lunedì 8 maggio 2017

Il braccio violento della legge

Il villaggio di Greenbow

L'esplorazione del territorio vicino al quale erano sbarcati non destò alcuna particolare preoccupazione. Le solite tracce di animali selvatici e di cacciatori erano le uniche cose degne di nota, a parte la quieta bellezza delle dolci colline d'estate. Seguirono nuovamente le rive del lago, attraversando il largo fiume Gudrin, che si immetteva placido nell'Acquazanna, e fecero ritorno a Greenbow, dove però li stava aspettando una sorpresa. Kesten Garess stava venendo loro incontro per avvisarli di un agitatore, in città da qualche giorno.
Appena arrivati ai piedi della collina dove sorgeva il forte ricostruito, un capannello di gente stava ascoltando uno strano tizio vestito in maniera distinta che arringava gli astanti in merito al malgoverno del nuovo regno. Diverse persone asserivano alle affermazioni dell'uomo, e visti i governatori avvicinarsi c'era chi li indicava, chi li fischiava, chi voltava lo sguardo.

Il gruppo chiese all'uomo chi fosse e da dove venisse, ma Grigorj - questo il nome del pingue individuo - rispondeva sfuggente riportando il discorso sullo stesso binario: il malgoverno dei governanti che si preoccupavano più delle loro tasche che del bene della propria gente, e la riprova era il recente attacco del lupo mannaro, probabilmente attirato da qualche scorribanda degli avventurieri prestati al governo, e le ricchezze accumulate durante le loro avventure, sempre lontano dal loro regno e dai loro cittadini.
Levian prese la parola, ma la folla non sembrava dargli ascolto, così il gruppo invitò Grigorj a discutere al castello, che accettò di buon grado non prima però di aver pronunciato rivolto agli astanti un plateale "se non torno sappiate che sono in pericolo per colpa dei vostri governanti!".

Al castello Grigorj fu incalzato dalle domande dei quattro avventurieri, che - man mano che la discussione procedeva - si fecero sempre meno diplomatici, fino al punto in cui Walker, stufo delle risposte evasive e provocatorie dello straniero, gli assestò due pugni in faccia, sotto gli occhi muti dei compagni. Il girovago, così come si era definito lui stesso, cercò di guadagnarsi almeno la protezione del paladino, di cui aveva riconosciuto il simbolo sacro di Yomedae, dio della giustizia, ma questi sembrava titubante, nonostante fosse l'unico sostenitore della necessità di risolvere la questione alla luce del sole, affrontando l'uomo in un dibattito pubblico. Per il momento decisero di sbattere l'agitatore in gattabuia: la notte avrebbe portato consiglio sul da farsi.

L'indomani decisero di mandare i soldati della guardia cittadina, guidati da Uriel, a raccogliere maggiori informazioni su Grigorj e ad annunciare il proferimento di un proclama a mezzogiorno in punto. Il generale scoprì che l'uomo alloggiava nella locanda del paese, la stessa in cui alloggiava Kundal, l'uomo affetto da licantropia che avevano ucciso il mese passato, e che - a detta dell'oste - il tipo sembrava cortese e gioviale, ma non l'aveva mai visto parlare in privato con singole persone: offriva da bere e si intrometteva nelle discussioni in cui partecipavano molti uomini, ma nulla di sospetto. All'oste aveva detto di essere un cantastorie che proveniva dall'ovest, che si fermava nei posti più civilizzati per compiere qualche affare commerciale. In paese comunque gli animi sembravano più tranquilli del giorno precedente, e sebbene qualcuno abbassasse la voce o cambiasse discorso al suo passaggio, non ci furono aperte contestazioni.
Intanto Levian, Kastaghir e Walker erano scesi nelle celle sotterranee per interrogare il malcapitato, che subito aveva cercato nuovamente la clemenza del paladino. Levian questa volta promise che non gli sarebbe stato fatto alcun male, a patto che lui rispondesse sinceramente alle domande che gli avrebbero posto sotto l'influsso dell'incantesimo zona di verità. Walker prefrì uscire, per non dovr smentire ancora una volta la credibilità del paladino.
Grigorj confermò in buona sostanza quello che intanto Uriel stava raccogliendo in paese, ma fece capire ai due di essere un faccendiere che si procurava da vivere come capitava (dicansi "rabazziere", ndM), sfruttando le numerose opportunità delle Terre Rubate, e che se ne sarebbe volentieri andato una volta per sempre dietro il pagamento di una ricompensa. In fondo erano i governanti ad avere la popolazione contro, e la sua morte o sparizione avrebbero confermato le sue accuse contro di loro.
Poi Levian salì e lasciò il posto a Walker, che minacciò ripetutamente Grigorj di morte nel caso in cui avesse scoperto che mentiva. L'uomo, impaurito, cercò rimase vago ma sostanzialmente continuò ad affermare la sua versione e le sue intenzioni: a Kastaghir pareva che l'uomo fosse veramente convinto che gli avventurieri stessero amministrando il regno solo per proprio tornaconto.

A mezzogiorno in punto Levian, davanti ad un folla gremita, annunciò l'intenzione di confermare l'arresto di Grigorj per violazione della quiete pubblica e oltraggio a pubblico ufficiale, fino alla data del processo, ancora da destinarsi. Nel frattempo avrebbero avuto un po' di tempo per prendersi cura del loro ancora giovane regno.

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