Vista la mattina libera, ma dovendo stare in casa con Giacomino (quindi impossibilitato a scrivere la tesi...), inizio la prima parte di un triplo post (!) sul panorama dei Dungeon Crawler (DC) che il mercato oggi offre, preso ancora una volta da gioconomicon.net, e scritto (ovviamente) da uno dei massimi esperti italiani dell'argomento, cioè Marco Signore aka Normanno.
Avevo già scritto sui DC in primavera, riprendendo un articolo di un altro utente "di riferimento", Agzaroth, ma lì si parlava soprattutto del panorama dei giochi che sarebbero usciti attraverso crowdfunding: alcuni sono già usciti, altri lo saranno a breve, altri ancora - come il benedetto/maledetto HQ25 - non ancora.
Spezzo l'articolo in 3 perché lungo e perché corredato da immagini (su alcuni titoli troverete il link se ne abbiamo già parlato sul blog).
Let's go to the dungeon!
Focus On: Non tutti i dungeon sono uguali – Guida alla
scelta del sotterraneo ideale
Il genere Dungeon
Crawl (da ora in poi “DC”) è senza dubbio tornato prepotentemente alla ribalta
negli ultimi anni, dopo un notevole periodo di stasi, un “lungo inverno” per
gli appassionati dei sotterranei, seguito da una fausta stagione alla fine del
XX secolo. Potrei provare ad addentrarmi in un’analisi dettagliata delle
ragioni che hanno scatenato il ritorno in auge di questo tipo di giochi, ma
prima ancora ho pensato potesse essere utile offrirvi una panoramica completa
dell’offerta attuale che si sta arricchendo giorno dopo giorno (anche mentre vi
scrivo!). L’articolo che segue è una guida nella scelta della miglior
esperienza di gioco in base ai gusti, qualora vogliate intraprendere la
(usualmente) lunga ed onorata carriera del Dungeon Delver.
La scelta, negli ultimi anni, è diventata ardua: in media
abbiamo un DC in uscita ogni due mesi, a voler essere conservativi nelle stime.
Alcune volte si tratta di idee di case collaudatissime che magari non ricercano
la novità ad ogni costo, ma si affidano a meccanismi di gioco già ben oliati e
consolidati, offrendo per contro miniature da urlo. Altri sono invece più
incentrati sulla costruzione di meccaniche ludiche infrequenti - o addirittura
mai viste prima nel genere - cercando di aggiungere originalità al mero aspetto
visivo. Certi offrono una storia eccellente degna di un romanzo, basandosi però
su background già noti, mentre altri cercano l’originalità
dell’ambientazioneproponendo di conseguenza storie più blande (ma comunque
quasi sempre divertenti). Poi, naturalmente, ci sono i tie-in, produzioni
letteralmente milionarie che si basano in genere su nomi di richiamo o sulla
quantità (e qualità) delle miniature, lasciando meccanismi e storia a fare la
parte dei comprimari.
Come fare, dunque, a orientarsi nel labirintico (il gioco di
parole è voluto) mondo dei DC? Con un Dungeon Master! Permettete dunque che io,
qual novello Virgilio, vi conduca negli oscuri meandri di chilometri e
chilometri di dungeon.
“Don’t leave me! You need me: only I know the way!” (Symphony X, “Set the world on fire”).
“Don’t leave me! You need me: only I know the way!” (Symphony X, “Set the world on fire”).
È mia opinione, condivisa però da quasi tutti gli
appassionati di DC, che il riferimentoper i Dungeon Crawler sia Warhammer
Quest, quello classico del 1993 – oggi introvabile se non a prezzi
assolutamente privi di senso - ma che aveva tutte le carte in regola per essere
un gioco veramente eccellente. In questa disquisizione (che non potrà, per
ragioni di spazio, esaminare ogni DC esistente sul mercato), i requisiti
basilari che esamineremo sono, in ordine di importanza:
1) Gestione della campagna: esiste una campagna nel gioco, o si tratta di una serie di avventure senza continuità? Le azioni dei giocatori modificheranno la scelta delle avventure successive, o c’è una sola via per andare avanti?
