giovedì 18 novembre 2021

Piccolo Pip cucciolo eroico

Dopo aver passato la notte a leccarsi le ferite in taverna, la mattina decisero di dirigersi verso la Borsa dei Minatori per cercare altri indizi, con la scusa della valutazione della statuetta di giada a forma di rana trovata nel rifugio dei goblin. La responsabile, una donna di mezz'età di nome Halia dai modi inaspettatamente raffinati per un paese di confine come Phandalin, rimase incuriosita dall'ispezione del manufatto, dato che sicuramente non era di fattura goblinoide né proveniva dalla zona (tanto che il gruppo capì che il suo interesse si spingeva ben oltre dal valore in sé, stimato sulle 40 monete d'oro).

Intanto la discussione virò sui Marchi Rossi e sul borgomastro Harbin Wester; Halia non nascondeva la bassa considerazione dell'uomo alla guida della città, considerandolo un pavido che sapeva solo fare promesse senza concretizzare nulla. Nelle elezioni annuali lei si era presentata diverse volte come alternativa ad Harbin, ma purtroppo la sua influenza si estendeva principalmente sui minatori e i cacciatori che non vivevano nei territori del paese.
In compenso però aveva saputo che i Marchi Rossi avevano la loro base nel Maniero Tresendar (ecco perché erano stabili all'osteria del Gigante Addormentato) e sarebbe stata molto contenta se avessero sconfitto il loro capo, che si faceva chiamare Bastone di Vetro, e le avessero consegnato tutti i documenti in suo possesso (i personaggi dedussero che avrebbe potuto sfruttare a suo vantaggio le conoscenze delle rotte commerciali in possesso dei banditi). I malviventi non avevano ancora compiuto nessun atto dichiaratamente criminale, ma le loro angherie stavano spaventando gli abitanti della zona e avrebbero sicuramente compromesso anche i suoi affari. Per questo lavoro avrebbe potuto pagare ben 100 monete d'oro, e per invitare il gruppo a suggellare l'accordo propose di pagare la statuetta di giada 50 monete d'oro. Purtroppo però né lei né il borgomastro avevano alcuna mappa del maniero, dato che gli unici dati catastali in suo possesso erano quelli riferiti alle concessioni minerarie, mentre quelli di Harbin consistevano negli appezzamenti cittadini.

Essendo ancora pieno mattino, il gruppo si prese del tempo per pensare, sapendo che l'offerta sulla statua sarebbe durata fino al tramonto, e tornò in taverna dove aveva dato appuntamento a Sildar che nel mentre aveva deciso di stabilirsi nella casa del borgomastro, essendo un membro ufficiale dell'Alleanza dei Lord. 

Nel mentre ebbero il tempo di visitare anche il tempio in costruzione nella piazza a fianco della taverna. La chierica, un'elfa che i aceva chiamare Sorella Garaele devota a Tymora, stava tirando su i muretti un po' alla volta, cercando devoti tra i popolani. Non aveva pozioni nè pergamene perché Tymora, dea della buona sorte e della prosperità, era una divinità semplice particolarmente diffusa nelle campagne e nelle terre di confine.

Sildar ribadiva l'importanza di trovare Iarno e Gundren, ma gli indizi riguardo queste due piste si fermavano alla presenza degli orchi a Tor della Viverna, a nord-est.
Ad Oban Kai venne però in mente di chiedere all'oste se conoscesse qualcuno che sapesse ricostruire la mappa del maniero, ma Toblen rispose che nemmeno ai ragazzini era permesso andarci perché era un luogo ormai abbandonato da tantissimi anni e quindi pericoloso, sia per la scarsa stabilità della struttura, sia per la possibilità che la zona fosse abitata da animali selvatici. Il filgio Pip però, interrogato a riguardo, rispose che lui ed il suo amico Carp Alderleaf spesso andavano a giocare nella foresta proprio ai piedi della collina su cui sorgeva il maniero diroccato, e che forse Carp conosceva meglio la zona; in cambio di una mela caramellata li avrebbe accompagnati volentieri da lui.

