Posto un lungo e interessante articolo da Gioconomicon.net sulle ultime news da parte della GW!
Pochi giorni fa la potente macchina del marketing che Games Workshop ha affinato negli ultimi anni, si è messa in moto, comunicando quella che forse è una delle scommesse più importanti della casa di Nottingham dalla sua nascita: l’ottava edizione di Warhammer 40.000.
Ma un annuncio così importante merita di certo un maggiore
approfondimento, un’analisi per capire meglio il percorso che ha portato a
questa uscita e l’importanza che essa rappresenta per la GW e per l’intero
settore dei giochi di miniature.
Procediamo con
ordine…
Per meglio comprendere l’importanza dell’8 edizione di
Warhammer 40k è necessario ripercorrere gli ultimi anni dell’editore inglese,
fino ad arrivare alla sfida che si trova a fronteggiare oggi.
Partiamo dal 2015 quando, dopo 40 anni di editoria ludica, nasce uno
spartiacque fondamentale nella storia GW: Age of Sigmar (AOS).
Questo nuovo gioco di miniature “rottama” letteralmente il Vecchio Mondo,
l’universo di Warhammer Fantasy che ci aveva accompagnato dal 1983, per creare
una nuova realtà dove ambientare le sfide a sfondo fantastico tra gli eserciti
in miniatura di GW.
L’idea alla base del nuovo gioco era quella di creare un punto zero da cui far
ripartire la storia, distruggendo quanto creato fino a quel momento sia in
termini di regole che di ambientazione e ripartendo dalle ceneri con un gioco
più semplice, adatto ai neofiti, e con la presunzione che i più esperti ne
avrebbero seguito l’evoluzione nel bene e nel male.
A distanza di 2 anni dal lancio di AOS ci sentiamo di
affermare che l’operazione non sia pienamente riuscita. Il fuoco catartico che
ha bruciato il vecchio mondo ha portato con se molti vecchi giocatori e, ancora
oggi, sono molteplici i club che continuano ad amare ed organizzare attività
sul vecchio Warhammer Fantasy.
Il lancio di AOS ha inoltre scoperto il fianco del leader dei wargame
tridimensionali a editori piccoli e grandi che da sempre hanno cercato di
proliferare alle sue spalle, come la Mantic con il suo sempre più diffuso Kings of War. L’ultima arrivata, in
grande stile, è sicuramente la Fantasy Flight/Asmodee che, con Runewars, cerca abbastanza apertamente
di strappare quote di mercato sul settore dei wargame fantasy, ma va anche
notato che proprio quest’anno è stato annunciato il ritorno di Confrontation.
Ma non tutto il male viene per nuocere. Le numerose critiche
al lancio ed i feedback raccolti hanno portato la GW ad aggiustare
il tiro, tornando indietro su alcune decisioni estreme.
Negli ultimi due anni AOS, conscio del proprio peccato originale, si è costantemente
evoluto. Il Generals Handbook vol 1 ha riportato le
regole dei punti nell’universo fantasy, facendolo tornare ad uno scontro equilibrato
ed avvicinandosi ai vecchi stili di gioco.
Gli stessi codex (manuali degli eserciti) sono notevolmente cambiati, a
febbraio 2017, la ristampa del manuale dell’esercito simbolo di AOS, gli stormcast
eternals, sembra essere un “Mea Culpa” che si avvicina molto allo stile dei
vecchi codex. Inoltre la messa a disposizione on-line, gratis, delle regole e
di tutti i codex relativi ai vecchi eserciti è senza dubbio una mossa volta a
riavvicinare giocatori che, delusi dal non poter più utilizzare i propri
eserciti storici, avevano abbandonato il sistema.
Ma l’evoluzione di AOS è costante e lungi dall’essere terminata, si parla
infatti già del Generals Handbook vol 2, di cui la GW ha già più
volte ampliamente comunicato la produzione in atto in collaborazione diretta
con i giocatori coinvolti, e che porterà ulteriori cambiamenti al sistema di
gioco.
