Epilogo
Di seguito sono riportati i fatti successivi accaduti al gruppo, fino alla partenza da Hangor, riportato per dovere di cronaca.
2 del Risveglio (Giorno 239) – L’incubo
Nel primo pomeriggio il gruppo si riposa a casa di Kristof, ignaro della sorte del compagno, e Oban Kai ne approfitta per essere aggiornato da Vash e Torden sulla storia del gruppo. I due elfi decidono poi di andare da Palliotto per chiedergli della cospicua vincita, ma il quartiere degli orchi presenta poche entrate tutte presidiate, con attorno capannelli di abitanti e numerosi cartelli che intimano di rimanere fuori. Gli eventi dell’arena hanno scaldato gli animi degli schiavi goblin, tanto che qualcuno viene incatenato e tenuto al guinzaglio… Sulla porta della casa di Palliotto una scritta “Palliotto: ti amo, ti venero, ti adoro. Sei il migliore.” Recitandola ad alta voce la trappola viene disinnescata e così i due possono entrare. Trovano però la casa vuota ed un biglietto in cui il “commerciante” ringrazia il gruppo per la vincita, e dice di lasciare un dono per ciascuno: una balestra magica per Oban Kai; uno Scudo sentinella per Vash; dei Guanti del potere orchesco per Naldur; una Bottiglia di fumo perenne per Paco; una Pietra della buona fortuna per Torden; un Fermaglio dello scudo per Raider (tenuto da Torden).
Quest’ultimo, essendo passate circa sei ore dalla partenza dell’amico, prova a contattarlo tramite un incantesimo di inviare, ma senza successo… Lo stesso incantesimo non sortisce nessun effetto nemmeno con Kivan. Contattato Nephros, questo risponde che i due hanno chiuso la breccia e che Raider è voluto andare negli inferi per indagare su Zeferu. Dato che non tornano alcuni particolari del racconto del tiefling, decidono quindi di andare alle torri per chiedere dettagli.
Nephros racconta che Kivan si è immolato per chiudere la breccia e che Raider l’ha seguito per poter cogliere Zeferu alla sprovvista. Drenor è stato invece salvato e riportato nel quartiere dei nani. Sir Ragher era venuto per proporre la trasformazione di Hangor in una nuova Molo Corrotto. Offre quindi al gruppo regali, aiuti e favori per gestire la città (arrivando a chiedere a Naldur di regnare sul quartiere degli orchi, ormai senza guida!). Nella torre si presenta anche lo gnomo evocatore del torneo, che confida ai soli membri del gruppo di far parte di una cerchia di maghi che non hanno visto di buon occhio l’esclusione di Hangor dalla politica di Lord Hyperion, temendo trame più subdole; è disposto quindi ad offrire dei soldi in cambio di informazioni in merito alla missione diplomatica di Sir Ragher. Si presenta anche il tiefling del torneo con il volantino della Lama Bianca distribuito da Paco, dicendo che accetta. Arriva anche Sober, con i suoi tic nervosi, e Paco parla ad alta voce dei mind flayer per vederne la reazione (ed eventualmente smascherarlo), ma il mezzelfo sembra stranito.
