lunedì 16 ottobre 2023

La grotta dell'Onda Tonante

Accompagnati da Gundren si erano incamminati verso la leggendaria grotta. Il nano aveva loro raccontato che, scoperto l'ingresso dell'antro assieme ai fratelli, era tornato indietro con la mappa per radunare le attrezzature necessarie, lasciando i fratelli a controllare la scoperta. Era stato però intercettato sulla via per Phandalin da una banda di goblin e dal loro covo portato al castello sotto il controllo degli hobgoblin che stavano lavorando sicuramente per qualcun altro. Non sapeva di più, essendo rimasto in stato di incoscienza per la maggior parte del tempo.

Il viaggio nella foresta fu disturbato solo da fastidiosi uccelli stigei, fino al punto che Gundren conosceva bene. L'ingresso della grotta era una stretta fessura su un crinale scosceso non molto distante dalla pista principale usata dai cacciatori. La fenditura conduceva in un ampio atrio naturale dove scoprirono con orrore il corpo di Tharden, uno dei fratelli di Gundren. Sebbene ci fossero due giacigli non c'era alcun segno della presenza di Nundro...

I terremoti che avevano permesso di scoprire la grotta avevano anche fatto collassare una parte dell'ingresso rivelando un corridoio ad un livello inferiore. Decisi ad esplorare la grotta approntarono il campo base all'ingresso e lasciarono Gundren a seppellire il copro del fratello e a fare la guardia da intrusioni esterne. La fenditura tre metri sotto al livello del pavimento aveva due uscite a nord-ovest e a sud-est. Scelsero la prima via e si trovarono davanti a stretti corridoi artificiali che formavano una specie di labirinto, spesso sfociando in condotti chiusi. Sembrava che i nani che avevano scavato la struttura stessero cercando qualcosa... Allo stesso tempo, più si inoltravano nei bassi corridoi, più il rumore di sciabordìo di onde diventava forte.

A parte qualche essere tipicamente appartenente alla fauna sotterranea (come la melma che mise in difficoltà Ashur) il luogo sembrava deserto. Almeno fino a quando, procedendo verso nord, i condotti li condussero fino ad una grotta con un lago la cui riva presentava tantissimi gusci rotti di molluschi. Sulla parete nord un'apertura alta una novantina di centimetri si addentrava nella roccia. Nonostante la circospezione il bacino sembrava disabitato. Alcune scale portavano verso un breve corridoio fino ad un incrocio: davanti a loro una porta, a sinistra e destra due corridoi che si perdevano nel buio. Provarono ad esplorare l'altra parte della grotta dalla fenditura d'ingresso, ma con poco successo. Dove non erano presenti mostri tipici degli antri sotterranei e i bugbear, comunque la grotta era stata occupata da animali provenienti da fuori. E così si trovarono attaccati dai fastidiosi uccelli stigei, senza peraltro rinvenire nulla di interessante se non scheletri di nani, gnomi e orchi risalenti all'antica battaglia avvenuta nelle sale. Durante la notte, tornati all'antro di ingresso, alcuni ghoul li attaccarono dalla fenditura, senza tuttavia riuscire a raggiungerli. Era chiaro ormai che il complesso sotterraneo nascondeva più pericoli di quanti potessero immaginarsene.