A questi tentativi, in parte riusciti, di recuperare quanto
perso sul mondo Fantasy, GW ha affiancato un lavoro di rilancio dell’intero
settore boardgame con la ristampa di titoli storici come Blood Bowl, Space Hulk e Warhammer Quest (prima nella
versione cooperativa Silver Tower e poi tornando alle origini e reintroducendo
la figura del “Master” con Shadows over Hammerhal) e con l’arrivo di inediti: due
titoli dedicati all’Eresia di Horus (Betrayal at Calth e Burning of Prospero), Deathwatch Overkill e Shadow War Armageddon (rivisitazione dello storico
Necromunda) per citarne alcuni. Da non trascurare inoltre la chiusura delle
licenze FFG che ancora lasciano aperti molti interrogativi, uno su tutti: sarà
GW direttamente a riprendere le redini della nuova edizione di Talisman?
Ai cambiamenti di proposta editoriale si sono affiancati
anche importanti evoluzioni della strategia di marketing dell’azienda, con una
maggiore apertura verso i propri utenti, atteggiamento in netto contrasto con
gli spaventosi “cessa e desisti” di pochi anni fa. Si sono moltiplicate le
pagine ufficiali su facebook, è nata la “Warhammer Community” (che ha rottamato
la vecchia warhammer app), fonte di informazioni diretta e canale di
comunicazione ufficiale tra GW e i giocatori, sono nati i canali in streaming
di Warhammer TV e sono partiti i tutorial ufficiali di Duncan Rhodes,
che spiegano passo dopo passo come dipingere al meglio le miniature permettendo
a chiunque di crescere anche da un punto di vista “hobbistico”.
Anche dal punto di vista delle ambientazioni gli investimenti sono stati notevoli, con un costante incremento delle pubblicazioni della Black Library, la casa editrice del colosso di Nottingham che tra libri ed audiolibri ormai conta più di un centinaio di opere.
Come forse ricorderete, anche prima di AOS non era certo il
fantasy l’universo più remunerativo di casa GW. Su quel setting ci sono sempre
stati parecchi contendenti a insidiare il primato di produttore principale e da
diversi anni la percentuale di utili riconducibili alla linea fantasy era assai
più bassa di quella dei prodotti del 40K.
Insomma, il fantasy è stato senza dubbio un ottimo banco di prova su cui
sperimentare, analizzare successi e fallimenti, correggere in corsa regolamenti
e strategie di marketing; un bagaglio di esperienze fondamentali per prepararsi
al meglio per affrontare la sua sfida più importante: il lancio dell’ottava
edizione di Warhammer 40.000. Perché, sul fronte del fantascientifico, la GW non può davvero permettersi di
sbagliare…
Perché l’ottava edizione è così importante per la casa di
Nottingham?
Era il 1987, esattamente 30 anni fa, quando Rogue Trader faceva la prima comparsa
sugli scaffali dei negozi di giocattoli, si trattava di un manuale per scontri
skirmish in scenari fantascientifici. Quel titolo, ed il suo continuo
espandersi edizione dopo edizione, hanno gettato le basi del wargame
fantascientifico oggi più conosciuto al mondo: Warhammer 40.000 (40K).
Fino ad ora l’universo del 40K ha visto continue espansioni, con la costante
entrata in scena di nuove razze e fazioni. Tra le ultime arrivate troviamo gli
Skitarii, i capitoli dei Marines del Caos ed i Genestealer Cult, che hanno
contribuito a fare della 7° edizione del 40K la più grande di sempre con circa
30 eserciti all’attivo..
Nonostante le ultime evoluzioni, AOS fa ancora fatica a imporsi come titolo
fantasy, mentre il rilancio dei boardgame è ancora ai primi passi e con
difficoltà trova terreno fertile presso i giocatori estranei al mondo GW
(complici i prezzi non proprio abbordabili che spesso solo un modellista riesce
a comprendere).
Quindi, ancora oggi, Warhammer 40.000 rappresenta indubbiamente la principale
fonte di vendite per l’editore. Una fonte di reddito che però ha ormai
raggiunto i suoi limiti in termini di espansione dell’ambientazione. La
semplice introduzione di nuove fazioni sembra non bastare più, vista l’ampia
scelta già presente, e senza un forte rinnovo degli attuali eserciti
difficilmente i giocatori abituali confermeranno il ritmo degli acquisti di
miniature. L’unico modo per superare i limiti dell’edizione attuale è quindi
compiere un’importante passo avanti e lanciarne una nuova e potenzialmente
rivoluzionaria. Ci troviamo quindi di fronte ad un colosso che conta 600
dipendenti presso l’HQ di Notthingam e 400 negozi sparsi per 20 paesi che si
trova oggi a rivoluzionare completamente il suo prodotto di punta.
