Dalla nube uscì un hobgoblin con
la faccia segnata da una vistosa bruciatura, vestito con un’armatura di cuoio
borchiato e armato di un martello da guerra. Scagliata una pietra del tuono sul
muro per ottenere attenzione, iniziò a parlare con una voce gutturale: “Signore
e signori, questa nave è da ora sotto la mia tutela e voi siete miei ostaggi.
Rimanete calmi e non provate a fare alcun atto eroico e vedrete che tutto si
sistemerà in breve tempo”. Nel frattempo erano entrati nella stanza sette
hobgoblin vestiti con cuoio borchiato e armati di spada lunga e due grossi
minotauri con due grosse asce bipenne che si erano andati a posizionare nel
perimetro della stanza disarmando i componenti dell’equipaggio.
I quattro amici accalcati al
centro della stanza si guardarono intorno cercando qualche accenno di reazione,
che però non ci fu. I personaggi importanti erano tesi ma evidentemente si
sentivano ancora abbastanza al sicuro: probabilmente si trattava solo di una
richiesta di riscatto; i componenti dell’equipaggio invece non opposero nessuna
resistenza, forse sarebbe stato meglio per tutti pagare un riscatto piuttosto
che rischiare vite umane.
Anche i quattro eroi di
Brindingford ora erano però dubbiosi: senza armi né armature e con pochi
incantesimi a disposizione e senza conoscere né il numero né la forza del
nemico che cosa potevano fare? L’hobgoblin intanto, che si era presentato col
nome di Brimstone Brakker, si era assicurato un’ulteriore garanzia prendendo
subito un ostaggio da minacciare col suo martello da guerra: ma la sorte aveva
voluto che fosse proprio Erianna. Un ulteriore motivo per non creare pasticci.
Si consultarono a bassa voce: Tiff, timoroso che il rapimento fosse collegato
alle Sacre Armi di cui ora erano diventati i custodi, informò i compagni di
stargli vicino perché avrebbe lanciato un incantesimo di teletrasporto se le
cose fossero peggiorate; Manion, sentendosi nudo senza i suoi strumenti da
combattimento, era dell’idea di scappare al più presto dalla nave; Khoril
invece voleva aspettare e vedere come sarebbe evoluta la situazione, d’altronde
non poteva abbandonare così tanti civili in balìa di un pugno di hobgoblin;
Demetrio a differenza dei compagni agì subito: per poter sopravvivere era
necessario prima di tutto rendersi invisibile e spostarsi dal centro
dell’attenzione, non senza aver lanciato prima però un incantesimo che gli
permettesse di parlare telepaticamente con Tiff.
Non aveva però considerato le
conseguenza della sua scelta. La reazione di Brakker alla sua sparizione
improvvisa fu terribile e crudele: la testa del suo martello calò proprio sulla
testa della povera Erianna che cadde col viso inondato di sangue. Khoril
sobbalzò; le intenzioni dell’hobgoblin sembravano serie. Provò a parlamentare
per curare la ragazza, ma Brakker non sembrava per nulla impietosito; ordinò
anzi ad uno dei due minotauri di cercare il loro compare sparito, che intanto
si era spostato nella sala da gioco a prua della nave.
La situazione sembrava in stallo:
Brakker continuava a minacciare i passeggeri intimando la calma, mentre Khoril,
Tiff, Manion e Demetrio aspettavano lo svilupparsi degli eventi. Guardandosi
intorno notarono che sia Torren che Manten erano fra i presenti. Dopo
interminabili minuti arrivò il capitano Alastair d’Lyrandar scortato da un
hobgoblin. Il capitano con una faccia serissima chiese agli astanti di eseguire
tutto quello che i rapitori chiedessero per evitare ulteriori spargimenti di
sangue. Poi Brakker chiese a tutti di radunarsi sul ponte dove avrebbe
comunicato l’entità del riscatto. Una fila silenziosa e composta controllata da
hobgoblin e minotauri armati tornò a guardare le stelle, ora meno poetiche. Per
ultimo era salito anche Brakken che continuava a tenere al suo fianco il corpo
inerme di Eriana: l’hobgoblin aveva notato il particolare interesse che la
giovane suscitava nei confronti del passeggero più baldanzoso e dei suoi
compagni e voleva approfittarne.
Si fece portare anche il nano
artificiere e lo fece tenere sotto tiro da un compare, poi chiese l’attenzione
e disse che la richiesta di riscatto ammontava a 200.000 monete d’oro, da
portare entro un’ora altrimenti la nave sarebbe esplosa. Liberò quindi il
capitano perché andasse a riferire al casato la sua richiesta.
Intanto Demetrio si era
teletrasportato alla base della Torre Lyrandar e aveva avviato le guardie che
gli avevano chiesto di non muoversi. Ancora incerto che qualcuno all’interno
del casato fosse colluso con i sequestratori tagliò corto e si riteletrasportò in
cima alla torre, sulla balconata, e poi incominciò a visionare dall’alto il
ponte della nave. Il gruppo di eroi aveva intenzione di passare all’azione,
dato che anche gli ultimi tentativi di parlamentare portati avanti da Khoril
erano svaniti di fronte all’ottusità di Brakker. O forse dietro al sequestro
c’era qualche altra losca faccenda? Sul ponte si potevano contare oltre a
Brakker otto hobgoblin, due minotauri e due arpie, una delle quali proprio di
fianco ai tre compagni rimasti a bordo. Non appena fossero stati pronti
Demetrio avrebbe evocato alcune creature come diversivo per tenere impegnati
più nemici possibile, Khoril avrebbe richiamato il suo pegaso con la sua spada
e quella di Manion, mentre Tiff aveva in serbo un paio di incantesimi
interessanti [alla faccia di
teletrasporto e invisibilità, ndM]: il primo che si lanciò fu comprensione dei linguaggi per poter
capire meglio gli ordini lanciati dal capo.
Accaddero però due fatti destinati a cambiare il corso delle cose...
Nessun commento:
Posta un commento