Passato il primo giorno si
immersero di nuovo nei meandri della foresta, che ora si faceva più fitta. Sebbene
il fiume Puzzola fosse lontano avevano ormai imparato che non ci sarebbe stato
nome più adatto di “Regni Fluviali” per quelle terre piene di corsi d’acqua e
stagni.
Nel freddo mattino giunsero
finalmente ad una radura, baciata dai pallidi raggi del sole. Un piccolo stagno
lambiva le radici di un’enorme quercia, le cui foglie cadute avevano ammantato lo
specchio d’acqua come una calda coperta. In ginocchio ai margini dello stagno c’era
una figura che sembrava singhiozzare per il pianto. Il gruppo si avvicinò
guardingo, fino ad arrivare vicino a quella che si rivelò una driade. Tiressia –
questo scoprirono essere il suo nome – era afflitta da un grave destino: di
recente i territori limitrofi alla sua abitazione (la grande quercia sullo
stagno) sono stati martoriati da un albero
falce, un vegetale carnivoro malvagio e intelligente con un debole per la
carne di driade. Non essendo riuscita a scacciare il vegetale, e non potendo
abbandonare l’albero a cui è vincolata, ha chiesto aiuto alle altre creature
fatate della zona, che però hanno rifiutato per la paura. Quando l’albero falce
avrà esaurito le prede nell’area circostante verrà sicuramente a cercarla per
uccidere il suo albero e divorarla. Se gli eroi fossero riusciti però a
liberarla da questa piaga, li avrebbe ricompensati come principi.
Gli eroi non rimasero contenti
dell’ennesimo anello di quella che sembrava una lunga catena di missioni, ma
sapevano bene che se avessero voluto derimere in maniera giusta la questione tra
la nixie e i cacciatori non potevano tirarsi indietro.
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