giovedì 29 settembre 2016

La driade Melianse

Passato il primo giorno si immersero di nuovo nei meandri della foresta, che ora si faceva più fitta. Sebbene il fiume Puzzola fosse lontano avevano ormai imparato che non ci sarebbe stato nome più adatto di “Regni Fluviali” per quelle terre piene di corsi d’acqua e stagni.
Nel freddo mattino giunsero finalmente ad una radura, baciata dai pallidi raggi del sole. Un piccolo stagno lambiva le radici di un’enorme quercia, le cui foglie cadute avevano ammantato lo specchio d’acqua come una calda coperta. In ginocchio ai margini dello stagno c’era una figura che sembrava singhiozzare per il pianto. Il gruppo si avvicinò guardingo, fino ad arrivare vicino a quella che si rivelò una driade. Tiressia – questo scoprirono essere il suo nome – era afflitta da un grave destino: di recente i territori limitrofi alla sua abitazione (la grande quercia sullo stagno) sono stati martoriati da un albero falce, un vegetale carnivoro malvagio e intelligente con un debole per la carne di driade. Non essendo riuscita a scacciare il vegetale, e non potendo abbandonare l’albero a cui è vincolata, ha chiesto aiuto alle altre creature fatate della zona, che però hanno rifiutato per la paura. Quando l’albero falce avrà esaurito le prede nell’area circostante verrà sicuramente a cercarla per uccidere il suo albero e divorarla. Se gli eroi fossero riusciti però a liberarla da questa piaga, li avrebbe ricompensati come principi.

Gli eroi non rimasero contenti dell’ennesimo anello di quella che sembrava una lunga catena di missioni, ma sapevano bene che se avessero voluto derimere in maniera giusta la questione tra la nixie e i cacciatori non potevano tirarsi indietro. 

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