venerdì 9 dicembre 2016

The Jocker Presents...XXVIII/1 - Speciale Santa 2016: I Dungeon Crawler

Vista la mattina libera, ma dovendo stare in casa con Giacomino (quindi impossibilitato a scrivere la tesi...), inizio la prima parte di un triplo post (!) sul panorama dei Dungeon Crawler (DC) che il mercato oggi offre, preso ancora una volta da gioconomicon.net, e scritto (ovviamente) da uno dei massimi esperti italiani dell'argomento, cioè Marco Signore aka Normanno.
Avevo già scritto sui DC in primavera, riprendendo un articolo di un altro utente "di riferimento", Agzaroth, ma lì si parlava soprattutto del panorama dei giochi che sarebbero usciti attraverso crowdfunding: alcuni sono già usciti, altri lo saranno a breve, altri ancora - come il benedetto/maledetto HQ25 - non ancora.
Spezzo l'articolo in 3 perché lungo e perché corredato da immagini (su alcuni titoli troverete il link se ne abbiamo già parlato sul blog).
Let's go to the dungeon!


Focus On: Non tutti i dungeon sono uguali – Guida alla scelta del sotterraneo ideale

Il genere Dungeon Crawl (da ora in poi “DC”) è senza dubbio tornato prepotentemente alla ribalta negli ultimi anni, dopo un notevole periodo di stasi, un “lungo inverno” per gli appassionati dei sotterranei, seguito da una fausta stagione alla fine del XX secolo. Potrei provare ad addentrarmi in un’analisi dettagliata delle ragioni che hanno scatenato il ritorno in auge di questo tipo di giochi, ma prima ancora ho pensato potesse essere utile offrirvi una panoramica completa dell’offerta attuale che si sta arricchendo giorno dopo giorno (anche mentre vi scrivo!). L’articolo che segue è una guida nella scelta della miglior esperienza di gioco in base ai gusti, qualora vogliate intraprendere la (usualmente) lunga ed onorata carriera del Dungeon Delver.

La scelta, negli ultimi anni, è diventata ardua: in media abbiamo un DC in uscita ogni due mesi, a voler essere conservativi nelle stime. Alcune volte si tratta di idee di case collaudatissime che magari non ricercano la novità ad ogni costo, ma si affidano a meccanismi di gioco già ben oliati e consolidati, offrendo per contro miniature da urlo. Altri sono invece più incentrati sulla costruzione di meccaniche ludiche infrequenti - o addirittura mai viste prima nel genere - cercando di aggiungere originalità al mero aspetto visivo. Certi offrono una storia eccellente degna di un romanzo, basandosi però su background già noti, mentre altri cercano l’originalità dell’ambientazioneproponendo di conseguenza storie più blande (ma comunque quasi sempre divertenti). Poi, naturalmente, ci sono i tie-in, produzioni letteralmente milionarie che si basano in genere su nomi di richiamo o sulla quantità (e qualità) delle miniature, lasciando meccanismi e storia a fare la parte dei comprimari.
Come fare, dunque, a orientarsi nel labirintico (il gioco di parole è voluto) mondo dei DC? Con un Dungeon Master! Permettete dunque che io, qual novello Virgilio, vi conduca negli oscuri meandri di chilometri e chilometri di dungeon.
“Don’t leave me! You need me: only I know the way!” (Symphony X, “Set the world on fire”).

È mia opinione, condivisa però da quasi tutti gli appassionati di DC, che il riferimentoper i Dungeon Crawler sia Warhammer Quest, quello classico del 1993 – oggi introvabile se non a prezzi assolutamente privi di senso - ma che aveva tutte le carte in regola per essere un gioco veramente eccellente. In questa disquisizione (che non potrà, per ragioni di spazio, esaminare ogni DC esistente sul mercato), i requisiti basilari che esamineremo sono, in ordine di importanza:

