Nimrod si offrì per fare il primo turno di guardia; lui e
Elion potevano sfruttare il loro retaggio elfico per riposare in trance
rimanendo vigili, in questo modo Erkhelm e Halbarad si sarebbero potuti
riposare. Il vagare a vuoto degli ultimi giorni li aveva fiaccati ed erano
stati costretti ad attingere alle loro ultime risorse per rimanere in forze.
Nel bel mezzo della notte sentì il rintocco ovattato di una
campana, come se provenisse da lontano. Per quanto fisse strano a quell’ora e
in quel luogo, si sentiva come ammaliato da quel suono. Svegliò i compagni e si
accorse che su di loro lo strano effetto era ancora più forte, tanto da
rimanere irretiti dal suono della campana. Nonostante Nimrod provasse a
scuoterli dalla malia che li aveva colti, i tre compagni si stavano dirigendo
verso l’oscura fonte del suono, immergendosi nelle acque gelide della palude,
finché scomparvero sott’acqua.
Preso dal panico anche l’elfo si immerse e notò a tastoni un
angusto anfratto che creava un passaggio; lo seguì e scoprì con stupore che
dopo pochi metri il tunnel sommerso conduceva in una stanza che doveva essere
appartenuta ad una struttura più grande molto tempo prima. I tre compagni
giacevano come svenuti sul pavimento umido ma una volta svegliati non ricordavano nulla. Ripresisi esaminarono la stanza, e
Erkhelm notò chiazze di fango vicino all’unica porta presente. La piccola
stanza conduceva ad un’altra molto più ampia, anch’essa umida ma stranamente
intatta. Sulle pareti laterali si aprivano tre porte per lato ed in fondo era
presente quello che doveva essere stato un camino.
Si divisero in due gruppi per velocizzare la ricerca dei
nani ed incominciarono ad esplorare le porte. La prima sulla parete di sinistra
si apriva su una galleria contorta scavata nella roccia: Halbarad e Nimrod
avanzarono per diversi metri, ma dopo diverse curve decisero di rinunciare per
andare a vedere le cosa si celasse dietro le altre porte.
Sulla parete di destra invece Elion ed Erkhelm trovarono un
lungo corridoio caratterizzato da diverse ampie nicchie che non mostravano
nessun segno né dei nani, né della loro funzione. Lo stesso tipo di corridoio
venne ritrovato dietro alle altre quattro porte, ma prima di indagare
sull’ultima porta a destra l’attenzione di tutti fu attirata dalla corda che
penzolava in mezzo al camino. Elion infilò la testa nel comignolo ma non vide
la fine della corda. Sentì in compenso una brezza gelida sul viso, segno che il
comignolo usciva all’aperto, cosa confermata dagli escrementi e dalle piume
nere alla base del camino.
Appurato che la corda era molto probabilmente legata alla
campana che li aveva condotti lì, e che sarebbe stato meglio non toccarla,
esaminarono l’ultima porta, diversa dalle altre. Sullo stipite la cornice era
decorata, o almeno lo doveva essere in passato, e conduceva attraverso una
corta scalinata ad una seconda porta. Erkhelm vide che questa porta era
rinforzata da bande di spesso metallo ma mostrava sulla parte in legno diversi
graffi fatti da grossi artigli.
Provò a bussare in maniera ritmica, sperando che qualche
essere senziente potesse cogliere il segnale. Inaspettatamente una voce
affaticata dall’altra parte chiese: “Chi siete?”. Dopo un primo momento di
sorpresa, Erkhelm si presentò e sentì armeggiare dietro la porta. Quando si
aprì la porta le figure dei due nani affamati ed esausti gli si pararono davanti. Erano riusciti finalmente a trovare Balin e Glòin, ma i nani li avvisarono di stare attenti alle Streghe di palude!
Velocemente si diressero verso la porta da cui erano entrati sorreggendo i nani che camminavano a stento, ma quando furono vicino all'uscita tre esseri ripugnanti dalla pelle viscida uscirono dalla porta che conduceva al tunnel scavato nella roccia e li attaccarono. Il combattimento fu rapido ma crudele, anche perché le streghe con i loro artigli afferravano le carni impedendo la fuga. I nani non potevano certo aiutare nel combattimento, ma nonostante la superiorità numerica Halbarad cadde in battaglia.
Sconfitte le tre creature si barricarono dietro la porta della prima stanza e cercarono di curare il compagno. Poi trattennero il fiato e si calarono in acqua riemergendo dopo pochi metri nel punto in cui erano entrati.
Decisero di allontanarsi dalla zona malsana e di ripartire per Esgaroth appena fosse spuntata l'alba.
Dopo otto giorni di viaggio la compagnia potè riattraccare nei porti sicuri della città sul lago, e venne accolta trionfalmente dalla popolazione (in particolare quella nanica) che aveva avuto notizie del loro ritorno dai passanti che li avevano intravisti già dal fiume. Ad aspettarli a bordo della grande nave dorata del Governatore (solitamente usata per gli incontri di rappresentanza) c'era Glòin che li salutò con un sorriso sfacciatamente felice, probabilmente mai così felice di vedere degli elfi. Non erano abituati a ricevere tanta attenzione e da personaggi così importanti, ma pregustavano già - più che la ricompensa promessa - un buon pasto caldo ed un morbido letto.
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