lunedì 15 agosto 2022

Le rovine di Belazor - Capitolo 2: La missione

Capitolo 2: La missione


Giorno 10 [1 del Raccolto]

Mentre Aramanthis si prende gioco della nuova condizione di Nival, cercando di provocarlo confidando di aver stuprato e ucciso Evelyn alla fortezza, il vampiro, compiaciuto che tutti abbiano accettato, spiega la missione: a Molo Corrotto avrebbero dovuto incontrare il loro contatto, un vongolaro di nome Krell alloggiato nel quartiere dei pescatori, e si sarebbero dovuti muovere in assoluto incognito cercando informazioni sulla situazione politica attuale.

Le cose a Molo Corrotto sembrano infatti essere cambiate, in particolare l’interesse del re nei confronti delle terre oltre mare.

Il vampiro ha controllato Lord Banor dall’inizio, usando i prigionieri come cibo per gli spiriti dei bambini e gli spettri come deterrente per poter essere lasciato in pace. Ora è giunto il momento di rimandare indietro il gruppo con la nave di Lord Banor, ufficialmente come missione diplomatica, per scoprire di più su tutta la faccenda.

Il vampiro ripete più volte l’importanza della segretezza della sua esistenza, e chiede ai componenti del gruppo di controllarsi a vicenda, e di essere disposti anche al sacrificio. Avrebbe pensato lui poi a riportarli in vita.

Affida in particolar modo le sorti della missione ad Aramanthis, l’unico ad aver scelto volontariamente di aiutarlo, e a Nival, ora un non morto sotto il suo potere, consentendo loro di portarsi dietro la Verga delle Meraviglie, il cubo metallico trovato nella palude, che in realtà - una volta scagliato per terra - libera un potentissimo demone e donando a ciascuno 400 monete d’oro.

In realtà Nival, forse protetto dalla sua fede, ha mantenuto la sua coscienza e trama segretamente vendetta contro Aramanthis e Ravetor.

(Retroscena dei legami tra Ravetor e Lord Banor - flashback di come sono andate le cose con l’arrivo della spedizione dal continente?).

Giorno 10 di Aramanthis

(Cosa ha fatto Aramanthis dopo essere fuggito invisibile dal circolo del druido).

Giorno 11

Il gruppo salpa verso il continente, a ovest. Sulla nave insieme a loro il chierico e lo stregone che li avevano catturati il giorno prima, insieme ad un numero esiguo di equipaggio. Solo il chierico di nome Artanis però è a conoscenza del legame tra il vampiro e Lord Banor, e chiede riservatezza con lo stregone.

Nival, sentendo il richiamo del sangue umano, è costretto ad uccidere un componente della ciurma.

Aramanthis

Flashback sul passato di Aramanthis e sull’esperimento magico che ha provocato la fusione tra Aramanthis ed il suo apprendista Gerard.

Giorno 18

L’imbarcazione arriva in prossimità dell’isola dei pirati, ma il gruppo decide di girarle al largo e proseguire senza fermarsi per i rifornimenti, per evitare guai.

Nival Dorn:

Flashback sul passato di Nival.

“Mi chiamo Mival Dorn.

Sono cresciuto nel villaggio di Kenbeth, nel territorio di Hongar, ai piedi della catena montuosa a fianco del Massiccio di Kraton.

All’età di 10 anni i miei genitori, per salvarmi dalla povertà, mi affidarono al monastero di Tyr, ubicato nelle vicine colline, dove fui cresciuto ed educato nel culto del dio della giustizia.

I miei genitori morirono di stenti a pochi anni di distanza l’uno dall’altro, senza poter vedere il loro ragazzo diventare uomo. Le mie due sorelle più piccole continuarono a lavorare nei campi, senza una vera prospettiva per il loro futuro. Chi avrebbe mai preso in moglie una ragazza orfana, senza dote, e per di più logorata dalla fame e dalla fatica?

Questo mi fece aprire gli occhi sulle condizioni in cui versava il nostro popolo, e fu in quel momento che decisi di prendere i voti come paladino per aiutare il prossimo e combattere l’ingiustizia che stava opprimendo la nazione.

Ma quando l’ingiustizia prese il volto dei Seguaci del Terrore, che con la scusa di esigere le tasse per conto di quello sciagurato di re Hecbert, trucidarono i pochi abitanti del villaggio da cui provenivo, comprese le mie due sorelle, feci una promessa solenne alla mia chiesa: avrei cercato e punito i responsabili di quel massacro, uno per uno, e non avrei fatto ritorno finche non ci fossi riuscito.

