martedì 26 aprile 2022

Dentro al maniero


Sconfitti i quattro banditi, pensarono di andare a chiedere spiegazioni all'ostessa nana proprietaria della Locanda del Gigante di Pietra. Questa, ancora affacciata sull'uscio richiamata dalle urla dei malviventi aggrediti, non appena vide Oxyouranus e Rael dirigersi verso la locanda, si affrettò a sbarrare la porta. I due però la sfondarono con un calcio e sorpresero la nana al bancone, intimandole di non fare passi falsi e di collaborare. Questa confidò di essere ostaggio dei Marchi Rossi, sebbene da quando erano arrivati in città gli affari andavano meglio del previsto, perché prima la clientela scarseggiava ancora di più... Nonostante questo sembrava una povera donna, forse solo opportunista.

Intanto un capannello di gente si era affollato attorno ai cadaveri, compresi Harbin Wester e Sildar arrivati in seguito al trambusto. Harbin era preoccupatissimo che la popolazione potesse essere sconvolta da quegli omicidi, ma il suo sguardo rivolto preoccupato verso il maniero in cima alla collina, rivelava più la preoccupazione che la voce potesse arrivare ai Marchi Rossi. Oban Kai propose di rianimare il bandito svenuto e così lo portarono legato nella cella presente nella casa del borgomastro. Harbin però sembrava restìo e impaurito, a tal punto che solo l'autorità paziente di Sildar lo convinse ad andarsene a letto nelle sue stanze al piano superiore, dove si rinchiuse con rumorosi giri di chiavistello e mobili spostati.

Intanto era arrivato anche Ashur e così, rianimato con un incantesimo, i quattro assieme a Sildar  incominciarono ad interrogare il prigioniero, il quale però sembrava restìo a rispondere alle domande, certo che il loro capo, che si faceva chiamare Bastone di Vetro per via del bastone magico che portava sempre con sé, li avrebbe facilmente sconfitti. Dopo alcune inutili minacce fisiche - a causa delle quali Sildar fu costretto a ricordare loro che nelle terre civilizzate non ci si faceva giustizia da soli -  la sua lingua però si sciolse non appena Oban Kai gli prospettò l'idea di rivelare ai Marchi Rossi nel maniero che lui aveva tradito rivelandogli le informazioni necessarie per sconfiggere la banda. Tanto valeva quindi farlo davvero e augurarsi che il gruppo fosse tornato vittorioso. In cambio avrebbe potuto ottenere una riduzione della pena.

Impaurito dalla collera del resto della banda, il balordo rivelò che i Marchi Rossi all'interno del maniero erano circa una decina, e che un gruppo di alcuni bugbear era stato inviato dal Ragno Nero - il committente dell'incarico di tenere avventurieri lontano da Phandalin - a dare man forte ai banditi. A capo del piccolo contingente stanziato nei sotterranei del maniero - di cui disegnò una mappa sotto richiesta - c'era appunto un mago che si faceva chiamare BastoneNero. Dalla mappa si evinceva che oltre all'entrata segreta sul fianco della collina, era presente un ingresso secondario dalle vecchie cucine a sud-est che portava direttamente al piano delle cantine, quello occupato dalla banda. Bastone di Vetro aveva occupato le stanze a nord-ovest, mentre i bugbear quelle a sud-ovest. I tre prigionieri - la moglie dell'intagliatore e i due figli - erano nelle celle a nord-est.

Decisero di partire subito, cercando di sfruttare la componente sorpresa e per il fatto che il malvivente avesse paventato la possibilità che, vedendo non tornare il gruppo sceso in città, agli ostaggi potesse essere fatto del male. Indossati mantelli scarlatti andarono a chiamare Daran perché gli facesse da palo, e si incamminarono lungo il sentiero principale che saliva verso le rovine del maniero sulla collina. Non incontrarono nessuna guardia fino alle rovine di quella che un tempo doveva essere stata una grande cucina, appurando che il passaggio del bosco fosse la via di uscita e di entrata più usata. Delle ripide scale scendevano verso una porta di legno rinforzata, dalla serratura della quale lo sguardo acuto dell'elfo notò provenire una flebile luce, segno che la stanza doveva essere illuminata. Si diedero come obbiettivo quello di entrare i più disinvolti possibile cercando di mimetizzarsi tra i malviventi per cercare gli ostaggi e liberarli, attaccando solo per difendersi e nel caso ripiegare.

