folta barba accuratamente pettinata, vestiva un mantello azzurro - anch'esso di ottima fattura agli occhi dei componenti del gruppo, nonostante fosse un evidente indumento da viaggiatore - che copriva un corsaletto di maglia dai riflessi grigio opaco.
Dopo poco la piccola compagnia arrivò ad un gruppo di grandi rocce spioventi, sotto le quali i nani si erano accampati comodamente, usando diversi tronchi caduti come sedute disposte attorno al fuoco centrale. Il maiale era ormai pronto!
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