venerdì 9 novembre 2018

W la fuga!

Walker ripercorse lo stretto e ripido sentiero tra le rocce fino ai piedi della collina, desideroso di scoprire la sorte del compagno caduto.
Nel mentre, grazie alla sua esperienza, Grimlock era riuscito a guidare Kastaghir lontano dalla torre e costeggiando le pendici della montagna, al riparo dalle feritoie di avvistamento della fortezza nanica, presto si ricongiunsero col compagno ranger. Il corpo di Uriel giaceva scomposto e privo di vita ai piedi del dirupo da cui erano entrati nel cuore della roccia; il chierico constatò che per lui non c'era più nulla da fare.
Decisero però di conservarne le spoglie per poterlo riportare intatto alla capitale, e così, trovato un riparo nel quale leccarsi le ferite e riposarsi, Kastaghir lanciò riposo inviolato sul corpo del mezzelfo. L'indomani avrebbero ritentato l'ingresso alla fortezza.
Durante i turni di guardia eprò, alcuni rumori provenienti dalla foresta li misero in allerta. Forse una pattuglia di troll di ritorno? Coi nervi tesi per la stanchezza ed il morale a terra si acquattarono fra la vegetazione. Qualcuno si stava avvicinando.
D'improvviso un volto conosciuto spuntò tra le fronde degli arbusti: era Astrae! Poco dietro di lei la seguivano Bodeguilla, Tamar, ed uno sconosciuto; un umano con gli abiti da viaggiatore che poco sembrava avere a che fare con tutta la situazione...
"Sono Jorge, e sono stato inviato da Restov per consegnarvi personalmente un'importante missiva! Vi aspettavamo a Greenbow per fine mese, come i vostri concittadini mi hanno detto siete soliti fare per gestire le faccende più burocratiche, ma non avendovi visto - e vista l'urgenza della mia comunicazione - ho chiesto al vostro compagno Dev'yid di poter venirvi a cercare. Le informazioni che porto mi avevano messo in allerta riguardo alla vostra incolumità, e temevo potesse essere troppo tardi!"
Estrasse dalla borsa la missiva col sigillo di Restov: gli informatori che si trovavano a sud avevano notato un importante movimento di troll verso la Cintura Verde, forse l'avanguardia di una possibile invasione. Il regno del nord chiedeva ai governanti di Restov di vigilare sui movienti nel confine meridionale, mettendoli allo stesso tempo in guardia del potenziale pericolo. Questo coincideva con ciò che aveva scoperto il gruppo, il quale condivise col mmessaggero la situazione.
Jorge si offrì di aiutare il gruppo in quanto mago, e forti degli inaspettati rinforzi decisero di riprovare ad entrare nella fortezza l'indomani mattina, lasciando Tamar a guardia del corpo di Uriel.

All'alba ripercorsero il sentiero fino all'ingresso. All'interno delle grandi camere di pietra scolpita risuonava un silenzio innaturale...
Con i cinque sensi tesi a captare il benché minimo segnale di pericolo avanzarono verso le grotte nelle quali avevano incontrato il troll a due teste, ma non trovarono niente di diverso rispetto al giorno prima.
Avevano deciso che Grimlock, forte della sua innata velocità, sarebbe avanzato fino all'ingresso della grotta del gigante per attirarlo nella grande stanza col tavolo in pietra, ma quando Nargrundi sbucò dalla sua grotta non inseguì il barbaro. Il gruppo fu così costretto ad avanzare, ma nel mentre il mostro si era portato dietro l'ingresso del dormitorio per poter attaccare di sorpresa il gruppo. Iniziò così lo scontro che fu cruento, ma grazie alle magie di potenziamento di Kastaghir e ai dardi magici di Jorge il troll cadde a terra. Walker gli tagliò la testa mentre il chierico lo perquisiva, notandogli al collo un amuleto particolarmente lavorato. Decisero che prima di razziare la tana dei mostri avrebbero perlustrato tutta l'area: mancavano ancora due corridoi e non volevano avere altre soprese.
Il barbaro avanzò nel corto corridoio ad ovest, dove si apriva una grande stanza arredata: un carro ribaltato fungeva da letto, mentre da un enorme tronco d'albero era stato ricavato un trono sul quale sedeva assorto un grande troll, vestito da guerriero, che non appena si accorse dell'intrusione sembrò risvegliarsi da un lungo torpore. Ringhiò qualcosa in lingua gigante, e solo Kastaghir capì le minacce e gli improperi che gli stava rivolgendo contro, come colto da un'ira improvvisa e letale.
Mentre il resto del gruppo stava aspettando all'inizio dello stretto corridoio, il chierico, ancora una volta incuriosito, si mise a perlustrare la stanza a nord, trovandosi di fronte ad uno spettacolo raccapricciante: una moltitudine di cadaveri senza testa giaceva ammucchiata lungo le pareti, che fossero umani, elfi, gnomi o bestie. Il fetore della morte lo fece vacillare. Nel buio notò anche una grande statua di pietra raffigurante un grosso troll, con incastonate sulla superficie una miriade di pietruzze luccicanti.
Nel frattempo lo scontro tra Grimlock e Hargulka (questo era il nome con cui il troll chiamava se stesso in terza persona) era iniziato; il barbaro, aiutato dal nano, stavano incalzando il gigante, che menava poderosi fendenti con la sua mazza magica: ad ogni colpo infatti un grosso boato risuonava nella stanza e i due eroi sembravano sul punto di cedere. Anche Hargulka però aveva subito numerosi danni e indietreggiò fino ad un barile appoggiato al muro. Grimlock e Walker, approfittarono dell'occasione propizia per ripiegare e farsi curare dal chierico, ritornato fra i ranghi dei compagni.
Sembrava che entrambe le parti aspettassero la prima mossa dell'avversario.
Fu il troll a comparire per primo davanti all'apertura della grotta, dove gli eroi stavano aspettando in opportunità. Rimasero però sorpresi quando il mostro armeggiò con un monile che portava al collo e scagliò nell'ingresso una palla di fuoco!

Colto di sopresa il gruppo dovette ulteriormente ripiegare nella stanza del dormitorio. Dovevano decidere in fretta a come reagire: scappare ancora o resistere contro un nemico che non si aspettavano così forte? Non fecero in tempo ad organizzarsi che dalla stanza a nord un enorme troll caricò Kastaghir. Quella che sembrava una statua si era rivelato un troll di pietra! Intanto anche Hargulka ricomparve nel corridoio scagliando un'altra palla di fuoco, protetto dall'enorme mostro. Provarono a cotrattaccare, ma i fendenti del troll e le palle di fuoco scagliate da Hargulka affievolivano ad ogni minuto le loro speranze di vittoria. Non rimase loro che fuggire. Ancora. Astrae e Bodeguilla, che da quando erano entrati erano rimasti indietro a copertura dei compagni, ora erano rimasti indietro, finché il ladro cadde sotto i colpi del troll senza che i compagni riuscissero a portarne via il corpo.
Scapparono velocemente verso l'entrata: la vulnerabilità naturale al troll di pietra avrebbe garantito loro qualche chance in più, ma le risorse di Hargulka rimanevano pericolose. Ritornarono ancora una volta sconfitti nel loro accampamento. Questa missione stava richiedendo sacrifici forse troppo alti...

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