La stanza si apriva - come da disegno - su un'ampia stanza con una larga cisterna e diversi barili accatastati al muro. Lampade ad olio illuminavano l'intero ambiente. Una porta si apriva sulla parete ad est, ma l'intera stanza era deserta. Mentre Rael e Ashur si avvicinarono silenziosamente alla porta per bloccarla con i barili, Oban Kai notò un possibile passaggio nell'altra parete a fianco della cisterna. Oxyouranus invece scese le scale del pianerottolo e imboccò l'arco che portava verso il corridoio che conduceva alle prigioni, il quale però era buio. Finora tutto sembrava tranquillo. Anche troppo...

martedì 19 aprile 2022

L'esca perfetta

Indovina i personaggi

Si erano decisi ad affrontare i Marchi Rossi, ma temevano lo scontro diretto memori della volta precedente. Si divisero quindi in due gruppi per cercare di individuare i movimenti dei banditi. Rael e Oxyouranus si appostarono fuori dalle mura diroccate per tenere d'occhio la strada che scendeva dal maniero, mentre Oban Kai e Ashur tenevano d'occhio l'uscita sotterranea nella foresta.
Durante il giorno nessun movimento particolare: riunitisi alla locanda rimanevano indecisi, a questo punto anche sul ruolo della Locanda come base cittadina delle operazioni.
Toblen confidò che da quando erano arrivati loro in paese, i Marchi non si facevano più vedere in giro di giorno, ma che continuavano nelle loro angherie e dispetti durante la notte, in particolare nei confronti dei proprietari delle poche attività commerciali.
Stavano pensando di prolungare gli appostamenti, quando il piccolo Pip, figlio di Toblen, si avvicinò al tavolo in lacrime: "Quando salverete il mio amico Nars?". Rispondendo agli sguardi stupiti dei quattro, Toblen spiegò che Nars era il figlio minore dell'intagliatore del villaggio, ucciso per aver provato ad opporsi alle angherie dei malviventi, il cui cadavere, assieme ai famigliari ancora in vita - tra cui la moglie, il figlio Nars e la sorella maggiore - era stato portato via dai furfanti.
Mossi a compassione e con queste nuove informazioni a disposizione decisero di proseguire gli appostamenti la sera stessa: il bardo ed il chierico al confine nord-est del paese per controllare sia il bosco che la strada del maniero, il guerriero ed il monaco dietro una casa per tenere d'occhio l'ingresso alla locanda.

Mezz'oretta dopo il crepuscolo Rael e Oxyouranus notarono spostamenti al confine con la foresta e si nascosero fra un gruppetto di alberi: quattro banditi stavano scavalcando le rovine delle mura nella loro direzione, guardandosi intorno. Appena dall'altra parte uno fischiò ed altri due risposero fischiando a loro volta. Si divisero in due gruppi che si allontanarono quatti in direzioni opposte. Persili di vista, Rael sussurrò al compagno che probabilmente erano stati notati, ed il draconide decise di evocare una luce magica per poter vedere al buio e si incamminò verso gli altri due compagni.
Rael notò che i due gruppetti si stavano aprendo a ventaglio. Forse volevano circondarli? Rimase immobile. Sembrava non l'avessero visto. I due alla sua destra stavano inseguendo furtivi il chierico, e difatti lo raggiunsero all'altezza di un albero non molto distante dalla capanna dietro cui erano appostati Oban Kai e Ashur, che appena colto il pericolo, corse in aiuto del compagno trovandosi davanti i due banditi. Questi ebbero il tempo di sferrare un solo attacco verso il monaco, prima di essere sconfitti dai suoi pugni, dalla Fiamma Sacra del chierico e dalle infallibili frecce del guerriero.
Intanto Rael aveva seguito furtivo i movimenti dei due banditi, ma notato che i compagni si erano sbarazzati velocemente di loro, tornò al suo nascondiglio. Degli altri due banditi nessuna traccia.
Le loro attenzioni si rivolsero quindi all'entrata della locanda. Ashur pensò bene di passare da dietro, ma appena girato l'angolo dell'abitazione vicina, gli si pararono incontro gli altri due malviventi, che l'abbatterono con quattro colpi ben  assestati. Fortunatamente Oxyouranus arrivò immediatamente ma  i suoi attacchi col martello da guerra non andarono a segno, subendo i colpi dei banditi. Rael intanto, seguendo le urla dello scontro, stava scendendo lungo la strada verso i compagni, incontrando la nana proprietaria della locanda del Gigante Addormentato sulla soglia, attirata dalle grida. I due incrociarono gli sguardi, ma l'ostessa non sembrò dare tanta importanza alla presenza del bardo.
Anche questa volta fu il guerriero a risollevare lo scontro, facendo bere una pozione al monaco a terra, consentendogli così di sferrare i colpi decisivi per abbattere i restanti banditi.
I Marchi Rossi non sembravano più così imbattibili, soprattutto ora che avevano trovato l'esca perfetta...