L’ultimo ospite si presenta con il volto nascosto da un cappello. Ha con sé una scatola che porge al gruppo, e al cui interno c’è la testa…di Balthazar! L’ospite si rivela: è Khorotra!!! “Un regalo da parte di Aramantis. Aramantis stima il vostro coraggio. Vi voleva morti, ma questa testa è un simbolo. Vi chiede solo di non interferire ancora con i suoi piani, se non volete che vi uccida oggi.” Paco allora, provoca a parole il monaco che attacca il ladro, che però si teletrasporta usando passo velato assieme a Torden. Vash decide allora di contrattaccare ed inizia uno scontro durissimo. Khorotra ha un netto vantaggio ma evoca Zeferu! Questi dice di aver ucciso Balthazar e propone di finire il combattimento immediatamente, ma Paco usa la verga e lo scontro riparte. Ad uno a uno cadono in battaglia tutti i membri del gruppo, tranne Paco, che usando la verga è stato teletrasportato a 3,5 chilometri a sud-est. I componenti caduti si risvegliano prigionieri di Aramantis, con due buchi sul collo. Aramantis si è trasformato in vampiro e chiede che il gruppo distrugga il continente! Quando Paco riesce a tornare sulle torri, deluso per non essere stato ascoltato da Valery, trova Nephros sconsolato e con la testa bassa, che gli consegna una pergamena con sopra scritto: “La Lama Bianca”…
2 del Risveglio – notte (Giorno 239) – Thordrek Barbatonante
Paco sente in sottofondo la musica che stavano suonando sulla torre al loro arrivo e piano piano riprende coscienza. Nephros gli dice che ha vissuto un grande trip (anche se con una piccola “spinta” suggestiva da parte di Nephros) e questo è il motivo per cui la nuova droga non deve uscire da Hangor. Tutto Il resto del gruppo sta bene, ma è ancora stordito. Il tiefling gli dice che Kivan è salvo ed è con Drenor, e che la breccia è stata sigillata con la stessa magia usata per proteggere l’arena, e si può passare solo pronunciando la parola d’ordine “Lama Bianca”. Paco allora chiede anche di Raider, ma Nephros gli risponde che non ne sa nulla (la cosa non torna con quello che era stato detto a Torden, ma l’hlafling non gli dà troppo peso).
All’alba il gruppo si dirige verso la forgia principale del quartiere degli spaccapietre, dove i due signori di Hangor sono curati da un nano chierico; il suo nome è Throdrek Barbatonante ed è arrivato di recente in città, ma il suo carattere burbero e sprezzante nei confronti degli elfi e del goblin non lo rendono immediatamente simpatico. Kivan spiega loro che Drenor era imprigionato in una bolla di stasi, ma che non hanno visto Raider. Avvisa il gruppo che Nephros è sicuramente il pericolo più grande per la città, anche più della breccia stessa, ma Paco e Naldur sminuiscono il pericolo difendendo il tiefling.
Kivan accompagna quindi il gruppo alla breccia attraverso il passaggio nanico, chiedendo a Throdrek di andare con loro perché ha finito le magie. In cima alla rupe Kristof, in forma di pipistrello sfiora Paco, che dice essere un famiglio o un vampiro, e Thordrek allora lo attacca, perché odia gli immondi, finché Kivan non lo ferma e Kristof si rivela come alleato del gruppo, raccontando di aver visto un cavaliere infernale gettare un corpo inerme nella fenditura. Thordrek allora, per verificare la veridicità del racconto, si tira una visione del vero, vedendo il cavaliere infernale che sta rientrando nella breccia ancora aperta, invisibili ad occhio nudo. Vash allora propone di provare a scambiare Nephros per Raider (guadagnando punti agli occhi del nano). Il cavaliere però è impassibile e rientra nella breccia e così Paco riesce a prendere gli averi di Raider non magici lasciati per terra, tra cui il diario, che però mostra una copertina diversa dal solito (perché l’originale era stato lasciato dal bardo – assieme all’ampolla con dentro i capelli di Paco, Vash, Torden, Naldur, Nival, Heiren a Karmath – , nelle mani di Fato, tralasciando nella nuova copia alcune informazioni: il possesso dell’astuccio per evocare Zeferu; il possesso delle chiavi per aprire la piramide: la chiave tentacolata e i 4 ingranaggi a forma di piramide; l’affiliazione dei vari personaggi importanti ai 2 veli; la relazione erotica con Leonore). [Sul diario veine trovata potuma la canzone La mazurka di Hangòr]
A questo punto chiedono a Thordrek se può sapere se Raider è vivo, ed il chierico prova ad entrare in contatto con la sua divinità [2 su 11%!]. La mente del nano si proietta quindi nel piano infernale, ricoperto di terra nera e lava, fino ad un castello incastonato in un vulcano. Entrando a volo ‘uccello dentro, vede Raider in una cella e la coda di un diavolo che esce da una porta. Il gruppo, tornando in città, valuta se tuffarsi dentro alla breccia per andare a salvare il compagno. Torden allora contatta Cenarius per chiedere un consiglio sulla bontà o meno della possibile scelta, ma lo zio gli chiede di raccontargli la prima volta in cui si sono incontrati perché non si fida della richiesta in merito alla pazzia di entrare nel piano infernale.
