Dietro le grate si apriva un tunnel basso e lungo molto simile a quello da cui erano partiti, e sempre simile era il suo sboccare in un camino verticale che Manion scoprì dare su di una stanza che aveva tutta l'aria di essere una cucina. Erano circa le 18, e dai mozziconi di discorsi che sentì il barbaro la zona sarebbe stata trafficata fino a sera.
Decisero così di aspettare fino a quando, potevano essere circa le 22, la stanza risultò buia e silenziosa. In circa un'ora anche queste sbarre vennero segate. I cinque compagni si intrufolarono nella cucina e iniziarono ad ispezionare tutte le porte. solo quella al centro del corridoio era chiusa a chiave, ma Lijn (finalmente lo scrivo bene! n.d.M.) riuscì a scassinare il lucchetto.
Dietro la porta delle ripide scale a chiocciola scendevano buie. Decisero di scendere lasciando Tiff di guardia dietro la porta di nuovo chiusa. Alla fine delle scale un'altra porta chiusa, del tutto simile a quella in cima. Non appena l'elfo provò ad aprirlà scoprì però che l'unica differenza stava nella sostanza viscosa sopra la maniglia che sentì a contatto con le mani sprovviste di guanti. Subitò sentì venir meno le proprie forze (-12 al punteggio di For) e appoggiandosi al muro dovette affidare lo zaino a Manion per poter proseguire. La porta era inoltre chiusa a chiave ma il barbaro, aiutato da Khoril, riuscì a forzarla rapidamente.
Si trovarono all'interno di una stanza quadrata con una porta di fronte a loro ed una a metà del lato alla loro destra. Tutto sembrava silenzioso. Decisero di aprire entrambe le porte per farsi un'idea di dove andare. La porta di destra dava su di un corridoio largo 3 metri e lungo almeno 15 con aveva una porta in fondo e due corridoi sulla sinistra; in sottofondo un rumore cupo e costante. L'altra porta dava anch'essa su di un corridoio largo ma molto più corto, che terminava in una intersezione a T. Decisero di iniziare ad esplorare il dungeon dalla porta laterale.
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Lijn guidava il gruppo, essendo - con le sue abilità furtive - il più indicato. Peccato che non si curò di cercare le trappole sul pavimento e cadde dentro ad una botola larga quanto il corridoio stesso.
Si stava appena riprendendo dai danni subiti quando sentì uno strano sfrigoliò e subito dopo il pavimento sotto di lui venne meno; Echoes, che stava sorvegliando la porta che si erano appena lasciati alle spalle, si vide cadere dal soffitto della stanza lo sfortunato elfo. Cosa ancor più strana, l'arco che teneva in mano era sparito ed ora si ritrovava addosso solo i vestiti.
Nel mentre Manion e Khoril stavano esplorando il secondo corridoio sulla sinistra che sbucava in un vicolo cieco. Il barbaro provò a cercare qualche traccia di trappole o passaggi e ne trovò uno proprio al centro del muro. Si concentrarono poi sulla porta in fondo e qui trovò nella porta una possibile trappola.
Il gruppo decise di aprire il passaggio segreto: era uno stretto cunicolo che dava su di una grande stanza vuota e buia. Avanzando con la torcia Manion intravide nell'angolo un mucchio di stracci che in realtà ad un attento esame si rivelarono essere il corpo privo di sensi di Sahbit! Khoril constatò che non era morto ma era denutrito e disidratato oltre che confuso. 3 dosi di Amras non bastarono a farlo riprendere, e così decisero di portarlo nel tunnel lasciandolo in custodia a Tiff.
Decisero poi di esplorare il primo corridoio sulla sinistra. Il rumore si intensificava. Manion ebbe modo di vedere che in maniera ripetitiva il passaggio davanti a loro si apriva, lasciando intravedere una stanza più grande. Osservando attentamente il muro ruotava velocemente. Ci voleva qualcuno che provasse a passare dall'altra parte. Echoes si offrì volontario, ma sottovalutò l'impresa. Il muro infatti lo colpì di striscio provocandogli 17 danni, ma ora era all'interno della stanza circolare. Un'apertura si apriva in corrispondenza di quella da cui erano venuti, bisognava attraversare anche quella. Echoes non si perse d'animo e ci riprovò. Il tentativo non andò meglio del precedente, ma anche stavolta riuscì ad attraversare il varco. Dall'altra parte una leva bloccava il meccanismo.
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Il corridoio sbucava in una grande stanza irregolare con un altare in pietra nella parete di fronte alla porta che Khoril aveva scoperto avvelenata. Ad una prima ispezione le due alcove laterali avevano rivelato altrettanti passaggi segreti. Sull'altare 11 dischi di pietra dorata del diametro di 10 cm numerati da 1 a 11 ed uno scasso che presentava un disco al centro - dello stesso diametro di quelli di pietra - e 10 attorno, ed una scritta: "10 e 8, 8 e 10. Sistema le monete o muori di nuovo". Mentre Echoes, Lijn e Khoril stavano pensando alla soluzione, Manion aveva deciso di avventurarsi nel passaggio segreto di destra. Si infilò nel tunnel cercando eventuali trappole, ma già al primo angolo uno scatto del pavimento gli fece scivolare addosso una strana melma che iniziò ad avvolgerlo provocandogli danni da acido. Subito il barbaro decise di tornare indietro e di chiudersi il passaggio alle spalle, aggiungendosi al resto del gruppo nella ricerca della soluzione dell'indovinello.
Finalmente trovarono una risposta (l'8 al centro e tutti gli altri numeri in ordine attorno) e Khoril "il coraggioso" posizionò i dischi al proprio posto, mentre Lijn "il debole", Echoes "lo stritolato" e Manion "lo sciolto" si mettevano al riparo lontano dall'altare. Solo Echoes - che era uscito dalla stanza - evitò le fiamme che divamparono dall'altare. Evidentemente la soluzione era sbagliata.
Solo dopo circa una mezz'ora provarono una nuova risposta: il 6 al centro e ai lati opposti i dischi che la cui somma dava 18. Fu ancora Khoril a provare, mentre questa volta uscirono tutti dalla stanza. Posizionato l'ultimo disco un'incavo si aprì sulla superficie dell'altare, rivelando all'interno una chiave giallo ambra. Khoril la prese ignaro della sua funzione.