Una scommessa quindi non solo nei confronti del pubblico
storico che da trent’anni schiera capitoli di Space Marine, orde di Orki e
legioni del Caos, ma per l’intera società di Nottingham, che mette in
discussione un setting che non si esaurisce sui tavoli da gioco ma che
rappresenta un business anche per le molteplici licenze cedute in ambito
videoludico.
Ma cosa ci aspetta in questa ottava edizione?
La macchina del marketing GW è partita già 6 mesi fa per
lanciare questa nuova realtà. Fondendo evoluzione delle regole con cambiamenti
nell’ambientazione come non era mai successo prima.
Le forze del Caos, che da sempre assediano l’Impero umano nel tetro millennio
del 40K hanno sferrato una crociata di potenza inaudita verso il pianeta Cadia,
dando vita ad un ciclo narrativo chiamato Gathering the Storm.
Il ciclo, rappresentato da 3 volumi divisi in sezioni narrative e sezioni di
regole, ha portato a cambiamenti senza precedenti nell’ambientazione del 40K
che, negli ultimi 30 anni, era rimasta fondamentalmente statica.
Roboute Gulliman, primarca degli Ultramarines, è tornato in vita per guidare
gli Space Marine in questi nuovi scontri, e probabilmente non è un caso che tra
i primarchi sia tornato proprio colui che ha definito l’organizzazione degli
Space Marine stessi. La stessa mappa della galassia è mutata, con nuovi squarci
aperti verso i mondi del caos. Una nuova fazione di Eldar è nata, gli Ynnari, e
anche il Caos ha già un suo primarca da schierare nelle proprio linee, Magnus
the Red.
Dal punto di vista dell’ambientazione questo passaggio apre innumerevoli porte
alla nuova edizione, e già iniziano a circolare numerosi voci: tra le più
accreditate si parla del ritorno di altri primarchi, di una nuova evoluzione
degli Space Marine, il vero simbolo del 40K, dell’arrivo di nuove armi... Tutte
voci che combacerebbero abbastanza con la necessità di GW di espandere
l’universo non solo in termini di ambientazione, ma anche di miniature
disponibili.
Ma mettiamo da parte i rumor ed analizziamo cosa si sa ad
oggi di certo su questa nuova edizione. Le FAQ che abbiamo ripreso nell’ultima
notizia sull’argomento sono abbastanza chiare:
- Tutte le miniature (incluse quelle di Forgeworld) saranno compatibili
- Le regole sono
destinate a cambiare (i vecchi codex non saranno più compatibili)
- Le regole saranno
adatte sia a giocatori neofiti che ad esperti
- Saranno disponibili 3
modalità di gioco (scontro libero tra eserciti, schierando tutto ciò che si
possiede, scontri legati a specifici scenari/storie, scontro a punti)
- Le regole subiranno
evoluzioni costanti (così come successo con AOS ed il Generals Handbook)
- Come in Age of Sigmar
(dove gli eserciti si dividono in Ordine, Caos, Distruzione e Non Morte) anche
nella nuova edizione di 40K verranno introdotte delle fazioni principali che
saranno: Imperium, Caos e Xeno.
- La nuova edizione è
stata sviluppata in collaborazione diretta con molti giocatori, sia on-line che
agli eventi GW. A leggerla così sembra una trovata perfetta. Evoluzione
dell’ambientazione e regole che si fondono, rispetto sia per i giocatori più
esperti che meno esperti, 3 modalità di gioco tra cui scegliere ma…
…Cosa c’è da temere?
Oggi Warhammer 40.000 si trova in una situazione molto
simile a quella del suo gemello fantasy di un paio di anni fa. Come dicevamo
l’attuale ambientazione del 40k, si è espansa in tutte le direzioni possibili
(con la creazione addirittura di uno spin-off nel 30K chiamato Horus Heresy), e gli spunti per nuove
unità iniziano ad essere sempre meno e sempre più difficili da integrare.
In questa situazione, per Warhammer Fantasy, si scelse di azzerare l’universo,
e dare vita all’Age of Sigmar, introducendo linee di miniature interamente
nuove.
La scelta fatta per il nuovo universo del 40k però è opposta alla rivoluzione a
cui abbiamo assistito in AOS. Al posto di azzerare il tutto, si è scelto di
evolvere ulteriormente l’universo in maniera radicale con gli eventi narrati in
Gathering the Storm. Una scelta che sicuramente mira a tenere vicini quanti
attualmente giocano al 40K.
