martedì 15 aprile 2014



5° GIORNO: HOBGOBLIN AL PASSO DI BAEN DRAW
Quando Preia Starle e l'anziano cacciatore Obann si appartarono, Kyras e Kimson notarono il disappunto dell'elfa nei confronti dell'umile Lupus. Forse incolpava in parte lui del fatto di non aver potuto fare niente per la morte di tutti i suoi uomini, a suo avviso più meritevoli di vivere e più utili alla causa rispetto al giovane umano.
Kinson e kyras provarono a discutere con Preia ma lei non volle saperne, ricordando agli avventurieri che il la loro missione non poteva indugiare oltre. Così il ranger umano e l'elfa andarono in esplorazione, avvicinandosi all'accampamento dei goblin. Come aveva detto Obann era ormai vecchio e stabile. Le sentinelle erano schierate attraverso l’imboccatura della valle, 2 coppie di goblin, più altre figure sdraiate in vari punti del passo. Inoltre due imponenti tende occupate, secondo le tracce trovare dagli esploratori, da almeno un ogre e da un altro umanoide di stazza inferiore a questo ma più grande di un hobgoblin.
Dopo l’apertura, la gola del Baen Draw si stringeva poi piegando in una doppia esse, per poi riallargandosi verso l’uscita.
Era larga una decina di metri all’imboccatura e le due tende erano attorniate da giacigli e fuochi.
Una coppia di goblin stava chiaccherando, mentre l'altra sembrava essersi assopita.
Dopo aver discusso diverso tempo con gli atri, decisero che avrebbero cercato di passare, fasciando le zampe dei cavalli e avvicinandosi il più possibile. Poi avrebbero eliminato le guardie sveglie, cercando di attraversare silenziosamente il campo.
Grazie ad un cammuffamento dell'alchimista Azael, le 2 guardie vennero attirate all'esterno dell'accampamento ed eliminate senza far rumore.
Così recuperati i cavalli cominciarono ad attraversare l'accampamento. Purtroppo Azael non riuscì a mantenere calmo il suo cavallo e una guardia si svegliò, dando l'allarme.
Subito gli elfi, immediatamente imitati da Kinsom e Kyras, salirono a cavallo gettandosi al galoppo attraverso l'accampamento, mentre intorno a loro succedeva il finimondo, fra urla, minacce e imprecazioni, tra i quali il verso terrificante dell'ogre che si destava uscendo dalla sua tenda.
Alla fine riuscirono a passare, nonostante il cavallo di Azael fosse ormai allo stremo ferito mortalmente dalle frecce dei goblin e degli hobgoblin, lasciandosi alle spalle i frustrati inseguitori.
Si infilarono nelle due esse del passo dirigendosi a spron battuto verso l'uscita.


A quel punto, però, la loro fortuna finì. Come precauzione contro quel genere di attacco, gli Hobgoblin avevano allestito una seconda linea di difesa alla fine della gola: nell’udire le grida dei compagni, i 6 Hobgoblin della seconda linea attendevano gli aggressori. Così quando si avvicinarono alla fine della valle, gli avventurieri vennero bersagliati da un nutrito lancio di frecce.
Ne venne fuori uno scontro all'ultimo sangue, nel quale ognuno dovette ricorrere a tutte le proprie risorse per uscirne vivo, rischiando più volte di rimanere distesi in mezzo alla polvere e al sangue.

6° GIORNO: AI PIEDI DELLE CATENE DI CONFINE

Al tramonto del giorno seguente, eravano ormai penetrati in profondità nelle montagne. Avevano continuato a cavalcare per tutta la notte, dopo essere sfuggiti agli Hobgoblin al Passo di Baen, addentrandosi nella prima fascia pedemontana delle Catene di Confine fermandosi soltanto quando la luce dell’alba aveva cominciato a strisciare fuori dall’est e a riversarsi nella grande conca del Sarandanon.