2) Crescita degli eroi: gli eroi migliorano accumulando
esperienza o cambia solo il loro equipaggiamento? Sono personalizzabili o
restano sempre gli stessi?
3) Esplorazione: il dungeon si rivela a ogni passo, o fin
dall’inizio della partita si sa dove sono porte, corridoi e stanze? Esplorare
porta ricompense?
4) Meccanismi di gioco: le regole sono semplici o complesse?
Innovative o tendenti all’”old style”?
5) Aspetto visivo del gioco: l’artwork è evocativo? La mappa
o le tiles sono curate? Le miniature sono di qualità? Com’è il gioco
apparecchiato sul tavolo?
6) Ambientazione: abbiamo a che fare con la classica
ambientazione standard, o ci sono interessanti (o, al contrario, eccessivi)
sviluppi di trama e ambientazione?
Nell’esame del gioco verrà anche menzionato se il titolo sia
o meno localizzato in italiano e il numero di giocatori previsti per la
versione base del gioco (quindi non contando eventuali espansioni a meno che
non sia chiaramente specificato). Devo specificare che non includerò in questa
rassegna titoli che vengono comunemente - ma erronamente - ascritti al genere
DC, come Arcadia Quest o Dungeonquest, che pur avendo uno o due elementi in
comune con i DC, non ne hanno le meccaniche né lo scopo; non troverete nemmeno
i giochi di avventura (come Talisman o Runebound) perché a parte
l’ambientazione davvero non hanno nulla in comune coi DC, essendo una categoria
di giochi del tutto differente. Insomma: non basta menzionare un sotterraneo o
dei mostri fantasy per essere un Dungeon Crawler.
La prima scelta da operare in questa carrellata ci permette
di suddividere i DC ed esula dai punti sopra elencati: volete un gioco con
master o senza? Vi piace l’idea di uno di voi che gestisca mostri e incontri, o
volete essere tutti uniti contro il gioco? La risposta a queste domande
permetterà di limitare non poco il campo. Va menzionato, tuttavia, che da
qualche anno c’è la tendenza a produrre DC full-coop, cioè senza master; quindi
sarà più semplice cominciare dai pochi in cui la figura del master è ancora presente.
DC con Master
Una buona scelta per
un DC con master potrebbe essere Descent nella sua seconda edizione (Descent
2). Per quanto recentemente la Fantasy Flight Games(FFG) abbia pubblicato Road
to Legend, un software che fa da master e quindi rende Descent full-coop (e di
conseguenza anche giocabile in solitario), limitiamoci a parlare per ora del
solo gioco “fisico”. Descent 2 è stato fortemente reimplementato rispetto alla
prima edizione, trasformandolo da uno skirmishsemi-cooperativo ad un DC vero e
proprio (molti fan della prima edizione hanno infatti “ripudiato” questa
seconda edizione ma personalmente trovo Descent 2 superiore al primo in tutti
gli aspetti). Descent 2 si basa su di una solida campagna che include decine di
missioni possibili, e una quantità di espansioni che permetterebbe di giocare
per i prossimi 10 anni; in più, è ancora pienamente supportato, quindi l’attesa
per altro materiale non dovrebbe essere vana. La durata di un run (per run da
adesso in poi intederò “missione”, o comunque partita singola) in genere è
inferiore alle 2 ore, le scelte tattiche sono interessanti e il ruolo del
master è decisamente attivo – si tratta più di un vero e proprio
antagonista/giocatore che di un master nel senso classico del termine. Descent ha,
tuttavia, qualche difetto: è un po’
macchinoso in alcune fasi del gioco e la crescita degli eroi è piuttosto
limitata, come pure la personalizzazione; inoltre, la parte esplorativa del
gioco è praticamente inesistente (i dungeon sono sempre tutti visibili) e
l’ambientazione è talmente fantasy generica da essere piatta. Dal punto di
vista artistico, lo stile grafico di Descent è un po’ al di sotto dello
standard degli ultimi anni, e le miniature lasciano un po’ a desiderare (con
qualche eccezione notevole, come i draghi). Descent 2 è disponibile in
italiano, localizzato da Giochi Uniti, e può accomodare da 2 a 5 giocatori.