Contro la volontà di Kivan si recano poi da Nephros per ottenere altre info sul piano infernale, condividendogli il piano ed il tiefling, in cambio della fiducia accordatagli, gli offre un altro trip con la droga, ma stavolta positivo, dandogliene un’intera fiala. Accettano tutti tranne Vash e Thordrek, prima di andare a riposarsi.
3 del Risveglio (Giorno 240) – Genocidio
Quando si svegliano sulle torri, prima che sia sorto il sole, Paco chiede in cosa consiste l’effetto della droga e Nephros gli risponde che amplifica gli stati d’animo, le paure ed i sogni, e forse dona anche la capacità di sognare cosa che accadranno in futuro… Mentre stanno parlando Thordrek esamina il calice del tiefling e nota che è di fattura raffinatissima, con pietre preziose rosse e viola e riflessi argentei: forse il calice ha qualche proprietà che rende immuni alla droga? Paco si interessa però sempre di più al composto e incomincia a trattare per ottenerne qualche dose: prima in genere viene regalata, e poi – se adatti a spacciarla – venduta (ma non a chierici e paladini). Vash chiede invece la lanterna che era stata usata dagli uomini di Nephros contro i diavoli durante l’attacco, ma questi gli propone di fargli firmare un patto, e Vash – messo in guardia dal nano sulla possibilità di firmare un patto diabolico – rifiuta.
Intanto, nel quartiere dei mezzorchi, i goblin sono in rivolta contro i loro padroni. Il gruppo è diviso: Naldur vuole guidare la rivolta, per mantenere le aspettative del suo popolo che aveva invocato più volte la sua discesa in campo contro l’oppressione dei mezzorchi; Torden vuole aiutare il compagno a combattere una battaglia che ritiene giusta; Thordrek, che odia i pelle verde, la vede come un’occasione per debellare un po’ di feccia dalla città; Paco, Vash e Oban Kai invece non sono interessati e l’halfling contratta per salvare almeno i bambini dei mezzorchi, convincendo Nephros ad accettare la soluzione.
Prima dell’ora stabilita per l’attacco, chiedono infine a Nephros spiegazioni sulle ultime cose: se Sober sia il vero (senza raccontare però dell’incontro con Kristof e col finto Kivan, che li aveva messi in guardia sulla possibile presenza di doppelganger) e sulle uova di drago. Mentre sulla prima domanda Nephros risponde che non sa nulla, sulla seconda si mostra per la prima volta stranamente impacciato e intimorito: gli erano state consegnate da un committente molto potente, e l’incidente lo ha messo in una posizione imbarazzante.
Torden collega i compagni (tranne il nano) e Nephros attraverso un legame telepatico di Rary e si dirige con Naldur e Thordrek verso la fonderia del quartiere dei mezzorchi, il loro quartier generale. Paco, Vash e Oban Kai decidono di risalire invece le fogne per incontrare i bambini mezzorchi risparmiati, e Nephros li fa passare dal passaggio presente nella sua magione, fino al fiume sotterraneo usato come canale di scolo per i liquami. Superano le carcasse incoscienti dei drogati ed arrivano ad una barca dove li aspetta Sober, capace di superare le trappole disseminate in quel tratto di acqua, fino ad una zona in cui sono presenti dei giacigli vuoti che emanano cattivo odore, prima di un ponte tra le due rive del canale di scolo, e qui scendono.