Tre anni sono passati, e ancora vago in cerca di qualche indizio che mi possa condurre ai nomi di quei soldati, senza dover venire accusato di tradimento.

Ma poco tempo fa ho saputo che da queste parti vive un losco individuo che dovrebbe conoscere il nome di chi quel giorno era a capo di quel manipolo omicida, e così sono arrivato fin qui sulle sue tracce.

Mi chiamo Mival Dorn, paladino di Tyr, e sono venuto a smascherare l’ingiustizia con la lama affilata della vendetta”.

Giorno 24

Deducendo che se la situazione politica fosse veramente cambiata, non sarebbe convenuto entrare in porto con la nave ufficale di Lord Banor, decidono di accostarsi ad un peschereccio uscito insolitamente al tramonto con la scusa di comprare del pesce fresco per far salire a bordo di esso i 5 compagni, resisi invisibili grazie allo stregone.

Al crepuscolo arrivano nel porto di Molo Corrotto e - sempre invisibili - si dirigono verso la casa del loro contatto, nel quartiere dei pescatori, che però trovano vuota. Nival rimane fuori perché, essendo ora un Figlio della Notte (mezzo vampiro), non può entrare nelle abitazioni se non invitato.

A tarda notte arriva Krell, un uomo sfigurato, con la lingua e le labbra tagliate, che parla nella mente. Gli racconta cosa è cambiato da una ventina di giorni (17 per la precisione, ndr) e di come dovranno muoversi. Dopo la presa di potere di Sir Ragher, tutti i pirati fedeli a Piuma Bianca sono stati uccisi; solo un esiguo numero è stato risparmiato - apparentemente senza motivo - e rinchiuso nel Vicolo Cloaca, la fogna a cielo aperto della città. Questa è poi stata divisa in 6 quartieri isolati gli uni dagli altri tranne che se muniti di permesso; gli abitanti di ciascuno sono stati marchiati a fuoco col numero del rispettivo quartiere di appartenenza, ed essere trovati in un altro quartiere senza permesso comporta la morte. Il governo è stato preso da un triumvirato: Sir Ragher, del regno di Gronkat, sanguinario comandante dei Seguaci del Terrore e braccio destro di Lord Hiperion; Sir Ducker Longerback, zio del giovane Bojar, zar del Regno di Zackaros; e Al Meket, del Regno di Enkhabet e fratello minore del Raja del Regno del Sud.

Il gruppo può nascondersi nel piano interrato segreto. Le cose principali da ricordare, muovendosi in città, rimangono però 2: non tradire la loro copertura e la loro missione, e fare rapporto a lui per ogni cosa scoperta, dato che è in contatto giornaliero con Ravetor.

Giorno 25 - mattina

Il gruppo visita il quartiere. Aramanthis, Linkler e Mlali cercano il datteraro, contrabbandiere del quartiere, per ottenere attrezzature e materiali, per ottenere i quali, però, dovranno aspettare qualche giorno. L’idea sarebbe anche quella di riuscire ad infiltrarsi tra la malavita locale ed intanto cercare di carpire più informazioni possibili.

Scoprono anche che nel quartiere ha appena aperto un negozio di maschere in vista del ballo che si sarebbe tenuto 9 giorni dopo. L’attività risulta però sospetta, in un quartiere e in un periodo così fuori luogo dopo gli ultimi eventi.

Linkler rischia di far saltare la loro copertura quando, per sfuggire alle guardie, lancia un incantesimo di immagine speculare in mezzo ad una strada trafficatissima. Viene salvato da Aramanthis che convince le guardie che è il fratello scemo.

Nival e Manolo intanto studiano i movimenti delle guardie nel quartiere e cercano di carpire qualche informazione dai discorsi tra le bancarelle del mercato.

Giorno 25 - pomeriggio

Il gruppo continua a girare diviso. Aramanthis raggiunge il ladro e il paladino. Manolo trova una casa segnata in gergo ladresco come rifugio sicuro, ma - sorpreso da una trappola all’entrata - viene salvato da Nival. I tre entrano e vedono alle pareti dei quadri raffiguranti volti di ladri con sopra delle taglie; alcuni sono sbarrati con una grande croce sopra. Aramanthis torna a casa di Krell per avvisare Linkler e Mlali.