Ascoltando il
feedback dei giocatori, la FFG ha ripreso il motore di Descent 2, lo ha
migliorato e ripulito, per realizzare quello che a mio avviso è a tutt’oggi il
sovrano incontrastato dei DC con master: Star Wars Imperial Assault (SWIA). Sì,
Star Wars è il mio film preferito, ma l’ambientazione (che si sente tantissimo
nel gioco) è solo uno dei punti di forza di SWIA, che prende il meglio da
Descent 2 e lo implementa modernizzandolo e rendendolo sempre più giocabile. Le
campagne sono interessanti e ben gestite: le missioni cambiano di campagna in
campagna (anche in conseguenza al
successo o fallimento degli eroi) e portano in gioco sempre nuovi personaggi e
altre missioni. Forse l’unico limite (per me, almeno) è che gli eroi possono
essere solo Ribelli, mentre il master è solo imperiale. Le miniature sono
eccellenti, l’artwork di alto livello, e il gioco è ancora in piena esplosione,
con espansioni in scatola grande già uscite (e altre in arrivo) e con wave di
nuovi personaggi. Inoltre, SWIA include nella scatola base un regolamento
skirmish per due giocatori, che viene espanso a 4 giocatori nell’espansione
Return to Hoth. Due giochi in uno, Star Wars, regole semplici ma ottimamente
implementate: al momento SWIA non ha rivali, pur soffrendo dei due grossi
difetti di Descent (crescita degli eroi poco sviluppata e mancanza totale della
componente esplorativa). Probabilmente l’ambientazione non fantasy ma space
opera potrebbe costituire un deterrente per molti appassionati di DC, ma
sarebbe un errore non considerare questo gioco solo per l’ambientazione (e poi
è Star Wars…). Imperial Assault è localizzato in italiano dalla Asterion/Asmodée,
ed è supportato con tanto di torneistica ufficiale; vi possono giocare da 2 a 5
persone e un run può durare dai 30 ai 90 minuti.
Il terzo DC con
master al momento disponibile sul mercato è Dungeon Saga (DS). Per quanto molto
criticato a causa di una gestione della distribuzione non efficace da parte
della Mantic, e anche perché alcune regole “opzionali” non sono state
effettivamente ben testate, DS è forse il miglior DC introduttivo sul mercato.
Le miniature sono ottime, la campagna è una buona palestra per master e
giocatori e, sotto l’aspetto di poche regole “old style”, ci sono invece
tantissime opzioni tattiche, oltre a ben tretipi di obiettivi diversi per ogni
missione. Purtroppo DS soffre di un paio di problemi effettivi: la campagna
ufficiale è un po’ fiacca, pur essendo ben ambientata, perché se gli eroi
perdono uno scenario devono semplicemente rigiocarlo (ma hanno un numero
limitato di tentativi, dopodiché vince il “cattivo”); inoltre, non c’è un regolamento per sfruttare
al 100% tutti i componentidel gioco (per esempio, la mobilia). Le regole
opzionali includono full-coop e solitario, ma presentano qualche lacuna.
Insomma, DS non è il “top” tra i DC in commercio se voleste cercare un gioco
che copra ogni aspetto del “crawling”, ma come entry level al momento resta il
migliore (considerato che DC entry-level eccellenti del calibro di HeroQuest o
D&D Fantasy Adventure sono fuori produzione da anni), ed è comunque un
gioco assai divertente e molto bello anche dal punto di vista estetico. Anche DS
è localizzato in Italia dalla MS Edizioni, ed è un gioco per 2-5 giocatori in
cui i runpossono durare dai 30 minuti all’ora e mezza.
Di recente per Dungeon Saga è stato reso disponibile anche
in italiano il Compendio dell’Avventuriero, un volume corredato di numerosi
mazzi di carte in cui sono appunto descritte le regole full coop, solitario,
creazione di eroi personalizzati, e creazione di dungeon. Insomma un aggiunta
che cambia parecchio l’approccio al gioco e che permette a chi ha cominciato
proprio con Dungeon Saga di approfondire l’esperienza con i DC.