Nel mentre nel quartiere dei mezzorchi parte l’attacco finale: Nephros, alzando il calice e librandosi con delle ali immonde finora nascoste, avvisa con una potente voce, udibile da tutto il quartiere, che i figli possono scappare attraverso il fiume sotterraneo e che sarà risparmiata loro la vita. All’alba il cielo si riempie di palle di fuoco scagliate dai tiefling dal perimetro del quartiere. Si scatena poi una tempesta con fulmini che cadono sugli abitanti delle zone periferiche: stregoni, maghi e warlock agiscono in sequenza e distruggono i le zone più esterne del quartiere.
Nel fiume sotterraneo i tre compagni incominciano a veder arrivare i primi bambini mezzorchi, assieme alle donne incinta e ai vecchi. Una mezzorca malconcia sta per partorire e chiede a Paco di aprirle il ventre con un’accetta per far nascere il figlio; il piccolo ladro le porge invece una pozione di cura e le chiede di farlo da sola, perché non se la sente; poi indica il ventre della donna e dice “Paco” e la donna annuisce: un mezzorco avrà il suo nome.
Intanto nell’assalto i tiefling sono arrivati fino al cuore del quartiere, le quattro fonderie, e l’elfo, il goblin ed il nano arrivano fino all’isolato centrale, che vedono però protetto da potenti magie, capaci di disintegrare chi vi entra in contatto. Provano ad arrampicarsi invisibili sui tetti e Naldur scorge uno sciamano mezzorco dentro ad una casa vicina; decide così di entrare ed attaccarlo, mentre Throdrek, con la forza d’urto di un fulmine invocato, spinge un guerriero mezzorco sulla barriera, che lo disintegra, e incenerisce un arciere.
Nei sotterranei i tre, lasciati passare gli orchi fuggitivi, esplorano una vicina stanza scavata nel sottosuolo, oltre il ponte, trovando dei barili con una strana polver (forse l’ingrediente segreto per la fabbricazione della droga?), due oggetti d’arte (una statuetta a forma di gatto ed una a forma di mago che sta lanciando una magia), un fazzoletto di stoffa con ricamato un calice (come quello di Nephros), un disco di pietra con migliaia di sfumature diverse, una pergamena con un incantesimo da druido (evoca creature boschive), 100 monete d’oro e un sasso animato parlante, a cui Paco dà il nome “Taco”, che però è logorroico e costringe l’halfling a immergerlo in un barile di vino... Nella stanza c’è anche una statua con degli occhi rossi che emana un’aura magica di divinazione.
Nel frattempo, nella barriera al centro del quartiere dei mezzorchi si è venuta a formare una breccia e Torden avvisa Nephros di far avanzare l’esercito; i tre entrano così all’interno della cupola magica al seguito di una pattuglia di una trentina di soldati. Un incendio si propaga attorno alla fucina centrale, ma non c’è nessun cadavere; forse una mossa per fare terra bruciata e rallentare l’avanzata dei nemici per coprirsi la fuga? I tre compagni, compreso che sarebbe rimasto ben poco lavoro da fare, decidono di tornare indietro.
Infatti nel fiume sotterraneo Paco e Oban sentono arrivare una moltitudine di mezzorchi dal quartiere di Nephros e decidono di nascondersi vicino al ponte, mentre Vash sta guidando gli sfollati verso l’uscita. Ma una figura imponente gli sbarra la strada dicendogli con una voce cupa “Grazie per il lavoro”… è un enorme diavolo, che si rivela il patrono immondo di Nephros! Vash, gli si para davanti per prendere tempo dicendo ai bambini di scappare velocemente, ma questi rimangono immobili per il terrore ed il diavolo attacca il paladino che all’inizio sembra resistere, ma poi viene dominato e costretto ad uccidere lui stesso i bambini.