Arrivati alla fattoria Alderleaf vennero accolti da una gioviale halfling di mezza età di nome Qelline, che andò subito a chiamare il figlio Carp. Questi - ma senza farsi sentire dalla madre - confessò di aver visto una volta dei brutti tizi parlare con due banditi con i mantelli ro
ssi vicini ad una grotta nella foresta ai piedi del maniero. Aveva avuto paura ed era scappato senza farsi vedere, ma da quel giorno non era più tornato in quella zona.

Quando poi le chiesero qualcosa riguardo alla morfologia e topografia della zona, Qelline suggerì di cercare il druido Reidoth, che viveva nella foresta a nord, a circa 2 giorni di cammino.

Ora il gruppo aveva un punto di partenza per affrontare i Marchi Rossi, ma sarebbe bastato per sconfiggere i Marchi Rossi? O forse sarebbe stato meglio chiedere informazioni al vecchio Reidoth?

lunedì 8 novembre 2021

Le phiste di Phandalin


La mattina Oxyouranus, dopo aver pregato, svegliò Sildar e curò Billy e lo straniero, il quale raccontò di chiamarsi Ashur e di essere un monaco dell’Ordine dei Pilastri caduto in un’imboscata goblin mentre si dirigeva a Phandalin in seguito ad una lettera d’aiuto arrivata al suo monastero, situato sulle montagne a sud del villaggio. Nel corso della mattinata Oban-kai e Rael tornarono con un carro e gli inservienti di Linene per caricare la refurtiva ritrovata della compagnia dello Scudo del Leone, e per il tramonto erano riusciti a rientrare in paese.

Dopo essersi rifocillati alla locanda Stonehill e aver fatto il punto della situazione, Sildar invitò tutti ad accompagnarlo dal borgomastro: in qualità di membro dell’Alleanza dei Lord avrebbe chiesto ospitalità presso di lui, ma intanto c’erano alcune questioni da chiarire.

Arrivati nella vicina casa - l’unica di muratura in paese e con un’evidente torretta con una campana - arrivò ad aprirgli proprio il Harbin Wester, il borgomastro, ancora con un tovagliolo sistemato sotto al collo a modo di bavaglino. Era un umano grassoccio e untuoso di mezz’età (alla Boss Hogg di Hazard - ndM), che presentatosi li invitò a sedersi attorno al tavolo. Alle pareti oggetti di un certo valore, ma messi un po’ a caso, come se fossero stati piazzati lì più per ostentazione che per senso del gusto.


Sildar andò subito al sodo presentandosi e presentando il gruppo, e spiegò (ma senza menzionare la Grotta dell’Onda Tonante) che il suo compagno di viaggio era stato rapito. La prima preoccupazione quindi era ritrovarlo e capire chi era il fantomatico “Ragno Nero” che ne aveva ordinato la cattura. Sildar inoltre sapeva che i fratelli di Gundren - Nundro e Thorden - dovevano essere già arrivati da circa un mese e chiese al borgomastro se ne sapesse qualcosa. Harbin però non sapeva nulla (al pari di Toblin, l’oste, che non aveva mai visto quei nani in locanda), ma effettivamente non avrebbe fatto caso al solo loro passaggio, dato che la zona era un viavai di cacciatori e minatori in cerca di fortuna.

Sildar inoltre chiese informazioni sul suo amico Iarno, un mago inviato dall’Alleanza dei Lord a Phandalin proprio per tenere sott’occhio la zona di frontiera. Questa volta Harbin ricordava un umano passato in città che si era presentato a lui con una certa autorità, ma pensava che se ne fosse andato più ad est i giorni seguenti, non avendolo più visto.