1) Gestione della campagna: esiste una campagna nel gioco, o si tratta di una serie di avventure senza continuità? Le azioni dei giocatori modificheranno la scelta delle avventure successive, o c’è una sola via per andare avanti?
2) Crescita degli eroi: gli eroi migliorano accumulando esperienza o cambia solo il loro equipaggiamento? Sono personalizzabili o restano sempre gli stessi?
3) Esplorazione: il dungeon si rivela a ogni passo, o fin dall’inizio della partita si sa dove sono porte, corridoi e stanze? Esplorare porta ricompense?
4) Meccanismi di gioco: le regole sono semplici o complesse? Innovative o tendenti all’”old style”?
5) Aspetto visivo del gioco: l’artwork è evocativo? La mappa o le tiles sono curate? Le miniature sono di qualità? Com’è il gioco apparecchiato sul tavolo?
6) Ambientazione: abbiamo a che fare con la classica ambientazione standard, o ci sono interessanti (o, al contrario, eccessivi) sviluppi di trama e ambientazione?

Nell’esame del gioco verrà anche menzionato se il titolo sia o meno localizzato in italiano e il numero di giocatori previsti per la versione base del gioco (quindi non contando eventuali espansioni a meno che non sia chiaramente specificato). Devo specificare che non includerò in questa rassegna titoli che vengono comunemente - ma erronamente - ascritti al genere DC, come Arcadia Quest o Dungeonquest, che pur avendo uno o due elementi in comune con i DC, non ne hanno le meccaniche né lo scopo; non troverete nemmeno i giochi di avventura (come Talisman o Runebound) perché a parte l’ambientazione davvero non hanno nulla in comune coi DC, essendo una categoria di giochi del tutto differente. Insomma: non basta menzionare un sotterraneo o dei mostri fantasy per essere un Dungeon Crawler.

La prima scelta da operare in questa carrellata ci permette di suddividere i DC ed esula dai punti sopra elencati: volete un gioco con master o senza? Vi piace l’idea di uno di voi che gestisca mostri e incontri, o volete essere tutti uniti contro il gioco? La risposta a queste domande permetterà di limitare non poco il campo. Va menzionato, tuttavia, che da qualche anno c’è la tendenza a produrre DC full-coop, cioè senza master; quindi sarà più semplice cominciare dai pochi in cui la figura del master è ancora presente.

DC con Master

Una buona scelta per un DC con master potrebbe essere Descent nella sua seconda edizione (Descent 2). Per quanto recentemente la Fantasy Flight Games(FFG) abbia pubblicato Road to Legend, un software che fa da master e quindi rende Descent full-coop (e di conseguenza anche giocabile in solitario), limitiamoci a parlare per ora del solo gioco “fisico”. Descent 2 è stato fortemente reimplementato rispetto alla prima edizione, trasformandolo da uno skirmishsemi-cooperativo ad un DC vero e proprio (molti fan della prima edizione hanno infatti “ripudiato” questa seconda edizione ma personalmente trovo Descent 2 superiore al primo in tutti gli aspetti). Descent 2 si basa su di una solida campagna che include decine di missioni possibili, e una quantità di espansioni che permetterebbe di giocare per i prossimi 10 anni; in più, è ancora pienamente supportato, quindi l’attesa per altro materiale non dovrebbe essere vana. La durata di un run (per run da adesso in poi intederò “missione”, o comunque partita singola) in genere è inferiore alle 2 ore, le scelte tattiche sono interessanti e il ruolo del master è decisamente attivo – si tratta più di un vero e proprio antagonista/giocatore che di un master nel senso classico del termine. Descent ha, tuttavia, qualche difetto:  è un po’ macchinoso in alcune fasi del gioco e la crescita degli eroi è piuttosto limitata, come pure la personalizzazione; inoltre, la parte esplorativa del gioco è praticamente inesistente (i dungeon sono sempre tutti visibili) e l’ambientazione è talmente fantasy generica da essere piatta. Dal punto di vista artistico, lo stile grafico di Descent è un po’ al di sotto dello standard degli ultimi anni, e le miniature lasciano un po’ a desiderare (con qualche eccezione notevole, come i draghi). Descent 2 è disponibile in italiano, localizzato da Giochi Uniti, e può accomodare da 2 a 5 giocatori.


