giovedì 22 settembre 2016

Reports: Antike II



Gli strascichi di fine estate sono sempre stati l’occasione buona per interrompere le sessioni di gioco di ruolo e per provare qualche gdr minore (Cthulhu su tutti) o qualche boardgame. Complice l’assenza di Lele, il buon Teo si prende la briga di organizzare (!) una serata al Fuoriporta, dove alcuni ragazzi si ritrovano abitualmente.
Il titolo scelto è Antike II, seguito - come ci spiegherà il nostro anfitrione Paolo - di un gioco sostanzialmente per 2 giocatori. Ecco una veloce recensione della partita.

Si gioca in 6 e poco prima delle 21,30 ci sediamo al tavolo io, Teo - promotore della serata, Marco, la sorpresa Viso, il padrone di casa Paolo e un emerito sconosciuto che si autoinvita al tavolo per l'ultimo posto libero, ma che cavallerescamente cede all'arrivo di Mauro.
Al tavolo tengo gli immancabili gialli (nel gioco i germani), affiancato - sia attorno al tavolo che sulla plancia di gioco - da Teo e Mauro, due giocatori dalle tattiche risapute (uber-difensivo il primo, ultra-offensivo il secondo), e questo, in un gioco di gestione risorse e conquista, potrebbe essere un piccolo vantaggio.

La spiegazione fila via liscia e porta via un quarto d'ora circa, merito anche di Paolo che, pur avendoci giocato solo un paio di volte, è chiaro ed essenziale. Il gioco è sostanzialmente un "german" ambientato in un mediterraneo antico, in cui le sei popolazioni dovranno arrivare per prime alla conquista di 7 obiettivi (anche uguali).
Gli obiettivi sono di cinque tipi: costruire 3 templi, costruire 5 città, conquistare 7 porzioni di mare, costruire per primi uno degli 8 avanzamenti tecnologici, distruggere un tempio.
Per ottenere gli obiettivi niente dadi - siamo di fronte come abbiamo detto ad un "german" puro, quindi alea nulla - ma una ruota di azioni da poter scegliere al primo turno e poi da seguire in senso orario (marchio di fabbrica dell'autore Mac Gerdts), in cui compaiono 3 fasi di produzione (una per ciascuno dei materiali: marmo, metallo e oro), 3 azioni legate ciascuna ad un materiale (costruzione templi per il marmo, costruzione truppe per il metallo, avanzamento tecnologico per l'oro), e per 2 volte l'azione di spostamento delle truppe (che, se mosse su una regione con truppe avversarie, possono dare atto a scontri, risolti in maniera molto semplice: le truppe si eliminano in rapporto uno a uno, le città valgono come una truppa, il tempio vale +2).

Le regole, sostanzialmente, sono tutte qui, e dopo alcuni chiarimenti di rito siamo pronti per partire; non prima però che Paolo mi preceda e spieghi che il regolamento suggerisca due tattiche principali da cui partire: produrre marmo per costruire subito un tempio (che dà bonus +2 a diverse cose, tra cui al numero di materiali prodotti da una tale città, al numero massimo di truppe piazzabili contemporaneamente su una città, al valore di difesa della regione) e poi gestirsi la produzione di materiali per impostare la propria tattica, oppure produrre metallo e poi truppe per conquistare più territori e costruire città, e di conseguenza avere diversi tipi di risorse.
Mentre tutti scelgono la prima tattica io e Mauro optiamo per la seconda, anche se - personalmente - soffrirò il non aver voluto sbattermi per impostare una tattica precisa e quindi provo a fare quello che non fanno gli altri.

Marco parte in quarta dal medioriente espandendosi subito, seguito da Viso - che punta al mare dalle coste nordafricane - seguiti da Mauro in Italia, che però ad un certo punto si ferma e consolida, stretto a sud-ovest da Paolo - che giocherà quasi tutta la partita con pochissimi territori - e a Nord da me, che rimango con 5 territori nel margine in alto a sinistra della mappa, in corrispondenza dell'Inghilterra e della coste nord europee. Anche Matteo, in centro Europa, manterrà un profilo basso, puntando soprattutto - come Paolo - sulla costruzione dei templi.
I primi round, come preannunciato dal nostro anfitrione, scorrono molto bilanciati, e tutti arriviamo a 2-3 carte obiettivo (sulle 7 necessarie per la vittoria) senza sostanzialmente nessuna invasione, complice le alleanze che Viso cercherà di stipulare per tutta la serata con chiunque passi dal tavolo, aggiungendo un po' di colore ad un gioco sostanzialmente astratto (in effetti avrebbe potuto essere ambientato ovunque, dal fantasy allo spazio).