Questi intanto, direttisi all’osteria del Calamaro Bianco per cercare informazioni, suscitano i sospetti dell’oste che chiama le guardie. Per fuggire Linkler usa il cubo metallico contenente il demone. L’osteria esplode e si crea il putiferio nel quartiere. Arrivano le guardie che circondano l’osteria per fronteggiare la creatura demoniaca, accompagnate da maghi ed addirittura interviene Sir Ragher in persona. Mlali e Linkler riescono a fuggire e a rifugiarsi da Krell, dove raccontano l’accaduto ad Aramanthis, ed in seguito a ricongiungersi con Nival e Manolo nel rifugio sicuro dei ladri.

Giorno 25 – sera [13 del Raccolto]

La guardia cittadina parte con i rastrellamenti, che sono durissimi: il quartiere viene suddiviso in 4 quadranti e ad ognuno spetta una rappresaglia diversa. Dalla finestra del loro rifugio vedono che tutti i padri di famiglia vengono portati in strada e giustiziati davanti agli occhi disperati dei familiari.

Quando le guardie passano al quadrante successivo sentono bussare alla porta. Linkler, Aramanthis e Manolo si rendono invisibili grazie alla magia del mezzelfo. Quando Nival apre non vede nessuno, ma percepisce che è entrato qualcuno anch’esso invisibile, che si presenta come Betelgeuse, capo dei ladri del quartiere, che gli intima di seguirli. Nival e Mlali, per non tradire i compagni, li seguono e vengono portati sul Promontorio dei Dimenticati, l’isola in cui venivano segregati tutti i malati, e quindi unico luogo rimasto sicuro. Qui vengono interrogati singolarmente e Nival, fidandosi del suo intuito, rivela tutta la sua storia, compreso di essere stato trasformato in figlio della notte da Ravetor.

I tre rimasti invisibili si dirigono invece verso casa di Krell, ma il nascondiglio sotterraneo viene scoperto dalle guardie durante il rastrellamento del quadrante, e sono costretti ad ingaggiare battaglia. Linkler lancia un’oscurità mentre Manolo, ancora invisibile, e Aramanthis, provano a scappare usando la Verga delle Meraviglie. Il mezzelfo cade in battaglia nel sotterraneo, ma i due compagni riescono a scappare in strada. Anche Aramanthis, colpito da una palla di fuoco lanciata da un mago della guardia, cade, ma Manolo - sfruttando l’invisibilità - riesce a raccogliere la Verga e a fuggire.

Aramanthis si risveglia in prigione, ma viene prelevato dai ladri attraverso un’operazione di recupero e portato sul Promontorio.

Manolo si presenta con Krell, che chiede al gruppo di schierarsi: o con lui, o con i ladri!

Mlali e Nival decidono per i ladri, ma Aramanthis e Manolo rimangono fedeli al vampiro. Nel durissimo scontro, oltre a diversi ladri, muoiono tutti i componenti del gruppo.

Finale - I giorni seguenti [16-21 del Raccolto]

Alnitak: “resuscitare un non morto Righel? Ne sei proprio sicura?”

Righel: “purtroppo non abbiamo alternative amico mio, le notizie che mi stava raccontando prima dell’attacco del vongolaro erano inquietanti e preziose al tempo stesso. Credimi, lo faccio contro ogni mio principio...avrei preferito ridestare il suo amico ma a scapito parlava, non abbiamo alternative.”

Alnitak: “certo che è un bel paradosso...non sono molte le persone a cui si possa chiedere cosa si prova a morire per la seconda volta.”

Alnitak: “solitamente riaprono gli occhi dopo qualche minuto, ma ormai sono passati tre giorni. Sei sicura Righel che questo essere non sia maledetto?”

Righel: “sei tu l’esperto di alchimia...cosa supponi? “

Alnitak: “credo che il suo corpo stia lentamente cambiando, si stia modificando. Le pupille sono tornate del tutto circolari e il battito cardiaco si è fissato a 60 battiti al minuto. Senti la sua mano...”

Righel: “caspita....è calda! Alnitak, sei un mago, anzi, un chierico!”

Alnitak: “no no Righel, non chiamarmi così! Questa è alchimia, non magia, questa è applicazione, non dote innata. Ho passato 30 anni della mia vita con il capo chino sui libri della Grande Biblioteca, cercando e sviscerando ogni informazioni possibile nascosta fra i pochissimi libri di anatomia disponibili. Sono solo un umile vongolaro con un cervello che non dorme mai.”

