Un grosso esercito ha ormai conquistato tutta la regione al
nord delle Pianure dello Streleheim. Orchi, Gnoll, Hobgoblin, Troll, Ogre…
tutti riuniti sotto il Signore degli Inganni e i suoi oscuri messaggeri.
La storia del Signore degli Inganni è ben nota.
Egli era
Brona, un Druido del Primo Consiglio degli Stregoni riunito da Galaphile a
Paranor, per cercare di elevare tutte le razze dallo stato di barbarie in cui
erano cadute dopo le Grandi Guerre.
Brona aveva cominciato ad usare la magia in
maniera improvvida, sordo agli avvertimenti degli altri incantatori.
Ben presto
il più antico libro di magia, l’Ildatch, aveva preso il controllo
dell’ambizioso druido e aveva portato alla Prima Guerra delle Razze.
Nonostante
la sconfitta causata dall'alleanza di elfi e nani con i druidi di Paranor, Brona (divenuto ormai Signore degli Inganni) era sopravvissuto,
ricorrendo pressochè totalmente all’uso della magia e mantenuto in vita dalla
malvagità dell’Ildatch, mirando a sottomettere tutte le Quattro Terre alla
propria dominazione.
Ora Brona è tornato più potente che mai ed ora che la fortezza di Paranor è caduta niente si oppone
all’avanzata del suo terrificante esercito.
Gli stregoni di Paranor sono stati sterminati tutti e la
Biblioteca dei Druidi scomparsa. Solo alcuni si sono salvati: il nano Risca, il
vecchio umano Bremen e l’elfo Tay Trefenwyd.
Il primo si è diretto ad est, per avvisare il re dei nani
Raybur a Culhaven, visto che i primi ad essere attaccati saranno proprio gli
abitanti dell’Anar, mentre Bremen viaggia nelle Terre del Sud fra gli
insediamenti degli uomini accompagnato dal ranger Kimson Ravenlock in cerca di tutto l’aiuto possibile.
A Tay Trefenwyd il compito di avvisare gli elfi e quello di
ritrovare un antico talismano dal potere magico incommensurabile, nascosto da
qualche parte nelle Terre dell’Ovest ("Nella vasta
distesa delle Terre dell'Ovest, al dilà di una rigogliosa valle e più oltre
l'azzurra distesa immobile, una catena di monti. Fra i loro massicci, due cime
gemelle simili a due dita della stessa mano tese nel segno di una V. Il passo
tra loro porta a un vasto ammasso di altre dita di roccia, schiacciate insieme
e ridotte a un'unica massa. Entro l'ammasso attende la fortezza, invisibile
dall'esterno, antica al di là di qualsiasi immaginazione, e al suo interno ad
aspettare la Morte, senza poterla spiare nè guardarla in volto e, tra le sue
spire, la Pietra Nera degli Elfi").
Si tratta di trovarlo prima che ci riesca il Signore degli
Inganni poiché in mano sua gli garantirebbe potere senza fine.
Ma durante il suo viaggio verso la Capitale degli elfi, la
citta di Arborlon, Tay incrocia una pattuglia di cacciatori Hobgoblin, troppo
vicina alle terre dell’Ovest per non essere una circostanza preoccupante, e
dopo averla seguita per un po’ scopre che non è l’unica.
Tay si convince che è necessario parlare al Re degli Elfi
Courtann Ballindarroch e al Gran Consiglio il prima possibile per organizzare
una spedizione alla ricerca della Pietra Nera perduta e mandare l’esercito in
soccorso dei nani contro le armate del Signore degli Inganni.
Ma giunto ad Arborlon la situazione precipita
improvvisamente.
Un gruppo di assassini, aiutati dalla magia nera e dai
servitori del Signore degli Inganni, è riuscito ad entrare ad Arborlon, ha
eliminato la Guardia Reale e ferito gravemente il Re Courtann Ballindarroch
dopo aver sterminato tutta la famiglia reale.
La situazione è desolante. La Guardia reale distrutta, il re
tra la vita e la morte e il Gran Consiglio incerto sulle decisioni da prendere:
senza ordini precisi del re l’esercito non sarebbe mai stato mobilitato e
neppure intrapresa alcuna spedizione di ricerca.
A Tay Trefenwyd non resta che rivolgersi altrove.