Dando fiducia all’ambientazione consolidata la vera
scommessa è quindi sul sistema di regole. I giocatori che si affacciano al
mondo dei wargames oggi sono molto diversi dalle generazioni degli anni ’80 e
’90. L’abitudine allo studio di grossi manuali prima di poter schierare le
proprie forze in campo è stata rimpiazzata dai tutorial (similmente a quanto
accade nei videogiochi) per essere subito in partita, un elemento che
sicuramente ha giocato un ruolo fondamentale nella semplificazione di AOS e che
non può essere trascurato se questa edizione si vuole affacciare a nuove leve.
Ma come far si che tutto questo si sposi con il profilo del giocatore esperto
di Warhammer 40.000, più abituato ad un manuale di 200 pagine, a cui aggiungere
un codex e magari anche un manuale aggiuntivo con vari scenari?
Il principale scetticismo riguarda infatti l’aver annunciato un regolamento
adatto per i neofiti che però strizzi l’occhio ai giocatori esperti. Rischia di
essere un facile proclamo destinato o a dividersi in un regolamento Base ed
Avanzato o ad una via di mezzo che non soddisfi nessuno dei due tipi di
pubblico.
Ma le perplessità sulle regole non si limitano a questo. La precisazione sul
fatto che l’ottava edizione subirà “continue evoluzioni” più che rassicurare
spaventa, perché ricorda parecchio quanto avvenuto con AOS, che in realtà solo
ora, con i nuovi codex, sembra aver trovato un po’ più di stabilità (e a dirla
tutta non è ancora pienamente consolidato, vista la previsione di uscita di un
nuovo Generals Handbook). Questa proclamata dinamicità sembra
cozzare con l’immediatezza promessa a chi vuole avvicinarsi ai giochi GW con la
stessa semplicità con cui si avvicina agli altri titoli che stanno trainando il
mercato in questo momento.
Chiunque lavora nel marketing sa bene che le parole
“minaccia” ed “opportunità” sono in realtà due facce della stessa medaglia. Se
da un lato i rischi di un’eccessiva semplificazione che porti ad una perdita di
profondità nel gioco sono alle porte, dall’altro le regole della 7 edizione
erano notevolmente appesantite da un gran quantitativo di abilità speciali e
meccaniche aggiuntive per i vari tipi di veicoli introdotti nel tempo che
complicavano eccessivamente le partire rendendole sicuramente poco fluide.
La speranza che chi vi scrive ripone nella nuova edizione è
che faccia un po’ di pulizia andando a snellire l’esperienza di gioco, ma senza
perdere la profondità garantita dalle numerose strategie perseguibili, cosi strettamente
legate alle fazioni storiche di Warhammer 40.000.
Sarebbe sicuramente un obiettivo ambizioso e probabilmente renderebbe il titolo
meno approcciabile ai neofiti di quanto la GW speri, ma d’altro canto chi lo ha
detto che la divulgazione dell’hobby miniaturistico debba iniziare proprio dai
wargame? Forse è la nostalgia che parla in questo momento, ma non sarebbe più
corretto vederlo come punto di arrivo e non di partenza, magari iniziando
invece dai boardgame con le miniature? D’altro canto quanti di noi sono
entrati in questo mondo giocando a Heroquest
o Starquest e cercando poi di
approfondire le gesta di quegli eroi in miniatura?
Per quanto affascinante, questa rimarrà però una strada difficilmente
percorribile se l’editore inglese non si dedicherà ad una maggiore divulgazione
di questi, anche al di fuori dei propri canali di vendita abituali.
A farci sperare fiduciosi il coinvolgimento dei giocatori nello sviluppo delle
nuove regole. Sembra infatti che nel definire questa nuova edizione, gli autori
GW si siano costantemente consultati con i giocatori durante i principali
eventi ludici promossi dall’editore inglese negli ultimi anni ed abbiano fatto
tesoro dei numerosi commenti ed osservazioni ricevute attraverso i social
media.
Nonostante l’arrivo di Gathering the storm e
l’addensarsi delle nubi su Nottingham, la luce dell’imperatore continua a
risplendere e speriamo guidi i radiofari della Games Workshop attraverso il
warp fino ai cieli sereni di un nuovo 41° millennio!
1 commento:
L'esercito dipinto nella foto a metà articolo è di Runewars!
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