All’arrivo dei mezzorchi il diavolo scompare lasciando Vash a dover giustificare i suoi atti…
I maghi di Nephros intanto, avvisati da Paco (per una volta fedele alla promessa stipulata col tiefling di salvare solo i bambini), scendono nel sottosuolo e sterminano i mezzorchi fuggitivi cogliendoli alle spalle. I 3 compagni riemergono così dal tunnel della fuga e si dirigono verso l’arena, dove i compagni sono tornati – sfruttando il caos in città – per cercare i libri con gli iscritti al torneo, ma senza successo. Cercando nel palco di Nephros invece, Thordrek trova una faccia scuoiata di un umano sulla cinquantina, con un naso adunco ed la barba tagliata (Sober?)… Mentre i compagni aspettano Nephros nell’arena il nano, che non vuole aver niente a che fare col tiefling, si dirige verso il quartiere dei nani per poter parlare con Drenor, ma lo incontra per strada, dicendogli di essere stato mandato da Kivan per chiedere spiegazioni su quanto appena accaduto nel quartiere dei mezzorchi. Drenor è infuriato e afferma che sarebbe disposto anche ad uccidere il tiefling. A Thordrek si illuminano gli occhi, scorgendo la possibilità di liberare la città dal giogo di quell’essere immondo, e lo segue indietro di nuovo verso l’arena, dove arrivano anche Sober e Nephros. Thordrek prova a invocare un fulmine sopra il tiefling, sperando di far partire un combattimento e di costringere così Drenor ad affrontare Nephros, ma il nano stesso devia il fulmine e gli ordina di non attaccarlo. Incredulo per l’accaduto (Drenor sembrava essere arrivato alla resa dei conti col tiefling), Thordrek si dirige infuriato verso la Torre delle due vergini per farla saltare in aria con l’ultima dinamite rimastagli.
Il resto del gruppo invece si incammina verso casa di Kristof, e Vash incomincia stranamente a lodare apertamente l’operato di Nephros (ma a nessuno sembra strano, anzi Paco lo sostiene lodanolo per aver finalmente cambiato opinione sul loro socio).
Arrivato alla torre il nano prova a salire sulle scale, ma queste diventano uno scivolo ed il chierico finisce in una botola in fondo ad esse, sul fondo della quale è presente una statua con gli occhi rossi (come quella nella stanza scavata nel fiume sotterraneo) che capisce essere usata per osservare i malcapitati. La voce ghignante di Nephros gli dice che il suo destino sarà deciso dai suoi compagni… Dietro la statua il nano trova un’uscita, ma appena prova a varcarla è circondato da un muro di forza e così decide di aspettare il suo destino.
Il resto del gruppo, andato a casa del vampiro per riposarsi, viene fatto chiamare urgentemente dal tiefling, che ha anche mandato una carro a prenderli per essere portati al porto poiché ha immediatamente bisogno del loro aiuto. Fattili scendere in fretta, Nephros si mostra stranamente preoccupato e senza quella tranquilla sicurezza che lo aveva caratterizzato fino a ora. Un enorme gabbiano nero sta volteggiando sopra di loro ed un’enorme nave di legno scuro si sta avvicinando alla costa, spinta da un centinaio di rematori. Appena attracca la nave il gruppo al completo viene fatto salire, ma prima Nephros sussurra preoccupato “Se qualcuno di voi oserà provocare, saremo tutti morti”. Tutta la ciurma è pallida e vestita con un grande mantello: sono tutti non-morti! Tutti tranne il tiefling vengono condotti verso la cabina del capitano, ricoperta di scaglie di drago blu, e da lì scendono le scale sotto coperta fino ad una stanza illuminata, con quattro tavoli con sopra quattro corpi tagliati a metà con gli organi intrecciati tra loro. All’interno della stanza ci sono anche vasche trasparenti verticali, con essere umani vivi dentro! Tutti i corpi mostrano inciso nella carne il simbolo dei pirati traditori.
