venerdì 28 giugno 2013

The Golden Dragon - II parte, lato B

Dalla nube uscì un hobgoblin con la faccia segnata da una vistosa bruciatura, vestito con un’armatura di cuoio borchiato e armato di un martello da guerra. Scagliata una pietra del tuono sul muro per ottenere attenzione, iniziò a parlare con una voce gutturale: “Signore e signori, questa nave è da ora sotto la mia tutela e voi siete miei ostaggi. Rimanete calmi e non provate a fare alcun atto eroico e vedrete che tutto si sistemerà in breve tempo”. Nel frattempo erano entrati nella stanza sette hobgoblin vestiti con cuoio borchiato e armati di spada lunga e due grossi minotauri con due grosse asce bipenne che si erano andati a posizionare nel perimetro della stanza disarmando i componenti dell’equipaggio.
I quattro amici accalcati al centro della stanza si guardarono intorno cercando qualche accenno di reazione, che però non ci fu. I personaggi importanti erano tesi ma evidentemente si sentivano ancora abbastanza al sicuro: probabilmente si trattava solo di una richiesta di riscatto; i componenti dell’equipaggio invece non opposero nessuna resistenza, forse sarebbe stato meglio per tutti pagare un riscatto piuttosto che rischiare vite umane.
Anche i quattro eroi di Brindingford ora erano però dubbiosi: senza armi né armature e con pochi incantesimi a disposizione e senza conoscere né il numero né la forza del nemico che cosa potevano fare? L’hobgoblin intanto, che si era presentato col nome di Brimstone Brakker, si era assicurato un’ulteriore garanzia prendendo subito un ostaggio da minacciare col suo martello da guerra: ma la sorte aveva voluto che fosse proprio Erianna. Un ulteriore motivo per non creare pasticci. Si consultarono a bassa voce: Tiff, timoroso che il rapimento fosse collegato alle Sacre Armi di cui ora erano diventati i custodi, informò i compagni di stargli vicino perché avrebbe lanciato un incantesimo di teletrasporto se le cose fossero peggiorate; Manion, sentendosi nudo senza i suoi strumenti da combattimento, era dell’idea di scappare al più presto dalla nave; Khoril invece voleva aspettare e vedere come sarebbe evoluta la situazione, d’altronde non poteva abbandonare così tanti civili in balìa di un pugno di hobgoblin; Demetrio a differenza dei compagni agì subito: per poter sopravvivere era necessario prima di tutto rendersi invisibile e spostarsi dal centro dell’attenzione, non senza aver lanciato prima però un incantesimo che gli permettesse di parlare telepaticamente con Tiff.
Non aveva però considerato le conseguenza della sua scelta. La reazione di Brakker alla sua sparizione improvvisa fu terribile e crudele: la testa del suo martello calò proprio sulla testa della povera Erianna che cadde col viso inondato di sangue. Khoril sobbalzò; le intenzioni dell’hobgoblin sembravano serie. Provò a parlamentare per curare la ragazza, ma Brakker non sembrava per nulla impietosito; ordinò anzi ad uno dei due minotauri di cercare il loro compare sparito, che intanto si era spostato nella sala da gioco a prua della nave.

La situazione sembrava in stallo: Brakker continuava a minacciare i passeggeri intimando la calma, mentre Khoril, Tiff, Manion e Demetrio aspettavano lo svilupparsi degli eventi. Guardandosi intorno notarono che sia Torren che Manten erano fra i presenti. Dopo interminabili minuti arrivò il capitano Alastair d’Lyrandar scortato da un hobgoblin. Il capitano con una faccia serissima chiese agli astanti di eseguire tutto quello che i rapitori chiedessero per evitare ulteriori spargimenti di sangue. Poi Brakker chiese a tutti di radunarsi sul ponte dove avrebbe comunicato l’entità del riscatto. Una fila silenziosa e composta controllata da hobgoblin e minotauri armati tornò a guardare le stelle, ora meno poetiche. Per ultimo era salito anche Brakken che continuava a tenere al suo fianco il corpo inerme di Eriana: l’hobgoblin aveva notato il particolare interesse che la giovane suscitava nei confronti del passeggero più baldanzoso e dei suoi compagni e voleva approfittarne.
Si fece portare anche il nano artificiere e lo fece tenere sotto tiro da un compare, poi chiese l’attenzione e disse che la richiesta di riscatto ammontava a 200.000 monete d’oro, da portare entro un’ora altrimenti la nave sarebbe esplosa. Liberò quindi il capitano perché andasse a riferire al casato la sua richiesta.

Intanto Demetrio si era teletrasportato alla base della Torre Lyrandar e aveva avviato le guardie che gli avevano chiesto di non muoversi. Ancora incerto che qualcuno all’interno del casato fosse colluso con i sequestratori tagliò corto e si riteletrasportò in cima alla torre, sulla balconata, e poi incominciò a visionare dall’alto il ponte della nave. Il gruppo di eroi aveva intenzione di passare all’azione, dato che anche gli ultimi tentativi di parlamentare portati avanti da Khoril erano svaniti di fronte all’ottusità di Brakker. O forse dietro al sequestro c’era qualche altra losca faccenda? Sul ponte si potevano contare oltre a Brakker otto hobgoblin, due minotauri e due arpie, una delle quali proprio di fianco ai tre compagni rimasti a bordo. Non appena fossero stati pronti Demetrio avrebbe evocato alcune creature come diversivo per tenere impegnati più nemici possibile, Khoril avrebbe richiamato il suo pegaso con la sua spada e quella di Manion, mentre Tiff aveva in serbo un paio di incantesimi interessanti [alla faccia di teletrasporto e invisibilità, ndM]: il primo che si lanciò fu comprensione dei linguaggi per poter capire meglio gli ordini lanciati dal capo.
Accaddero però due fatti destinati a cambiare il corso delle cose...

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