Tornati all'incrocio precedente provarono ad entrare nella porta aperta ma nel buio della stanza furono attaccati da cinque bugbear che evidentemente li avevano sentiti e si erano acquattati nel buio. Nonostante la durezza dello scontro riuscirono a sopraffare il manipolo di creature e perlustrando la stanza notarono che la porta in direzione opposta di quella di entrata era chiusa dall'interno da alcune barricate fatte con assi di legno di antichi tavoli distrutti. Tolte le tavole e aperta la porta notarono un piccolo corridoio che sfociava in quella che sembrava un'ampia sala; chi era dotato di scurovisione notò parte di uno strano macchinario, ma non vollero proseguire preferendo riposarsi nella stanza, sfruttando l'idea di Oxyuranous di richiudere la porta e di puntellarla con delle punte di balestra. Finito il riposo tornarono indietro, all'incrocio subito fuori l'ingresso, e videro che il corridoio verso sud finiva in un vicolo cieco come quelli trovati in precedenza. Non rimaneva che tentare la strada a nord. Alcune scale salivano verso un passaggio che correva perpendicolare ed anche lì diverse assi di legno formavano delle barricate. Rael era sicuro che prima non ci fossero... La loro presenza era stata chiaramente notata e l'attacco da lontano di un gruppo di altri  bugbear confermò i loro timori. Superati con facilità le guardie notarono un'altra ampia sala ad est ed un corridoio con una sontuosa porta ad ovest. Non volendo lasciarsi possibile nemici alle spalle, si diressero verso le porte che si aprivano su quello che sembrava un tempio: sei colonne di marmo costeggiavano le pareti, mentre davanti a loro si stagliava l'enorme statua alta tre metri di un nano seduto su un trono con un grosso martello da guerra sulle ginocchia; il chierico riconobbe le sembianze di Dumathoin, dio nanico dei minatori; al posto degli occhi due scintillanti smeraldi. Davanti alla statua era allestito un accampamento di fortuna con una mezza dozzina di giacigli attorno ad un falò improvvisato. Tra le due colonne ad ovest un tavolo di legno. Purtroppo ebbero giusto il tempo di dare un'occhiata superficiale alla scena, perché non appena avanzarono dalle colonne sbucarono fuori quattro ragni giganti, mentre da un corridoio laterale altri bugbear corsero in supporto. Dovettero dare fondo a quasi tutte le loro risorse per riuscire a sconfiggere la maggior parte di creature, fino a che - da dietro una della colonne a fianco del tavolo - si materializzò una figura vestita con una lunga tunica e con un bastone in mano, che si rivelò essere un drow. Si presentò con modi stranamente gentili: era Nezznar, meglio conosciuto come il Ragno Nero, e sì, c'era lui dietro a tutta la storia: dopo aver pedinato i nani in cerca della miniera perduta, aveva fatto in modo di sbarazzarsi dei due fratelli rimasti di guardia e di tendere un'imboscata a Gundren per potergli rubare l'unica mappa che poteva portare al prezioso luogo grazie alla tribù di goblin dei Dentiaguzzi. Aveva anche sovvenzionato i Marchi Rossi ed il loro capo Bastone di Vetro per tenere a bada i curiosi di Phandalin e - nel momento in cui gli avventurieri si erano immischiati - di toglierli di mezzo. Ma le loro abilità l'avevano impressionato ed era rimasto ammirato da come erano riusciti a liberare il nano dal castello e a trovare la strada verso la grotta, e ora voleva proporgli un patto: avrebbero potuto collaborare nell'esplorazione della caverna perché a lui interessava solo arrivare alla leggendaria fonte di potere della caverna; in cambio gli avrebbe consegnato Bastone di Vetro e Nundro. Gli avrebbe lasciato un po' di tempo per pensare. Il gruppo era diviso più che mai. L'offerta era interessante e loro non avevano le risorse per combattere ora contro il drow. Era chiaro che i suoi scopi non potessero essere a fin di bene, ma d'altronde la loro missione era quella di riportare Bastone di Vetro da Sildar, non di scoprire la grotta, né di esplorarla. Mentre stavano discutendo il drow svanì nei corridoi, lasciandoli in preda ad un atroce dubbio.

Tornaroro all'ingresso per dormire, dove decisero che sarebbe stato meglio dormire all'aperto; a cosa fare con Nezznar ci avrebbero pensato il giorno dopo. Ma non riuscirono a riposare attaccati da alcuni animali selvatici, almeno fino a quando non rientrarono nella grotta. Ripresero l'esplorazione della grotta dall'antro con la pozza d'acqua. Un'ispezione di Ashur rivelò che era profonda circa sei metri al centro, con ripide sponde; nonostante avesse provato a gettare una razione all'interno, non ci fu nessun movimento. Volendo cercare il Ragno Nero tornarono all'incrocio, dove ancora una volta la situazione era cambiata: il corridoio verso il tempio a nord era pieno di ragnatele, tanto da non potersi vedere la fine, mentre la porta davanti a loro era aperta e quella di pietra sulla parete opposta della stanza era stata distrutta ed i frammenti portati via. Avanzarono fino ad affacciarsi sulla grande stanza col macchinario: sembrava un'enorme mantice per pompare aria in un grossissimo cilindro metallico, probabilmente usato come forgia. Dato che il breve corridoio sia apriva anche verso sud, si diressero in quella direzione. L'antro più grande della grotta era stato adibito a sala dei banchetti; due lunghi tavoli erano posizionati nella sala centrale assieme ad un paio di vecchi bracieri arruginiti. Due ripide scarpate delimitavano ai lati due terrazze alte tre metri. Sul pavimento decine di scheletri mostravano che gli antichi combattimenti si erano spinti fin qui. Non fecero in tempo a salire le scale verso la terrazza ad est, che da quella ad ovest alcuni ghoul si precipitarono attirati dall'odore di carne viva. Riuscirono a liberarsene in tempo per raggiungere la posizione sopraelevata che portava ad un corto passaggio verso l'antro del macchinario a nord. Da questa prospettiva potevano notare un ampio canale ribassato in cui era presente una grossa ruota ad acqua che doveva alimentare il movimento del mantice. Anche qui erano presenti dei cadaveri, che questa volta però si animarono rincorrendoli fino all'ingresso della sala dei banchetti. 

Dovevano proseguire? O esplorare la parte della grotta lasciata indietro a sud-est? E che fine aveva fatto Nezznar? Avrebbero potuto collaborare con lui, almeno fino a quando potevano coglierlo impreparato?

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