venerdì 28 giugno 2013

The Golden Dragon - III parte

Accaddero quindi due fatti strani: prima una voce sussurrò qualcosa all’orecchio di Manion premendogli sul fianco un oggetto metallico: “un regalo da un amico…”. Il ranger si voltò ma non vide nessuno, in compenso aveva afferrato la sottile elsa di un pugnale che nascose subito sotto il mantello.
Poi un hobgoblin salì trafelato le scale dal ponte inferiore e comunicò all’orecchio di Brakker alcune informazioni decisamente importanti a vedere l’espressione e la reazione dell’hobgoblin. Tiff tese l’orecchio ma riuscì a percepire solo qualche brandello di frase: “Telgin” “niente riscatto” “esplodere”. La prima parola non ricordava nulla allo gnomo ma sembrava che le cose si stessero facendo interessanti dato che Brakker lasciò il ponte per andare al piano inferiore.

Era il momento giusto: Demetrio evocò quattro Azar vicino agli hobgoblin più lontani, Tiff si lasciò cadere all’infuori della nave e poi lanciò volare su di sé facendo il giro della nave da sotto, Khoril richiamò il pegaso e presa la spada così come fece Manion.
La risposta degli assalitori fu terribile: mentre gli hobgoblin ingaggiarono gli Azar evocati e Manten era immobilizzato col filo di una spada puntato sul collo, le due arpie si alzarono in volo incominciando a cantare il loro canto ammaliatore di cui rimase vittima il ranger, mentre il minotauro più vicino si precipitò verso Khoril e calò su di lui la sua ascia lasciandolo sanguinante come forse mai prima d’ora;.
Il paladino non si perse però d’animo: attaccò furioso l’hobgoblin più vicino squarciandogli il petto e facendo finire la corsa della sua lama sul minotauro che lo aveva ferito, tagliandolo in due all’altezza della vita, poi ordinò al pegaso di caricare l’arpia sopra di loro che morì sotto i colpi degli zoccoli dell’equino.
E poi, da sotto la pancia della nave, emerse Tiff.
E scagliò tutta la sua rabbia sui nemici riducendoli in polvere in un sol colpo.

Mentre Khoril rimase sul ponte per vestire l’armatura e mantenere la calma fra i passeggeri, Manion – uscito finalmente dall’ammaliamento, Tiff e Demetrio, alla testa del gruppetto di Azar, si gettarono in coperta alla ricerca di Brakker. Ai piedi delle scale, davanti alla porta della sala macchine un enorme minotauro fiutò Manion e gli si gettò contro. Il barbaro dapprima incassò il colpo, poi in ira si liberò della guardia e si diresse verso la porta metallica chiusa a chiave. Bisognava andare a prendere Manten, lui aveva la chiave e se c’era una bomba in sala macchine era la persona migliore a cui potersi rivolgere. Ma Manion con un calcio ruppe la serratura e poterono così entrare. L’interno della piccola sala macchine era un labirinto di tubature contenenti vapore ad altissima temperatura. Manion entrò per primo ma la strada gli fu sbarrata da due hobgoblin, poi Demetrio mandò avanti gli Azar ma anche questi incontrarono sul loro cammino altri hobgoblin. Intanto quello che sembrava essere un umano distolse l’attenzione dal pannello attorno al quale stava macchinando e sparò con una balestra ad una tubatura, facendo fuoriuscire proprio in faccia a Manion un getto di vapore ustionante.
Gli hobgoblin vennero sconfitti facilmente, e Tiff potè finalmente dare sfoggio della sua Verga del Pitone [non fate commenti per favore…] ordinando al grosso animale [si, lo so, la scena si presta…] di bloccare la figura nelle sue spire. Manten stava per sopraggiungere, ma c’era un corpo inerme in un angolo della stanza.

La figura si contorse in una smorfia che pareva quasi essere un sorriso: “siete pronti per esplodere?”