La partita subisce un improvviso scatto quando Teo, contravvenendo al suo solito modus operandi, decide di invadere prima una mia regione abbastanza insulsa nel centro Europa, e poi Marco in Turchia con ben 6 truppe, accusandolo di aver ammassato troppe difese in un unico territorio. Poiché le truppe si annullano matematicamente a vicenda, questo auto-sgardellamento porterà ad una reazione a catena che culminerà con la vittoria di Mauro. Difatti, prima Viso troverà il coraggio di incunearsi in Adriatico conquistando Ancona e minacciando potenzialmente Teo e Mauro, Marco si riprenderà il suo territorio, ed io – ingolosito da un territorio lasciato solo con un tempio da distruggere – farò l’errore di votare la produzione di truppe all’attacco che mi varrà la quinta carta…e la vittoria di Mauro, anche lui a 5 carte in testa alla classifica, nel giro di due turni…
Difatti Mauro sornione stava programmando da tempo la mossa, e – non potendosi dirigere verso la Spagna controllata da Paolo che nel giro di due turni è riuscito ad espandersi e raggiungerci a 5 carte – s’è diretto agilmente verso i miei territori, conquistando prima una carta per il decimo territorio, e poi la settima carta per la distruzione di un mio tempio. Partita finita, e a casa con le pive nel sacco.
Poco male, l’orologio segnava qualche minuto dopo mezzanotte, con il cronometro fermo a circa 2 ore e mezza di gioco, e Viso scalpitava già da un po’. Saluti al volo senza tante remore post partita e via a casa in comodi 20 minuti.

Impressioni
Prima di tutto onore al merito al luogo: il Fuoriporta s’è rifatto il look in stile chic e lascia una saletta al gruppo di giochi, con menù convenzionati e servizio diretto via montacarichi. Soprattutto ambiente molto tranquillo e informale e grande accoglienza da parte di Paolo (che conoscevo già di vista perché frequenta la diocesi) e dell’altro ragazzo che ha preso le ordinazioni e poi servito al tavolo!
Il gioco è molto bello per essere un german. Da amante degli american (ambientazione molto marcata, miniature, fattore fortuna/caso decisamente alto) temevo i due più grandi difetti: il downtime dovuto al programmare ogni singola mossa tra un giocatore e l’altro, e la “paralisi da analisi” dovuta al dover calcolare tutti i fattori; entrambi portano in genere ad una lunghezza di gioco smisurata in proporzione al gioco effettivo di ciascun giocatore. Antike II risolve brillantemente entrambi i problemi con una genialata di Mac Gerdts: la ruota delle azioni. Difatti – potendo svolgere solo un’azione per turno – una volta decisa la propria il giocatore successivo può già scegliere a sua volta senza dover aspettare (tranne la costruzione di una città o il piazzamento di truppe, entrambi casi non così frequenti o determinanti in 6 giocatori), e si ha tutto il tempo di poter programmare l’azione successiva durante il turno degli altri giocatori (probabilmente col diminuire dei giocatori il fattore tempo incide di più). Già, perché il fatto di dover costruire le truppe e poi attaccare con un’altra azione, unito alla totale assenza di dadi nei combattimenti risolti “matematicamente”, dà la possibilità di sapere esattamente cosa si profila all’orizzonte. Il gioco quindi scorre veloce e senza intoppi, ed il fatto che la vittoria potrebbe arrivare potenzialmente anche senza scontri rende il gioco decisamente molto tattico e bilanciato (poi le polemiche e le infamate per gli attacchi subiti sono sempre belle!).
A me personalmente è piaciuto parecchio e ci rigiocherei volentieri (anche se lo vedo adatto da 4 a 6 giocatori). In più l'idea di farmi ogni tanto una partita ad un bel boardgame o provarne di nuovi, non mi dispiace affatto!


2 commenti:

Kastagir ha detto...

Bravo Marco, stamattina mi son svegliato pensando che sarebbe stato d'uopo un report della serata. Io mi sono divertito molto e avere anche il Viso per una volta è stato bello. Per quanto riguarda il gioco a dir la verità avrei preferito una cosa più tattica da picchio ma anche il gestionale ci può stare. Soprattutto mi interessava fare qualcosa tutti assieme in un contesto diverso. Ogni tanto aprirsi al nuovo può far bene. Posto fighissimo, ragazzi super accoglienti... giochi nuovi.. direi che ogni tanto potremmo usarlo come diversivo (per di più per te che vieni dai monti è un buon punto d'incontro).

Marco Franzo ha detto...

Concordo! Anche perché quando saltiamo Pathfinder mi trovo a giocare coi ragazzi di Mercato, ed ultimamente cerco di non perdermi una fiera (ho anche incontrato Bastianini - che m'ha attaccato una pezza d'altri tempi - e ci siamo scambiati le mail)!
Se poi qualcuno vuole postare le sue impressioni direi che è anche un modo per continuare a discutere sul blog, posto sicuramente più calmo e meno concitato dei vari social. Penso sia bello avere la prospettiva di tutti, e che sia interessante anche per Lele che non c'era avere diverse impressioni.
(PS x Teo: a proposito, se mi finisci quel benedetto logo potrei pensare di iscrivermi anonimo a facebook e finalmente usare la chat con voi. Oppure ti regalo uno smartphone...)