Accaddero quindi due fatti
strani: prima una voce sussurrò qualcosa all’orecchio di Manion premendogli sul
fianco un oggetto metallico: “un regalo da un amico…”. Il ranger si voltò ma
non vide nessuno, in compenso aveva afferrato la sottile elsa di un pugnale che
nascose subito sotto il mantello.
Poi un hobgoblin salì trafelato
le scale dal ponte inferiore e comunicò all’orecchio di Brakker alcune
informazioni decisamente importanti a vedere l’espressione e la reazione
dell’hobgoblin. Tiff tese l’orecchio ma riuscì a percepire solo qualche
brandello di frase: “Telgin” “niente riscatto” “esplodere”. La prima parola non
ricordava nulla allo gnomo ma sembrava che le cose si stessero facendo
interessanti dato che Brakker lasciò il ponte per andare al piano inferiore.
Era il momento giusto: Demetrio
evocò quattro Azar vicino agli hobgoblin più lontani, Tiff si lasciò cadere
all’infuori della nave e poi lanciò volare
su di sé facendo il giro della nave da sotto, Khoril richiamò il pegaso e presa
la spada così come fece Manion.
La risposta degli assalitori fu
terribile: mentre gli hobgoblin ingaggiarono gli Azar evocati e Manten era
immobilizzato col filo di una spada puntato sul collo, le due arpie si alzarono
in volo incominciando a cantare il loro canto ammaliatore di cui rimase vittima
il ranger, mentre il minotauro più vicino si precipitò verso Khoril e calò su
di lui la sua ascia lasciandolo sanguinante come forse mai prima d’ora;.
Il paladino non si perse però d’animo:
attaccò furioso l’hobgoblin più vicino squarciandogli il petto e facendo finire
la corsa della sua lama sul minotauro che lo aveva ferito, tagliandolo in due
all’altezza della vita, poi ordinò al pegaso di caricare l’arpia sopra di loro
che morì sotto i colpi degli zoccoli dell’equino.
E poi, da sotto la pancia della
nave, emerse Tiff.
E scagliò tutta la sua rabbia sui
nemici riducendoli in polvere in un sol colpo.
Mentre Khoril rimase sul ponte
per vestire l’armatura e mantenere la calma fra i passeggeri, Manion – uscito
finalmente dall’ammaliamento, Tiff e Demetrio, alla testa del gruppetto di
Azar, si gettarono in coperta alla ricerca di Brakker. Ai piedi delle scale,
davanti alla porta della sala macchine un enorme minotauro fiutò Manion e gli si
gettò contro. Il barbaro dapprima incassò il colpo, poi in ira si liberò della
guardia e si diresse verso la porta metallica chiusa a chiave. Bisognava andare
a prendere Manten, lui aveva la chiave e se c’era una bomba in sala macchine
era la persona migliore a cui potersi rivolgere. Ma Manion con un calcio ruppe
la serratura e poterono così entrare. L’interno della piccola sala macchine era
un labirinto di tubature contenenti vapore ad altissima temperatura. Manion
entrò per primo ma la strada gli fu sbarrata da due hobgoblin, poi Demetrio
mandò avanti gli Azar ma anche questi incontrarono sul loro cammino altri
hobgoblin. Intanto quello che sembrava essere un umano distolse l’attenzione dal
pannello attorno al quale stava macchinando e sparò con una balestra ad una
tubatura, facendo fuoriuscire proprio in faccia a Manion un getto di vapore
ustionante.
Gli hobgoblin vennero sconfitti
facilmente, e Tiff potè finalmente dare sfoggio della sua Verga del Pitone [non fate commenti per favore…] ordinando
al grosso animale [si, lo so, la scena si
presta…] di bloccare la figura nelle sue spire. Manten stava per
sopraggiungere, ma c’era un corpo inerme in un angolo della stanza.
La figura si contorse in una
smorfia che pareva quasi essere un sorriso: “siete pronti per esplodere?”