Dev'yid era fermo davanti al portone della fortezza. "Chi ha bisogno di essere curato si avvicini! Io intanto apro il portone." urlò, e cominciò a tirare la pesante anta di legno che scorse sui cardini. Uriel, dopo essersi ripreso dal terribile colpo subìto, corse dal compagno per essere curato. "Presto, andiamo a prendere i cavalli e portiamoli qua davanti per la ritirata!" aggiunse lo gnomo invitando l'amico mezzelfo a precederlo mentre stava finendo di aprire anche la seconda anta. Lanciò ancora uno sguardo verso la foschia che copriva l'ingresso al magazzino: Walker e Sirius non c'erano già più.
I due compagni corsero verso i cavalli nello spazio tra il muro e la palizzata. Dietro di loro tutto sembrava ancora tranquillo, ma non potevano permettersi troppa cautela: l'orsogufo sarebbe potuto tornare sui suoi passi da un momento all'altro. Uriel, più veloce, arrivò prima ai cavalli e incominciò a sellare il primo. Quando Dev'yid arrivò decise di controllare l'ampia torretta sopra il magazzino, per assicurarsi di non avere sorprese durante la fuga: solo un ladro se ne stava impaurito nella torretta occidentale, mentre ora i pesanti versi dell'orsugufo sembravano avvicinarsi dalla direzione da cui erano venuti. Finiti di sellare i due cavalli (uno per loro e uno per i compagni), decisero di liberare gli altri tre per coprirsi la fuga: due vennero spinti dal guerriero con una pacca verso l'orsogufo, mentre l'altro lo indirizzarono nella direzione verso cui si sarebbero diretti per precederli.
Partirono, quindi spronando il cavallo, con Uriel saldamente attaccato alle briglie e Dev'yid dietro di lui che teneva le briglie del secondo cavallo. Quando arrivarono sul lato anteriore videro però che l'orsogufo si era fermato vicino alla porta e gli lanciò uno sguardo famelico, ma poi si voltò per continuare a mangiare i resti di uno dei due cavalli. Procedettero spediti, ma non appena passarono di fianco all'ingresso della struttura di pietra, un fendente colpì alla sprovvista il mezzelfo, che si accasciò sul cavallo che ora si era fermato bruscamente. Donovan sbucò minaccioso dal nascondiglio dietro l'angolo di pietra, pronto ad ostacolare i loro piani.
Dev'yid - col compagno caduto sulla sella - lasciò le redini del secondo cavallo e cercò di afferrare le briglie lasciate dal compagno, guidando il cavallo fuori dal forte, lungo il sentiero.
Spronò il cavallo fino alla base della collina e poi si voltò, sperando invano di cogliere il profilo dei due compagni, andati coraggiosamente incontro al loro tragico destino.
Dopo essersi accertato che nessuno li seguisse fuori dalla fortezza ed aver curato Uriel, i due si diressero verso il campo base in cui li attendeva Kastaghir con i loro cavalli. Parlando lungo la strada arrivarono alla conclusione che i compagni dovevano essere morti, o nell'ipotesi migliore, presi prigionieri.
Passarono la notte riposandosi: erano svegli da due due giorni e si sentivano stanchissimi. Il chierico vegliò su di loro. Poi l'indomani decisero di andare al punto di osservazione per vedere eventuali movimenti nella fortezza; orse i ladri avrebbero appeso i cadaveri dei compagni come monito, e comunque poteva essere importante vedere quante forze erano rimaste ai banditi: le azioni concitate della notte precedente non avevano permesso loro di avere una stima precisa delle persone nel forte. Effettivamente la sola torretta orientale era presidiata. Uriel ebbe l'idea di liberare quindi un cavallo perché tornasse alla struttura per vedere la reazione: l'animale risalì la collina lungo il sentiero, sebbene fosse stato liberato dai margini della foresta - e questo confermò le paure di Dev'yid sulle trappole poste sui fianchi della spoglia collina - e quando arrivò alle porte, lo stesso ladro sopra la torretta scese e si affacciò timidamente, prima di portare velocemente il cavallo all'interno.
Dei due compagni però alcun segno.