Mansions of Madness,
localizzato in italiano da Giochi Uniti col titolo di Le Case della Follia, è
invece un DC particolare per 2-5 giocatori, ambientato nel mondo dei Miti di
Cthulhu, in cui i giocatori esplorano un’antica villa e si trovano a
confrontarsi con cultisti, zombi e altre creature di indicibile orrore. Qui c’è
un certo livello di crescita del personaggio e la gestione della campagna è ben
realizzata, anche perché il gioco è parecchio story-driven, quindi la campagna
va avanti in un modo specifico, sviluppando una trama di fondo. Dal punto di
vista dell’artwork, la mappa (componibile) è ben disegnata, così come i
personaggi; le miniature invece sono belle ma non fanno gridare al miracolo
(anche se i mostri di grandi dimensioni fanno bella figura). Un aspetto
originale di Mansions of Madness è che durante la partita i giocatori dovranno
fisicamente risolvere puzzle per andare avanti nell’indagine; questo potrebbe
comportare un limite alla rigiocabilità del titolo, tuttavia esistono diverse
espansioni e soprattutto è uscita da poco la seconda edizione, localizzata in
Italia dalla Asmodée Italia, che diventa full-coop - quindi per 1-5 giocatori -
e assistita da un software che fa da master e propone diverse avventure e
puzzle, estendendo quindi in maniera notevole la vita di questo titolo. Ogni
run dura da una a tre ore.
Un altro classico DC
con master che menzionerò qui è Siege of the Citadel (SotC). Si tratta della
riedizione di un gioco degli anni ’90 (prima foto in basso a sinistra; ndr) ambientato nell’universo techno-fantasy
di MutantChronicles. Il gioco è per 2-5 persone, ed è stato abbondantemente
finanziato durante una campagna coronata da grande successo nell’ottobre
scorso. I vantaggi di questo gioco sono tanti: è sì un semi-cooperativo, con un
master e diversi team di Doomtrooper (due trooper per giocatore), però in ogni
missione il master cambia. Questo perché, durante il suo turno come master, il
giocatore può accumulare punti esperienza eliminando gli eroi avversari, punti che
però si ritroverà a poter spendere a favore della propria squadra di eroi.
Inoltre, ogni team ha missioni secondarie segrete che danneggiano gli altri e
gli eroi possono persino combattere tra di loro (anche se in genere questo
porta ad una vittoria del master). All’epoca, SotC rappresentò un grande gioco,
con un sacco di innovazioni interessanti in termini di meccaniche di gioco, e
la versione nuova ha riscosso un successo notevole su Kickstarter (forse anche
agrazie all’annuncio che la FFG distribuirà il gioco nei negozi), con una
quantità di stretch goal sbloccati che arricchiscono decine di volte il già
notevole gameplay.
L’ultimo titolo da
menzionare in questa sezione è molto atipico come ambientazione, ma classico
come regole: si tratta di Star Saga della Mantic, rduce da una fortunata
campagna sempre sulla piattaforma Kickstarter. Star Saga prende il regolamento
di Dungeon Saga rifinendolo ed ampliandolo (anche, per ammissione della casa di
Nottingham, tramite le critiche costruttive dei giocatori), per dar vita ad un
DC con master in un’ambientazione fantascientifica – davvero un rara avis, per
dirla alla latina. Oltre alle regole del suo predecessore, ci saranno azioni
che per molti di noi aficionados dei DS sono imprescindibili, come la ricerca nelle
stanze; in più, stavolta la parte in solitario e full coop è stata implementata
al meglio, per rendere l’esperienza più coinvolgente. L’ambientazione è quella
del fortunato Deadzone, e più in generale di Warpath, e Star Saga (in uscita ad
ottobre 2017 anche in italiano, sempre tramite Magic Store) si preannuncia un
buon titolo per chi vuol variare nell’ambientazione pur restando fedele alla
formula “4 amici e un master”.
To be continued...
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