venerdì 29 maggio 2015

Il prigioniero


Dopo solo due ore di viaggio verso nord, il gruppo scorse da lontano tre cavalli legati ad un albero. Sirio e Dev'yid decisero di andare in avanscoperta lasciando i cavalli ai compagni. Avanzando per un centinaio di metri si acquattarono ai margini del bosco, ma non scorsero nessuna attvità. Decisero allora di prendere i cavalli: Dev'yid si avvicinò lentamente ai cavalli cercando di non innervosirli, li slegò e li riportò al resto del gruppo, mentre Sirio rimase a fare la guardia.
Poi lo gnomo tornò con Walker e Uriel, lasciando indietro il solo Kastaghir. I quattro incominciarono a seguire le tracce che si inoltravano nella foresta; sembravano di tre uomini e ad un certo punto si dividevano: probabilmente erano andati a caccia.
Organizzarono un piano: avrebbero aspettato gli uomini nascosti nei pressi dell'albero a cui erano legati i cavalli per prendere qualche prigioniero. I tre uomini arrivarono in momenti separati e fu facile abbatterli, anche se la foga di Uriel (a questo punto lo propongo come barbaro ad honorem! Ndr) consentì di poter tenerne solo uno come ostaggio.

Legato ad un albero, il ragazzo sembrava impaurito. Dopo aver riconosciuto il gruppo si mise ad urlare minacce sulle ripercussioni che il Re Cervo avrebbe adottato nei loro confronti. Dev'yid e Walker gli si avvicinarono cercando di anticipare i modi probabilmente più sbrigativi dei compagni guerrieri. Dopo avergli prospettato i vari possibili epiloghi alla sua cattura, il bandito sembrò voler collaborare: sia la consegna alle autorità, sia il ritorno al forte dei ladri, l'avrebbero portato ad una probabile morte. La prospettiva di risparmiargli la vita e donargli la libertà in cambio del suo servizo al tempio di Erastil verso cui Jodd si era diretto da qualche settimana, e delle informazioni in suo possesso, gli sembrarono più che ragionevoli.

Oltre ad una descrizione dettagliata dell'interno del forte, vennero a conoscenza anche di altre importanti informazioni:
- La frase segreta per entrare liberamente nel forte era rimasta la stessa: "Per le ossa insanguinate di san Gilmorg, chi vuole saperlo?", anche se veniva cambiata periodicamente. Non era previsto nessun altro controllo una volta all'interno del forte.
- L'unico accesso era il portone centrale. Tutti i ladri sapevano che non dovevano accedere al forte da altre strade diverse dal sentiero.
- All'interno del forte potevano esserci contemporaneamente 10-15 persone, tra cui il Re Cervo e i suoi 3 tirapiedi: Auchs, grosso e stupido; Donovan, tetro e sadico; Achiros, distinto e crudele. C'erano poi dei ladri di contorno che bene o male rimanevano sempre al campo.
- L'orsogufo che avevano udito era un esemplare catturato qualche settimana prima e tenuto imprigionato: l'intenzione del Re Cervo era quella di addomesticarlo. Nel frattempo veniva nutrito con cavalli interi. La chiave per aprire la grata della gabbia ricavate dalle macerie dei vecchi muri distrutti era in possesso del Re Cervo.
- Il Re Cervo era spesso sbronzo ed era un amante degli alcolici.

Walker e Dev'yid consegnarono quindi un lasciapassare al ragazzo e lo lasciarono libero.
Forse sarebbe stato il caso di provare ad entrare quella stessa notte!

mercoledì 20 maggio 2015

Think Different


Dopo aver nascosto la miniera da eventuali occhi indiscreti, decisero di tornare all’accampamento dei banditi per cercare le tracce verso il nascondiglio del Re Cervo.Come aveva diagnosticato Jodda maledizione che stava affliggendo Walker sembrava effettivamente placata fintantoché il gruppo perseguisse lo ricerca del capo dei banditi.

Decisero di controllare prima il territorio a nord dei due fiumi, per togliersi qualsiasi dubbio in merito all’ubicazione della base. Le ricerche non produssero nulla di interessante, tranne la scoperta di un vecchio albero, quello che Kastaghir identificò come il Vecchio Sicomoro, immerso in un territorio pieno di tracce di coboldi e di gnefri, che il gruppo evitò sapientemente per non perdere tempo: avrebbero potuto tornare in seguito ad indagare più approfonditamente.