The Golden Dragon - II parte, lato B

Dalla nube uscì un hobgoblin con la faccia segnata da una vistosa bruciatura, vestito con un’armatura di cuoio borchiato e armato di un martello da guerra. Scagliata una pietra del tuono sul muro per ottenere attenzione, iniziò a parlare con una voce gutturale: “Signore e signori, questa nave è da ora sotto la mia tutela e voi siete miei ostaggi. Rimanete calmi e non provate a fare alcun atto eroico e vedrete che tutto si sistemerà in breve tempo”. Nel frattempo erano entrati nella stanza sette hobgoblin vestiti con cuoio borchiato e armati di spada lunga e due grossi minotauri con due grosse asce bipenne che si erano andati a posizionare nel perimetro della stanza disarmando i componenti dell’equipaggio.
I quattro amici accalcati al centro della stanza si guardarono intorno cercando qualche accenno di reazione, che però non ci fu. I personaggi importanti erano tesi ma evidentemente si sentivano ancora abbastanza al sicuro: probabilmente si trattava solo di una richiesta di riscatto; i componenti dell’equipaggio invece non opposero nessuna resistenza, forse sarebbe stato meglio per tutti pagare un riscatto piuttosto che rischiare vite umane.
Anche i quattro eroi di Brindingford ora erano però dubbiosi: senza armi né armature e con pochi incantesimi a disposizione e senza conoscere né il numero né la forza del nemico che cosa potevano fare? L’hobgoblin intanto, che si era presentato col nome di Brimstone Brakker, si era assicurato un’ulteriore garanzia prendendo subito un ostaggio da minacciare col suo martello da guerra: ma la sorte aveva voluto che fosse proprio Erianna. Un ulteriore motivo per non creare pasticci. Si consultarono a bassa voce: Tiff, timoroso che il rapimento fosse collegato alle Sacre Armi di cui ora erano diventati i custodi, informò i compagni di stargli vicino perché avrebbe lanciato un incantesimo di teletrasporto se le cose fossero peggiorate; Manion, sentendosi nudo senza i suoi strumenti da combattimento, era dell’idea di scappare al più presto dalla nave; Khoril invece voleva aspettare e vedere come sarebbe evoluta la situazione, d’altronde non poteva abbandonare così tanti civili in balìa di un pugno di hobgoblin; Demetrio a differenza dei compagni agì subito: per poter sopravvivere era necessario prima di tutto rendersi invisibile e spostarsi dal centro dell’attenzione, non senza aver lanciato prima però un incantesimo che gli permettesse di parlare telepaticamente con Tiff.
Non aveva però considerato le conseguenza della sua scelta. La reazione di Brakker alla sua sparizione improvvisa fu terribile e crudele: la testa del suo martello calò proprio sulla testa della povera Erianna che cadde col viso inondato di sangue. Khoril sobbalzò; le intenzioni dell’hobgoblin sembravano serie. Provò a parlamentare per curare la ragazza, ma Brakker non sembrava per nulla impietosito; ordinò anzi ad uno dei due minotauri di cercare il loro compare sparito, che intanto si era spostato nella sala da gioco a prua della nave.

La situazione sembrava in stallo: Brakker continuava a minacciare i passeggeri intimando la calma, mentre Khoril, Tiff, Manion e Demetrio aspettavano lo svilupparsi degli eventi. Guardandosi intorno notarono che sia Torren che Manten erano fra i presenti. Dopo interminabili minuti arrivò il capitano Alastair d’Lyrandar scortato da un hobgoblin. Il capitano con una faccia serissima chiese agli astanti di eseguire tutto quello che i rapitori chiedessero per evitare ulteriori spargimenti di sangue. Poi Brakker chiese a tutti di radunarsi sul ponte dove avrebbe comunicato l’entità del riscatto. Una fila silenziosa e composta controllata da hobgoblin e minotauri armati tornò a guardare le stelle, ora meno poetiche. Per ultimo era salito anche Brakken che continuava a tenere al suo fianco il corpo inerme di Eriana: l’hobgoblin aveva notato il particolare interesse che la giovane suscitava nei confronti del passeggero più baldanzoso e dei suoi compagni e voleva approfittarne.
Si fece portare anche il nano artificiere e lo fece tenere sotto tiro da un compare, poi chiese l’attenzione e disse che la richiesta di riscatto ammontava a 200.000 monete d’oro, da portare entro un’ora altrimenti la nave sarebbe esplosa. Liberò quindi il capitano perché andasse a riferire al casato la sua richiesta.