Con un passo molto pesante il capitano scende le scale con un animale da compagnia in braccio, che assomiglia ad un coniglio. Il capitano si toglie il cappuccio e si presenta: si chiama Sir Arcibald (personaggio creato per una one shot indipendente dalla trama. Ndr.), e la scena è surreale: porta degli enormi baffi biondi, ha un ridicolo accento molto pronunciato (inglese), un’armatura tirata a lucido in maniera maniacale ed una grossa spada con un’elsa baffuta anch’essa. Quindi tira fuori un uovo di drago blu e dice che anche le altre uova andate distrutte erano sue, chiedendo se fossero stati loro e proponendo un eventuale patto per sdebitarsi. Treccia d’Ossa sta cercando delle uova di drago, ma sono tutte marce (questo il pirata non lo sa), anche se non sa perché. Lui lavora per Treccia d’Ossa per fermare il figlio Luthor, che è disposto a tutto per prendere il potere su tutti e cinque i regnanti del Sud. Quando Oban Kai chiede cosa vogliano in cambio, il coniglio – di nome Necrobius – viene posseduto e pronuncia una frase criptica: “ Il caduto, colui che ha tradito, ha ricevuto un dono più che gradito. Deriso come fosse un fallito, nelle gelide foreste sconfinate ride divertito. Per tanto tempo ad un esercito aveva ambito, ora muove migliaia di ossa con un dito.” (Oban Kai deduce che il luogo descritto potrebbe essere la Foresta Infinita attorno a Gronkat). Riavutosi dalla trance dice che è stato il Fauno!
Quando Paco gli dice che il loro obiettivo primario è sconfiggere il Velo Scarlatto, Sir Arcibald sfodera la Baffosword, inneggiando: “Allora abbiamo un obiettivo in comune! Luthor è probabilmente un alleato del Velo.” Poi spiega che lui ed il suo fedele compagno coniglio si sono alleati col Fauno per spezzare la maledizione che affligge la sua famiglia: solo figli maschi, in cambio di informazioni importanti. Nephros invece è convinto che lui lavori per Luthor Treccia d’Ossa, ed è bene che continui a crederlo. Per suggellare la collaborazione, Sir Arcibald firma il patto per far parte della Lama Bianca.
Scesi dal vascello, Vash è sempre più strano, perché continua a parlare bene di Nephros (anche se si accorge di farlo contro la sua volontà), ed accetta un’arma maledetta di cui diventa subito gelosissimo.
Kivan intanto ha indetto un incontro pubblico davanti alla popolazione della città, per confrontarsi apertamente col tiefling e chiede al popolo di decidere da che parte stare: con un solo loro cenno, potrebbe liberare la città dalla sua presenza! Ma il gruppo prende le parti di Nephros, ed il popolo concorda, così il paladino – che già aveva perso parte della sua fede per le condizioni in cui era stato abbandonato il suo popolo – persa la fiducia nella sua gente, decide di lasciare definitivamente Hangor. Sul destino di Thordrek, il gruppo dice di liberarlo, ma non intende portarlo con sé. Il nano decide di seguire Kivan nel suo esilio volontario. Sir Arcibald confida di essere molto arrabbiato con Nephros per questo colpo di mano, ma non può permettersi di far saltare la sua copertura. Fra la folla, il gruppo viene anche avvicinato dallo gnomo evocatore che rivela di far parte della Gilda della Fenice, un gruppo che vuole salvare il Nord, e dà a Torden una lettera col sigillo dei Cavalieri d’Argento; il guerriero però non si sente degno dell’incarico, e cede la lettera a Oban Kai. La lettera chiede aiuto per liberare la Via del Grano che gli orchi stanno usando per scendere verso Sud. Il gruppo decide così il proprio futuro: si imbarcherà con Sir Arcibald verso Lotharèn, con l’intenzione di scendere verso Gronkat e liberare la Via del Grano.
4 del Risveglio (Giorno 241) – L’Abbandono
All’alba del nuovo giorno la nave salpa dal molo di Hangor verso nord.
[L’ultimo viaggio]