Il convalescente ascoltava tutto, ma non era in grado di interagire, il suo corpo non rispondeva agli stimoli. La prima cosa che aveva iniziato a sentire, una volta ripresa conoscenza, erano gli odori. Un costante e continuo profumo di melissa lo aveva accompagnato durante la sua lenta ripresa di conoscenza. Ogni tanto percepiva altro ma non era in grado di riconoscerlo, il suo cervello non era sempre attivo. Poi, improvvisamente, aveva riguadagnato il gusto: un sapore terribile tormentava la sua gola. Il terzo fu l’udito: fu il più piacevole... perché capì di non essere solo. Sentiva un uomo parlare con lui, a bassa voce. “Chissà se mai funzionerà, lo spero proprio. Sono davvero curioso di conoscerti amico. Le tue informazioni sono state la tua salvezza, vedi di non lasciarle nella tomba. Sei forte però, lo percepisco. Se solo fossi credente, direi senza ombra di dubbio che la tua fede ti tiene aggrappato alla vita”.

Venne poi la cognizione del proprio corpo. Percepiva un comodo letto sotto la sua schiena, un telo sopra alle sue parti intime. La sua fronte era fresca e umida, spesso veniva bagnata. Avrebbe voluto parlare, chiedere dove fosse e chi lo stesse aiutando, ma la lingua ancora non rispondeva.

Passò diverso tempo in questo stato: una sorta di sogno costante, ricco di percezioni labili e a volte confuse. Non aveva idea di quanti giorni fossero passate: una settimana, un mese, un anno? Non si sà se fosse per forza di volontà, per il suo credo o altro, ma improvvisamente riaprì gli occhi.

Alnitak: “oh caspita caspita, ci siamo ci siamo ci siamo! Presto, andate a chiamare Righel, presto!”

Lo straniero riconosceva a malapena i colori, i suoi occhi bruciavano al contatto con l’aria, tanto da lacrimare. Gli oggetti non avevano una forma nota, vedeva delle macchie confuse, sfuocate. Quando Righel arrivò, una mezz’oretta dopo, l’unica cosa che aveva chiaramente capito è che vi erano delle piccole fiammelle, forse candele, attorno al suo letto. Cercò di alzarsi con la schiena ma una dolorosa fitta muscolare lo bloccò.

Alnitak: “piano piano campione, è più di una settimana che sei in questo stato. Riesci a parlare?” L’uomo alzò a fatica la mano, facendo cenno di no. L’unica cosa che usciva dalla sua bocca erano rantoli e respiri strozzati. “Non ti preoccupare, ora rilassati e bevi questo.” Si sentì allora una mano sulla nuca e subito dopo una bevanda calda, piuttosto insapore, gli scese giù per gola. Tossì, sputandone fuori la metà per poi svenire con forza sul letto.

Quando riaprì gli occhi sentiva la presenza di un’altra persona al suo fianco. Sbatté le palpebre più volte e guardò le pareti della stanza: la vista pian piano stava tornando, ora riusciva a capire che si trovava all’interno di una sorta di cripta, illuminata dalle candele, ma asciutta e ordinata. Vi erano tanti scaffali di legno, ricchi di ampolle di vetro di vario colore: gli parve feti di vari animali, artigli e denti di varia forma e dimensione, brodaglie più o meno dense e tantissime erbe e radici. Senza alzarsi, da steso, si portò le mani davanti agli occhi. Le guardò con stupore e vide che la sua carnagione era rosata, le vene cariche di sangue pulsante e le unghie avevano ripreso la classica trasparenza, non più violacee come prima. Si alzò nuovamente sul busto e si trovò di fronte una donna che sorreggeva un vecchio specchio: sgranò gli occhi, l’istinto fu quello di portarsi le mani sul petto e toccarsi più volte spalle e addome.

Righel: “bentornato fra i viventi, in tutti i sensi.” Non poteva credere a quello che vedeva: era tornato in vita! “Il merito è del nostro alchimista Alnitak. Io ti ho resuscitato con l’unica pergamena della resurrezione a nostra disposizione, lui ha fatto il resto. Probabilmente la morte e le sue cure hanno dissolto il sangue infetto. Mi hanno detto che non riesci ancora a parlare, ma stai tranquillo. Ora riposati, mangia e ascolta; immagino sarai ansioso di sapere quanto è accaduto.”

Righel gli diede un vassoio ricco di frutta e carne secca. Lo straniero iniziò a mangiare con gusto, dimenticandosi quasi di tutto il resto.

Alnitak: “sei rimasto per 8 giorni steso, immobile. Lentamente la tua pelle da bianca è tornata rosata, il tuo respiro si è sempre fatto più forte e le tue pupille hanno ripreso nitidezza. Posso dire con certezza, ora, che sei tornato umano.

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