Intanto Demetrio si era teletrasportato alla base della Torre Lyrandar e aveva avviato le guardie che gli avevano chiesto di non muoversi. Ancora incerto che qualcuno all’interno del casato fosse colluso con i sequestratori tagliò corto e si riteletrasportò in cima alla torre, sulla balconata, e poi incominciò a visionare dall’alto il ponte della nave. Il gruppo di eroi aveva intenzione di passare all’azione, dato che anche gli ultimi tentativi di parlamentare portati avanti da Khoril erano svaniti di fronte all’ottusità di Brakker. O forse dietro al sequestro c’era qualche altra losca faccenda? Sul ponte si potevano contare oltre a Brakker otto hobgoblin, due minotauri e due arpie, una delle quali proprio di fianco ai tre compagni rimasti a bordo. Non appena fossero stati pronti Demetrio avrebbe evocato alcune creature come diversivo per tenere impegnati più nemici possibile, Khoril avrebbe richiamato il suo pegaso con la sua spada e quella di Manion, mentre Tiff aveva in serbo un paio di incantesimi interessanti [alla faccia di teletrasporto e invisibilità, ndM]: il primo che si lanciò fu comprensione dei linguaggi per poter capire meglio gli ordini lanciati dal capo.
Accaddero però due fatti destinati a cambiare il corso delle cose...

The Golden Dragon - II parte

Curiosando sul ponte Tiff rimase incuriosito dal laboratorio magico/alchemico posto a prua e chiese maggiori informazione ad un cameriere dell’equipaggio. Venne a sapere con piacere che il laboratorio era uno dei tanti servizi di lusso per i viaggiatori che potevano affittarlo durante i viaggi, pagando eventualmente i componenti utilizzati presenti nel vasto assortimento della nave. Purtroppo però l’accesso era consentito solo al capitano e al vice-capitano, al nano capo artificiere Manten Dramgrin e al secondo artificiere, lo gnomo Torren Blackfingers. A Tiff brillarono gli occhi: era un’ottima occasione per fare della conversazione inter-razziale. Chiese dove si poteva trovare lo gnomo, e il cameriere – molto gentilmente – si offrì di accompagnare lui e Manion dall’artificiere.
Arrivati nella grande hall, si diressero verso il bancone del bar dove uno gnomo e un nano stavano discutendo animatamente di componenti alchemiche. Tiff e Manion si guardarono negli occhi per un istante: non era necessario parlarsi per decidere chi dei due avrebbe dovuto attirarsi le simpatie dello gnomo e chi quelle del nano. Tiff si presentò e con la sua verve gnomesca si inserì nel discorso a tema alchemico appoggiando le posizioni dello gnomo, ma cercando di non destare le antipatie del nano. Manion intanto era rimasto in disparte, l’argomento non era certo dei suoi preferiti, ma soprattutto sapeva che la sua cintura nanica gli sarebbe servita di più finita la discussione.
Poco dopo infatti i due gnomi congedarono il nano e il nobile barbaro, lasciandoli ancora al bancone del bar. Tiff, ormai entrato nelle grazie di Torren, cercò di sapere qualcosa di più sulla nave, sul laboratorio e su di lui. In realtà lo gnomo non faceva parte del casato Lyrandar – principalmente formato da elfi e mezzelfi – e nemmeno dell’equipaggio originario, ma aveva semplicemente barattato le sue competenze di artefice in cambio di un soggiorno sulla nave a tempo indeterminato; questo comprendeva anche l’utilizzo del laboratorio. Agli occhi di Tiff, Torren non aveva nulla di strano: era un avventuriero che aveva voglia di viaggiare e aveva visto nella Golden Dragon l’occasione giusta. Tiff si spinse più in là e provò a chiedergli di poter vedere il laboratorio e magari la sala macchine. Per il laboratorio non ci sarebbe stato nessun problema, Tiff notò che era un locale molto ben attrezzato ma non presentava nulla di particolare; la sala macchine invece era interdetta ai passeggeri, ma lo gnomo non avrebbe perso l’occasione di farla letteralmente in barba al nano.
Il locale era scuro, angusto e molto caldo. Torren spiegò a Tiff che attraverso il sigillo del casato Lyrandar, un elementale dell’acqua era vincolato dentro i tubi della sala macchine sotto forma di vapore, aumentando in questo modo la potenza degli elementali del fuoco che muovevano la nave. Manten stesso aveva sviluppato questa nuova tecnologia magica, ma con il suo orgoglio nanico non permetteva a nessuno di avvicinarsi troppo alla sua “creatura”. Ecco perché tra lui e il nano non correva buon sangue.
Al bancone del bar anche Manion, in maniera più dimessa e meno diretta, era riuscito a strappare qualche notizia da Manten che sembrava averlo preso in confidenza. Nemmeno lui faceva parte della parte “nobile” del casato in quanto nano, ma vi prestava servizio ormai da tanto tempo ed era stimato e ben remunerato. Il dispositivo magico che permetteva ad una nave così grande di volare ad una certa velocità e per così lunghe tratte era di sua invenzione, e non si sarebbe certo lasciato dire da qualcun altro come fare il suo mestiere.
Verso mezzanotte i passeggeri avevano ormai visitato tutta la neve e si trovavano nella hall quando dalle scale che portavano al ponte uscì una nube di fumo denso…