Ascoltando il feedback dei giocatori, la FFG ha ripreso il motore di Descent 2, lo ha migliorato e ripulito, per realizzare quello che a mio avviso è a tutt’oggi il sovrano incontrastato dei DC con master: Star Wars Imperial Assault (SWIA). Sì, Star Wars è il mio film preferito, ma l’ambientazione (che si sente tantissimo nel gioco) è solo uno dei punti di forza di SWIA, che prende il meglio da Descent 2 e lo implementa modernizzandolo e rendendolo sempre più giocabile. Le campagne sono interessanti e ben gestite: le missioni cambiano di campagna in campagna  (anche in conseguenza al successo o fallimento degli eroi) e portano in gioco sempre nuovi personaggi e altre missioni. Forse l’unico limite (per me, almeno) è che gli eroi possono essere solo Ribelli, mentre il master è solo imperiale. Le miniature sono eccellenti, l’artwork di alto livello, e il gioco è ancora in piena esplosione, con espansioni in scatola grande già uscite (e altre in arrivo) e con wave di nuovi personaggi. Inoltre, SWIA include nella scatola base un regolamento skirmish per due giocatori, che viene espanso a 4 giocatori nell’espansione Return to Hoth. Due giochi in uno, Star Wars, regole semplici ma ottimamente implementate: al momento SWIA non ha rivali, pur soffrendo dei due grossi difetti di Descent (crescita degli eroi poco sviluppata e mancanza totale della componente esplorativa). Probabilmente l’ambientazione non fantasy ma space opera potrebbe costituire un deterrente per molti appassionati di DC, ma sarebbe un errore non considerare questo gioco solo per l’ambientazione (e poi è Star Wars…). Imperial Assault è localizzato in italiano dalla Asterion/Asmodée, ed è supportato con tanto di torneistica ufficiale; vi possono giocare da 2 a 5 persone e un run può durare dai 30 ai 90 minuti.


Il terzo DC con master al momento disponibile sul mercato è Dungeon Saga (DS). Per quanto molto criticato a causa di una gestione della distribuzione non efficace da parte della Mantic, e anche perché alcune regole “opzionali” non sono state effettivamente ben testate, DS è forse il miglior DC introduttivo sul mercato. Le miniature sono ottime, la campagna è una buona palestra per master e giocatori e, sotto l’aspetto di poche regole “old style”, ci sono invece tantissime opzioni tattiche, oltre a ben tretipi di obiettivi diversi per ogni missione. Purtroppo DS soffre di un paio di problemi effettivi: la campagna ufficiale è un po’ fiacca, pur essendo ben ambientata, perché se gli eroi perdono uno scenario devono semplicemente rigiocarlo (ma hanno un numero limitato di tentativi, dopodiché vince il “cattivo”);  inoltre, non c’è un regolamento per sfruttare al 100% tutti i componentidel gioco (per esempio, la mobilia). Le regole opzionali includono full-coop e solitario, ma presentano qualche lacuna. Insomma, DS non è il “top” tra i DC in commercio se voleste cercare un gioco che copra ogni aspetto del “crawling”, ma come entry level al momento resta il migliore (considerato che DC entry-level eccellenti del calibro di HeroQuest o D&D Fantasy Adventure sono fuori produzione da anni), ed è comunque un gioco assai divertente e molto bello anche dal punto di vista estetico. Anche DS è localizzato in Italia dalla MS Edizioni, ed è un gioco per 2-5 giocatori in cui i runpossono durare dai 30 minuti all’ora e mezza.
Di recente per Dungeon Saga è stato reso disponibile anche in italiano il Compendio dell’Avventuriero, un volume corredato di numerosi mazzi di carte in cui sono appunto descritte le regole full coop, solitario, creazione di eroi personalizzati, e creazione di dungeon. Insomma un aggiunta che cambia parecchio l’approccio al gioco e che permette a chi ha cominciato proprio con Dungeon Saga di approfondire l’esperienza con i DC.