Le uniche tracce che trovarono portavano a quello che sembrava l’unico guado – escluso il piccolo guado dell’accampamento sgominato. Decisero di avanzare con prudenza anche perché il fiume in quel punto era largo una trentina di metri e l’acqua, sebbene non profondissima, era comunque troppo alta per Devyid, che montò in sella col nano legando il suo pony al cavallo di quest’ultimo.
Le larghe rive spoglie piene di sassi, e la vegetazione sparsa al di là di queste li fecero avanzare con circospezione, anche perché trovarono difficoltoso l’attraversamento a causa della corrente; Uriel venne infatti sbilanciato da cavallo e fu costretto ad un improvviso bagno senza correre però alcun rischio.
Subito dopo il guado il ranger ed il druido si misero a seguire le tracce dei banditi che conducevano verso sud seguendo il corso del fiume. Durante il primo mattino sentirono dalla collina sulla quale si erano accampati un rumore di cavalli. Decisero di mettersi all’inseguimento del gruppo tentando la sorte: avrebbero cavalcato verso sud il più velocemente possibile, fermandosi solo ogni mezz’ora per cercare le tracce che liconfermassero essere sulla pista giusta.

Verso metà del pomeriggio del 5° giorno dalla partenza della miniera giunsero finalmente a qualche chilometro da quella che pareva una struttura in cima ad una collina spoglia. Decisero di tornare indietro sui propri passi, per depistare eventuali banditi, e a circa un chilometro si diressero verso il bosco che costeggiava a qualche decina di metri il fiume, nascondendo accuratamente le tracce.
Il loro piano era semplice: si sarebbero fermati qualche giorno in appostamento per cercare di capire il flusso di persone in entrata e in uscita e l’eventuale passaggio di mercanti. Si accamparono a circa 1 chilometro dalla collina col forte, addentrandosi nella foresta di circa 500 metri. Gli pareva che la folta vegetazione potesse essere un riparo abbastanza sicuro. Inoltre avevano dalla loro parte l’effetto sorpresa: non avevano incontrato pattuglie e avevano cercato di nascondere le loro tracce; difficile che i banditi fossero allarmati.
Trovato il punto di osservazione al riparo della foresta più vicino alla collina, decisero di alternarsi in turni di 8 ore. Rimasero 4 giorni ad osservare il forte e ne trassero poche ma importanti informazioni:
1)
la collina sulla quale era posta la costruzione era spoglia su tutti i lati; i ladri avevano tagliato gli alberi tutt’intorno, entro un raggio di cento metri. Sarebbe stato quindi molto difficile avvicinarsi senza essere visti.
2)
la struttura era in effetti un struttura fortificata difesa da un’alta palizzata con i lati di circa una trentina di metri; le strutture interne parzialmente distrutte, assieme alle lapidi che circondavano la collina, faceva pensare alla pre-esistenza del forte e al semplice riutilizzo da parte dei ladri.
3)
Di notte i ladri tenevano delle luci fisse in alcuni punti della palizzata, ma non si notavano movimenti particolari: non sembravano quindi allarmati, né particolarmente timorosi di un attacco diretto.
4)
Dal forte proveniva di notte il verso di un orsogufo, bestia – secondo il druido –difficilmente domabile: o era tenuta in gabbia (assieme a chissà quale altra mostruosità) o era controllata dalla presenza di un druido abbastanza potente (o il druido stesso di notte si trasformava in orsogufo).
5)
Nessun mercante era arrivato: la sopravvivenza del forte era affidata esclusivamente a ciò che i banditi portavano all’interno dalle loro razzie.
6)
Le pattuglie che entravano e uscivano non erano le stesse: c’erano quindi più pattuglie fuori contemporaneamente, ma sembravano ben distribuite, in quanto non ne erano mai uscite né erano rientrate, più di una pattuglia al giorno.

La fortezza sembrava per ora inespugnabile. Avrebbero dovuto pensare a qualche altro piano per raccogliere maggiori informazioni. Decisero di tornare indietro per intercettare una pattuglia al guado: il lento attraversamento poteva essere un’ottima occasione per un’imboscata.
Ma come sarebbe evoluta la maledizione che affliggeva Walker? E come sconfiggere il Re Cervo che sembrava inavvicinabile? Per la prima volta erano costretti a ripensare le loro strategie.