Il borgomastro tentò però di rilanciare alle loro richieste, offrendo 100 monete d’oro al gruppo se fossero riusciti a fermare le razzie degli orchi sulla Pista Triboar, a nord est del villaggio (probabilmente le stesse a cui si era riferita Linene i primi giorni). Questi si trovavano a Tor della Viverna, una vecchia torre di avvistamento sulle colline a sud della Pista ormai in disuso da centinaia di anni. Effettivamente era l’unico luogo conosciuto ed una possibile pista iniziale per le ricerche di Gundren e di Iarno.

Il piglio da navigato uomo politico di Harbin, però, si incrinò nel momento in cui chiesero della situazione coi Marchi Rossi: avevano sentito che si comportassero da bulletti e volevano chiedere se poteva essere un lavoretto per loro, ma Harbin minimizzò dicendo che erano solo dediti ad angherie di poco conto, ma che di reati concreti non ne erano ancora successi.

Mentre però ad Oban-kai questa esitazione parve nascondere parte della verità, ad Oxyouranus sembrò celare un certo imbarazzo del borgomastro nel non saper tenere testa ad una banda così insignificante.



Decisero così, prima di ritornare in locanda per riposarsi, di passare alla Locanda del Gigante Addormentato, dove sapevano ritrovarsi spesso i brutti ceffi. La locanda era a poche decine di metri dalla casa del borgomastro, ma appena poterono vedere la locanda da lontano, subito une dei quattro loschi figuri appoggiati al muro esterno li apostrofò: “Bene bene, dei nuovi cuccioli in città...cercate guai?”.

Il gruppo non reagì, ma ad Oban-kai sembrava di conoscere quella voce, e quando si avvicinarono capì il perché: alla luce magica evocata dal chierico, sotto il cappuccio del mantello scarlatto si presentò la faccia del giocatore di dadi che avevano incontrato qualche giorno prima nella locanda sulla strada della Costa.

I 4 malviventi erano vestiti con abiti laceri; solo quello che aveva parlato sembrava curasse il proprio aspetto, per il resto sembravano una banda di pezzenti, e come tali subito si misero ad offendere Oxyuranus per la sua discendenza draconica. Il gruppo continuò a non reagire e Oban-kai propose al capo dimandare bere una birra  all’interno della squallida locanda, dove un’ostessa nana di nome Kallax stava asciugando un boccale. Ashur aveva provato a fare il giro della casa con la scusa di dover urinare, ma un bandito l’aveva seguito per tenerlo sott’occhio. Era chiaro che i Marchi Rossi stavano provocando il gruppo, ma quando l’elfo cominciò a fare qualche domanda di troppo al capo, questi - che era sembrato indifferente alle faccende riguardante i goblin - fece un cenno alla nana perché chiudesse a chiave la porta e scattò dalla sedia sguainando la spada corta e il pugnale. Anche i tre banditi all’esterno sguainarono le armi, ad un cenno della nana sull’uscio.


Lo scontro ebbe inizio, e non si mise subito bene per il gruppo che, dopo aver assestato i primi colpi ai banditi, vide cadere prima Ashur (non ancora completamente ristabilitosi dal mattino) e poi Oxyuranus. Rael resisteva riuscendo a far allontanare un bandito, ma dovette allontanarsi per scappare ai banditi in superiorità numerica. All’interno del Gigante Addormentato intanto si stava consumando uno scontro all’ultimo sangue in cui il guerriero ed il bandito si ritrovarono ad un passo dalla sconfitta. Fu in questo komento che Oban-kai ebbe la freddezza di contrattare col bandito, convincendolo a non proseguire lo scontro. Evidentemente anche il bandito era stremato, perché acconsenti pulendosi il sangue dal volto ferito. Richiamati i compagni controllarono che il gruppo si allontanasse ora che Ashur e Oxyuranus erano stati in parte guariti da Rael, lanciando un ultimo monito: “Smettete di ficcare il naso in cose che non vi riguardano. Fossi in voi prenderei il lavoretto degli orchi appeso sulla porta del borgomastro!”.