Mansions of Madness, localizzato in italiano da Giochi Uniti col titolo di Le Case della Follia, è invece un DC particolare per 2-5 giocatori, ambientato nel mondo dei Miti di Cthulhu, in cui i giocatori esplorano un’antica villa e si trovano a confrontarsi con cultisti, zombi e altre creature di indicibile orrore. Qui c’è un certo livello di crescita del personaggio e la gestione della campagna è ben realizzata, anche perché il gioco è parecchio story-driven, quindi la campagna va avanti in un modo specifico, sviluppando una trama di fondo. Dal punto di vista dell’artwork, la mappa (componibile) è ben disegnata, così come i personaggi; le miniature invece sono belle ma non fanno gridare al miracolo (anche se i mostri di grandi dimensioni fanno bella figura). Un aspetto originale di Mansions of Madness è che durante la partita i giocatori dovranno fisicamente risolvere puzzle per andare avanti nell’indagine; questo potrebbe comportare un limite alla rigiocabilità del titolo, tuttavia esistono diverse espansioni e soprattutto è uscita da poco la seconda edizione, localizzata in Italia dalla Asmodée Italia, che diventa full-coop - quindi per 1-5 giocatori - e assistita da un software che fa da master e propone diverse avventure e puzzle, estendendo quindi in maniera notevole la vita di questo titolo. Ogni run dura da una a tre ore. 


Un altro classico DC con master che menzionerò qui è Siege of the Citadel (SotC). Si tratta della riedizione di un gioco degli anni ’90 (prima foto in basso a sinistra; ndr) ambientato nell’universo techno-fantasy di MutantChronicles. Il gioco è per 2-5 persone, ed è stato abbondantemente finanziato durante una campagna coronata da grande successo nell’ottobre scorso. I vantaggi di questo gioco sono tanti: è sì un semi-cooperativo, con un master e diversi team di Doomtrooper (due trooper per giocatore), però in ogni missione il master cambia. Questo perché, durante il suo turno come master, il giocatore può accumulare punti esperienza eliminando gli eroi avversari, punti che però si ritroverà a poter spendere a favore della propria squadra di eroi. Inoltre, ogni team ha missioni secondarie segrete che danneggiano gli altri e gli eroi possono persino combattere tra di loro (anche se in genere questo porta ad una vittoria del master). All’epoca, SotC rappresentò un grande gioco, con un sacco di innovazioni interessanti in termini di meccaniche di gioco, e la versione nuova ha riscosso un successo notevole su Kickstarter (forse anche agrazie all’annuncio che la FFG distribuirà il gioco nei negozi), con una quantità di stretch goal sbloccati che arricchiscono decine di volte il già notevole gameplay. 
 

L’ultimo titolo da menzionare in questa sezione è molto atipico come ambientazione, ma classico come regole: si tratta di Star Saga della Mantic, rduce da una fortunata campagna sempre sulla piattaforma Kickstarter. Star Saga prende il regolamento di Dungeon Saga rifinendolo ed ampliandolo (anche, per ammissione della casa di Nottingham, tramite le critiche costruttive dei giocatori), per dar vita ad un DC con master in un’ambientazione fantascientifica – davvero un rara avis, per dirla alla latina. Oltre alle regole del suo predecessore, ci saranno azioni che per molti di noi aficionados dei DS sono imprescindibili, come la ricerca nelle stanze; in più, stavolta la parte in solitario e full coop è stata implementata al meglio, per rendere l’esperienza più coinvolgente. L’ambientazione è quella del fortunato Deadzone, e più in generale di Warpath, e Star Saga (in uscita ad ottobre 2017 anche in italiano, sempre tramite Magic Store) si preannuncia un buon titolo per chi vuol variare nell’ambientazione pur restando fedele alla formula “4 amici e un master”. 












To be continued...

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