7° GIORNO: SALITA ALLA PRIMA CATENA DI MONTI E RICORDO DELLE “PINZE”
Si erano riposati per alcune ore, si erano rimessi in piedi, avevano mangiato ed erano ripartiti. La pioggia era cessata, ma il cielo rimaneva rannuvolato e grigio, la nebbia si stendeva sulle valli come una fitta coperta. Nell’aria gravava una densa umidità che puzzava di terra e legno marcio. Quando salirono di quota, le colline divennero rocciose e brulle, e l’odore sparì. Ora l’aria era gelida e chiara, e la nebbia si diradava progressivamente. Verso mezzogiorno si lasciarono alle spalle quelle alture e cominciarono a salire. Intendevano proseguire finché non facesse buio perché volevano distanziare i loro inseguitori e, prima di fermarsi, giungere su un terreno dove fosse impossibile trovare le loro tracce. Nessuno mosse obiezioni. Cavalcarono in silenzio, mentre la nebbia si diradava e le montagne si facevano più erte.
La Catena del Confine era una parete di rocce spezzate, di monti che svettavano fino al cielo per sparire infine tra le nubi, di precipizi che strapiombavano per centinaia di braccia, di massicci affioramenti e di crepacci irregolari generati dalle pressioni interne della terra all’epoca in cui il mondo si stava ancora formando. Le montagne si spingevano verso il cielo come se volessero liberarsi dal mondo, simili a braccia di giganti tese verso l’alto e solidificate dal tempo. Fin dove l’occhio riusciva a spingersi, a nord e a sud, era visibile la Catena di Confine: una barriera impenetrabile, una fortezza chiusa a qualunque invasione.
Al tramonto avevano ormai superato la prima catena; guardandosi alle spalle, non riuscivano più a scorgere le colline che avevano attraversato e la valle del Sarandanon. Si accamparono in un boschetto di abeti, in una stretta vallata chiusa tra due monti brulli su cui la neve formava un manto scintillante. Laggiù trovarono erba e acqua per i cavalli e legna per il fuoco.
Il cielo si era schiarito e la sua grande volta era piena di stelle, di una luminosità accecante. Ora non restava che affidarsi ai ricordi per trovare le 2 cime che cercavano.

3 commenti:

Tay Trefenwynd ha detto...

Come al solito una scena classica da film si è trasformata in un intricato calcolo di probabilità, possibilità e difficoltà oltre ogni limite, addirittura proponendo un attacco senza quartiere con bombe e frecce a destra e manca.
Ma mi rendo conto che spesso dall'altra parte si fatica a trovare la soluzione più semplice.
Mi dispiace perchè in questo modo ci siamo un pò troppo incagliati su una scena che pensavo superaste un pò più velocemente (non agilmente inteso) per arrivare poi al combattimento all'uscita dal passo con i 6 hobgoblin (che in teoria doveva essere l'unico scontro, ma vabbè...).
Magari non c'è stato il coinvolgimento della volta precedente, ma resta comunque piacevole osservare come a volte poi le cose si modifichino in divenire man mano che si procede. (a dire il vero ho anche lanciato qualche spunto per il ruoleggio, ma non sempre la palla viene colta al balzo...)
Ieri sera vi siete guadagnati ben 390 px, frutto di uccisioni e azioni portate a termine con successo. Peccato che non proprio tutto sia filato liscio. Ma è il suo bello.

PS: alla fine sono contento che Mauro stia provando una nuova classe che è davvero una novità piacevole con i suoi punti di forza e le sue debolezze. Aspetto come sempre commenti e suggerimenti.

Tay Trefenwynd ha detto...

PPSS: se non sbaglio siete già a quasi 900px.... alla fine anche l'avanzamento medio mi sembra abbastanza rapido.... basta svolgere bene le proprie mansioni ;-)

Marco Franzo ha detto...

Bello e brutto del'alchimista?