mercoledì 12 giugno 2013

LA DESOLAZIONE DI SMAUG (e la morosa di Legolas)







È stata pubblicata su Entertainment Weekly la prima foto di Evangeline Lilly (Lost) nel ruolo della guerriera elfica Tauriel, personaggio che vedremo prossimamente in Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug, secondo dei tre film che il regista neozelandese Peter Jackson ha tratto dal romanzo Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien.
Tauriel è descritta come una provetta arciera addestrata a uccidere qualsiasi avversario. Si tratta di un personaggio non presente nel romanzo originale, inventato dal regista e dagli sceneggiatori Fran Walsh e Philippa Boyens per l'esigenza cinematografica di avere almeno un ruolo femminile in un film. Per questo stesso motivo nel primo episodio Lo Hobbit: un viaggio inaspettato era stata inserita una conversazione con Galadriel, ossia Cate Blanchett, e nella trilogia tratta da Il Signore degli Anelli era stato aumentato lo spazio a Éowyn, interpretata da Miranda Otto.

Tauriel dovrebbe essere molto intima con Legolas e la sua famiglia.
L'attrice ha dichiarato che "il rapporto di Tauriel con Legolas (Orlando Bloom) è significativo. Si conoscono da quando erano bambini e il papà di Legolas, Il Re degli Elfi Thrandruil (Lee Pace nel film), ha un debole per lei. Pertanto, se si cresce fianco a fianco, e tuo padre ha un posto molto speciale nel suo cuore per questa giovane donna, che inoltre è una fantastico guerriera, penso che sia difficile non notarla."
Tauriel sarà quindi per Legolas quello che in gergo a Hollywood viene definito "l'interesse amoroso"?
Attenzione però, secondo la sua interprete, Tauriel può essere pericolosa quanto bella. "E' un po' incosciente, totalmente spietata e non esita a uccidere", ha dichiarato Evangeline Lilly.
L'attrice è inoltre preparata ad affrontare il severo giudizio di quei fanboy tolkeniani che saranno prevenuti contro il suo personaggio, definito come "non canonico". La Lilly si sente temprata dalla sua scorsa militanza nel cast di Lost, serie che aveva un fandom molto attivo e critico nei confronti della storia e dei personaggi.
Difendendo ad arco puntato il suo regista ha affermato senza mezzi termini: "se c'è qualcuno che sa come rispettare Tolkien, quelli sono Peter, Fran e Phil. Tauriel s'inserisce perfettamente in quel mondo."